NAPOLEONE A BRERA

NAPOLEONE A BRERA NAPOLEONE A BRERA Por Stendhal, il cortile e lo scalone di Brera costituiscono un assieme non grande, ma più bello del cortile del Louvre (Rome, Naples et Florence, pag. 44). Questo raffronto non sarebbe mai venuto in mente a noi, cui il cortile di Brera invece fa pensare a qualcosa di squisitamente « accademico n, ossia di raccolto, di favorevole al deambulante pensare (i pensieri migliori vengono camminando), di « greco d. Tra le abbinate colonne di questo cortile, Gabrio Piola, Pietro Verri, Tommaso Grossi, altri, stanno dignitosamente raccolti ciascuno con gli attributi della propria specialità, come Giove con l'aquila e le saette. Ma al posto di questi illustri ìnilanesi, e con la medichila aria di trovarsi in casa propria, potrebbero stare Aristotele e i suoi discepoli. Lo stesso Stendhal completa il nostro pensiero con un anticipo di centoventiquattro annir e dice che i personaggi presenti nel cortile di Brera, sono degni di essere allievi di Socrate. La sola differenza è tra noi e Stendhal : questi preferiva Socrate, noi preferiamo lo Stagirita. Il cortile, qualunque cortile, è favorevole al meditare, perchè nasconde l'orizzonte e mostra soltanto il profondo del ciclo. Nulla è concesso all'» umano », alla nostalgia che isjiira l'orizzonte. Il cortile continua la disposizione dei templi antichi. Il dio abitatore del tempio non può essere in relazione se non con l'altocielo (come si dice <t altomare ») ossia con quella parte del cielo ove le arie sono più, pulite. Lo stesso principio fu ripetuto anche da un tedesco, Herr Winter, a Gardone. intorno al 1908. al tempo in cui i tedeschi benestanti venivano a. popolare le rive del Garda, e l'ingenuità naturale si confondeva col desiderio di profondità. Costui si fece costruire, a uso abitazione, una torre priva di finestre, e con una sola apertura nel tetto. Frivolo e acuto, Stendhal aveva capito l'« ellenismo n di JVIilano. Leggete, nel libro citato in principio, questa nota del 6 novembre 1816: « Il lato della chiesa di San Fedele (architetto Pellegrini) che si scorge venendo dalla Scala per via San Giovanni alle Case Rotte, è bellissimo ma nel genere della bellezza greca: gaio, nobile ma nient'affatto pauroso... Questo angolo di Milano è interessante per chi sa vedere la fisionomia delle pietre disposte con ordine. Via San Giuseppe, la Scala, San Fedele, palazzo Belgioioso, la casa degli Omenoni, tutto ciò sta gomito a gomito ». Studenti e studentesse traversano il dotto cortile, netto e ordinato come una meridiana, fiancheggiato di un doppio loggiato; sostano a gruppi, e nei maschi è quell'espressione di generosa spensieratezza, quella disposizione ai maggiori entusiasmi, ai più illogici eroismi, che ispirano le donne con le quali non c'è ancora amore fisico. Bello sarebbe spartire lo scibile, affrontare le avventure della cultura con queste Marfise del libro e delle dispense. Gran beneficio verrà alla donna italiana da questo suo progressivo mischiarsi alle virili attività, dal suo progressivo liberarsi dalla inattività, dalla pesantezza, dall'» onore » orientali. E quanto fascino reca la donna a queste attività, quanto più amabili le rende e attraenti! La studentessa, la sportiva, la soldata ! Un brivido ci corre giù per la schiena, al pensiero che noi pure ri potremmo trovare nella condizione di Napoleone in mezzo al cortile di Brera. Non è brivido di freddo semplice, ma di o metafisico » freddo. Canova ha rappresentato Napoleone nudo. La clamide è ripiegata al modo di un soprabito di mezza stagione sul braccio sinistro, la mano strinse Io scettro, la destra regje un piccolo mondo sormontato da una Vittoria