Immutate direttive per l'azione dei Fasci

Immutate direttive per l'azione dei Fasci Dichiarazioni del Segretario del Partito al rapporto dei Federali Immutate direttive per l'azione dei Fasci Intransigenza antidemocratica, antibolscevica e antiborghese - Non addormentarsi: l'Italia può trovarsi in qualsiasi momento nella necessità e nel dovere di impugnare le armi - Compiti dei Federali: evitare incomprensioni nel pubblico e riferire sullo stato d'animo delle provincie - Stroncare i tentativi ostili alle provvidenze in favore dei lavoratori Intransigenza L'intransigenza riaffermata nel rapporto tenuto dal Segretario del Partito ai Segretari Federali dell'Italia Centrale è, ancora una volta, l'ordine di marcia per tutte le Camicie Nere. Milizia civile totalitariamente organizzata agli ordini del Duce, il Partito, oggi più di ieri, deve procedere con tutte le sue forze in una unità ferrea verso quegli obbiettivi che il Duce ha segnato e vorrà fissare. Nessuna sosta, dunque, ma anzi accentuazione di quello stile, di quella disciplina che hanno sempre distinto il Fascismo come forza omogenea di tutta la vita politica nazionale, presa sotto i suoi più vari aspetti, in tutte le sue manifestazioni. Con questo, il Partito è e rimane, come lo definì il Duce, la spina dorsale del Regime, necessario e insostituibile organo vitalissimo al centro di tutto il movimento creato dalla Rivoluzione, che non si arresta ma si evolve e continua. Si può anzi affermare che il Partito, nel ritrovare la sua agilità dei tempi più duri, ha acquistato oggi, con il decentramento di alcune organizzazioni di vario carattere, una maggior forza politica che si proietta in pieno su tutte le attività della Nazione. Funzione politica, quindi, accentuata in vista di tenere il Paese pronto per qualsiasi eventualità come lo richiede la linea di condotta del Regime dinanzi alle vicende della guerra che sosta minacciosa alle frontiere di mezza Europa. La nostra non belligeranza, è bene che sia chiaro una volta ancora, non vuol dire neutralità, come a qualche facilone pacifista piace considerare. La posizione dell'Italia è nettissima verso chiunque ed è una posizione di vigilanza e di attesa che potrebbe tramutarsi in azione quando gli interessi nostri fossero in gioco. Dunque non si porga l'orecchio alle note di simpatia di certa stampa straniera e non se ne deducano comode e facili interpretazioni. La condotta dell'Italia e quella dei suoi interessi che gravitano dal MaiRosso al Mediterraneo, alle Alpi e che si riconnettono alla sicurezza di tutti i suoi Possedimenti, del suo Impero, delle sue colonie, fino alla nuova Albania oggi a noi indissolubilmente unita. Questo indirizzo della politica italiana, dal 1" settembre ad oggi, non ha subito modificazione alcuna. Nessun cambiamento di rotta, anche se uomini nuovi sono stati chiamati dal Duce ai più alti posti di responsabilità del Regime. Il clima all'interno del Paese che il Partito vuole mantenere non può e non deve essere quello di una imbelle neutralità, ma al contrario di preparazione spirituale intensa dinanzi agli avvenimenti che, di giorno in giorno, passano sul quadro della politica internazionale. Antibolscevico come lo fu dal suo sorgere, antiborghese nella sua essenza rivoluzionaria, il Regime non abbandona queste posizioni nè le attenua ma, come si può rilevare dalle dichiarazioni del Segretario del Partito, le mantiene in tutta la sua squadristica portata. Azione in profondità e su vasta scala, diretto contatto col popolo, frequenza di rapporti tra il centro e la periferia onde mantenere quell'atmosfera di serena prontezza che il momento richiede; è la direttiva di marcia del Partito. Oltre a ciò, quest'azione capillare servirà a richiamare alla schietta realtà qualora si manifestassero, quelle tendenze individuali che troppo facilmente amano adagiarsi su posizioni di comodo, pericolosi indici di stanchezza e che, come spesso è accaduto, sono clamorosamente smentite alla prova dei fatti. Anche sul piano economico il Partito è chiamato a dare la sua attività attraverso una pronta e quotidiana opera di vigilanza sui prezzi, onde non debbano registrarsi ingiustificati aumenti che inciderebbero negativamente sulla equa politica salariale del Regime. La giustizia sociale non è un mito, ma un obbiettivo concreto che il Duce ha posto al Regime e che, sia pure senza intempestive rapidità, il Fascismo deve raggiungere. Nel campo assistenziale il Partito è chiamato, forse più che in ogni altro settore, a mostrare tutta la sua intransigenza. Le masse lavoratrici, la grande base su cui si innalza tutta la costruzione dello Stato Corporativo, sono, per il Partito, le fanterie della Nazione, l'Esercito del lavoro, la parte più grande della nostra ricchezza. Le provvidenze decretate dal Regime devono al cento per cento essere rispettate. Non sono ammesse evasioni di sorta, sotto qualsiasi forma. La vigilanza che il Segretario del Partito ha chiesto ai Federali è la garanzia di questa particolare funzione di controllo che il Partito intende svolgere. Dal lavoro alla scuola, all'addestramento e all'educazione delle giovani Leve, il Partito, autoritario e totalitario sarà, come lo è sempre stato, la molla vivificatrice della vita nazionale, il terreno su cui germoglierà, pronto e fecondo, ogni volere del Duce. Solo così deve essere intesa l'attività del Partito che, sotto la guida del Duce, ha portato il Popolo italiano alla conquista dell'Impero. Guido Baroni ninni, imiiimimiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiimiiii llFPrtaRssppldzPnCmls Immutate direttive