Un giorno coi Principini

Un giorno coi Principini Nell'imminenza dlell'evento Un giorno coi Principini La Principessa Maria ieri non ha abbandonata la Reg già - Continuano ad affluire gli omaggi del popolo ■ giochi preferiti di Maria Pia e di Vittorio Emanuele (DAL NOSTRO INVIATO) Napoli, 22 febbraio. Oggi la Principessa Moria non è uscita. La signorina Grassi, l'ostetrica che l'ha assistita nei due parti precedenti, è rientrata da Roma e ha preso alloggio a Palazzo. Il Principe Umberto è atteso per domattina. Insomma, si può cominciare a dire che l'evento festoso è imminente, e noi inviati speciali facciamo la guardia per essere prontissimi a dare la cronaca della fausta ora in cui vedrà la luce il terogenito — o la terzogenita — dei Principi di Piemonte. Eugenio Principe dì Cagliari o Tommaso Prìncipe di Carìgnano, oppure Clotilde od Elena che siano: ì quattro nomi cioè fra t quali a grandissima maggioranza si ritiene che cadrà la scelta del Sovrano. Gli altri: Conte di Gorizia, Duca di Trieste, Duca di Venezia hanno ormai soltanto degli amatori, nemmeno più degli scommettitori. C'erano poi quéi bravi popolani venuti da Potenza a recare omaggio di cuffie fiorite che speravano in un Principe di Lucania: per lo prima volta, insistevano, oh! per la prima volta la nobile regione, cui Mussolini ha restituito il nome glorioso, sarebbe stata onorata d'un titolo in Casa regnante. Ma tant'è lieve la loro speranza, che non scommettono neppure durante gli auspicali conversari del loro soggiorno napoletano. Un divezzatolo modello Quanto a me, sé vi interessa, fatto lo spoglio delle gentili credenze popolari, il calcolo delle induzioni, l'esame delle pressioni sentimentali, opino — se il nascituro sarà maschio — che il suo titolo sarà sardo: Principe di Cagliari o Duca di Sassari. Di Sassari: bello! Ricorderebbe, fra l'altro, l'eroica brigata di guerra che fra II '15 e il '18 fu ritenuta dagli storici la più coraggiosa truppa del mondo. Resta.' insomma, accesissimo l'interesse per questo lieto evento regale d'Italia. Tutto il Popolo italiano si affolla pieno di fervoroso interesse e di devoto auspicio intorno a questa regale maternità La regalità è un simbolo. L'omag-ì gio reso alla poesia di questa culla è reso a tutti i presepi!, a tutti i lettini, dove per la prima volta si affaccia al mondo il sorriso e lo strillo di una creaturina nuova. E' per questo che la principessa di Piemonte ha voluto prendere personali e diretti accordi col Duce per far coincidere con la nascita della sua terza creatura l'atto di nascita d'una grande opera: il Divezzatolo napoletano, che accoglierà tanti bimbi dopo il primo allattamento e fino ai due anni, e ne curerà l'alimentazione, l'igiene, il primo avvio alla vita, con una larghezza e una modernità di mezzi, che ne faranno il migliore esistente nel mondo, qualcosa di veramente inedito nel campo della puericoltnra. Una vasta benedizione, solide fondamento all'alba della vita di tanti piccoli italiani. Ed è per questo che la Principessa insiste a desiderare che ogni offerta, anche la più piccola, gradita come le più grandi, sia destinata a questa o ad altra opera di bene. Cuffiettine, corredini, bavaglini, trine e merletti ne sono giùnti anche troppi: basterebbero- a mille nati nonché ad uno solo, sia pure Principino o Principessina: e non è detto, in/atti, che il grande cuore della Principessa Moria e la sua infinita bontà non lì destinino in gran parte alla vestizione di infanti nati nel giorno o nei giorni della sua nuova maternità. Bicicletta e cavallo Comunque, alcuni di questi doni oggi arrivati alla Reggia hanno un sapore squisitamente attuale: ad esempio, da Cortina d'Ampezzo è giunto un omaggio di cento candeline cremisi con la ruota della lunga vita e un corredino paesano nonché la clessidra della fedeltà, doni tipici di quei posti per auspicare una felice vita al nascituro. Importante e suggestivo^ questo dono: il quale si riallaccia alla manifestazione che gli ampezzani hanno fatto a Mussolini per teslimoniarGlì la loro monolìtica vetustà italiana che non ammette censimenti o discriminazioni. ' Poesie in dialetti vari, omaggi floreali umili e dolci, e l'ho detto. Ancora: cartoline, specialmente di soldati, specialmente di alpini delle vallate piemontesi, i quali avevano ricevuto dall'iniziativa della Principessa — concordata anche questa con il