alata. L'imbarazzo della nudità non ci verrebbe tanto dalle « Mai-fise del libro e delle dispense », quanto da questi gravi personaggi di marmo, 6otto gli archi della loggia, che ci giudicherebbero con tutta la severità, tutta la durezza del loro sguardo di pietra : Bonaventura Cavalieri, Carlo Ottavio Castiglione, Luigi Gagnola. Napoleone si guarda la piccola Vittòria che ha in mano, ma la Vittoria per parte sua guarda ostensibilmente da un'altra parte. Sono stati mai scoperti « filamenti d'ironia » nell'opera di Antonio Canova? Anche le Vit torio praticano le arti comuni delle donne, le piccole perfidie, la simulata indifferenza, e le usano con i loro amanti, i conquista tori. Nella piccola Vittoria del Napoleone di Canova, già è ma nifesta l'intenzione di tradire. Il piede sinistro dell'Imperatore è portato indietro, la spada è ap pesa a un tronco d'albero mozzo dietro la gamba destra. Lo zoccolo è decorato con aquile, unite scr«ligdecestpsmzsidsLs■ ■■■■■■•■■■■••■■■■••lllllllt<IIIIIIII1tl1lll<lltlllll<II>lllltlllt a festoni di foglie d'alloro e di quercia. Trovarsi nudo in .mezzo a uomini vestiti, è situazione più che imbarazzante : tragica. Un nostro amico pittore, che abitava a Parigi, fu invitato a un ballo in casa di conoscenti. La tenuta di rigore era : à poti, ovverosia « nudi ». Il nostro pittore arrivò la sera indicata, un cameriere lo introdusse in uno spogliatoio ingombro di abiti e biancheria caldi ancora di corpo, poi, quando egli fu pronto, ossia nudo, Io accompagnò attraverso l'anticamera e gli aprì la porta dei salotti: erano pieni di gente vestita. Nell'uomo nudo la vergogna si aggrava dall'angoscia di sentirsi imbelle e vulnerabile in ogni parte del corpo. Una rivoltella sostituirebbe forse l'abito, una mitragliatrice certamente. Trasportata nel sónno, la situazione dell'uomo nudo forma un sogno angosciosissimo. L'onirocritica lo ascrive fra i sogni di malaugurio e lo interpreta come indizio di malattia. Tuttavia. Napoleone in mezzo al cortile di Brera, non mostra di soffrire del suo stato di nudità. Prima che degli Inglesi, Napoleone era prigioniero di poche idee, e tutte dell'ordine delle « idee fisse ». Tenere il mondo in mano, sia pure simbolicamente, gli fa dimenticare che è nudo. Era a conoscenza Canova delle conseguenze del « nudo in sogno »? Se sì, la sua statua di Napoleone nudo, costituisce il più subdolo, almanaccato, diabolico tentativo di regicidio : perche Napoleone si animali e muoia. L'uomo in istatua, è anche, più sognante dell'uomo che sogna. Quando la piccola Vittoria svolazzante sulla sfera del mondo ebbe finito di tradire Napoleone, e Canova andò a riprendersi in nome della Santa Alleanza le pitture e le statue usurpate da' Conquistatore.. Tallèyrand, cui lo scultore si era presentato come « ambasciatore delle arti », corresse: « Imballatore, vorrete dire... ». Questo diavolo zoppo, questo traditore nato, questo uomo segnato da Dio, che si serviva fino della sua qualità di « altamente nato », per avvilire nei suoi rappresentanti e uccidere quell'Arte che sola rappresenta quaggiù il nobile, il buono, il divino. Goccioloni di pior/r/ia in formo di ariette traversano diai/ondlinrnte l'aria, brillano a un frammento di noie ehr tiaijuariìu fra le nubi basse e unire, ciilpisraiio l'ir/nui/n Su poi enne, ini passibile Il uso ili bellezza, illuso (li gloriti, illuso (li destino. Ci rifugiamo sotto l'androne inistro, sul quale aprono le porte della scuola di scenografia, lo scalone della Braidense, la porta a vetri della biblioteca dell'Ac cademia. « Sinistro » Qui sopra ha due significati. Piace, ne" gioco del linguaggio, gettare luce sullo spento significato delle parole ; vedere come le piccine si svegliano, mostrano una faccia che nessuno ricordava più, alcune si fanno avanti e sorridono come amiche ritrovate, altre scappano incalzate dalla vergogna. Il significato originale di androne: «parte riservata ai soli uomini », si sveglia d'improvviso e tanto più sorprende, davanti alla simpatica promiscuità di questi studenti, di queste studentesse, cacciati come noi dalla pioggia, e come noi venuti a rifugiarsi nell'androne. Entriamo nella biblioteca del'Accademia. Questo atto annula di colpo cinquantanni di progresso. Una enorme, panciuta stufa di ferro riscalda la casa dei libri, i quali, vestiti di antichità e di uso, stanno schierati nelle scansie di legno, dietro le gratelle di fi.I di ferro, come penitènti nel confessionale. Qui, il vetrometallo non è ancora penetrato. Per noi, l'idea della cultura si associa alle stufe, alle librerie di legno, alle porte imbottite di panno verde. Non è un vanto, ma una semplice confessione. Alcune fanciulle stanno sedute alla tavola di lettura, il libro poggiato su un piccolo leggio di legno. Due, sedute gomito a gomito, ler/aono nello stesso libro. Lacunosa è tuttora la saggezza delle donne, specie nel modo di comportarsi di fronte ad al cuni pudori mentali. Leggere è operazione anche più gelosa, più pudica del pensare. Come permettere che altri sorprenda il nostro pensiero, a contatto col pensiero di un libro? Eppure noi conoscevamo un « poeta » e sua moglie, i quali di sera, a letto, leggevano nello stesso libro, poi si scambiavano le loro impressioni. Chi studierà queste i altre » forme d'immoralità? Piuttosto che spartire la nostra lettura, noi accetteremmo come meno impudica la situazione di Napoleone, nudo in mezzo al cortile di Brera. Quintilio Maio. tll«IIIIIIIllllMlllllllllllllllllllltllllll1lllllllll<>llltllll<IIII NAPOLEONE A BRERA NAPOLEONE A BRERA Por Stendhal, il cortile e lo scalone di Brera costituiscono un assieme non grande, ma più bello del cortile del Louvre (Rome, Naples et Florence, pag. 44). Questo raffronto non sarebbe mai venuto in mente a noi, cui il cortile di Brera invece fa pensare a qualcosa di squisitamente « accademico n, ossia di raccolto, di favorevole al deambulante pensare (i pensieri migliori vengono camminando), di « greco d. Tra le abbinate colonne di questo cortile, Gabrio Piola, Pietro Verri, Tommaso Grossi, altri, stanno dignitosamente raccolti ciascuno con gli attributi della propria specialità, come Giove con l'aquila e le saette. Ma al posto di questi illustri ìnilanesi, e con la medichila aria di trovarsi in casa propria, potrebbero stare Aristotele e i suoi discepoli. Lo stesso Stendhal completa il nostro pensiero con un anticipo di centoventiquattro annir e dice che i personaggi presenti nel cortile di Brera, sono degni di essere allievi di Socrate. La sola differenza è tra noi e Stendhal : questi preferiva Socrate, noi preferiamo lo Stagirita. Il cortile, qualunque cortile, è favorevole al meditare, perchè nasconde l'orizzonte e mostra soltanto il profondo del ciclo. Nulla è concesso all'» umano », alla nostalgia che isjiira l'orizzonte. Il cortile continua la disposizione dei templi antichi. Il dio abitatore del tempio non può essere in relazione se non con l'altocielo (come si dice <t altomare ») ossia con quella parte del cielo ove le arie sono più, pulite. Lo stesso principio fu ripetuto anche da un tedesco, Herr Winter, a Gardone. intorno al 1908. al tempo in cui i tedeschi benestanti venivano a. popolare le rive del Garda, e l'ingenuità naturale si confondeva col desiderio di profondità. Costui si fece costruire, a uso abitazione, una torre priva di finestre, e con una sola apertura