A colloquio coi naufraghi in salvo a Genova

A colloquio coi naufraghi in salvo a Genova Im'INCENDIO UEImIm' " ORAZIO A colloquio coi naufraghi in salvo a Genova L'eroico comportamento ('egli equipaggi 12 ore senza soccorsi - La preghiera tra le fiamme II numero delle vittime ancora imprecisato Genova, 23 gennaio. |vGli scampati dell'Ornato sono! ltorna.ti stamane a Genova. Il Con-1 tte Biancamanò, con il suo carico! di 318 naufraghi, ha attraccato al BPonte dei Mille alle 8 precise. Fuo-1 tri della stazione marittima una! cgrande folla attendeva, visibil- ' cmente in ansia, l'arrivc degli j fscampati. Non appena gli scalan-. ldroni sono stati gettati sulla na-| eve sono salite a bordo del Bìan-'-ucremano le autorità marittime e | rcivili. Alle 4 del mattino A bordo del Biancamanò, al comando del capitano Ferrara, si trova la maggior parte dei passeggeri dell'Ornalo, in maggioranza donne e bambini, le cui condizioni, dopo tanta sciagura, sono j abbastanza soddisfacenti. Le auto- gbMrita hanno avuto parole di conforto per i naufraghi e hanno predisposto per i primi soccorsi. Alle 9,20 era la volta del Colombo che attraccava al Ponte dm Mille con 173 naufraghi, per la maggior parte costituita dagli uomini dell'equipaggio dell'Oraaio. L'Oraaio, com'è noto, aveva lasciato il porto di Genova sabato mattina diretto al Centro America e al Pacifico del Sud. Giunta nelle acque francesi, la motonave fu fermata da una nave ausiliaria della Marina da guerra francese per la solita visita di con.rollo che durò poco più di quattro ore otto passeggeri tedeschi furono sbarcati; dopo di che l'Oraaio ri prese il suo cammino. Esso si trovava a circa venti miglia a sud di Tolone, ed erano le 4 del mattino di domenica, quando il fuoco scoppiò improvvisamente nella sala delle macchine incendiando subito un serbatoio di nafta. Tutti dormivano a bordo e tutti furono sve gliati. I primi appelli della radio di bordo furono raccolti dal Biancamano che si trovava in navigazione nel Tirreno diretto da Napoli a Genova e che accorse subito; poi li apprese il Colombo, che era partito da Genova da poco diretto in Africa; indi il Cellula che proveniva da Gibilterra e che si trova240 miglia di distanza. va_a . Ci. vollero più di dodici ore per- cjche il Biancamanò, che dei vapori italiani TEu il primo a giungere sul posto, riuscisse a rintracciare l'Oraaio in fiamme. Infatti, la nave, lasciata in balla del vento e del mare, era andata alla deriva e si trovava a circa 20 miglia più a sud del luogo dove era scoppiato l'incendio è cioè a 42,36 di la- ne est Per altro l'Oraaio potè usufruire ben poco della sua radio. La cabina si trovava infatti al centro della nave e fu subito avvolta dalle fiamme. Il radiotelegrafista Perrona potè lanciare i suol appelli per un quarto d'ora; poi mancò la corrente; egli ricorse allora all'apparecchio ausiliario di soccorsojc{>e diede risultati sorprendenti eIche funziono ancora per mezz oratrasmettere a|che funzionò ancora per mezz'ora permettendogli di Coltano e Toione. I primi soccorsi Intanto le fiamme si propagavano con rapidità dal centro verso poppa e prua. Furono lanciate in mare quattro scia- luPPe: ma 'a prima si sfasciò e coloro che l'occupavano sparirono in acqua; le altre tre, poterono allontanarsi; ma di esse due rimasero presto preda del mare ■ tBmnpcInóissimn- la nnarfa untò invece venire? raccolti"più tardi <te una "ave ausiliaria "francese, „ui,]ata ria ,ln nnnarprehio fran fese a appaieccmo fran- P°«> dopo le 16 finalmente 11 tol«™ spuntava, ma per la fua «ole non potè però^vvjcinarsi troppo. Dal Biancamanò vennero gettate in mare tre scialuppe le quali, cqn manovra tanto ardita quanto faticosa, riuscivano ad av ^^Li^0^^^1^.!