Brevi interviste

Brevi interviste Brevi interviste Andiamo a cercare Minelli, il itatvaloroso capitano della squadra abelvetica, per chiedergli le sue im- a pre6sioni sulla partita da poco i zuterminata. Lo troviamo nel salone è sinferiore dell'albergo ove la squa-(difdra ospite è stata alloggiata ini attnenemtevzavila demchsuteBecitsepesovomcaitaavsadanabiparitsotivsiotegilumtesodutamsinee tol'atanelacaindiit - . . . . . SÌSSJ f°Jm ment.re S1 trova «H™ 81^JL£F2££& , ^t,L.^l«ni0 Ji?=af2f? .n°a dcTln-i ì&i LS^nl.-leÌ,anffatlCa; è rccluce, safdal bagno ristoratore e appare se-1 voreno e tranquillo, molto elegante Idenel suo completo grigio ferro, quasi tornasse da una igienica passeggiata domenicale. — Le mie impressioni? — ci dice. — Presto detto. Non vi nasconderò che eravamo venuti a Torino fermamente intenzionati a fare tutto il possibile per vincere e possibilmente confermare il nostro precedente successo di Zurigo. Anzi questo proponimento, secondo me, ci ha nuociuto non poco. Per la preoccupazione continua di conseguire la vittoria qualcuno dei nostri attaccanti ha perduto, in un paio di occasioni propizie, per la troppe, precipitazione e volontà di segnare, la esatta visione del compito ed ha mancato il bersaglio che pure si profilava abbastanza facile. Sono contento del comportamento di tutti i miei uomini e dirò pure che il risultato pari mi sembra del tutto equo e lusinghiero per noi dato che la squadra v. azzurra » che ci siamo trovati di fronte mi è apparsa molto più forte di quella che avevamo incontrato la volta precedente. Sapevamo per lunga esperienza che 1 uomo più pericoloso del quintetto italiano era Piola e naturalmente l'ordine di scuderia era di ostacolare per quanto ci riuscisse possibile le sue azioni tipicamente ficcanti. Mi pare che i miei uomini ed io siamo riusciti in questa ncn facile bisogna. Complessivamente la formazione attuale che siamo riusciti a contrapporre ai nostri camerati e avversari <■ azzurri » può considerarsi una delle più forti che la Svizzera ha presentato in campo internazionale da qualche anno a questa parte. Minelli non ha altro da dire e allora ci rivolgiamo a Trello Abegglen che, un po' scuro in viso, non ci sembra altrettanto soddisfatto. Glielo facciamo rilevare e allora il... radocrinito calciatore ci ribatte: — Non possiamo dichiararci del tutto scontenti della prova fornita, tuttavia è mia convinzione che contro gli « azzurri » oggi potevamo fare anche di più. Specie noi in prima linea abbiamo mancato: molti passaggi sono risul- ■llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllMlll tati sbagliati e dove soprattutto abbiamo difettato è stato nel tiro a rete. Tra la formazione « az zurra » di Zurigo e quella che ci è stata opposta stavolta trovo una differenza: favorevole agli uomini attuali; siamo però ancora lonta sttetadddnek ci riceve molto cordialmente nella sua vasta e luminosa camera del più attrezzato e confortevole albergo cittadino. La stanza è al quinto piano e l'ospite viennese e noi possiamo spaziare la vi6ta sul magnifico scenario della città, verso la collina, illuminato dai raggi radenti del sole che si va decisamente abbassando sull'oiizzonte delimitato dalla catena alpina. Prima di entrare in argomento Beranek ci fa l'elogio di Torino, città nella quale, dichiara, torna sempre molto volentieri: specie per le belle passeggiate che si possono compiere nei suoi incantevoli dintorni. Poi abborda decisamente la questione. — Dico subito che ho visto giocar meglio altre volte i calciatori italiani; tuttavia la partita che ho avuto l'onore di dirigere mi è parsa, sempre per quello che riguarda gli « azzurri », abbastanza buona. Meglio di tutti mi pare abbiano giocato i mediani. Il gioco fornito da entrambe le parti è stato molto veloce; un ritmo concitato e affaticante. Assoluta mancanza di rudezze e cattiverie; rare volte ho avuto occasione come in questa di dover intervenire per falli. Gli svizzeri hanno fornito un gioco più spaziato, con perfetti allunghi sulle ali che sono stati molto bene sfruttati. Il risultato, tenendo conto delle occasioni che sono state mancate davanti alle due porte, non dovrebbe scontentare nessuno. Debbo esprimere la mia ammirazione per lo sportivissimo e cavalleresco pubblico torinese: di una serenità di giudizio e di una obiettività senza pari. Quarantamila sportivi conoscitori a fondo del gioco, pronti all'applauso per chiunque lo meritasse, anche se avversario. Dopo di che il simpatico Beranek ci congeda e ci assicura che la prossima volta in cui avrà occasione di venire a Torino sarà in grado di conversare con noi e di esprimere le sue impressioni in italiano. E gli crediamo sulla parola. 11. RI. refuachtoileselupflmtiplomtoticl' . - a . , . u™ dalla «nazionale» che tanti tu lla sapu\° inseguire, n £ef! campo elvetico ne abbiamo : ^ safllt0 abbastanza e perciò ci ri- fi volgiamo ad un altra fonte: quella | Jdei direttore della partita. BcraGlasddmstmgmk4t§ntMllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllUlllillllllllllllll lLNcmrm

Persone citate: Beranek, Minelli

Luoghi citati: Svizzera, Torino, Zurigo