Duce — i buoni e caldi indumenti di lana pur il duro inverno. Poi, compiti di scuola: i fogli semplici, profumati di spontaneità, di intere classi die hanno svolto il tema dato dalla maestra sul « Principino che verrà », e hanno trovato talvolta accenti di toccante poesia: i Principini, si sa, sono particolarmente cari ai sogni dei bimbi, ai canti dei poeti, e alle favole delle marnine. I Principini: io ho voluto seguire le giulive ore di una loro giornata: dall'alzata assai mattiniera, prima delle 7, via via nella mattini! nel pomeriggio, sino alle otto di sera, che è l'ora in cui — dopo un bacio dell'augusta mamma — vanno a letto. Una giornata esemplare, che al mattino comprende intelligenti istruzioni impartite da una brava istitutrice che le alterna con giochi ed esercizi di ginnastica lieve. Escono ogni mattina, e talvolta, l'ho detto, a piedi, per le strade di Napoli, talvolta in automobile, nella loro automobile di cui sono fieri e gelosi ad un tempo e che è una Fiat 525, carrozzata a berlina. II Principino Vittorio Emanuele preferisce per i suoi giochi una piccola ferrovia, un sottomarino con i siluri di celluloide, e tutto ciò che sia giocattolo meccanico e veloce. Adora la bicicletta : quando lo portano ni porro di Posillipo o a Cajaodimonte, subito infor¬ ca la biciclettina, e via, e via. è una fatica tenergli dietro. La Principessina Maria Pia ama la musica: la nonna le ho regalato un grande grammofono: una discoteca di melodie italiane, che comprende le più belle canzoni di Napoli. Pare che un pedagogo at'esse fatto osservare con molto rispetto che egli avrebbe preferito, per il grammofono della Principessina, un corredo di tenere nenie e di canzoni fanciullesche. Ma deve essergli stato osservato che la musica non può far mai male soprattutto quella che descrive quando « spunto la luna a Marechiaro » o che lamenta « Oi Mari, oi Morì, quanto sonno aggio perso pe' te... ». La Principessina ama anche il diporto equestre. Con i cavalli veri, grandi, belli. I cavalli nani non le piacciono. Poi, Maria Pia disegna, acquarella le scene affidate in piccoli album, e senza aulicamente dire che si tratta di prodigio, pure — schiettamente — la piccola Principessa dimostra un sicuro talento che certo le viene dalla mamma c anche dallo squisito gusto artistico del Principe Umberto. Forse non si saprà mai quanto il Principe Umberto abbia bene meritato del patrimonio artistico nazionale curando restauri dì quadri, facendo affrontare le malattie di dipinti che parevano mollali, rimettendo in luce capolavori e opere insigni, evitando lo dispersione di raccolte, attribuendo con sicura sapienza autori ed epoche. Chiaro, giocondo è l'appartamento dei Principini alla Reggia. Essi vi trascorrono Dittaci ore del giorno e, talvolta, vi è ammesso un loro amico che hanno voluto portar seco dal castello piemontese di Sane: « Alpino a-, un magnìfico cane San Bernardo di pura razza, proveniente dall'allevamento dei monaci del famoso Ospìzio e che essi amano molto. La Principessina Maria Pia scrive già alcune parole, meglio sarebbe dire alcuno sillabe; ma già traccia la sua firma, e proprio' in questi giorni parte per Rama, per Villa Savoia, dedicato alla Regina Eìena, il primo suo ritratto con la sua prima firma. Regali bambini, di buon cuore, fieri, coraggiosi e di buon cuore Chi li segue da vicino sa perfettamente come la loro vita e lo spirito loro — di puro stile sabati do — siano squisitamente intona ti all'epoca di Mussolini. Amano le corse vivaci, i cavalli grandi le discese in bicicletta, le sfilate dei soldati. Ed hanno il loro pie colo cuore che è un piccolo cuore da Principi, grande così. Oggi, come di consueto, il direttore della Caso civile delle Altezze Reali e Imperiali ha letto ai due augusti bambini qualcuna delle suppliche loro dirette da bimbi di ogni parte d'Italia. Una diceva ingenuamente: « O Principino, tu che sei tanto buono, mandami a regalare una bella automobile che io me la sogno tutte le notti, grande e con la molla che non sia rotta!». Il Principino sa già che — /e/ice lui ■— può donare, sa già, anzi, che a lui è molto più facile concedere che chiedere un dono. E questo può anche non essere un privilegio. Dunque, il bimbo fiovero avrà l'automobile grande, e con la molla sana, un giocattolo bellissimo. Quello stesso giocattolo col quale il Principino' giocava stamattina. Attilio