Favalli vince per la terza volta

Favalli vince per la terza volta LA MIImANO -TORINO Favalli vince per la terza volta Corsa senza lotta per 180 km.-Vani tentativi di Bizzi e Tomasoni sulle salite di Casalborgone e Moriondo - Decisione in volata fra 18 uomini i ò é . . o è a i . — o a o. Si è comincialo maluccio anzichenò; se dal prologo si dovesse giudicare tutta la rappresentazione dell'annata, ci ni potrebbe aspettare poco di buono dagli attori che erano ieri in scena, sia in quanto a levatura di tono, che a idee e a propositi, che a serietà di preparazione. E basterebbe confrontare le precedenti edizioni della gara con questa per esser costretti ad affermare che, invece d'andare avanti, si va indietro. Si era così abituati a una MilanoTorino palpitante sin dalle sue prime battute, ricca d'attrazione in ogni sua parte e pervasa da un senso di nervosismo e di forza che IH vuoto in cui essa ha ieri naufragato per 180 chilometri, sia pure navigando a buona velocità, ci \ha regalato una delusione che non ci aspettavamo. Né l'ultima parte ' (fesse l'impressione del bel gesto dell'atleta di levatura superiore per classe e per forma, che anche il successo di Favalli va messo in rapporto con la lunga e fiacca fase preparatoria e il mediocre livello degli avversari. Sino alle colline Così che la corsa non richiede e n non offre una cronaca dettagliata "lpor le sue prime cinque ore; sulla scorta dei pochi appunti che fi gurano sul mio taccuino, essa può essere fedelmente ricostruita. Episodi di breve momento sono state le fughe di Zuccotti, Saponetti e Uniti nei primi chilometri, e di Cafferata, Succi e Saponetti poco dopo; l'uno a Rho era già spenta e l'altra a Somma col progressivo ricongiungimento di una settantina degli 87 partiti. Esse, però, avevano contribuito a far raggiungere alla media la quota di auasi 39, favorita dalla mattinata fresca e calma. Le ondulazioni fra Arena e Romagnano non diedero luogo ad alcuno spunto ad azione degna di nota, e la compagine, sempre a . -, - passo svelto, ma a formazione -1 compatta, si portò sotto Biella, o sulla cui salita Bisio, seguito da -;micino <ja Mollo, guadagnò una a o ; : : - quarantina di secondi che gli valsero il bel premio di traguardo al rifornimento. La media, intanto, era discesa a poco più di 37 e diminuì ancora nei 52 c/ttlomefri da Biella a Chivasso, in cui non assistemmo che a un simpatico tentativo di Brambilla, più lungo che pericoloso. Bizzi attacca e... crolla La fase, chiamiamola così, di attesa, durò ancora sino alla salita di Casalborgone, dove si può dire che la corsa sia cominciata. Ne diede il segnale Cafferata allungando la fila alle prime svoltedelia non severa ascesa; Bizzi lasciò fare per un poco, poi scattò deciso sino ad avanzare di circa 200 metri la sua posizione d'avanguardia; fra lui e il grosso sparpagliato si buttò Marabelli, che poi rientrò nelle file. L'azione di\ .Bizzi, piuttosto pesante, non la^iaciaL•a supporre che dovesse esse . . o . . . a 4. 9. i ei a o o : ; - re decisiva; infatti, dopo Cerreto, egli fu preso da Ricci e Bevilacqua, poi da Favalli e Piatto. Si pensò, allora, che il quartetto fosse abbastanza robusto pcr far fruttare i 150 metri che aveva a suo vantaggio. Invece, fra lo stupore generale, il treno imposto da Favalli fu micidiale per il « morino » che non potè più tenere le ruote e scomparve fra gli inseguitori! Fra costoro non c'era Leoni, che aveva forato nella discesa e che poi doveva forare altre due volte; il che spiega come egli non abbia affatto figurato nella fase combattuta della gara. Tornarono a galla, invece, Moro, Rogora e To.masoni, poi anche Mara, Crippa e De Benedetti. Erano, còsi, in dieci a presentarsi in fila alla salita di Moriondo, la terza difficoltà della giornata, dove Tomasoni fece sfoggio delle sue qualità di agile arrampicatore, giungendo al paese con 100 metri su Ricci e gli altri otto. Costoro, ai quali si aggiunse Mollo, dovettero sudare fino ad Andezeno per imbrigliare il torinese. Mancava, però, Favalli a causa di una foratura che lo aveva appiedato nel difficile frangente. Ma il verderosso rientrò impetuosamente, trascinandosi