Dove nascono i carri armati

Dove nascono i carri armati Dove nascono i carri armati Cogefag è la sigla del Commissariato Generale per le Fabbricazioni di Guerra che controlla i quattro quinti delle industrie meccaniche e chimiche d'Italia. Ci stiamo abituando a questi termini sintetici. Ogni sabato la Stefani ne mette in circolazione qualcuno, la radio e i giornali lo ripetono, una settimana dopo cominci a sentirlo sul tram. Due tre sillabe facili che sostituiscono tante parole difficili. Chi non sa già cosa sono l'Ammi, l'Enzi, l'Acai? Parolette bizzarre che significano cose grandi e serie. Nella sala dei collaudi Sono le sigle della nostra struttura economica. Il Cogefag non solo regola la produzione secondo le esigenze militari ma presiede materialmente all'attività deg-li opifici. C'è una persona in ognicantiere, in ogni fabbrica, che sorveglia il lavoro, conosce inger gneri e capotecnici, si assicurache sguardi indiscreti non passi- no 1 muri. Anche qui, alla Spa, dove per vedere bene tutto ci vorrebbero un paio di giorni ma dovremo contentarci di quattro ore perchè girare da soli, dove si vuole, è vietato. L'Esercito è geloso delle sue officine. Un visitatore innocente può diventare, senza accorgersene, il veicolo di un segreto; può riferire un particolare di cui non ha nemmeno capito l'importanza. E' giusto quindi che sia cosi. Ore Intense però, anche per chi guarda soltanto. I motori arrivano nella sala dei collau-l lucono centinaia al mese, migliaia | in un anno. Vengono posati suidi ad uno ad uno, adagiati su carrozzelle, come neonati Tra grandi e piccoli, alla Spa, ne na- e l e o o n banchi di prova e, nel grembo di queste macchine che forniscono l'energia e la consumano, girano per ore ed ore, sinché tutto va bene. Non è un'idea strana figurarseli come bambini: qui i motori imparano a camminare. L'aria è tiepida, piena di sole, il ronzio è dolce. La parete che divide la sala è a vetri doppi. Tra le due lastre sono allineati tanti piatti con una specie di panna: è una sostanza che assorbe l'umidità. Dopo il banco di prova, i mo- -1 tori saranno smontati, revisiona- l e : , o sea al à san né n! r c-i ni o e, e o o o ti, rimontati, * deliberati». So no arrivati grezzi, all' altro capo della fabbrica, dalla fonderia, in gabbie di ferro, e hanno percorso tutta la trafila della prima lavorazione, per tanti corridoi, per tante tappe, sino al montaggio. Questo blocco cilindri, che Ieri era rugoso e rossastro, ha già perduto sotto la fresatrice le asperità esterne, poi è scivolato nelle braccia delle macchine di alesaggio che hanno levigato a specchio le pareti interne dei cilindri, poi passato ai trapani multipli. I motori che arriveranno qui al collaudo questa sera, sono adesso sottoi trapani che fanno dodici buchcontemporaneamente; le puntedelia macchina entrano nel metalto come spiedi nel burro. Cosi iblocco cammina, di banco in banco, verso il montaggio. Quando lamacchina ha stretto l'ultimo dadol'operaio vi aggiunge una pennel-lata di minio. I motori entrano al-loia nella sala del collaudi pun-teggiati di scarlatto, come labbrad'Plnte- ._„.„,Tra questi, sono anche i motoridei carri armati, grossi motori con. cilindri a V che muovono carri pe-«;aanU decine di tonnellate. Perchè- i .„,.ri -rmnfi nn«r-nnn tutti imi ai], SSL^^Z.^fS£2,,~?ì 2" - a ±°"n°..tra corso vernicele cor-'so Peschiera, in questi centomilametri quadrati, dalle mani di que--j stl tremila operai. Qui videro la lu--| ce negli anni della grande guerra,oci motori a sei cilindri dei famosie's.V.A., quelli del volo su Viennaa1 » c delle imprese di Ferrarin. Ora?'