^^ l^J^^^i^^^^uà Suasl tut« donne e bambini. Nella . . che ghiacciava tutti ;ml^*!!!^!^-a,_Il5S5ri:5' coloro che Un'ora dopo arrivava sul postobrs0Sna si avvicendavano e si prò- digavano marinai e camerieri per- chI ji freddo era talmente intpnso 11 ""lu.° era laimente intensoChe ghiacciava tutti coloro che manovravano all'aperto. Un'ora dopo arrivava sul posto ^h*- " Colon, bo, ma la notte era intanto.-sopravvenuta. Il coman- rlnnra Hp Onlmnhn panitonn ria.dante del Colombo, capitano Galante, con manovra audacissima, si affiancava a circa cinquanta metri dall'Orario e iniziava anche esso la sua opera di soccorso, mentre il Biancamanò e due navi da P^SuS«ìascena con i riflettori. Poco dopo mezzanotte tutti co-loro che erano sull'Orario eranoìn salvo. Gli ultimi a saUre sulColombo furono .il comandante elo stato maggiore dell Orazio e lanave veniva abbandonata allefiamme. Il Biancamanò e il Co-!?»™ riprendevano la via del- 1 «alia, mentre il Cellino rimaneva1 sul posto dove non appena leìnamme avranno terminato di di- yorarè la nave proyvedera a pren--«ere a rimorchio la carcassa perincondurla in Italia. ; n____^»:_: „„I.,„»„„ • , Drammatici Salvataggi Tra i superstiti si trovano inte- re famiglie di stranieri che eranoI partite dal nostro porto diretteI partite dal nostro porto dirette :agli scali de'. Hentro America. Laconsorte del segretario della LeI gazione di Columbia a Roma, si[gnora Fallace, nel saltare da un iMrtfuE'e,StScon una srinlnnnn TI hnrnnp SmtJcon una scialuppa. Il barone Sca-subito soccorsa da alcuni marinai e tratta in salvo sul Bìanca.manomacca, consigliere di ambasciata a Santiago del Cile, che si trova¬va sull'Orario con la consorte edall'equipaggio del Biancamanò:1 tusioni ad una i nonostante ha nezuela e che era venuto a ira-j salvataggio dei j 1 marinai del Colombo statotratto in salvoDotiito'c^DéraretàTPflUliJiH P „i >,„ u Tn una caduta aveva riportato con-|jn una caauia ave\.i ripoiidio con hannol invece"tratto in salvei"i'i"nadre sa-! lesiano don Luigi Frassato. da To- rino, che da 30 anni risiedè al Ve-scorrei-p in TtalK pinnnp me^i ,ii.-.<...t .e in liana cinque mesi Uivacanze Il Biancamanò, tra i tanti scam. pati, ha purtroppo riportato in italia anche un cadavere: si tratta della figlia del Console di Svizze-!ra in Ecuador, una bimba di 5 an-iti 111 CIUUaUUF, IXIUX U li-' 1 UU III O «II- ni, che è morta di freddo durante le operazioni di salvataggio, j Nel pomeriggio gli scampati, aiquali si sono aggiunti i quaran-! lotto naufraghi raccolti dalla nave. ausiliaria francese e sbarcati Marsiglia di dove hanno prose!guito'per Genova via terra, sono I stati alloggiati in vari alberati' 'cittadini in attesa di iniziare nuo-d |vamente, ad inchiesta ultimata, il ! loro viaggio così tragicamente in1 terrotto. ! Siamo saliti subito a bordo del Biancamanò. I naufraghi eran tut1 ti raccolti nel salone centrale e re! cavano negli abiti, sporchi e bru ' ciacchiati, nelle teste e nei piedi j fasciati per le scottature, in tutto . l'atteggiamento esteriore, ì segni | evidenti di una immane fatica e di '-un immenso dolore. C'erano madri | rimaste senza figli e piccoli senza dzr j rassegnazióne, di disperato appel ]D aua vita, sono come dei narco genitori; tra questi ultimi una bambina di nove mesi... Le donne, in abiti dimessi, con i loro figlioletti in braccio, ricordavano certe Madonne dolenti del Dolci. La loro tristezza si diradava nell'accarezzare i propri nati. I naufraghi, che hanno vissuto ore di angoscia, di speranza, di o i o a o i a i n - Uzzati che schiudano il ciglio alla luce dopo