nel tetto. Frivolo e acuto, Stendhal aveva capito l'« ellenismo n di JVIilano. Leggete, nel libro citato in principio, questa nota del 6 novembre 1816: « Il lato della chiesa di San Fedele (architetto Pellegrini) che si scorge venendo dalla Scala per via San Giovanni alle Case Rotte, è bellissimo ma nel genere della bellezza greca: gaio, nobile ma nient'affatto pauroso... Questo angolo di Milano è interessante per chi sa vedere la fisionomia delle pietre disposte con ordine. Via San Giuseppe, la Scala, San Fedele, palazzo Belgioioso, la casa degli Omenoni, tutto ciò sta gomito a gomito ». Studenti e studentesse traversano il dotto cortile, netto e ordinato come una meridiana, fiancheggiato di un doppio loggiato; sostano a gruppi, e nei maschi è quell'espressione di generosa spensieratezza, quella disposizione ai maggiori entusiasmi, ai più illogici eroismi, che ispirano le donne con le quali non c'è ancora amore fisico. Bello sarebbe spartire lo scibile, affrontare le avventure della cultura con queste Marfise del libro e delle dispense. Gran beneficio verrà alla donna italiana da questo suo progressivo mischiarsi alle virili attività, dal suo progressivo liberarsi dalla inattività, dalla pesantezza, dall'» onore » orientali. E quanto fascino reca la donna a queste attività, quanto più amabili le rende e attraenti! La studentessa, la sportiva, la soldata ! Un brivido ci corre giù per la schiena, al pensiero che noi pure ri potremmo trovare nella condizione di Napoleone in mezzo al cortile di Brera. Non è brivido di freddo semplice, ma di o metafisico » freddo. Canova ha rappresentato Napoleone nudo. La clamide è ripiegata al modo di un soprabito di mezza stagione sul braccio sinistro, la mano strinse Io scettro, la destra regje un piccolo mondo sormontato da una Vittoria alata. L'imbarazzo della nudità non ci verrebbe tanto dalle « Mai-fise del libro e delle dispense », quanto da questi gravi personaggi di marmo, 6otto gli archi della loggia, che ci giudicherebbero con tutta la severità, tutta la durezza del loro sguardo di pietra : Bonaventura Cavalieri, Carlo Ottavio Castiglione, Luigi Gagnola. Napoleone si guarda la piccola Vittòria che ha in mano, ma la Vittoria per parte sua guarda ostensibilmente da un'altra parte. Sono stati mai scoperti « filamenti d'ironia » nell'opera di Antonio Canova? Anche le Vit torio praticano le arti comuni delle donne, le piccole perfidie, la simulata indifferenza, e le usano con i loro amanti, i conquista tori. Nella piccola Vittoria del Napoleone di Canova, già è ma nifesta l'intenzione di tradire. Il piede sinistro dell'Imperatore è portato indietro, la spada è ap pesa a un tronco d'albero mozzo dietro la gamba destra. Lo zoccolo è decorato con aquile, unite scr«ligdecestpsmzsidsLs■ ■■■■■■•■■■■••■■■■••lllllllt<IIIIIIII1tl1lll<lltlllll<II>lllltlllt a festoni di foglie d'alloro e di quercia. Trovarsi nudo in .mezzo a uomini vestiti, è situazione più che imbarazzante : tragica. Un nostro amico pittore, che abitava a Parigi, fu invitato a un ballo in casa di conoscenti. La tenuta di rigore era : à poti, ovverosia « nudi ». Il nostro pittore arrivò la sera indicata, un cameriere lo introdusse in uno spogliatoio ingombro di abiti e biancheria caldi ancora di corpo, poi, quando egli fu pronto, ossia nudo, Io accompagnò attraverso l'anticamera e gli aprì la porta dei salotti: erano pieni di gente vestita. Nell'uomo nudo la vergogna si aggrava dall'angoscia di sentirsi imbelle e vulnerabile in ogni parte del corpo. Una rivoltella sostituirebbe forse l'abito, una mitragliatrice certamente. Trasportata nel sónno, la situazione dell'uomo nudo forma un sogno angosciosissimo. L'onirocritica