! l'aviazione ha portato fuori i suoi-: .. .. , iwitimllMiH a- e 1 e : cenluPuc<iu> ma-.'a matrice dei carri armati è ri-n masta. Da Torino, che fornisce le gruppi propulsori, carri e auto--llllnde vanno a Genova per la co-ò ..azzatura e l'armamento A Tori-- IffiStOrt e^™amWo a ^novau no "™"01r e,!:I«>a?„i?' ,u"? scaio, le lastre delia coiazza. 1- cingoli, le armi. Si chiamano per- questo Fiat-Ansaldo. e< » ^mOSO « dovunque , In tempo di pace, la Spa com--, pietà la sua produzione di unità-;3peciali per le Forze Armate con- veicoli adatti a soddisfare parti-- co,ari egi e clvU, fabbrica ,lt.,!. -itorlne e autobus, produce la tota-ailità. dei veicoli autarchici del Grup--'po Fiat — tutti gli automezzi a-! carburanti succedanei — ma Ua|grosso della sua produzione vaate: mo-autoblin-iinmiirao-iiatriM niii-nnnrri vrìcrin n.iuomiiragiiainci, auiocain grigio-- verde da mille a tremila chili di: re p Armate: à . . . k. . /K°ri,?er ,Carr,1 armatl e aut( a -iportata, trattori militari da dueavila a seimila chili; fabbrica ino, flne ^ famoso «Dovunque» che e;ha sei deUe qua* quaUromotrici snodate, oltre la coppia delle ruote di ricambio, appese al centro del veicolo, ruote che diventano portanti se c'è da scavalcare una gobba troppo acuta. Questo autocarro da strada e fuoristrada, che scavalca fossati e muretti, è uno dei prodigi tecnici che fanno trasecolare il profano nell'esame dei veicoli del nostri reparti motorizzati. A ripensarci appena usciti, questa visita lascia l'impressione di un lungo film documentario: la corsa per 1 corridoi sembra fatta sul carrello della macchina da presa, e la colonna sonora è dominata dalla voce dell'Ingegnere che ci accompagna. La si risente tra il picchiare delle macchine. Tutto alluminio, dice, tutto alluminio in questo mo- tore: di acciaio sono solo le parti i operanti; qui l'alluminio non è un i ripiego, è quello che ci occorre; se |anChe avessimo acciaio da buttar ' via e alluminio da risparmiare sce | glieremmo il metallo leggero. Quelo pezzo è d'acciaio, invece, ac i Ciaio temperato, passato due volte |ai trattamento termico. Il pezzo entra nel forno elettrico, a cinquecento gradi, poi si tuffa nell'olio freddo, poi va in un altro forno, a 900 gradi, per la cementazione. E' un pezzo che ha bisogno di essere durissimo all'esterno e molto elastico all' Interno. Qui, sul diagrammi a nastro, controlliamo la temperatura. Il livello termico è automatico. Il gas? No, il gas acceso sulla bocca del forno non serve a riscaldare, il forno è elettrico, serve a bruciare l'ossigeno del* | i'arla che entra ad ogni apertura idello sportello. Il forno gira som IVentare,"si richiude,'apre lo spor|te]lo successivo e mette fuori pre, come una giostra, ogni tanti secondi apre uno sportello e Irighiotte un cesto di pezzi da arro- à e o è - un'altra serie di pezzi roventi. Ora esce dal forno una serie di ruote dentate; appena saranno fredde passeranno al magazzino e 11 magazzino domani le passerà al montaggio, secondo 1 piani di produzione. Tutto è regolato, non si spreca nulla: 1 trucioli d'acciaio che cadono dai trapani si rifondono, l residui d'olio sgocciolati dalle macchine si rigenerano: faranno altri pezzi, altro lubrificante. C'è il senso dell'ordine, in queste officine, e il senso di una potenza serena, che ama i numeri più degli aggettivi, una forza pacata che marcia a cronometro e non ha bisogno di urlare. Giorno per giorno Da qui In poi la macchina prende forma. Siamo al controllo del gruppi : un'altra fila di camerette, isolate da ogni rumore esterno, in mezzo al salone che è grande come una piazza. Sembrano chioschi del telefono. Dentro ogni chiosco c'è un operalo e una macchina. Non c'è un decimillimetro sconnesso, non c'è un ronzio superfluo che passino inosservati. Poi viene oI a « nastro » degli autocarri. Da i'un capo all'altro dell'ultima sala e ( telai rossi si coprono