una lunga operazione; alcuni subiscono il collasso, dopo tanta tensione nervosa. Perchè lo sforzo eroico, nel senso più ampio della parola, lo sforzo per guadagnare la vita di fronte alla morte, è stato compiuto, a quel che ci è stato detto, da tutti indistintamente, equipaggio e passeggeri. Il dott. Renato Silenzi, del Ministero degli Esteri, si recava con l'Orazio assieme alla consorte c alla figliuola ad assumere la Le gazione d'Italia a Panama. E' se duto su un'ampia poltrona. Ha il cappotto sopra il pgiama da letto, i piedi scalzi entro un paio di semplici ciabattine. Episodi di eroismo Egli ci racconta come si è svolto il tragico incidente e vuole, vuole assolutamente che si dica attraverso i giornali l'unica e sola grande verità: se guai più gravi sono stati evitati, se i passeggeri hanno tenuto un contegno esemplarmente tranquillo, ciò si deve al forte, meraviglioso comportamento del personale di bordo del l'07-a.-..'io. Ufficiali, marinai, macchinisti, tutti insomma, come se il j pericolo non li riguardasse, si sono soltanto preoccupati degli al tri, di soccorrerli, di incoraggiar dtltsdmgszdsscgesrrqrci l e e a ù - e e rli a po e ai".,7— alF1'1!??0 Perrcm?-' facesse giungere a /avendo pe tutti una^aroTàrii bontà e di consolazione. Nessuna scena di panico è avvenuta a bor- do durante le lunghe ore di attese.fGli episodi di eroismo non si ! possono contare. Erano le 4,15 cir- ca del mattino quando, avvisato illpericolo, il comandante della na- ve, il meraviglioso capitano Schia-I no, del quale tutti ci diranno poi|cose straordinarie, fece suonare1sei volte la sirena. Tutti i passeggeri si levarono e si portarono sopra coperta. Il fuoco divampava nel centro della nave e si estendeva verso prua e verso poppa, con tale rapidità che dopo tre ore dall'allarme tutte le sovrastrutture della nave erano già state divorate dalle fiamme. I passeggeri, raccolti a prua e a poppa, attendevano inginocchiati che il marconista, il sanremese ao o - ò o e ò i , - 11 a e a v la sua voce alla più vicina meta di salvezza. Il marconista fece tilt- n°.rJHH°nh?V£rH V, S ^tnTnht cabina e che. le'«K|meparole ^M-soffoco > q *fumo'Dopo'"circa sei ore di attesa. mentre la nave era sempre più di-vorata dal fuoco, ecco sili cielo ap-parire un aereo francese il quale. ^ à a | individuata la ubicazione esatta della nave, riuscì poi a condurre sul punto giusto le navi accorse, correggendo con la sua guida i forti mutamenti di posizione dell'Oraaio causati dal vento e dalle onde. Il piroscafo italiano Edera, la torpediniera francese X 93 e un altro battello italiano tentavano invano di accostarsi al rogo galleggiante: il mare e il vento lo impedivano. Quello che le altre navi non seppero fare fu fatto dal Biancamanò. il quale giunse sulla scena del disastro poco prima del calar del sole. Il mare e il cielo erano in tempasseggeri andavano riti- sempre più verso gli estre- e 'mi limiti della poppa e deìla prua, infliggendo all'incalzare del fuoco. o^ra essi .c'erano dei preti e dei m«>-»T»aiiani. Le ore trascorsero nelhiera. Pregavano in tutte e secondo tutte le religioni. poiché a bordo v'era gente di ogni nazionalità. Quelli che poterono si confessarono, gli altri - \ " mai. r- pesta. I o • randosi s o. ijmiti e ! "i1 "miti ! rfuggend o "a essi a £P£*"aJ& n- a Ef^nie . !