lo ascrive fra i sogni di malaugurio e lo interpreta come indizio di malattia. Tuttavia. Napoleone in mezzo al cortile di Brera, non mostra di soffrire del suo stato di nudità. Prima che degli Inglesi, Napoleone era prigioniero di poche idee, e tutte dell'ordine delle « idee fisse ». Tenere il mondo in mano, sia pure simbolicamente, gli fa dimenticare che è nudo. Era a conoscenza Canova delle conseguenze del « nudo in sogno »? Se sì, la sua statua di Napoleone nudo, costituisce il più subdolo, almanaccato, diabolico tentativo di regicidio : perche Napoleone si animali e muoia. L'uomo in istatua, è anche, più sognante dell'uomo che sogna. Quando la piccola Vittoria svolazzante sulla sfera del mondo ebbe finito di tradire Napoleone, e Canova andò a riprendersi in nome della Santa Alleanza le pitture e le statue usurpate da' Conquistatore.. Tallèyrand, cui lo scultore si era presentato come « ambasciatore delle arti », corresse: « Imballatore, vorrete dire... ». Questo diavolo zoppo, questo traditore nato, questo uomo segnato da Dio, che si serviva fino della sua qualità di « altamente nato », per avvilire nei suoi rappresentanti e uccidere quell'Arte che sola rappresenta quaggiù il nobile, il buono, il divino. Goccioloni di pior/r/ia in formo di ariette traversano diai/ondlinrnte l'aria, brillano a un frammento di noie ehr tiaijuariìu fra le nubi basse e unire, ciilpisraiio l'ir/nui/n Su poi enne, ini passibile Il uso ili bellezza, illuso (li gloriti, illuso (li destino. Ci rifugiamo sotto l'androne inistro, sul quale aprono le porte della scuola di scenografia, lo scalone della Braidense, la porta a vetri della biblioteca dell'Ac cademia. « Sinistro » Qui sopra ha due significati. Piace, ne" gioco del linguaggio, gettare luce sullo spento significato delle parole ; vedere come le piccine si svegliano, mostrano una faccia che nessuno ricordava più, alcune si fanno avanti e sorridono come amiche ritrovate, altre scappano incalzate dalla vergogna. Il significato originale di androne: «parte riservata ai soli uomini », si sveglia d'improvviso e tanto più sorprende, davanti alla simpatica promiscuità di questi studenti, di queste studentesse, cacciati come noi dalla pioggia, e come noi venuti a rifugiarsi nell'androne. Entriamo nella biblioteca del'Accademia. Questo atto annula di colpo cinquantanni di progresso. Una enorme, panciuta stufa di ferro riscalda la casa dei libri, i quali, vestiti di antichità e di uso, stanno schierati nelle scansie di legno, dietro le gratelle di fi.I di ferro, come penitènti nel confessionale. Qui, il vetrometallo non è ancora penetrato. Per noi, l'idea della cultura si associa alle stufe, alle librerie di legno, alle porte imbottite di panno verde. Non è un vanto, ma una semplice confessione. Alcune fanciulle stanno sedute alla tavola di lettura, il libro poggiato su un piccolo leggio di legno. Due, sedute gomito a gomito, ler/aono nello stesso libro. Lacunosa è tuttora la saggezza delle donne, specie nel modo di comportarsi di fronte ad al cuni pudori mentali. Leggere è operazione anche più gelosa, più pudica del pensare. Come permettere che altri sorprenda il nostro pensiero, a contatto col pensiero di un libro? Eppure noi conoscevamo un « poeta » e sua moglie, i quali di sera, a letto, leggevano nello stesso libro, poi si scambiavano le loro impressioni. Chi studierà queste i altre » forme d'immoralità? Piuttosto che spartire la nostra lettura, noi accetteremmo come meno impudica la situazione di Napoleone, nudo in mezzo al cortile di Brera. Quintilio Maio. tll«IIIIIIIllllMlllllllllllllllllllltllllll1lllllllll<>llltllll<IIII

Luoghi citati: L'aquila, Milano, Parigi