Il paese degli enigmi

Il paese degli enigmi ITINERARI BIZZARRI Il paese degli enigmi Turisti preistorici in cerca di mare - Un cabalistico motto araldico municipale - La misteriosa pag-oda e una leg-genda d'amore NERVI, marzo. A due limpidissimi nomi numerali — Quarto e Quinto — segue, sulla Riviera di Levante, un paese che sembra esser stato tenuto a battesimo da un docente di anatomia: Nervi. Qui presso, a Quinto, era sulla via Amelia il quinto cip/w miliare da Genova, quintus lapis ab urbe Janua; e il quartus lapis, un miglio più in là, ha dato il nome a Quarto. Questo si è poi complicato aritmeticamente da quando ha dovuto commemorare la spedizione garibaldina del '60: dal 1915 si chiamia « Quarto dei Mille ». Fra qualche secolo, un saccentone filologo, il quale eventualmente ignori quanto bizzarramente si sian formati alcuni nomi geografici (e non quelli geografici soltanto) potià rischiare di dare chi sa quale matematica interpretazione: poi che il quarto di mille è 2;>0, egli ne potrà dedurre le più-strambe conseguenze etimole gico-ca balistiche. E c'è poco da sorriderne! Forse non sono di minor calibro \alcuni granchi etimologici, i qualilpur recano l'autorevole avallo diìaeropagi sapientissimi. Che il nome di Nervi possa avere significato anatomico o, peggio ancora, istericamente patologico, non è nemmeno da pensare, anche se « nerui » è, purtroppo, uno di quei pochi vocuboli che sono quasi identici in quasi tutte le lingue di Europa. Più che da ragioni scientifiche, una simile etimologia è smentita da ogni spruzzo di acqua marina sulla frastagliata scogliera, da ogni riflesso argenteo negli splendidi plenilnniANe riderebbero, sino a scoppiarne, | tutte le arance che maturano al sole; se ne sollazzerebbero le palme e i gerani. Ogni scienziato, prima di porre penna su carta, dovrebbe consultare il cielo e assicurarsi, anzitutto, che le sue teorie si intonino con il grado di azzurro che sfolgora lì. - * * Per avere informazioni degne di fede, bisogna recarsi alla Torre GropaV.a o Torre del Fieno. Da secoli essa non serve più come sentinella avanzata, su una lin'iua di roccia, contro le incursioni saracene. Quando le paurose navi corsare, doppiando la Punta della Chiappa feiappa è fo scoglio a lastrone) apparivano a scirocco, dall'alto della torre un fumoso segnale di fieno umido bruciato dava t'allarme: un altro fumante «S.O.S. » si sollevava allora dalla vetta del Monte Moro, e così Genova apprendeva con provvidenziale anticipo la barbaresca minaccia. La « Torre del Fieno », restati- rata nrf'a sua sagoma medievale,Iè oggi sede della Lega Navale Ita-\liana: ma è anche il recapito di un vivente archivio storico nerviese. Il cav. uff% Alfredo Gajone, precidente della Sezione di Nervi della L. N., pubblicò un'interessantissima monografia sitila Torre Grò palio: e ora hu in preparazione un volume più importante ancora, frutto delle sue certosine ricerche in ogni archivio nel quale gli eventi di Nervi abbiano lasciato tracce. Il più antico documento è del 101/0, in un latino corrotto, nel quale appare già qualche espressione italianizzante (« una porcione... de terra »), proprio come nei preziosi cimeli montecassinesi Prima dell'XI secolo, c'è nebbia storica, su questo lembo luminosissimo di costa ligure. Come si può dunque giurare che siano stali proprio i Celti Nervii a lasciare il loro nome al paeset Della grande famiglia celtica vennero in Italia settentrionale i Taurini e gli Insubri, gli Anani ti Cenomuni e i Senoni; ina nessundocnmento ci dice che vi siano ve-nuli uriche i Nervii: questi, con i-Remi, i Bellovaci, i Marini, i Me-\napii, i Suessoni, si avviarono oltreManica, nell'arcipelago britannico.urista inglese diallora, ossia un Nervio, ldi sole mediterraneo, abbia mi ìgrato verso il sud per venire a vii leggiare a Nervi, e che, trovan dovisi benone, abbia segnalato il ridente soggiorno agli amici e parenti di lassù, come — qualche millennio più tardi — fecero Lord Brougham per Cannes, Smollet e i duchi di York per Nizza e il dott. Bennett per Mentane? Se dobbiamo avventurarci nella preistoria, preferiamo credere che i padrini del battesimo di Nervi siano stati i Liguri. Questo meraviglioso popolo me- assetatoAditerroneo ha lasciato tracce di sè | in tutto il bacino della civiltà: la penisola che poi fu Iberica era an Cora Ligustica al tempo di Eratostene (III sec. av. Cr.), il celebre matematico che gli studenti conoscono per il famoso « crivello » dei numeri primi, ma che è buon testimone anche come storico. Liguri furono non solo le genti antichissime dell'Italia settentrionale e centrale e una parte dei Còrsi, ma anche alcune popo- lozioni del Lazio: ligure è Alba efie vive ancora in Albenga (Al-bum Ingaunum), in Ventimiglia(Album Intemelium) e in Albapiemontese, sorella onomastica persino