progressi-; vamente di congegni oscuri. Menl : tre nei primo veiCoi0 la gru fa -j scendere il motore, il secondo veia - C0io ha già, oltre il motore, la , ! scat0ia del cambio, il terzo ha an-, cne u cruscotto e le molle, 11 -jquarto ha pure rassale ed u pon. -|te, n quint0i finalmente, ha anche a he nlote. Cento metri più avanti, nel cor- tile grigio e sassoso, a fianco del n campo di prova mancano solo le : fnrcri,p 0ri ; ,.rlT1Hii/.»r,H t è1 cwSe flnfte 8?a?ltaSno a decine* i Lnlne ««"e 31 a lineano a decine, per cateS°"a, distinte dalle loro -isi&le brevi cne dicono tutta la lo- a; ro vita: C.L. 39 - C.L.F • Carro -!Leggero da Fanteria - A.B.M.: - Aut0 Bimdo Mitragliatrice - TL. 37. Trattore Leggero per Artii Viteria a' E' l'ingegnere che parla anco- ra com'%° niree, PnVà,wi ,,.«)« i 3} n£? ^J/tit"1"» LS^JS —». ^a,,,.*, a, sono cresciuti, come sono più po- tenti e più forti II trattore leeli supera pendenze formidabili. 1 ? • „ : *S*f2?1 =osa.,con - > 1 lS aSmo 6 COn fede' Quest au" aitoblinda ha dUe conducenti * voltano le spalle. Se c'è da torna- ( re .indietro non occorre girare: r Vautiere che guidava stacci, i co ' di . dice una )a al com. pagno; questi non deve nemmeno - voltarsi, ingrana la sua marcia e à ' riParte in senso opposto. Si, come nerano una vo'ta ' tram; solo che ;non c'è nemmeno bisogno di tras : portare la manovella. gli. Dice come sono nati e quanto Quanti autocarri, oggi? 1 Aspettate un po . dodici, diciota'?' yentidue, più tre, più due, venU «sette. ai Cosi, giorno per giorno — In 1,lesto cortile brullo ancora chlaz- - 24110 neve — le macchine, che 'avevano l'altro ieri il loro motore - . : 0 i i™.?^ if,." L_a . tlePlda e.soleg- e o giata della sala del collaudi, passano, senza discorsi e senza fanfare, dalle mani degli operai alle mani dei soldati. Un bloc-o cilindri sotto il trapano multiplo Dove nascono i carri armati Dove nascono i carri armati Cogefag è la sigla del Commissariato Generale per le Fabbricazioni di Guerra che controlla i quattro quinti delle industrie meccaniche e chimiche d'Italia. Ci stiamo abituando a questi termini sintetici. Ogni sabato la Stefani ne mette in circolazione qualcuno, la radio e i giornali lo ripetono, una settimana dopo cominci a sentirlo sul tram. Due tre sillabe facili che sostituiscono tante parole difficili. Chi non sa già cosa sono l'Ammi, l'Enzi, l'Acai? Parolette bizzarre che significano cose grandi e serie. Nella sala dei collaudi Sono le sigle della nostra struttura economica. Il Cogefag non solo regola la produzione secondo le esigenze militari ma presiede materialmente all'attività deg-li opifici. C'è una persona in ognicantiere, in ogni fabbrica, che sorveglia il lavoro, conosce inger gneri e capotecnici, si assicurache sguardi indiscreti non passi- no 1 muri. Anche qui, alla Spa, dove per vedere bene tutto ci vorrebbero un paio di giorni ma dovremo contentarci di quattro ore perchè girare da soli, dove si vuole, è vietato. L'Esercito è geloso delle sue officine. Un visitatore innocente può diventare, senza accorgersene, il veicolo di un segreto; può riferire un particolare di cui non ha nemmeno capito l'importanza. E' giusto quindi che sia cosi. Ore Intense però, anche per chi guarda soltanto. I motori arrivano nella sala dei collau-l lucono centinaia al mese, migliaia | in un anno. Vengono posati suidi ad uno ad uno, adagiati su carrozzelle, come neonati Tra grandi e piccoli, alla Spa, ne na- e l e o o n banchi di prova e, nel grembo di queste macchine che forniscono l'energia e la consumano, girano per ore ed ore, sinché tutto va bene. Non è un'idea strana figurarseli come bambini: qui i motori imparano a camminare. L'aria è tiepida, piena di sole, il ronzio è dolce. La parete che divide la sala è