*« iin_uf 1 aa, a e na furono benedetti e assolti in massa da un religioso che si era so¬ a* ce o- OlOrZO titanico o Un avvocato di Milano — racul contiamo il fatto perchè esso si e ripercuote jn a)to $nore rtel nau. a Er'agni _ intono un inno religioso e|che°fu cantato in coro da tutti i o- passeggeri. Dicono alcuni superl- stiti che la scena di questa prea ghiera^ nell'ardore che l'animava, e ]nei palpito delle anime da cui proi- .veniva, non sarà mai debitamente n- illustrata dalla penna e rial pener ; nello di chicchessia, tanto era sue-, r no ; Bl""'""m,!') hanno fatto la spola te Itra " roS° vagante e il transatlan- - soccorritore blime nel suo significato e nella sua bellezza esteriore. Poi ebbe inizio, sul far della sera, il salvataggio. I marinai delte a ein S tico soccorritore che distavano l'uno dall'altro ora cinquecento. ora mille metri centinaia di volte. Dicono i superstiti che curvi sui remi, battuti dalle onde, questi do- mini si erano d'improvviso mutati in titani e che nel loro sforzo ci- clopico pareva dovessero santiiì- tJcare il dovere e immortalare il sa-a-1 crifit.io. Ad llno ad uno chjl lc gato a corde, chi per la scaletta, ai o a a¬ e i passeggeri furono calati nelle ò: a- vo (fj^^^ati a bordo delàTnt'rborute si spezzarono più volte; ic allora 1 n™r>ni" usavano la pala la mo' di pagaia e per fare forza n-: Durantp il. traghetto i remi pien „aU soUo nmpuls0 deUe bracciano"1 Illu ul h^k»1» c f« mm-<hxa- 5Ul* acqua rischiavano ad ogni mo- o- ! "Tri ™. .CthH™nnmf„«-„ J?P,"e- !lalG<,1Un»1 ci^rf ^"?J„e„S" rate della nave, ormai incande- ii'iTOnlc' se non potevano usare cor Uijie „ ramponi, usavano le mn a e- n- geri e l'equipaggio poterono esse-re salvati. Diciotto sono i feriti, la mag gior parte ustionati, ricoverati al mani. In tal modo quasi lutti 1 passeg-I- 1., 0-,,%, ...II., n,..!:.,, . _ «««« . . - te ^f^^JJI^'JS^^Si? ai n-1 ve'-1 ssi in condizioni preoccupanti. Nel pomerggio 1 naufraghi s no stati portati in alberghi cittadini eo i' o-1 i indumenti, poiché ogni cosa è stad|ta perduta. Poi ognuno sarà inter regalo e avviato nuovamente alla sua mèta. Renzo Bidone A colloquio coi naufraghi in salvo a Genova Im'INCENDIO UEImIm' " ORAZIO A colloquio coi naufraghi in salvo a Genova L'eroico comportamento ('egli equipaggi 12 ore senza soccorsi - La preghiera tra le fiamme II numero delle vittime ancora imprecisato Genova, 23 gennaio. |vGli scampati dell'Ornato sono! ltorna.ti stamane a Genova. Il Con-1 tte Biancamanò, con il suo carico! di 318 naufraghi, ha attraccato al BPonte dei Mille alle 8 precise. Fuo-1 tri della stazione marittima una! cgrande folla attendeva, visibil- ' cmente in ansia, l'arrivc degli j fscampati. Non appena gli scalan-. ldroni sono stati gettati sulla na-| eve sono salite a bordo del Bìan-'-ucremano le autorità marittime e | rcivili. Alle 4 del mattino A bordo del Biancamanò, al comando del capitano Ferrara, si trova la maggior parte dei passeggeri dell'Ornalo, in maggioranza donne e bambini, le cui condizioni, dopo tanta sciagura, sono j abbastanza soddisfacenti. Le auto- gbMrita hanno avuto parole di conforto per i naufraghi e hanno predisposto per i primi soccorsi. Alle 9,20 era la volta del Colombo che attraccava al Ponte dm Mille con 173 naufraghi, per la maggior parte costituita dagli uomini dell'equipaggio dell'Oraaio. L'Oraaio, com'è noto, aveva lasciato il porto di Genova sabato mattina diretto al Centro America e al Pacifico del Sud. Giunta nelle acque francesi, la motonave fu fermata da una nave ausiliaria della Marina da guerra francese per la solita visita di con.rollo che durò poco più di quattro ore otto passeggeri tedeschi furono sbarcati; dopo di che l'Oraaio ri prese il suo cammino. Esso si trovava a circa venti miglia a sud di Tolone, ed erano le 4 del mattino di domenica, quando il fuoco scoppiò improvvisamente nella sala delle macchine incendiando subito un serbatoio di nafta. Tutti dormivano a bordo e tutti furono sve gliati. I primi