Quando importavamo la sabbia di Antonio Antonucci

Quando importavamo la sabbia PRIMA DELL'AUTARCHIA Quando importavamo la sabbia Un pigro pregiudizio aueua stabilito che la silice istriana "non andava,, flndaua inuece benone: bastaua semplicemente lauarla per liberarla da impurità e per alleggerire il nostro bilancio di otto milioni all'anno (Dal nostro inviato) inPOLA, febbraio. rC'era una volta — mica tanto rtempo fa. quasi ieri — una povera!emateria prima che assolutamente dnon andava: la silice istriana. Le nostre fabbriche di vetrerie e di ceramiche la respingevano a lglprwri come una sostanza malfa- [ zmata, sulla cui condanna non fos-\csero possibili revisioni di sorta, sqsuInutilmente, i tecnici, appoggiandosi ai risultati delle analisi, inviiavano a considerarla meglio, ricordando pure alcuni precedenti storici, sia remoti come quelli del- I l'antica Roma, sia abbastanza vi-1 cini come quelli della repubblica | i eneta e della Boemia, le cui vetrerie più fini, durante il 17" e 18" secolo, usavano appunto la silice istriana. Ogni buon argomento si infrangeva contro il partito preso, rocca, come ognun sa, inespugnabile. Peccati mortali ? Così, una ricchezza non indifjferente rimaneva inerte, o servila, appena a lucidare vasi casseruole e padelle, quando non finiva 'nel più oscuro compito di impasto (per muratura. Come tale è ancora | conoscijta dal popolo minuto ed I inùtilmente ho chiesto a destra e ; sinistra l'indirizzo di una certa ! fabbrica dove si lavora la silice. A Lrfrmlicsforza d'insistere — e illuminata daìqindicazioni accessorie come via, | nome della ditta, ecc. — una don- netta ha esclamato: — Ah! il maltame? — con tilt- dta l'aria di stigmatizzare la miajignoianza in proposito. |Maltame, da malta. LLa silice'è qualche cosa di più.,E' per lo meno l'aristocrazia nella ! stessa razza. Essa entra come elemento indi- ! |spensabile nella fabbricazione del i vetro per tre quarti e, per un terIzo, in quello della ceramica. Ebbejne, noi la prendevamo all'estero. iLa Francia con i suoi giacimenti di Fontainebleau, il Belgio con 1 quelli di Campin e la Germania con quelli di Oemboker divorav striana « non andava». Cosi, pri-!Ino più o meno appetitosamente il ! nostro mercato, dove intanto si icont'nuava a ripetere che la silice ma della battaglia autarchica, ci Ieravamo ridotti a importare anche la sabbia. Alla silice istriana, si rimprove irava un eccessivo tenore in ossi do di ferro, manganese e titanio |tre specie di peccati mortali, datoi°-ito .che il ferro provoca nel vetro una ■colorazione verde, il manganese lo .riduce a un giallo ruggine, mentre j il isia titanio, favorendo la fusibilità del manganese che del ferro, incoraggiava le malefatte di tutti e due. Non si trattava di calunnia. Itre peccati esistevano sul serio ma ;non dipendevano dalla natura in-ltrinsec'a del materiale: essi erano, |diremo cosi, sor/apposti, un'ag- c/tunta. Mentre i giacimenti silici-1feri del Belgio, della Germania el della Francia affiorano, presentan- dosi quindi allo stato puro, quelli!istriani, in seguito a imprecisabili sconvolgimenti geologici, restaro-1 mimmmimmiimmimtiimimm iimimmi no sepolti sotto una cappa di tcr- ra rossa, contenente ossido di fer ro e tracce di bauxite. Piovi oggi e piovi domani per secoli, l'ossido di ferro gocciolò con l'acqua. dal-la bauxite si staccarono il man ganese e il titanio, ma In .silice subì la compagnia dei nuovi giunti sen- za fondere con il loro il proprio carattere. A utilizzarla cosi come si trova, o digrossata appena conqualche setaccio, si capisce, è pessima: ma a renderla ottima, bastaun'operazione minima: basta lavarla. E il costo ? Qui entra in scena il sarcasmo. Lavare la sabbia è un po' come raffinare il fumo, e benché oggi il fumo delle ciminiere sia proprio raffinato per impedire la fuga di molecole utili o di altre dannose, la frase fa ridere. Lavare la sabbia! E il costo di questa misura igienica? Il costo: bestia nera dell'autarchia. C'era proprio da ridere. La sabbia istriana, sepolta a una quindicina di metri di profondità, bisogna tirarla fuori attraverso un complicato sistema di gallerie e, quel che è peggio, non si presen-ta nemmeno a filoni compatti ma a sacche. A doverla anche liberaredalla sporcizia, si trasforma InquaiChe cosa di prezioso, assoluta- mente incommerciabile, sìa in re gime libero che produttivo, Malgrado quest'atmosfera didiffidenza, una ditta, genovese, senon err0i