a vetri doppi. Tra le due lastre sono allineati tanti piatti con una specie di panna: è una sostanza che assorbe l'umidità. Dopo il banco di prova, i mo- -1 tori saranno smontati, revisiona- l e : , o sea al à san né n! r c-i ni o e, e o o o ti, rimontati, * deliberati». So no arrivati grezzi, all' altro capo della fabbrica, dalla fonderia, in gabbie di ferro, e hanno percorso tutta la trafila della prima lavorazione, per tanti corridoi, per tante tappe, sino al montaggio. Questo blocco cilindri, che Ieri era rugoso e rossastro, ha già perduto sotto la fresatrice le asperità esterne, poi è scivolato nelle braccia delle macchine di alesaggio che hanno levigato a specchio le pareti interne dei cilindri, poi passato ai trapani multipli. I motori che arriveranno qui al collaudo questa sera, sono adesso sottoi trapani che fanno dodici buchcontemporaneamente; le puntedelia macchina entrano nel metalto come spiedi nel burro. Cosi iblocco cammina, di banco in banco, verso il montaggio. Quando lamacchina ha stretto l'ultimo dadol'operaio vi aggiunge una pennel-lata di minio. I motori entrano al-loia nella sala del collaudi pun-teggiati di scarlatto, come labbrad'Plnte- ._„.„,Tra questi, sono anche i motoridei carri armati, grossi motori con. cilindri a V che muovono carri pe-«;aanU decine di tonnellate. Perchè- i .„,.ri -rmnfi nn«r-nnn tutti imi ai], SSL^^Z.^fS£2,,~?ì 2" - a ±°"n°..tra corso vernicele cor-'so Peschiera, in questi centomilametri quadrati, dalle mani di que--j stl tremila operai. Qui videro la lu--| ce negli anni della grande guerra,oci motori a sei cilindri dei famosie's.V.A., quelli del volo su Viennaa1 » c delle imprese di Ferrarin. Ora?'! l'aviazione ha portato fuori i suoi-: .. .. , iwitimllMiH a- e 1 e : cenluPuc<iu> ma-.'a matrice dei carri armati è ri-n masta. Da Torino, che fornisce le gruppi propulsori, carri e auto--llllnde vanno a Genova per la co-ò ..azzatura e l'armamento A Tori-- IffiStOrt e^™amWo a ^novau no "™"01r e,!:I«>a?„i?' ,u"? scaio, le lastre delia coiazza. 1- cingoli, le armi. Si chiamano per- questo Fiat-Ansaldo. e< » ^mOSO « dovunque , In tempo di pace, la Spa com--, pietà la sua produzione di unità-;3peciali per le Forze Armate con- veicoli adatti a soddisfare parti-- co,ari egi e clvU, fabbrica ,lt.,!. -itorlne e autobus, produce la tota-ailità. dei veicoli autarchici del Grup--'po Fiat — tutti gli automezzi a-! carburanti succedanei — ma Ua|grosso della sua produzione vaate: mo-autoblin-iinmiirao-iiatriM niii-nnnrri vrìcrin n.iuomiiragiiainci, auiocain grigio-- verde da mille a tremila chili di: re p Armate: à . . . k. . /K°ri,?er ,Carr,1 armatl e aut( a -iportata, trattori militari da dueavila a seimila chili; fabbrica ino, flne ^ famoso «Dovunque» che e;ha sei deUe qua* quaUromotrici snodate, oltre la coppia delle ruote di ricambio, appese al centro del veicolo, ruote che diventano portanti se c'è da scavalcare una gobba troppo acuta. Questo autocarro da strada e fuoristrada, che scavalca fossati e muretti, è uno dei prodigi tecnici che fanno trasecolare il profano nell'esame dei veicoli del nostri reparti motorizzati. A ripensarci appena usciti, questa visita lascia l'impressione di un lungo film documentario: la corsa per 1 corridoi sembra fatta sul carrello della macchina da presa, e la colonna sonora è dominata dalla voce dell'Ingegnere che ci accompagna. La si risente tra il picchiare delle macchine. Tutto alluminio, dice, tutto alluminio in questo mo- tore: di acciaio sono solo le parti i operanti; qui l'alluminio non è un i ripiego, è quello che ci occorre; se |anChe avessimo acciaio da buttar ' via e alluminio da risparmiare sce | glieremmo il metallo leggero. Quelo pezzo è d'acciaio, invece, ac i Ciaio temperato, passato due