Riflessi ungheresi
Riflessi ungheresi Riflessi ungheresi j scrivono questi giornali, che su ta le punto sia stato detto parecchio !già fin dalla prima seduta che ha avuto luogo ieri; il che e ammesso lanche dàlia stampa di altri paesi, ; Non mancano le allusioni a pres, sioni anglo-francesi e al fatto che I il ministro degli esteri turco è il Budapest, 3 febbraio. I riflessi ungheresi del convegno di Belgrado sono molti e attraverso la lettura dei resoconti degli inviati e dei commenti redazionali si consolida la certezza che nulla di decisivo si potrà apprendere domani o lunedì quando ì quattro delegati balcanici si metteranno in viaggio per fare ritorno alle rispettive sedi. Non mancano anticipazioni su quello che sarà il comunicato conclusivo del convegno: si parlerà, si afferma qui, di neutralità da salvaguardare, di amicizia tra romeni, turchi, greci e jugoslavi, di curare i buoni rapporti con le maggiori potenze e del prolungamento fino al 1946 del patto interbalcanico. Sempre secondo le locali interpretazioni, tanto la Francia quanto l'Inghilterra avrebbero sconsigliato ogni accenno a legami militari e ciò per non inasprire inutilmente la situazione. In complesso si crede di poter assicurare che degli accordi economici di ampia portata formeranno la base per una definitiva trattazione. Si avanza anche l'ipotesi di nuovi imminenti incontri politici e, secondo un giornale della sera, due dei ministri degli esteri balcanici prende rebbero la via dell'occidente: Ga fencu a Roma, Saragioglu a Parigi. Si pone in risalto il fatto che nulla sarà detto e tanto meno sarà reso noto che possa allarmare la Germania. Nessun impegno antitedesco, quindi; e nella cura per migliorare i rapporti con le grandi potenze l'argomento delle relazioni con l'Italia e tra i più appariscenti. Sembra anzi, stando a quel che degli alleati, e nello stesso tempo si attribuisce al sig. Gafencu un certo tono di minaccia allo scopo d'ottenere garanzie per l'integrità territoriale del suo paese, minacce che vengono interpretate come una nuova e più sensibile girata verso Berlino e Mosca. Non si fa parola dei problemi ungheresi o meglio delle aspirazioni magiare sulla Transilvania. Su questo punto si dice soltanto che non si crede che i quattro ministri degli este ri si siano occupati a fondo dei desideri sia degli ungheresi come dei bulgari. Una notizia da Bucarest giunta all'Agenzia telegrafica ungherese informa che colà sarà creata la Casa dei Magiari, istituzione che dovrà permettere lo sviluppo delle manifestazioni culturali tra i circa 100 mila ungheresi viventi nella capitale romena e mantenere tra di essi inalterato l'attaccamento alla patria di origine più indicato a perorare la causa nnctfirddafcctmhdrlmI lasmtseIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIII Riflessi ungheresi Riflessi ungheresi j scrivono questi giornali, che su ta le punto sia stato detto parecchio !già fin dalla prima seduta che ha avuto luogo ieri; il che e ammesso lanche dàlia stampa di altri paesi, ; Non mancano le allusioni a pres, sioni anglo-francesi e al fatto che I il ministro degli esteri turco è il Budapest, 3 febbraio. I riflessi ungheresi del convegno di Belgrado sono molti e attraverso la lettura dei resoconti degli inviati e dei commenti redazionali si consolida la certezza che nulla di decisivo si potrà apprendere domani o lunedì quando ì quattro delegati balcanici si metteranno in viaggio per fare ritorno alle rispettive sedi. Non mancano anticipazioni su quello che sarà il comunicato conclusivo del convegno: si parlerà, si afferma qui, di neutralità da salvaguardare, di amicizia tra romeni, turchi, greci e jugoslavi, di curare i buoni rapporti con le maggiori potenze e del prolungamento fino al 1946 del patto interbalcanico. Sempre secondo le locali interpretazioni, tanto la Francia quanto l'Inghilterra avrebbero sconsigliato ogni accenno a legami militari e ciò per non inasprire inutilmente la situazione. In complesso si crede di poter assicurare che degli accordi economici di ampia portata formeranno la base per una definitiva trattazione. Si avanza anche l'ipotesi di nuovi imminenti incontri politici e, secondo un giornale della sera, due dei ministri degli esteri balcanici prende rebbero la via dell'occidente: Ga fencu a Roma, Saragioglu a Parigi. Si pone in risalto il fatto che nulla sarà detto e tanto meno sarà reso noto che possa allarmare la Germania. Nessun impegno antitedesco, quindi; e nella cura per migliorare i rapporti con le grandi potenze l'argomento delle relazioni con l'Italia e tra i più appariscenti. Sembra anzi, stando a quel che degli alleati, e nello stesso tempo si attribuisce al sig. Gafencu un certo tono di minaccia allo scopo d'ottenere garanzie per l'integrità territoriale del suo paese, minacce che vengono interpretate come una nuova e più sensibile girata verso Berlino e Mosca. Non si fa parola dei problemi ungheresi o meglio delle aspirazioni magiare sulla Transilvania. Su questo punto si dice soltanto che non si crede che i quattro ministri degli este ri si siano occupati a fondo dei desideri sia degli ungheresi come dei bulgari. Una notizia da Bucarest giunta all'Agenzia telegrafica ungherese informa che colà sarà creata la Casa dei Magiari, istituzione che dovrà permettere lo sviluppo delle manifestazioni culturali tra i circa 100 mila ungheresi viventi nella capitale romena e mantenere tra di essi inalterato l'attaccamento alla patria di origine più indicato a perorare la causa nnctfirddafcctmhdrlmI lasmtseIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Persone citate: Gafencu
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