Nei cantieri della Mostra d'Oltremare di Curio Mortari

Nei cantieri della Mostra d'Oltremare Nei cantieri della Mostra d'Oltremare Un milione e mezzo di metri quadrati !• c • e a _!•/• • i. ai superficie - b4 editici monumentali r niwiHiuwinuu 18 chilometri di strade e di acquedotti (Dal nostro inviato) Napoli, 8 marzo. Che cosa vedo, appena arrivato a Napoli, dalla finestra del mio albergo? Una nave nera, dal fumaiolo inanellato di colori e a poppa una bandiera bianca, con un grande disco arancione al centro. Paese: il Giappone. Dietro di essa altre ciminiere più alte, titaniche. Sono di un transatlantico italiano. E poi altii fumaioli, commisti ad alberi e a cordami. Queste grandi ciminiere vengono dagli oceani dell'Est e dell'Ovest. Tutto intorno c'è odor di nafta, di catrame, di cordame, di salsedine: odore di porto, di grande porto. La nuova Fuori Grotta Questa è Napoli, la Nupoli nuova, il grande scalo del Sud; aperto verso i mari e i continenti. Parlarne, scriverne — come fece il sottoscritto — circa dodici anni fa, significava farsi dare del poeta. Oggi la poesia è diventala realtà. Da Napoli sono salpati i reggimenti e te legioni per l'Africa Orientale; da Napoli sono partiti i volontari di Spugna. — Ma se volete vedere — mi è stato detto-ieri — quello che sarà la celebruzione di questo mito divenuto realtà, dovete andare nella sona di Fuori Grotta a vedere i lavori della Mostra d'Oltremare. Là vedrete che cosa ha potuto e che cosa potrà significare questo scalo irradiante verso l'Oltremare. Mi sono recato allora nella zona di Fuori Grotta, che non avevo rivisto più da quattro anni. Chi aveva visitato una volta il quartiere di Fuori Grotta, il decrepito e lebbroso quartiere, chiamato anche dai napoletani il « Museo degli orrori », non lo dimenticava più... Purtroppo, soltanto certi quartieri asiatici e africani potevano eguagliarlo. Ma, arrivando alla zona di Fuori Grotta, una enorme sorpresa mi attendeva L'innominabile quartie- re non cera più. 0 meglio, s,itiuvasta distesa che sta alle sogliedei Camp» Flegrei, non si vedeva-no più macerie, case diroccale, pa-,reti di bicocche sbrindellate, che\mostravano ancora qua e là le loro\piaghe mostruose. Si poteva pen-\sare per un momento che un in-1fernale bombardamento o una\paurosa scorreria di aeroplani lo avesse fatto saltare. In realtà, chi aveva operato questa rapida, qua si folgorante demolizione era stataiil pacifico piccone. Ero davanti adun'altra conquista del lavoro, deliprogresso umano. Infatti, mentre]in certi punti i vecchi abituri sta-\vano crollando ancora, in altre zone già sorgevano, con piglio ma grò, agile di impalcature, con sca Il III IIIMII1M11M11IIMIU1IMIM1 II 11 11 11E1 ! I II 11 11 11 il 11 111 11 11 i o late di cementi e di acciai, edifici nuovi; edifici monumentali. E tilt to intorno a questo nuovo e ciclopico cantiere edilizio, era tutta una febbre di lavoratori e di attrezzi, il via vai celere e frago roso degli automezzi, l'ardere dei fuochi e dei biracchi, che caratterizzano queste grandi e pacifiche battaglie. Ho errato a lungo in questa distesa ancora tumultuante di energie preparatorie. E, infine, ho finito per perdermi entro di essa, quasi come in un labirinto. Le descrizioni di colore non direbbero nulla circa un argomento di questa ampiezza e di questa complessità. O peggio, diluirebbero ciò che va sintetizzato, per dare un'idea adeguata dell'immane travaglio e dello sforzo che prepara questa Mostra d'Oltremare, che si potrà dire — senza esagerazione — unica al mondo. La parola alle cifre Per cominciare a darne un'idea, occorrono cifre: cifre crude, violente, senza aggeggi o contorni. Premessa: lo spazio sul quale la Mostra sta sorgendo, rappresenta un milione e cinquecento mila metri quadrati di superficie. Di fronte ad esso, l'area della Fiera di Milano pare già uno scherzo. I suoi trecentomila metri quadrati rappresentano infatti soltanto un quinto di quel che sarà l'estensione della Mostra d'Oltremare. La demolizione dell'intero quartiere di Fuori Grotta, resasi necessaria per sgombrare questa area, ha pro¬ dotto la forzata, necessaria migra Liom di 32 miìa persone: uomini, \donne e bambinìl aUa CHÌ .