volte |ai trattamento termico. Il pezzo entra nel forno elettrico, a cinquecento gradi, poi si tuffa nell'olio freddo, poi va in un altro forno, a 900 gradi, per la cementazione. E' un pezzo che ha bisogno di essere durissimo all'esterno e molto elastico all' Interno. Qui, sul diagrammi a nastro, controlliamo la temperatura. Il livello termico è automatico. Il gas? No, il gas acceso sulla bocca del forno non serve a riscaldare, il forno è elettrico, serve a bruciare l'ossigeno del* | i'arla che entra ad ogni apertura idello sportello. Il forno gira som IVentare,"si richiude,'apre lo spor|te]lo successivo e mette fuori pre, come una giostra, ogni tanti secondi apre uno sportello e Irighiotte un cesto di pezzi da arro- à e o è - un'altra serie di pezzi roventi. Ora esce dal forno una serie di ruote dentate; appena saranno fredde passeranno al magazzino e 11 magazzino domani le passerà al montaggio, secondo 1 piani di produzione. Tutto è regolato, non si spreca nulla: 1 trucioli d'acciaio che cadono dai trapani si rifondono, l residui d'olio sgocciolati dalle macchine si rigenerano: faranno altri pezzi, altro lubrificante. C'è il senso dell'ordine, in queste officine, e il senso di una potenza serena, che ama i numeri più degli aggettivi, una forza pacata che marcia a cronometro e non ha bisogno di urlare. Giorno per giorno Da qui In poi la macchina prende forma. Siamo al controllo del gruppi : un'altra fila di camerette, isolate da ogni rumore esterno, in mezzo al salone che è grande come una piazza. Sembrano chioschi del telefono. Dentro ogni chiosco c'è un operalo e una macchina. Non c'è un decimillimetro sconnesso, non c'è un ronzio superfluo che passino inosservati. Poi viene oI a « nastro » degli autocarri. Da i'un capo all'altro dell'ultima sala e ( telai rossi si coprono progressi-; vamente di congegni oscuri. Menl : tre nei primo veiCoi0 la gru fa -j scendere il motore, il secondo veia - C0io ha già, oltre il motore, la , ! scat0ia del cambio, il terzo ha an-, cne u cruscotto e le molle, 11 -jquarto ha pure rassale ed u pon. -|te, n quint0i finalmente, ha anche a he nlote. Cento metri più avanti, nel cor- tile grigio e sassoso, a fianco del n campo di prova mancano solo le : fnrcri,p 0ri ; ,.rlT1Hii/.»r,H t è1 cwSe flnfte 8?a?ltaSno a decine* i Lnlne ««"e 31 a lineano a decine, per cateS°"a, distinte dalle loro -isi&le brevi cne dicono tutta la lo- a; ro vita: C.L. 39 - C.L.F • Carro -!Leggero da Fanteria - A.B.M.: - Aut0 Bimdo Mitragliatrice - TL. 37. Trattore Leggero per Artii Viteria a' E' l'ingegnere che parla anco- ra com'%° niree, PnVà,wi ,,.«)« i 3} n£? ^J/tit"1"» LS^JS —». ^a,,,.*, a, sono cresciuti, come sono più po- tenti e più forti II trattore leeli supera pendenze formidabili. 1 ? • „ : *S*f2?1 =osa.,con - > 1 lS aSmo 6 COn fede' Quest au" aitoblinda ha dUe conducenti * voltano le spalle. Se c'è da torna- ( re .indietro non occorre girare: r Vautiere che guidava stacci, i co ' di . dice una )a al com. pagno; questi non deve nemmeno - voltarsi, ingrana la sua marcia e à ' riParte in senso opposto. Si, come nerano una vo'ta ' tram; solo che ;non c'è nemmeno bisogno di tras : portare la manovella. gli. Dice come sono nati e quanto Quanti autocarri, oggi? 1 Aspettate un po . dodici, diciota'?' yentidue, più tre, più due, venU «sette. ai Cosi, giorno per giorno — In 1,lesto cortile brullo ancora chlaz- - 24110 neve — le macchine, che 'avevano l'altro ieri il loro motore - . : 0 i i™.?^ if,." L_a . tlePlda e.soleg- e o giata della sala del collaudi, passano, senza discorsi e senza fanfare, dalle mani degli operai alle mani dei soldati. Un bloc-o cilindri sotto il trapano multiplo

Persone citate: Carr, Enzi, Peschiera

Luoghi citati: Genova, Italia, Torino