appelli della radio di bordo furono raccolti dal Biancamano che si trovava in navigazione nel Tirreno diretto da Napoli a Genova e che accorse subito; poi li apprese il Colombo, che era partito da Genova da poco diretto in Africa; indi il Cellula che proveniva da Gibilterra e che si trova240 miglia di distanza. va_a . Ci. vollero più di dodici ore per- cjche il Biancamanò, che dei vapori italiani TEu il primo a giungere sul posto, riuscisse a rintracciare l'Oraaio in fiamme. Infatti, la nave, lasciata in balla del vento e del mare, era andata alla deriva e si trovava a circa 20 miglia più a sud del luogo dove era scoppiato l'incendio è cioè a 42,36 di la- ne est Per altro l'Oraaio potè usufruire ben poco della sua radio. La cabina si trovava infatti al centro della nave e fu subito avvolta dalle fiamme. Il radiotelegrafista Perrona potè lanciare i suol appelli per un quarto d'ora; poi mancò la corrente; egli ricorse allora all'apparecchio ausiliario di soccorsojc{>e diede risultati sorprendenti eIche funziono ancora per mezz oratrasmettere a|che funzionò ancora per mezz'ora permettendogli di Coltano e Toione. I primi soccorsi Intanto le fiamme si propagavano con rapidità dal centro verso poppa e prua. Furono lanciate in mare quattro scia- luPPe: ma 'a prima si sfasciò e coloro che l'occupavano sparirono in acqua; le altre tre, poterono allontanarsi; ma di esse due rimasero presto preda del mare ■ tBmnpcInóissimn- la nnarfa untò invece venire? raccolti"più tardi <te una "ave ausiliaria "francese, „ui,]ata ria ,ln nnnarprehio fran fese a appaieccmo fran- P°«> dopo le 16 finalmente 11 tol«™ spuntava, ma per la fua «ole non potè però^vvjcinarsi troppo. Dal Biancamanò vennero gettate in mare tre scialuppe le quali, cqn manovra tanto ardita quanto faticosa, riuscivano ad av ^^Li^0^^^1^.!^^ l^J^^^i^^^^uà Suasl tut« donne e bambini. Nella . . che ghiacciava tutti ;ml^*!!!^!^-a,_Il5S5ri:5' coloro che Un'ora dopo arrivava sul postobrs0Sna si avvicendavano e si prò- digavano marinai e camerieri per- chI ji freddo era talmente intpnso 11 ""lu.° era laimente intensoChe ghiacciava tutti coloro che manovravano all'aperto. Un'ora dopo arrivava sul posto ^h*- " Colon, bo, ma la notte era intanto.-sopravvenuta. Il coman- rlnnra Hp Onlmnhn panitonn ria.dante del Colombo, capitano Galante, con manovra audacissima, si affiancava a circa cinquanta metri dall'Orario e iniziava anche esso la sua opera di soccorso, mentre il Biancamanò e due navi da P^SuS«ìascena con i riflettori. Poco dopo mezzanotte tutti co-loro che erano sull'Orario eranoìn salvo. Gli ultimi a saUre sulColombo furono .il comandante elo stato maggiore dell Orazio e lanave veniva abbandonata allefiamme. Il Biancamanò e il Co-!?»™ riprendevano la via del- 1 «alia, mentre il Cellino rimaneva1 sul posto dove non appena leìnamme avranno terminato di di- yorarè la nave proyvedera a pren--«ere a rimorchio la carcassa perincondurla in Italia. ; n____^»:_: „„I.,„»„„ • , Drammatici Salvataggi Tra i superstiti si trovano inte- re famiglie di stranieri che eranoI partite dal nostro porto diretteI partite dal nostro porto dirette :agli scali de'. Hentro America. Laconsorte del segretario della LeI gazione di Columbia a Roma, si[gnora Fallace, nel saltare da un iMrtfuE'e,StScon una srinlnnnn TI hnrnnp SmtJcon una scialuppa. Il barone Sca-subito soccorsa da alcuni marinai e tratta in salvo sul Bìanca.manomacca, consigliere di ambasciata a Santiago del Cile, che si trova¬va sull'Orario con la consorte edall'equipaggio del Biancamanò:1 tusioni ad una i nonostante ha nezuela e che era venuto a ira-j salvataggio dei j 1 marinai del Colombo statotratto in salvoDotiito'c^DéraretàTPflUliJiH P „i >,„ u Tn una caduta aveva riportato con-|jn una caauia ave\.i ripoiidio con hannol invece"tratto in salvei"i'i"nadre sa-! lesiano don Luigi Frassato. da To- rino, che da 30 anni risiedè al Ve-scorrei-p in TtalK pinnnp me^i ,ii.