Milano-Genova 2-2 (1-1)

Milano-Genova 2-2 (1-1) Milano-Genova 2-2 (1-1) Da una parte un'autorete e un infortunio; dall'altra un "rigore,, e un'espulsione e a i e n e a 0 à i e a e o à o, o a a a o o e o e o e e ba na oi ieil ù o aul3, à i, e, aun. o on le a a ra eto n- te o. m. RETIt Loioh (M.) autorete (ti Marchi (C.) al 23 a Aroari (C.) su rigore al 43' del primo tempo; Miniati (C.) al 7' e Loioh (M.) al 3S' del II tempo. MILANO: Mlchcloni; Berrà, Bonizzoni; Antonini. Kortoletti, Loetti; PaBinati. 1/oicli. Bolli, Chizzu, Biraghi. GENOVA: Ceretoli; Marcili, Sardelli; Gentil, Battistoni, Perozzolo; Neri, Arcari, Miniati, Scarabello, Conti. ARBITRO: Pizziolo. di Firenze. Spettatori 20.000; incasso 110.000. Milano, 5 febbraio. Anche questa volta, di tutto un po' nell'incontro, dal periodo di bel giuoco iniziale, al calcio di rigore, all'espulsione di un giuocatore, ad una autorete che è stata un capolavoro di finezza, fino alla burrasca. Di tutto un po'. Come domenica scorsa. Con la sola differenza che questa volta c'è scappata ladisgrazia brutta: sotto forma di una gamba spezzata ad uno dei giuocatori più in visto. iCncco«fta?)io, che l'assieme lo merita. Giornata fredda, umida, nebbiosa. Cattiva visibilità, Tremila sostenitori genovani sulle gradinate. Buon inizio Inizio di ottima fattura. Giuocano bene tutte e due le squadre, e gli attacchi sono alterni. Il Milano emerge, però, presto per stile che meglio si adatta alle condizioni del campo, sgelato, viscido, vischioso. Giuoca largo il Milano, facendo viaggiare la palla, chiamando all'opera le ali. impegnando l'intero fronte d'azione. Giuoca stretto il Genova, che non può comandare la palla come vorrebbe e si impegola- in passaggi stretti e bassi che trovano ostacolo nel terreno. Parate di qua, parate di là: Ceresoli su tentativi di Biraghi, di Chizzo, di Loich, Micheloni su tiri di Neri e di altri. Visione di giuoco cJie soddisfa. Sarebbe così bello se durasse a questo modo! State sicuri che non dura. Presto l'illusione svanisce e la vistone scompare. Comincia il centro avanti Miniati a beccarsi un duro colpo. Zoppica, esce, entra, va all'ala destra, poi all'ala sinistra, poi se ne va e non rientrerà che verso la fine del tempo sotto l'effetto di una iniezione che gli fa dimenticare il dolore. La prima linea qenovana si sconvolge. Alla metà precisa del tempo, fra il 22' e il 2$', il Milano segna. Cioè, segna il Genova per lui. Un gioiello di autorete. Lontano dall'area, sulla destra, Loich esce vittorioso da un piccolo duello con Scarabello, e manda un lungo pallone a spiovere in area. Marchi è a posto, e non ha anima viva attorno a sè, e può liberare tranquillo e, invece, crede venuto il momento di mostrarci una finezza. Di testa gira 'il pallone dolcemente verso la sua sinistra, indicando colla mano l'angolo della rete dove il portiere deve prenderlo. Ceresoli, invece, è partito nella direzione diametralmente opposta. E la palla rotola di precisione in rete. Un tentato suicidio più elegante fu mai visto. Nemmeno se i due giuocatori lo avessero studiato prima, sarebbe riuscito così spettacoloso. Marchi si dispera, si strappa i capelli, mentre i milanisti non sanno gitale giuocatore proprio abbracciare. Non disperarti, fa parte del bagaglio di esperienza per l'avvenire, questa linda autorete, Marchi, che di giuocare sei capace. Un K doppio » rigore Battaglia da quel mmnento in avanti. Il Genova mette qualche po' a digerire il dispiacere. Si rianima quando Arcari esce limpido da un groviglio e si presenta tutto solo davanti a Micheloni: un piede mifant'sfa spunfafo aH'ulftmo momento devia in angolo il tiro che aveva fatto tenere il respiro, Ma ecco qualcosa di più vivace. Neri sguscia via da solo, e tiiene atterrato da Berrà. « Rigore ». Avanza Conti. Finta e tiro, proprio in bocca a Micheloni. L'arbitro ha fischiato, ed ordina la ripetizione. Dice che