Fuga preventiva secondo la stampa tedesca di Giuseppe Piazza

Fuga preventiva secondo la stampa tedesca Fuga preventiva secondo la stampa tedesca Berino,7 marzo. Mentre la fuga del Queen Elizabeth da un munito cantiere britannico verso tuttavia più sicuri lidi neutrali fa intonare alla stampa tedesca il ritornello « c'era una volta un'isola », la quale era, ma non è più, l'Inghilterra (si osserva tuttavia come ben diverso sia stato il procedimento tedesco che allo scoppio della guerra ha ritirato nei suoi porti navi come il Bremen e ciò perchè la Germania non ha nulla da temere da alcuna aviazione nemica) è sempre il fermo delle carboniere italiane che tiene viva l'attenzione tedesca come quella di tutto il mondo. Intanto che Londra ritarda la risposta e che a Parigi si cerca, per copertura, di imbrogliare propagandisticamente le carte, sempre più imbarazzante appare la situazione, ma non per questo si può ritenere che risulterà più istruttiva, per l'Inghilterra, contro cui si pensa che 1 alta rivendicazione levata dall'Italia non possa a meno di polarizzare le molteplici proteste di una ventina di Stati almeno, che il sovrano disprezzo ingle se per il diritto altrui ha attirato su Londra. Il vero conflitto che il caso del l'Italia ha messo in evidenza è infatti, sempre per la stampa tedesca, non tanto un conflitto fra la Inghilterra e l'Italia quanto fra l'Inghilterra e le potenze tutte, grandi e piccole, non partecipanti al conflitto, delle quali l'Italia, per forza di cose e per il prestigio sempre più acquistato durante tutta la condotta della sua non belligeranza, si trova in prima linea e assume quasi la rappresentanza. « Non si tratta — scrive anche Oggi l'Hamburger Frendemblatt — soltanto del destino di alcuni carichi di carbone e nemmeno di ?uestione di rapporti commerciali ra le potenze non belligeranti r una delle parti in guerra, bensi si tratta puramente e semplicemente di questo: la legittimità della prassi di blocco esercitata dall'Inghilterra. In altre parole: l'Italia ha elevato nella sua protesta nient'altro che la difesa dei diritti di tutti i popoli non belligeranti contro il prepotente arbitrio di una potenza marinara la quale, a giustificazione delle sue insostenibili misure, non sapeva or ora addurre, a mezzo di un suo grande organo di stampa, altro argomento se non l'impossibilità per l'Inghilterra di rinunziare al dominio dei mari ». Questa giustificazione sfuggita al magno organo britannico, con evidente riferimento alle intime esigenze della condotta stessa del blocco — ma con implicita ammissione anche dei gravi intacchi che il controblocco tedesco ha portato a quell'ormai superato dominio — non può fare a meno, per la stampa tedesca, di indurre il mondo intero dei neutri, grandi e piccoli, di qua come di là dell'oceano, a istruttive riflessioni sui veri fini che la potenza britannica si ripromette dalla eliminazione totale del suo rivale <r. continentale » germanico: riflessioni che appaiono, come si osserva, tanto più opportune in quanto che in questo momento la stampa parigina, al servizio dei padroni di là della Manica, si adopera a riempire le orecchie del signor Sumner Welles del solito vocio sul preteso dominio dei mari e controllo degli oceani che alla Germania verrebbe da una sua vittoria. A questi spaventapasseri, dai quali, del resto, l'informatore di 'Roosevelt non sarà così poco informato — si dice qui — da lasciarsi impressionare, la stampa tedesca ha facile giuoco di risposata: essa fa osservare anzitutto agli americani e a lutti i neutrali giustamente gelosi di quel libero spazio vitale che è per tutti il mairi, che non già la Germania, ma l'Inghilterra si propone la distru- zi°"e, àel^I°P^0^fI^^''„ , E. Boersen Zeitung, occupananch essa delle medesime in™' leAZ'^Ì far dimenticare a Sumner Welles le buone informazioni e le buone . impressioni che certamente avrà avuto a -Benino, stttnza ,com<? f.u"a . nazional-socialista, in contrasto con la. precedente che ebbe tendenze centrifughe, sia tutta invece rivolta verso il centro, sia cioè una « concentrazione verso il continente ». Giuseppe Piazza

Persone citate: Berino, Boersen Zeitung, Bremen, Queen Elizabeth, Roosevelt, Sumner Welles