per l'azione dei Fasci Dichiarazioni del Segretario del Partito al rapporto dei Federali Immutate direttive per l'azione dei Fasci Intransigenza antidemocratica, antibolscevica e antiborghese - Non addormentarsi: l'Italia può trovarsi in qualsiasi momento nella necessità e nel dovere di impugnare le armi - Compiti dei Federali: evitare incomprensioni nel pubblico e riferire sullo stato d'animo delle provincie - Stroncare i tentativi ostili alle provvidenze in favore dei lavoratori Intransigenza L'intransigenza riaffermata nel rapporto tenuto dal Segretario del Partito ai Segretari Federali dell'Italia Centrale è, ancora una volta, l'ordine di marcia per tutte le Camicie Nere. Milizia civile totalitariamente organizzata agli ordini del Duce, il Partito, oggi più di ieri, deve procedere con tutte le sue forze in una unità ferrea verso quegli obbiettivi che il Duce ha segnato e vorrà fissare. Nessuna sosta, dunque, ma anzi accentuazione di quello stile, di quella disciplina che hanno sempre distinto il Fascismo come forza omogenea di tutta la vita politica nazionale, presa sotto i suoi più vari aspetti, in tutte le sue manifestazioni. Con questo, il Partito è e rimane, come lo definì il Duce, la spina dorsale del Regime, necessario e insostituibile organo vitalissimo al centro di tutto il movimento creato dalla Rivoluzione, che non si arresta ma si evolve e continua. Si può anzi affermare che il Partito, nel ritrovare la sua agilità dei tempi più duri, ha acquistato oggi, con il decentramento di alcune organizzazioni di vario carattere, una maggior forza politica che si proietta in pieno su tutte le attività della Nazione. Funzione politica, quindi, accentuata in vista di tenere il Paese pronto per qualsiasi eventualità come lo richiede la linea di condotta del Regime dinanzi alle vicende della guerra che sosta minacciosa alle frontiere di mezza Europa. La nostra non belligeranza, è bene che sia chiaro una volta ancora, non vuol dire neutralità, come a qualche facilone pacifista piace considerare. La posizione dell'Italia è nettissima verso chiunque ed è una posizione di vigilanza e di attesa che potrebbe tramutarsi in azione quando gli interessi nostri fossero in gioco. Dunque non si porga l'orecchio alle note di simpatia di certa stampa straniera e non se ne deducano comode e facili interpretazioni. La condotta dell'Italia e quella dei suoi interessi che gravitano dal MaiRosso al Mediterraneo, alle Alpi e che si riconnettono alla sicurezza di tutti i suoi Possedimenti, del suo Impero, delle sue colonie, fino alla nuova Albania oggi a noi indissolubilmente unita. Questo indirizzo della politica italiana, dal 1" settembre ad oggi, non ha subito modificazione alcuna. Nessun cambiamento di rotta, anche se uomini nuovi sono stati chiamati dal Duce ai più alti posti di responsabilità del Regime. Il clima all'interno del Paese che il Partito vuole mantenere non può e non deve essere quello di una imbelle neutralità, ma al contrario di preparazione spirituale intensa dinanzi agli avvenimenti che, di giorno in giorno, passano sul quadro della politica internazionale. Antibolscevico come lo fu dal suo sorgere, antiborghese nella sua essenza rivoluzionaria, il Regime non abbandona queste posizioni nè le attenua ma, come si può rilevare dalle dichiarazioni del Segretario del Partito, le mantiene in tutta la sua squadristica portata. Azione in profondità e su vasta scala, diretto contatto col popolo, frequenza di rapporti tra il centro e la periferia onde mantenere quell'atmosfera di serena prontezza che il momento richiede; è la direttiva di marcia del Partito. Oltre a ciò, quest'azione capillare servirà a richiamare alla schietta realtà qualora si manifestassero, quelle tendenze individuali che troppo facilmente amano adagiarsi su posizioni di comodo, pericolosi indici di stanchezza e che, come spesso è accaduto, sono clamorosamente smentite alla prova dei fatti. Anche sul piano economico il Partito è chiamato a dare la sua attività attraverso una pronta e quotidiana opera di vigilanza sui prezzi, onde non debbano registrarsi ingiustificati aumenti che inciderebbero negativamente sulla equa politica salariale del Regime. La giustizia sociale non è un mito, ma un obbiettivo concreto che il Duce ha posto al Regime e che, sia pure senza intempestive rapidità, il Fascismo deve raggiungere. Nel campo assistenziale il Partito è chiamato, forse più che in ogni altro settore, a mostrare tutta la sua intransigenza. Le masse lavoratrici, la grande base su cui si innalza tutta la costruzione dello Stato Corporativo, sono, per il Partito, le fanterie della Nazione, l'Esercito del lavoro, la parte più grande della nostra ricchezza. Le provvidenze decretate dal Regime devono al cento per cento essere rispettate. Non sono ammesse evasioni di sorta, sotto qualsiasi forma. La vigilanza che il Segretario del Partito ha chiesto ai Federali è la garanzia di questa particolare funzione di controllo che il Partito intende svolgere. Dal lavoro alla scuola, all'addestramento e all'educazione delle giovani Leve, il Partito, autoritario e totalitario sarà, come lo è sempre stato, la molla vivificatrice della vita nazionale, il terreno su cui germoglierà, pronto e fecondo, ogni volere del Duce. Solo così deve essere intesa l'attività del Partito che, sotto la guida del Duce, ha portato il Popolo italiano alla conquista dell'Impero. Guido Baroni ninni, imiiimimiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiimiiii llFPrtaRssppldzPnCmls

Persone citate: Duce, Guido Baroni

Luoghi citati: Albania, Europa, Italia