Micheloni s'è mosso e che altri due milanisti sono entrati in area, prima del tempo. Tira Arcari e segna. Tempesta sul campo e fuori del campo. E' la serenata all'arbitro, che tacere è bello. Uno a uno, e non parliamone più. Alla ripresa il Genova giuoca in stile più pratico. Neri viene lanciato e rilanciato. Eccolo in areaai T; perde la palla, la riprende, serve Miniati in ottima posizione. Sventola a mezza altezza. MicheIoni raccoglie in rete. Quel Genova che pareva finito al momento dell'autorete, pare ora padrone della situazione, e potrebbe presto aumentare il suo vantaggio, se Jft'nt'aft fosse capace di fare un secondo tiro come il primo, o più facile ancora, o se Neri centrasse più all'indietro. La eccitazione in campo è al massimo. Si vuole un « rigore » per il Milano. Chizzo è ad un certo punto latore di una simile richiesta all'arbitro, ma in forma evidentemente poco parlamentare, perchè ritorna con l'ordine immediato di rientrare negli spogliatoi. Tumulto. Palle di neve che arrivano. Confusione generale. L'incidente di Battistoni Il Genova tiene e, per quanto stanco, pare debba reggere fino àtermine. Ma ecco l'incidente peg^ giare, a V dalla fine. Duro scontro fra Baffi e Battistoni, su entrata di questi. Battistoni resta a terra, ed il giuoco continua, fino a quando Genia sentendo il lamento del compagno non getta la palla fuori campo. Lunga interruzione. Non riprende il suo posto, il centro mediano del GenovaE non lo riprenderà per qualchemstdaptcingpsrtgtffcnttesgritsszvbnidefgtcnscccmnfamm mese. Ha la tibia della gamba destra spezzata. I compagni lo portano fuori campo, e lo adagiano dietro alla rete. A tagliare corto a ogni discussione, l'arbitro fa riprendere subito il giuoco. Non tutti gli uomini sono ancora precisamente al loro posto. Rimessa in giuoco, prontissimo forte allungo di Bortoletti, testa di Loich, e palla in rete. Ceresoli, che ha lasciato per ultimo Battistoni, ed arriva appena allora, si allunga tutto verso la sua sinistra, ma non giunge fino alla palla. Va a discutere su un simile punto. Noi preferiamo non farlo. La partita offre tanta materia di discutere, a chi ne ha voglia e spazio! Dominio del Milano in seguito. I sette tninufi che mancano per completare lo spettacolo diventano nove e passano, questo è l'importante, senza altri guai. Situazione non lieta Andiamo male come situazione generale di giuoco. Non vogliamo riferirci direttamente al doloroso incùienfe che ha stroncato un altro elemento di valore. Esso è, specificamente, 7't'nvofonfaria casuale conseguenza di una condizione di cose generica poco piacevole. Ma, anche ieri si è giuocato bene per una ventina- sola di minuti, come a dare al pubblico una idea delle possibilità di tecnica e di stile dei ventidue uomini. A esposizione di questa possibilità fatta, a illusione data, si è rifuggito dui giuoco sano, bello, positivo, come dalla peste. E si è ricadufi, coniefanfe altre volte, nel nervosismo, nel caos, nella atmosfera di combattimento che qualche volta sfiora anche la baruffa. Non drammatizziamo, non facciamo le cose più gravi di quello che sono, ma non facciamole nemmeno tanto piccole e leggere, da non meritare considerazione. Riferiamoci al solo giuoco, nei suoi aspetti e SDilttppi inferni, e diciamoci, sommessamente, se vogliamo, ma chiaramente, che tanta eccitabilità, tanto nervosismo, tanta sete di vittoria a qualunque costo, tanta fame di «punti», renderà interessante il giuoco come combattimento, ma' finisce — se non controllata, dominata, costretta entro certi limiti — per suitofare il giuoco di ogni contenuto, di ogni sapore, di ogni scopo tecnico. La partita di ieri, per il tecnico, è durata venti minuti: belli, limpidi, soddisfacenti. Un Milano di ottimo' umore, ed nn Genova, in difficoltà, ma saldo e ben inquadrato. Salutare il ritorno in forma di Arcari. Il rimanente dell'incontro non interessa. Vittorio Pozzo Milano-Genova 2-2 (1-1) Milano-Genova 2-2 (1-1) Da una parte un'autorete e un infortunio; dall'altra un "rigore,, e un'espulsione e a i e n e a 0 à i e a e o à o, o a a a o o e o e o e e ba na oi ieil ù o aul3, à i, e, aun. o on le a a ra eto n- te o. m. RETIt Loioh (M.) autorete (ti Marchi (C.) al 23 a Aroari (C.) su rigore al 43' del primo tempo; Miniati (C.) al 7' e Loioh (M.) al 3S' del II tempo. MILANO: Mlchcloni; Berrà, Bonizzoni; Antonini. Kortoletti, Loetti; PaBinati. 