la Gambino, iniziava al-cunj esperimenti a titolo di studioL anni dopo, nel 1935, essa era ing-racio di fornire alle industrie di ouona volontà 1200-1500 tonnella te mensili di silice nostrana, in concorrenza con quella stranieraNei nove mesi delle sanzioni — malgrado le difficoltà Inerenti a un fulmineo sollecitato sviluppo — ne fornì 32.000 tonnellate. Intanto ai formavano altre società — come la S. A. Silice Istriana, la S. A. Indagrar — oggi riunite in consorzio e in grado di procurare!cui V^ata "raggiunta ' l'assoluta aUa nostra industria vetro-cera mjCa }i doppio di quanto le occor re Ecco quindi un altro settore in I indipendenza dall'estero. |mai ma n costo quanti morti ha| seminato sulla scia? o]I.isp-al.miare a chi ^adopera moltne df onestasilice incida su! prèz-Ì7o ne, circa un sesTo Ma esslfo ^r,™^"?.r,hierarionerJmolta carbonato di calcio perchè ne o ricca e richiedendo per fondere, ue 150 gradi di minor temperaturaà determina un'economia di combu Ltihiie non indifferente. Istibile non indifferente. Bilancio di benemerenzel """""""" **" ------ - ; Ma quand'anche il costo dellalsilice istriana fosse stato un tan |tino più alto, per benedire l'autar chia che l'ha irrobustita, bastereb-1be soffermarsi su i seguenti fattil — la nostra bilancia commer ciale se ne avvantaggia per sette !otto milioni di lire; — la mano d'opera locale riceve 1 annualmente un milione e mezzo a — — a n e socaprdegncoUa >*"' è aumentato Parecchio nei gia-isan di salari, distribuzione oltremodo benefica perchè si tratta di una lavorazione che non sottrae braccia all'agricoltura ma ne assorbe il sovrappiù e le ore Ubere; — il terreno istriano che raramente raggiunge un valore di 50 centesimi al metro quadrato, contenendosi per lo più su i 15 o i 20 cimenti di silice. Qui forse t prò- ida ! jj^.nanno «agerato e gh in-ig duatriall cominciano a lamentarsi [cto ; cmque ^ Qgn. metro qua. z^no affittanza del terreno in ragie- naIne dl 70 intesimi al metro cubo nto di «ilice asportata, oggi ci voglio- c! perchè, mentre una volta pagava- ,p è terreno d m"'at0 ai le" ' a, in metre metri cubi di silice. u-1 II dottor Emilio Piazzi mi ha as-1 sicurato che gli industriali lavo-'trano in perdita da due anni, il che dIprobabilmente è esagerato epperòjmjmi ha ribadito una vecchia lamen-'tajtela non del tutto ingiusta. La n'-jbauxite che si trova all'aperto, che|r- si raggiunge quindi senza galle-jsc-! rie e senz'altri lavori di approccio ila: !è considerata miniera e come tale zoi proprietari della tetra debbono ; ae e o iiiiiiiiiiiiimiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii i lasciarla sfruttare senz'altro indennizzo che il danno eventuale alle coltivazioni, specialmente alberi; la silice che è sprofondata mpnsucocov sottoterra è invece considerata cava e, come tale appartenente al proprietario della terra che la vende a piacer suo. Il caso è forse degno di revisione per giungere a un compromesso di maggiore equità. Uno sguardo al miracolo La silice istriana si trova disper- isa sotto forma di una striscia ideale che da Sun Vincenti per Diignano e Gimmo si spinge fino a [capo Promotore nel comune di . ni di tonnellate, essa garantisce il o noatro fabbisogno per secoli, dato che esso non supera le sessanta- ,p0ia. Valutata a circa venti milio- 1 La materia prima viene ti aspor 'tata con autocarri presso il luogo d'imbarco dove sorge lo stabili jmento di lavatura. E' appena a 'terra che un forte getto di acqua n'investe, liberando subito le impu|rità più grosse; così bagnata finijsce in un vaglio che la staccia e ilascia cadere quella fine in un poz zo da dove sale a dodici metri di ; altezza e precipitando si divide supe mila tonnellate annue Il processo di manipolazione preventiva è semplicissimo nei grani di vario tipo. Insomma, subisce una specie di bastonatura con l'acqua, la quale, infine, la convoglia verso larghe vasche dove decanta. Guardiamola adesso: è irriconoscibile. Non soltanto ha perduto jil suo aspetto rossiccio o color crema, riducendosi in un sal'> più o meno candido ma la stessa granulazione, prima irregolare, è diventata uniforme. Il miracolo è compito. Un piccolo miracolo, d'accordo; ma senza una ferma politica autarchica sarebbe rimasto nel campo dei sogni. Antonio Antonucci j j j i ' 1 i i l I ' ' Silice pronta per l'imbarco nel porto di Pola.

Persone citate: Emilio Piazzi, Sun Vincenti

Luoghi citati: Belgio, Francia, Germania, Pola, Roma