^sterna',ione si é provveduto nei villaggi \e neìle zone viciniori, specialmente ,pe,. qlie, che riyUardava i non ido\„ei a/ lavoro. invece coloro che \potevano lavorare sono stati diret\tllmente incorporati nelle opere 1 preparatorie della Mostra e fanno \parte di una massa di settemila operai. In questo spazio di un mi/ione e mezzo di inetri quadrati, ecco ac- i cumularsi altre cifre, che sono sol [tanto le' prime, le più essenziali, i poiché delle altre potrò parlarvi ] nei prosarmi articoli. Quindi, di\ ciotto chilometri di strade, altret- tanti di acquedotti, altrettanti di fognature, di tubature, di fili elettrici, di cavi, di rotaie, ecc. Eppoi, 11 II 111 II 111111111 11 11 1)1 ! 11C111 111 I 11 I III ■ 11111 11 11 lIlMItl MI llll 1 [l'accumulazione dei a i cmateriali di'~ogni Venere per l'erezione di ben Pr>J, edifici monumentali a carattere mstabile, definitivo; non « pudiqlio-1'nave», come nelle altre mostre offiere. Fra questi edifici, ari esem-'Apio, figurerà un teatro all'aperto\tche potrà contenere quindicimila !spetlatori; una costruzione cic.'o- pica (che si chiamerà Torre del Partito) di cinquanta piani, con]relativi ascensori regolati come enormi movimenti di orologeria.'^Basta poi citare di questi edifici qualche particolare, per comprendere l'immensità dell'impresa. Immaginate che soltanto nel Palazzo dell'Arte — che è anche teatro chiuso — tutto costrutto in travertino e in marmo verde, c'è una decorazione ad encausto di 300 metri di lunghezza e statue di diciotto metri di altezza. Pensate a tut-\ti i materiali importati e da im-\ portare, per la costruzione e la de-\enrazione degli edifici, dei tempii, dei monumenti, delle piscine, che riproducono gli aspetti storicamen-te, geograficamente ed etnicamente [caratteristici delle nostre conqui ste e delle nostre terre d'Oltremare. Impresa particolarmente difficile, in un'epoca di guerra quasi europea; mentre i trasporti sono difficoltati e i materiali sono spesso quasi introvabili. Basterebbe soltanto l'impresa per procurare la flora dei giardini della Mostra a darne un'idea. Gli alberi già importati, trasportati e piantati a questo scopo sono infatti 28 mila pstnsqappddi cui ottomila esotici. Citerò la oasi che ornerà la zona cosidetta libica, con le sue duemila palme' datterifere, che danno telò che è veramente un bellissimo indizio) i loro frutti anche in terra italiana; come hanno fruttificato già nel novembre scorso i duecento bananieri pure piantati nella zona della Mostra. E con questi alberi esotici, anche i baobab, le palme « dum », i sicomori; oltre le pau- eIonie, i «pini nigrae » e le altre1 ppiante di natura nostrana. IsS- , . _ „_.--.- cirri bolo e praticità LQuesta spettacolosa e spettaco-\clare area apparirà anche'popolatacdi grandi specchi d'acqua; alcuni dei quali sono veri e propri laghetti, altri sono piscine, altri vasche. A questo lusso di acqua andranno aggiunte, nella zona detta della « esedra », novanta polle d'acqua tmlsv 1:1U11M11111111111111111111■ 111111111111111111111111111111■ 1111111M £ Mostra d'Oltremare ha in pro- *>«»>» Basta gin, mi sembra, questo p'"° quadro 'lHtmeti giornale le impressioni del pubbli co, circa l'entità del titanico sfor~° cne si va compiendo e àhé ap Perirà concreto e palmare il 9 maggio prossimo, giorno destina'° all'inaugurazione; anniversario f"tidlro nella *toria dell'Italia mioA'"- N"n si tratterà quindi soìtanto dell'inaugurazione di un nuovo '<""',ierr- "' Posto delle sinistre to Paie <*<""« vecchia «Fuori Grot '»" dcl sorgere di una nuova ]oUtà, una. intera e architettonica simbolica e pratica al tempo '^lc^o, se dobbiamo credere alle \e virgiliani. \ Circa l'importanza pratica di \questa città oltremarina, basterà dire che non soltanto questo mi mane lavoro ha contribuito a demolire un quartiere che rappresenfava una bruttura, e. un edema documentazioni dei tecnici. Sinico lieti, poiché essa sorge nella i-era « zona romana » della città, cioè al limitare dei Campi Flegrei, presso Pozzuoli, che fu il « porto onerario » di Roma, presso Miseno, che della potenza militare romana fu lo scalo leggendario, non lungi da. Clima, ricca di ricordi sibillini nella vitd metropolitana di Napoli, ma ha riedificato al suo po sto edifici stabili, abitabili e sfruttabili; ha creato strade e linee nuove; ha contribuito anche al sorgere di un altro nuovissÌ7>io quartiere che le sarà antistante e accoglierà tutto un nuovo fiotto di popolazione partenopea. Questa è a grandi linee la prima proiezione della gigantesca opera di rinnovamento. Con altri dati e altre cifre alla mano ne riparlere- mo più diffusamente nei prossimi articoli, Curio Mortari

Persone citate: Spugna