1/oicli. Bolli, Chizzu, Biraghi. GENOVA: Ceretoli; Marcili, Sardelli; Gentil, Battistoni, Perozzolo; Neri, Arcari, Miniati, Scarabello, Conti. ARBITRO: Pizziolo. di Firenze. Spettatori 20.000; incasso 110.000. Milano, 5 febbraio. Anche questa volta, di tutto un po' nell'incontro, dal periodo di bel giuoco iniziale, al calcio di rigore, all'espulsione di un giuocatore, ad una autorete che è stata un capolavoro di finezza, fino alla burrasca. Di tutto un po'. Come domenica scorsa. Con la sola differenza che questa volta c'è scappata ladisgrazia brutta: sotto forma di una gamba spezzata ad uno dei giuocatori più in visto. iCncco«fta?)io, che l'assieme lo merita. Giornata fredda, umida, nebbiosa. Cattiva visibilità, Tremila sostenitori genovani sulle gradinate. Buon inizio Inizio di ottima fattura. Giuocano bene tutte e due le squadre, e gli attacchi sono alterni. Il Milano emerge, però, presto per stile che meglio si adatta alle condizioni del campo, sgelato, viscido, vischioso. Giuoca largo il Milano, facendo viaggiare la palla, chiamando all'opera le ali. impegnando l'intero fronte d'azione. Giuoca stretto il Genova, che non può comandare la palla come vorrebbe e si impegola- in passaggi stretti e bassi che trovano ostacolo nel terreno. Parate di qua, parate di là: Ceresoli su tentativi di Biraghi, di Chizzo, di Loich, Micheloni su tiri di Neri e di altri. Visione di giuoco cJie soddisfa. Sarebbe così bello se durasse a questo modo! State sicuri che non dura. Presto l'illusione svanisce e la vistone scompare. Comincia il centro avanti Miniati a beccarsi un duro colpo. Zoppica, esce, entra, va all'ala destra, poi all'ala sinistra, poi se ne va e non rientrerà che verso la fine del tempo sotto l'effetto di una iniezione che gli fa dimenticare il dolore. La prima linea qenovana si sconvolge. Alla metà precisa del tempo, fra il 22' e il 2$', il Milano segna. Cioè, segna il Genova per lui. Un gioiello di autorete. Lontano dall'area, sulla destra, Loich esce vittorioso da un piccolo duello con Scarabello, e manda un lungo pallone a spiovere in area. Marchi è a posto, e non ha anima viva attorno a sè, e può liberare tranquillo e, invece, crede venuto il momento di mostrarci una finezza. Di testa gira 'il pallone dolcemente verso la sua sinistra, indicando colla mano l'angolo della rete dove il portiere deve prenderlo. Ceresoli, invece, è partito nella direzione diametralmente opposta. E la palla rotola di precisione in rete. Un tentato suicidio più elegante fu mai visto. Nemmeno se i due giuocatori lo avessero studiato prima, sarebbe riuscito così spettacoloso. Marchi si dispera, si strappa i capelli, mentre i milanisti non sanno gitale giuocatore proprio abbracciare. Non disperarti, fa parte del bagaglio di esperienza per l'avvenire, questa linda autorete, Marchi, che di giuocare sei capace. Un K doppio » rigore Battaglia da quel mmnento in avanti. Il Genova mette qualche po' a digerire il dispiacere. Si rianima quando Arcari esce limpido da un groviglio e si presenta tutto solo davanti a Micheloni: un piede mifant'sfa spunfafo aH'ulftmo momento devia in angolo il tiro che aveva fatto tenere il respiro, Ma ecco qualcosa di più vivace. Neri sguscia via da solo, e tiiene atterrato da Berrà. « Rigore ». Avanza Conti. Finta e tiro, proprio in bocca a Micheloni. L'arbitro ha fischiato, ed ordina la ripetizione. Dice che Micheloni s'è