Canuvesi, dopo che Bergamaschi, Bisio, Bailo, Chiappini, Sartori, Bucco, Cafferata, Albani, Stretti, Marabelli. Benente è Radaelli lo avevano preceduto. Col sopraveniente Brambilla furono 80 gli uomini che si trovarono alle prese sulla Rezza. Uno scatto di Favalli verso la fine non ebbe per risultato che l'allungamento della /ila; un altri) di Marabelli diede modo a Chiap-tulili di rispondere a tempo per (giungere primo in vetta, con gli\ti/fri seminati alle spalle. iIn discesa e dopo Gassino si riti-\nirono quasi tutti, ma Bailn, To-musoni c Brambilla caddero iiri : I pressi di Sussi; questi, ferito, do- lvette abbandonare, c gli altri due Bdovettero rinunciare a giocare la loro carta in volata. Questa fu facile appannaggio di Favalli, il più tattico, il più fresco, il più veloce. Condotto da Bìsio e seguito da Chiappini, Albani e Moro che si affannavano per prendere posizione sino a venire, ma senza datino, due volte a contatto, Favalli prese il comando all'entrata dell'ultima curva, ma aspettò a lanciarsi sul rettilineo, nove gli fu facile rispondere all'attacco degli avversari. Il buono e il resto Cosi il primo luogotenente di Bartali ha compiuto la non ordinaria impresa di vincere per la terza volta consecutiva questa corsa. E se l'è veramente meritato perchè egli, pur non facendo cose 'd'eccezione, si è chiaramente di- punpitdB- LncCBnG »«'prq»re«« »éij vari momenti iniziati di vivacità.\ che nella caccia a Bizzi, nel for-\ aio inseguimento e in pista il più \ a posto in ogni situazione. Se si dtiene conto anche di una sua ieq- Gvero infreddatura, bisogna dire tche Favalli ha dominato per aupe- riorltà di mezzi e di condizioni Zatletiche ÌPQuando avrò fatto l'elogio del;bvolonteroso Brambilla, dell'ardito' Tomasoni, del tenace Chiappini, del brioso Moro, 1" degli indipendenti, del generoso Ricci, del « duro a morire» Bergamaschi e dell'ammirevole, sofferente Bailo avrò detto tutto il bene che sì può dire degli attori di ieri. Il resto è... un'nltra solfa. Leoni è stato stroncato dalla sfortuna nel momento cruciale, ma neppur prima aveva messo in mostra i tesori del suo temperamento. Bizzi ha preso uno tal « cotta », dopo il fallito tentativo, che s'è dovuto rassegnare a fare a piedi le salitine prima di .-..„^,>'ìi,j7o i r^}l^u°^'P^r±h°J^h "."li\ è vero e non è certo di buon au spicio per la « Sanremo », a meno che non si sia trattato di occasio- anaie indisposizione. Certo che, vi fcomplesso, i colori bianco-celesti vnon hanno fatto ieri troppo bella figura; speriamo si riabilitino il ninniti di S aiuìpnne °9 nll„n ,J hn hm mt„ ..filli» nS ilfili » Vn dto niente. «Diavoli rossi» e *ga- ribaldimi, che avrebbero dovuto pessere i castigamatti degli sfatir cati, si sono fatti ammirare più 'ner le "leaanti divise che ver il afranco e, deciso còmvorìamtnto PRS ; „?,.,.! „Iii 5 ",P:ie,,,.' aDefgiovam nessuno ha richiama- Eto particolare attenzione. Non so ache fine abbiano fatto RimoUi, laServafei, Generati, Introzzi, Ro- bmanatti per non vederh nei pnmi\fventi classificati. So, invece, chelhanno forato Ronconi, Succi, Lati di, De Stefanis. La prima pagina della stagione è, così, scrìtta, ma è meglio chiuderla subito e dimenticarla presto. Anche se essa ci dice che nello terre di Lombardia e di Piemonte la passione per il ciclismo.è più viva e fresca che mai e che l'Associazione sportiva Petrocchi ha ot-ganizzato a dovere la sua manifestazione. Ma quando la Federazione si deciderà a emanare norme per la distribuzione dei segni di ufficialità delle vetture e pei- la loro disciplina al seguito.' Giuseppe Ambrosini Erro l'ordine d'arrivo: 1. FAVALLI, km. 239,600. in 6.38' e 45". media km. 36,oou; 2. Chiappini: 3. Albani; 4. Moro (1. degli ind.); 5. Bevilacqua; 6. Mollo; 7. Marabelli; 8. f'unavesi; P. Rogora; IO. Piotto; lt. Bisio; 12. Benente ; 13. Cafferata; 14. Ricci'; 15. Crippa: 16. n pari meriti cdnrcdmdplpfatuunsbcdai a[pRergimnóchi, ìiuceo, Sartòri, tutti t-onjnil tompo del vincitore; io. Huilo. & 1'; m20. Tomasoni, u 1'; 21. De Benedetti, ig |fRi ÌtÌ i Bizzi (a sinistra) è raggiunto da Ricci e Bevilacqua sullo strappo di Gallareto.