di Alba Longa. E il più antico nome del Tevere fu Albula. E taluno ha ritenuto, un po' audacemente .ma con una certa verisimiglianzu, che a quest'Alba figure possano collegarsi perfino i nomi di Albione e dell'Albania. Le genti della bella Riviera furono battezzatori onomastici perfino in lidi lontani, piuttosto che tenuti essi a battesimo da popoli nordici. Se i celti vennero, furono assi- Imitati." if tipo degli abitanti at\titali della Liguria è prevalente mente bruno e dolicocefalo, ossia mediterraneo. E le caratteristiche intellettuali e morali stanno a dirci — con voce assai più robusta che \zialmente i Liguri della preisto ',iia: audaci sul mare e in ogni im[presa. \ E il dialetto rivela chiaramente qualsiasi indice antropometrico —| che i Liguri di oggi sono sostati- .n\eleinenti pre-aattiei tenacemente ìsuperstiti: basterebbe il fatto. siìffnificuntissimo. che il genovese p]psG\n°n omette la vocale atona finale,jg [nicipale? \distrutta altrove dagli elementi snordici. \eUna vocale, conservata altra- - fverso millenni, è un documento 'TVivo e probante, in una lingua ca-j b'fi/i\Odeiipnora come la nostra. * * Ma allora — ed ecco grossi enigmi nerviesi — a qual\Rlingua mai appartiene il curioso \ cmotto che decora lo stemma mu-'-fa'a^ofoscadoésentfo^Nearipav irai»: sono nove lettere suf-\ dfaèfidenti a far gongolare una do, zina di filologi: la misteriosa scritta può formare argomento per voIttmoni dottissimi, chiamando in ballo tutti gli idiomi europei pas- ssati e trapassati, evocando radici linguistiche d'ogni flora, accumulare altrettante interpretazioni ipotetiche quante ne furono congegnate per il dantesco «Pape Satàn », per poi concludere, alla fine di 800 pagine, che nessuna di tali interpretazioni debba accettarsi con sicurezza. Tanto vale, allora, risparmiare i ndq(dcqa'b 'a fatica, e soprattutto le 800 pa-... '9'i»e. poi che la cellulosa va usa-\e \ta con economia. ' Ed anche al fascino Iesdi Nervigiova avere sullo stemma un mot-1chfo sibiffinissimo, « che nessun dot-.-. fo è riuscito ancora a spiegare», \tt.Edipo non rese certo un bel servigio al prestigio della Sfinge: nè allora nè presso i posteri. *' * Un altro enigma di Nervi è la I mcap,«.dfamosa «Pagoda»: ha il nome di un tempio indiano (« pagoda » è il sànscrito bha-gùvati < casa sacra »J, fa sagoma esterna cincsizzunte e, nell'interno, un campionario sfarzoso delle più complicate stramberie- decorative ottocentesche: non c'è linea che non sia bizzarramente involuta, a tal punto che l'intricatissimo groviglio di stili e di tinte finisce per aver quasi un equilibrio estetico. a n—cocape eC || C'è, fra dorature e fronzoli, pin-i .nacoletti e ghirigori, quanto basta Iper eccitare anche la più inerte'- , ■ ]amasia. I Ohi costruì la «Pagoda», e|per chi? Nemmeno il vivente archivio storico di Torre del Fieno, il cai;.;Gajoni, è in grado di fornire rag-1 jgitagli precisi, e neanche appros-1Quell'appczzamento — situativi \egli dice — apparteneva ad Itnal - famiglia di armatori genovesi del [ 'TOO, i Rocca: possedevano itnaIj beffa grande nave, /'« Indo », che 'faceva commercio con il lontano i/i :„...„ rr.. t.„ì /„„„ \Oriente. Un bel giorno non fece ipnt ritorno, ne nulla se ne seppe. \Rimase perciò, su questo lembo dij \ costa ligure, la locuzione: «Hai '-fatto come la nave dei Rocca » per|'alludere a chi sia scomparso senza {ipnWareno^edise. \ Ma la misteriosa fine dell « In-' do» nei man remo fi non spiega ■ fa presenza della «Pagoda», che è di epoca più recente. ! Ed ogni nerviese vi narra lai storia dell'edificio a modo suo: tra i motivi per giustificarne lo etra-1 no stile appare persino la figura, di una ghèiscia giapponese, per la - quule un gelosissimo innamorato j (genovese, o russo o di chi sa dove) avrebbe fatto, edificare fa: , Eppure la , Pagoda» non ha,che un sessantennio o poco pili; quando avrà raggiunto il secolo.Ianche la leggenda sarà arricchita] 'bizzarra gabbia orientale. ... \e completata: la ghèiscia potrà I 'Iesser divenuta una principessa in- ina o una poetessa cinese... E 1chi sa che, allora, anche il motto .-. Near av inn » non venga oppor-: \tttnumentc mescolato roti l'iditlia-1 I misteriosa protagonista. ca o drammatica faccenda, inter- pretato come formula manica pcri,«n orienta/ filtro d'amore, o che .diventi addirittura i, nome della jBuffa meravigliosa Passeggiata a Mare, le coppie innamorate — nei pomeriggi di sabato fascista — sosteranno per ascoltare la commovente e sempre più complicata storiti d'amore... Gli storici occhialuti vorranno protestare, ma il mare benevolo e poeta suggerirà loro, col suo eterno linguaggio: «Silenzio, voi! Certe cose non potete capirle!*. Toddi battccclpspsCtctdztpds La strana « Pagoda » di Nervi

Persone citate: Alba Longa, Cora, Fieno, Mare, Rocca, Taurini, Torre Gropav