mosso e che altri due milanisti sono entrati in area, prima del tempo. Tira Arcari e segna. Tempesta sul campo e fuori del campo. E' la serenata all'arbitro, che tacere è bello. Uno a uno, e non parliamone più. Alla ripresa il Genova giuoca in stile più pratico. Neri viene lanciato e rilanciato. Eccolo in areaai T; perde la palla, la riprende, serve Miniati in ottima posizione. Sventola a mezza altezza. MicheIoni raccoglie in rete. Quel Genova che pareva finito al momento dell'autorete, pare ora padrone della situazione, e potrebbe presto aumentare il suo vantaggio, se Jft'nt'aft fosse capace di fare un secondo tiro come il primo, o più facile ancora, o se Neri centrasse più all'indietro. La eccitazione in campo è al massimo. Si vuole un « rigore » per il Milano. Chizzo è ad un certo punto latore di una simile richiesta all'arbitro, ma in forma evidentemente poco parlamentare, perchè ritorna con l'ordine immediato di rientrare negli spogliatoi. Tumulto. Palle di neve che arrivano. Confusione generale. L'incidente di Battistoni Il Genova tiene e, per quanto stanco, pare debba reggere fino àtermine. Ma ecco l'incidente peg^ giare, a V dalla fine. Duro scontro fra Baffi e Battistoni, su entrata di questi. Battistoni resta a terra, ed il giuoco continua, fino a quando Genia sentendo il lamento del compagno non getta la palla fuori campo. Lunga interruzione. Non riprende il suo posto, il centro mediano del GenovaE non lo riprenderà per qualchemstdaptcingpsrtgtffcnttesgritsszvbnidefgtcnscccmnfamm mese. Ha la tibia della gamba destra spezzata. I compagni lo portano fuori campo, e lo adagiano dietro alla rete. A tagliare corto a ogni discussione, l'arbitro fa riprendere subito il giuoco. Non tutti gli uomini sono ancora precisamente al loro posto. Rimessa in giuoco, prontissimo forte allungo di Bortoletti, testa di Loich, e palla in rete. Ceresoli, che ha lasciato per ultimo Battistoni, ed arriva appena allora, si allunga tutto verso la sua sinistra, ma non giunge fino alla palla. Va a discutere su un simile punto. Noi preferiamo non farlo. La partita offre tanta materia di discutere, a chi ne ha voglia e spazio! Dominio del Milano in seguito. I sette tninufi che mancano per completare lo spettacolo diventano nove e passano, questo è l'importante, senza altri guai. Situazione non lieta Andiamo male come situazione generale di giuoco. Non vogliamo riferirci direttamente al doloroso incùienfe che ha stroncato un altro elemento di valore. Esso è, specificamente, 7't'nvofonfaria casuale conseguenza di una condizione di cose generica poco piacevole. Ma, anche ieri si è giuocato bene per una ventina- sola di minuti, come a dare al pubblico una idea delle possibilità di tecnica e di stile dei ventidue uomini. A esposizione di questa possibilità fatta, a illusione data, si è rifuggito dui giuoco sano, bello, positivo, come dalla peste. E si è ricadufi, coniefanfe altre volte, nel nervosismo, nel caos, nella atmosfera di combattimento che qualche volta sfiora anche la baruffa. Non drammatizziamo, non facciamo le cose più gravi di quello che sono, ma non facciamole nemmeno tanto piccole e leggere, da non meritare considerazione. Riferiamoci al solo giuoco, nei suoi aspetti e SDilttppi inferni, e diciamoci, sommessamente, se vogliamo, ma chiaramente, che tanta eccitabilità, tanto nervosismo, tanta sete di vittoria a qualunque costo, tanta fame di «punti», renderà interessante il giuoco come combattimento, ma' finisce — se non controllata, dominata, costretta entro certi limiti — per suitofare il giuoco di ogni contenuto, di ogni sapore, di ogni scopo tecnico. La partita di ieri, per il tecnico, è durata venti minuti: belli, limpidi, soddisfacenti. Un Milano di ottimo' umore, ed nn Genova, in difficoltà, ma saldo e ben inquadrato. Salutare il ritorno in forma di Arcari. Il rimanente dell'incontro non interessa. Vittorio Pozzo