-.<...t .e in liana cinque mesi Uivacanze Il Biancamanò, tra i tanti scam. pati, ha purtroppo riportato in italia anche un cadavere: si tratta della figlia del Console di Svizze-!ra in Ecuador, una bimba di 5 an-iti 111 CIUUaUUF, IXIUX U li-' 1 UU III O «II- ni, che è morta di freddo durante le operazioni di salvataggio, j Nel pomeriggio gli scampati, aiquali si sono aggiunti i quaran-! lotto naufraghi raccolti dalla nave. ausiliaria francese e sbarcati Marsiglia di dove hanno prose!guito'per Genova via terra, sono I stati alloggiati in vari alberati' 'cittadini in attesa di iniziare nuo-d |vamente, ad inchiesta ultimata, il ! loro viaggio così tragicamente in1 terrotto. ! Siamo saliti subito a bordo del Biancamanò. I naufraghi eran tut1 ti raccolti nel salone centrale e re! cavano negli abiti, sporchi e bru ' ciacchiati, nelle teste e nei piedi j fasciati per le scottature, in tutto . l'atteggiamento esteriore, ì segni | evidenti di una immane fatica e di '-un immenso dolore. C'erano madri | rimaste senza figli e piccoli senza dzr j rassegnazióne, di disperato appel ]D aua vita, sono come dei narco genitori; tra questi ultimi una bambina di nove mesi... Le donne, in abiti dimessi, con i loro figlioletti in braccio, ricordavano certe Madonne dolenti del Dolci. La loro tristezza si diradava nell'accarezzare i propri nati. I naufraghi, che hanno vissuto ore di angoscia, di speranza, di o i o a o i a i n - Uzzati che schiudano il ciglio alla luce dopo una lunga operazione; alcuni subiscono il collasso, dopo tanta tensione nervosa. Perchè lo sforzo eroico, nel senso più ampio della parola, lo sforzo per guadagnare la vita di fronte alla morte, è stato compiuto, a quel che ci è stato detto, da tutti indistintamente, equipaggio e passeggeri. Il dott. Renato Silenzi, del Ministero degli Esteri, si recava con l'Orazio assieme alla consorte c alla figliuola ad assumere la Le gazione d'Italia a Panama. E' se duto su un'ampia poltrona. Ha il cappotto sopra il pgiama da letto, i piedi scalzi entro un paio di semplici ciabattine. Episodi di eroismo Egli ci racconta come si è svolto il tragico incidente e vuole, vuole assolutamente che si dica attraverso i giornali l'unica e sola grande verità: se guai più gravi sono stati evitati, se i passeggeri hanno tenuto un contegno esemplarmente tranquillo, ciò si deve al forte, meraviglioso comportamento del personale di bordo del l'07-a.-..'io. Ufficiali, marinai, macchinisti, tutti insomma, come se il j pericolo non li riguardasse, si sono soltanto preoccupati degli al tri, di soccorrerli, di incoraggiar dtltsdmgszdsscgesrrqrci l e e a ù - e e rli a po e ai".,7— alF1'1!??0 Perrcm?-' facesse giungere a /avendo pe tutti una^aroTàrii bontà e di consolazione. Nessuna scena di panico è avvenuta a bor- do durante le lunghe ore di attese.fGli episodi di eroismo non si ! possono contare. Erano le 4,15 cir- ca del mattino quando, avvisato illpericolo, il comandante della na- ve, il meraviglioso capitano Schia-I no, del quale tutti ci diranno poi|cose straordinarie, fece suonare1sei volte la sirena. Tutti i passeggeri si levarono e si portarono sopra coperta. Il fuoco divampava nel centro della nave e si estendeva verso prua e verso poppa, con tale rapidità che dopo tre ore dall'allarme tutte le sovrastrutture della nave erano già state divorate dalle fiamme. I passeggeri, raccolti