Crepas Un giorno coi Principini Nell'imminenza dlell'evento Un giorno coi Principini La Principessa Maria ieri non ha abbandonata la Reg già - Continuano ad affluire gli omaggi del popolo ■ giochi preferiti di Maria Pia e di Vittorio Emanuele (DAL NOSTRO INVIATO) Napoli, 22 febbraio. Oggi la Principessa Moria non è uscita. La signorina Grassi, l'ostetrica che l'ha assistita nei due parti precedenti, è rientrata da Roma e ha preso alloggio a Palazzo. Il Principe Umberto è atteso per domattina. Insomma, si può cominciare a dire che l'evento festoso è imminente, e noi inviati speciali facciamo la guardia per essere prontissimi a dare la cronaca della fausta ora in cui vedrà la luce il terogenito — o la terzogenita — dei Principi di Piemonte. Eugenio Principe dì Cagliari o Tommaso Prìncipe di Carìgnano, oppure Clotilde od Elena che siano: ì quattro nomi cioè fra t quali a grandissima maggioranza si ritiene che cadrà la scelta del Sovrano. Gli altri: Conte di Gorizia, Duca di Trieste, Duca di Venezia hanno ormai soltanto degli amatori, nemmeno più degli scommettitori. C'erano poi quéi bravi popolani venuti da Potenza a recare omaggio di cuffie fiorite che speravano in un Principe di Lucania: per lo prima volta, insistevano, oh! per la prima volta la nobile regione, cui Mussolini ha restituito il nome glorioso, sarebbe stata onorata d'un titolo in Casa regnante. Ma tant'è lieve la loro speranza, che non scommettono neppure durante gli auspicali conversari del loro soggiorno napoletano. Un divezzatolo modello Quanto a me, sé vi interessa, fatto lo spoglio delle gentili credenze popolari, il calcolo delle induzioni, l'esame delle pressioni sentimentali, opino — se il nascituro sarà maschio — che il suo titolo sarà sardo: Principe di Cagliari o Duca di Sassari. Di Sassari: bello! Ricorderebbe, fra l'altro, l'eroica brigata di guerra che fra II '15 e il '18 fu ritenuta dagli storici la più coraggiosa truppa del mondo. Resta.' insomma, accesissimo l'interesse per questo lieto evento regale d'Italia. Tutto il Popolo italiano si affolla pieno di fervoroso interesse e di devoto auspicio intorno a questa regale maternità La regalità è un simbolo. L'omag-ì gio reso alla poesia di questa culla è reso a tutti i presepi!, a tutti i lettini, dove per la prima volta si affaccia al mondo il sorriso e lo strillo di una creaturina nuova. E' per questo che la principessa di Piemonte ha voluto prendere personali e diretti accordi col Duce per far coincidere con la nascita della sua terza creatura l'atto di nascita d'una grande opera: il Divezzatolo napoletano, che accoglierà tanti bimbi dopo il primo allattamento e fino ai due anni, e ne curerà l'alimentazione, l'igiene, il primo avvio alla vita, con una larghezza e una modernità di mezzi, che ne faranno il migliore esistente nel mondo, qualcosa di veramente inedito nel campo della puericoltnra. Una vasta benedizione, solide fondamento all'alba della vita di tanti piccoli italiani. Ed è per questo che la Principessa insiste a desiderare che ogni offerta, anche la più piccola, gradita come le più grandi, sia destinata a questa o ad altra opera di bene. Cuffiettine, corredini, bavaglini, trine e merletti ne sono giùnti anche troppi: basterebbero- a mille nati nonché ad uno solo, sia pure Principino o Principessina: e non è detto, in/atti, che il grande cuore della Principessa Moria e la sua infinita bontà non lì destinino in gran parte alla vestizione di infanti nati nel giorno o nei giorni della sua nuova maternità. Bicicletta e cavallo Comunque, alcuni di questi doni oggi arrivati alla Reggia hanno un sapore squisitamente attuale: ad esempio, da Cortina d'Ampezzo è giunto un omaggio di cento candeline cremisi con la ruota della lunga vita e un corredino paesano nonché la clessidra della fedeltà, doni tipici di quei posti per auspicare una felice vita al nascituro. Importante e suggestivo^ questo dono: il quale si riallaccia alla manifestazione che gli ampezzani hanno fatto a Mussolini per teslimoniarGlì la loro monolìtica vetustà italiana che non ammette censimenti o discriminazioni. ' Poesie in dialetti vari, omaggi floreali umili e dolci, e l'ho detto. Ancora: cartoline, specialmente di soldati, specialmente di alpini delle vallate piemontesi, i quali avevano ricevuto dall'iniziativa della Principessa — concordata anche questa con il Duce — i buoni e caldi indumenti di lana pur il duro inverno. Poi, compiti di scuola: i fogli semplici, profumati di spontaneità, di intere classi die hanno svolto il tema dato dalla maestra sul « Principino che verrà », e hanno trovato talvolta accenti di toccante poesia: i Principini, si sa, sono particolarmente cari ai sogni dei bimbi, ai canti dei poeti, e alle favole delle marnine. I Principini: io ho voluto seguire le giulive ore di una loro giornata: dall'alzata assai mattiniera, prima delle 7, via via nella mattini! nel pomeriggio, sino alle otto di sera, che è l'ora in cui — dopo un bacio dell'augusta mamma — vanno a letto. Una giornata esemplare, che al mattino comprende intelligenti istruzioni impartite da una brava istitutrice che le alterna con giochi ed esercizi di ginnastica lieve. Escono ogni mattina, e talvolta, l'ho detto, a piedi, per le strade di Napoli, talvolta in automobile, nella loro automobile di cui sono fieri e gelosi ad un tempo e che è una Fiat 525, carrozzata a berlina. II Principino Vittorio Emanuele preferisce per i suoi giochi una piccola ferrovia, un sottomarino con i siluri di celluloide, e tutto ciò che sia giocattolo meccanico e veloce. Adora la bicicletta : quando lo portano ni porro di Posillipo o a Cajaodimonte, subito infor¬ ca la biciclettina, e via, e via. è una fatica tenergli dietro. La Principessina Maria Pia ama la musica: la nonna le ho regalato un grande grammofono: una discoteca di melodie italiane, che comprende le più belle canzoni di Napoli. Pare che un pedagogo at'esse fatto osservare con molto rispetto che egli avrebbe preferito, per il grammofono della Principessina, un corredo di tenere nenie e di canzoni fanciullesche. Ma deve essergli stato osservato che la musica non può far mai male soprattutto quella che descrive quando « spunto la luna a Marechiaro » o che lamenta « Oi Mari, oi Morì, quanto sonno aggio perso pe' te... ». La Principessina ama anche il diporto equestre. Con i cavalli veri, grandi, belli. I cavalli nani non le piacciono. Poi, Maria Pia disegna, acquarella le scene affidate in piccoli album, e senza aulicamente dire che si tratta di prodigio, pure — schiettamente — la piccola Principessa dimostra un sicuro talento che certo le viene dalla mamma c anche dallo squisito gusto artistico del Principe Umberto. Forse non si saprà mai quanto il Principe Umberto abbia bene meritato del patrimonio artistico nazionale curando restauri dì quadri, facendo affrontare le malattie di dipinti che parevano mollali, rimettendo in luce capolavori e opere insigni, evitando lo dispersione di raccolte, attribuendo con sicura sapienza autori ed epoche. Chiaro, giocondo è l'appartamento dei Principini alla Reggia. Essi vi trascorrono Dittaci ore del giorno e, talvolta, vi è ammesso un loro amico che hanno voluto portar seco dal castello piemontese di Sane: « Alpino a-, un magnìfico cane San Bernardo di pura razza, proveniente dall'allevamento dei monaci del famoso Ospìzio e che essi amano molto. La Principessina Maria Pia scrive già alcune parole, meglio sarebbe dire alcuno sillabe; ma già traccia la sua firma, e proprio' in questi giorni parte per Rama, per Villa Savoia, dedicato alla Regina Eìena, il primo suo ritratto con la sua prima firma. Regali bambini, di buon cuore, fieri, coraggiosi e di buon cuore Chi li segue da vicino sa perfettamente come la loro vita e lo spirito loro — di puro stile sabati do — siano squisitamente intona ti all'epoca di Mussolini. Amano le corse vivaci, i cavalli grandi le discese in bicicletta, le sfilate dei soldati. Ed hanno il loro pie colo cuore che è un piccolo cuore da Principi, grande così. Oggi, come di consueto, il direttore della Caso civile delle Altezze Reali e Imperiali ha letto ai due augusti bambini qualcuna delle suppliche loro dirette da bimbi di ogni parte d'Italia. Una diceva ingenuamente: « O Principino, tu che sei tanto buono, mandami a regalare una bella automobile che io me la sogno tutte le notti, grande e con la molla che non sia rotta!». Il Principino sa già che — /e/ice lui ■— può donare, sa già, anzi, che a lui è molto più facile concedere che chiedere un dono. E questo può anche non essere un privilegio. Dunque, il bimbo fiovero avrà l'automobile grande, e con la molla sana, un giocattolo bellissimo. Quello stesso giocattolo col quale il Principino' giocava stamattina. Attilio Crepas