a prua e a poppa, attendevano inginocchiati che il marconista, il sanremese ao o - ò o e ò i , - 11 a e a v la sua voce alla più vicina meta di salvezza. Il marconista fece tilt- n°.rJHH°nh?V£rH V, S ^tnTnht cabina e che. le'«K|meparole ^M-soffoco > q *fumo'Dopo'"circa sei ore di attesa. mentre la nave era sempre più di-vorata dal fuoco, ecco sili cielo ap-parire un aereo francese il quale. ^ à a | individuata la ubicazione esatta della nave, riuscì poi a condurre sul punto giusto le navi accorse, correggendo con la sua guida i forti mutamenti di posizione dell'Oraaio causati dal vento e dalle onde. Il piroscafo italiano Edera, la torpediniera francese X 93 e un altro battello italiano tentavano invano di accostarsi al rogo galleggiante: il mare e il vento lo impedivano. Quello che le altre navi non seppero fare fu fatto dal Biancamanò. il quale giunse sulla scena del disastro poco prima del calar del sole. Il mare e il cielo erano in tempasseggeri andavano riti- sempre più verso gli estre- e 'mi limiti della poppa e deìla prua, infliggendo all'incalzare del fuoco. o^ra essi .c'erano dei preti e dei m«>-»T»aiiani. Le ore trascorsero nelhiera. Pregavano in tutte e secondo tutte le religioni. poiché a bordo v'era gente di ogni nazionalità. Quelli che poterono si confessarono, gli altri - \ " mai. r- pesta. I o • randosi s o. ijmiti e ! "i1 "miti ! rfuggend o "a essi a £P£*"aJ& n- a Ef^nie . !*« iin_uf 1 aa, a e na furono benedetti e assolti in massa da un religioso che si era so¬ a* ce o- OlOrZO titanico o Un avvocato di Milano — racul contiamo il fatto perchè esso si e ripercuote jn a)to $nore rtel nau. a Er'agni _ intono un inno religioso e|che°fu cantato in coro da tutti i o- passeggeri. Dicono alcuni superl- stiti che la scena di questa prea ghiera^ nell'ardore che l'animava, e ]nei palpito delle anime da cui proi- .veniva, non sarà mai debitamente n- illustrata dalla penna e rial pener ; nello di chicchessia, tanto era sue-, r no ; Bl""'""m,!') hanno fatto la spola te Itra " roS° vagante e il transatlan- - soccorritore blime nel suo significato e nella sua bellezza esteriore. Poi ebbe inizio, sul far della sera, il salvataggio. I marinai delte a ein S tico soccorritore che distavano l'uno dall'altro ora cinquecento. ora mille metri centinaia di volte. Dicono i superstiti che curvi sui remi, battuti dalle onde, questi do- mini si erano d'improvviso mutati in titani e che nel loro sforzo ci- clopico pareva dovessero santiiì- tJcare il dovere e immortalare il sa-a-1 crifit.io. Ad llno ad uno chjl lc gato a corde, chi per la scaletta, ai o a a¬ e i passeggeri furono calati nelle ò: a- vo (fj^^^ati a bordo delàTnt'rborute si spezzarono più volte; ic allora 1 n™r>ni" usavano la pala la mo' di pagaia e per fare forza n-: Durantp il. traghetto i remi pien „aU soUo nmpuls0 deUe bracciano"1 Illu ul h^k»1» c f« mm-<hxa- 5Ul* acqua rischiavano ad ogni mo- o- ! "Tri ™. .CthH™nnmf„«-„ J?P,"e- !lalG<,1Un»1 ci^rf ^"?J„e„S" rate della nave, ormai incande- ii'iTOnlc' se non potevano usare cor Uijie „ ramponi, usavano le mn a e- n- geri e l'equipaggio poterono esse-re salvati. Diciotto sono i feriti, la mag gior parte ustionati, ricoverati al mani. In tal modo quasi lutti 1 passeg-I- 1., 0-,,%, ...II., n,..!:.,, . _ «««« . . - te ^f^^JJI^'JS^^Si? ai n-1 ve'-1 ssi in condizioni preoccupanti. Nel pomerggio 1 naufraghi s no stati portati in alberghi cittadini eo i' o-1 i indumenti, poiché ogni cosa è stad|ta perduta. Poi ognuno sarà inter regalo e avviato nuovamente alla sua mèta. Renzo Bidone

Persone citate: Biancamano, Cellino, Ferrara, Luigi Frassato, Perrona, Renato Silenzi, Renzo Bidone