Re Carol si incontra col Reggente di Jugoslavia di Alfio Russo

Re Carol si incontra col Reggente di Jugoslavia Noi solco oli Veneseist Re Carol si incontra col Reggente di Jugoslavia Nuovi passi sulla via della collaborazione balcanica e danubiana indicata dall'Italia Belgrado, 12 gennaio. Il Re di Romania, accompagnato dal Gran Voivoda Michele, e il Principe Reggente di Jugoslavia si sono incontrati in gran segreto alla frontiera jugoslavo-romena. Il Principe Paolo si è recato al treno per salutare il Re reduce da una partita di caccia e poi tutti e due sono andati al castello della Principessa Elisabetta presso Stara Moroviza. L'incontro era stato preparato or sono due giorni da un funzioario del Ministero degli Esteri ?oslavo. Al seguito.del Principe ..olo erano il Presidente del Con.- -,lio Zvetkovic e i Ministri Sutej e Kostantinovic, questi due ultimi croati, che probabilmente hanno accompagnato il Principe Paolo per prendere gli accordi circa il , viaggio principesco in Croazia. Igiornali jugoslavi non danno l'an nunzio dell'incontro, mentre quelli J ^meni accennano brevemente a importante colloquio politico del Re; ma, pur rispettando il segreto, i circoli giornalistici belgradesi commentano ampiamente la importanza dell'avvenimento, che appare ancor più rilevante perchè è avvenuto dopo il convegno del Conte Csaky con il Conte Ciano e qualche giorno prima della conferenza dell'Intesa balcanica. La stampa jugoslava intanto marcia sempre diritto nell'aperto solco della collaborazione balcanica e danubiana indicato dall'Italia; e le punte degli articoli e dei commenti sono rivolte allo scopo essenziale e finale che è l'accordo di tutti questi Stati, perchè scampino la tempesta e perchè preparino i ripari se la tempesta dovesse furiosamente volgere da queste parti. Quel che tutti ansiosamente aspettano è un più stretto accordo ungaro-jugoslavo, il quale dovrà aprire la porta finora ostinatamente chiusa all'accordo ungaro-romeno. Quando magiari e jugoslavi fossero strettamente uniti e quando l'armonia avesse, come avrà, note e accenti italiani, la chiusa porta romena .dovrà per forza capitolare. Le questioni più grosse saranno mense da parte e il tempo che è galantuomo levigherà gli spigoli di tanto che serva a non fare molto male quando quelle questioni verranno Tiprese e trattate; ma intanto ci si accorgerà che a non litigare ci si guadagna un pò" tutti e specialmente chi ha avuto e ha molti litigi. La Romania appunto richiama l'attenzione dei circoli jugoslavi perchè ha in mano le chiavi dell'accordo danubiano e balcanico. Non che gli jugoslavi consiglino al Paese amico e alleato volontarie quanto non desiderate mutilazioni; ma è certo che non vedrebbero di malocchio una mitigazione della sua intransigenza, che spesso appare esagerata anche agli stessi amici. Il contegno magiaro, secondo questi circoli, condurrebbe all'accordo nel migliore dei modi, tanto più che l'Italia apparirebbe disposta a fare alla Romania alcune proposte, inducendo nello stesso stempo gli amici magiari a limitare le proprie richieste. E' chiaro — dicono a Belgrado — che l'amicizia italo-magiara, che è ormai un dogma della politica fasci1 sta, è diretta essenzialmente verso la pace e la collaborazione; tanto è vero che questa amicizia ha giuocato una parte importante nelle relazioni ungaro-jugoslave, che sono fortemente migliorate e che aspettano ora la logica conclusione di un patto scritto. A Venezia il Conte Ciano e il Conte Csaky non hanno firmato nulla, perchè non v'era nulla da firmare; ma i due uomini di Stato hanno certamente parlato d'un pericolo che è vivo e presente nell'animo dei popoli balcanici e che è il bolscevismo. Quando la Russia cercasse di sommergere questa parte di Europa, non v'è dubbio -— affermano unanimemente i circoli jugoslavi — che l'Italia interverrebbe energicamente; ma perchè il pericolo non si infiltri fra le rotte maglie del disaccordo, è necessario almeno la provvisoria eliminazione delle controversie fra quei Paesi che potrebbero essere presi di mira Il Vreme ha scritto precisamente che, secondo il punto di vista italiano, la pace e la difesa dei Balcani sarebbero assicurate se gli Stati interessati mettessero in soffitta, almeno fino al termine di questa guerra, tutte le questioni litigiose, le quali avvelenerebbero ancor più la tanto avvelenata at mosfera europea; si tratterebbe quindi di differire per un certo periodo di tempo la liquidazione del conflitto ungaro-romeno tper il quale intanto si studierebbe una soluzione. Questo tema è largamente svolto dai circoli politici jugoslavi, tanto più che le notizie romene sono confortevoli. I romeni non mancherebbero di ringraziare e di essere grati a chi trovasse la formula più adatta per l'accordo con i magiari. E' dal convegno di Venezia che questa formula è scaturita ? A sentire gli jugoslavi, sembra che si; e gli stessi jugoslavi annoverano fra gli avvenimenti più probabili un viaggio in Italia del Ministro degli Esteri romeno Gafencu e anche del Presidente del Consiglio Tatarescu e qualcuno va ancora più in alto, indicando il Re di Romania visitatore di Roma Alfio Russo LutaaMcnsGsrgtefgcrgCtdtdplatftssrtsnlniNdslèocga Re Carol si incontra col Reggente di Jugoslavia Noi solco oli Veneseist Re Carol si incontra col Reggente di Jugoslavia Nuovi passi sulla via della collaborazione balcanica e danubiana indicata dall'Italia Belgrado, 12 gennaio. Il Re di Romania, accompagnato dal Gran Voivoda Michele, e il Principe Reggente di Jugoslavia si sono incontrati in gran segreto alla frontiera jugoslavo-romena. Il Principe Paolo si è recato al treno per salutare il Re reduce da una partita di caccia e poi tutti e due sono andati al castello della Principessa Elisabetta presso Stara Moroviza. L'incontro era stato preparato or sono due giorni da un funzioario del Ministero degli Esteri ?oslavo. Al seguito.del Principe ..olo erano il Presidente del Con.- -,lio Zvetkovic e i Ministri Sutej e Kostantinovic, questi due ultimi croati, che probabilmente hanno accompagnato il Principe Paolo per prendere gli accordi circa il , viaggio principesco in Croazia. Igiornali jugoslavi non danno l'an nunzio dell'incontro, mentre quelli J ^meni accennano brevemente a importante colloquio politico del Re; ma, pur rispettando il segreto, i circoli giornalistici belgradesi commentano ampiamente la importanza dell'avvenimento, che appare ancor più rilevante perchè è avvenuto dopo il convegno del Conte Csaky con il Conte Ciano e qualche giorno prima della conferenza dell'Intesa balcanica. La stampa jugoslava intanto marcia sempre diritto nell'aperto solco della collaborazione balcanica e danubiana indicato dall'Italia; e le punte degli articoli e dei commenti sono rivolte allo scopo essenziale e finale che è l'accordo di tutti questi Stati, perchè scampino la tempesta e perchè preparino i ripari se la tempesta dovesse furiosamente volgere da queste parti. Quel che tutti ansiosamente aspettano è un più stretto accordo ungaro-jugoslavo, il quale dovrà aprire la porta finora ostinatamente chiusa all'accordo ungaro-romeno. Quando magiari e jugoslavi fossero strettamente uniti e quando l'armonia avesse, come avrà, note e accenti italiani, la chiusa porta romena .dovrà per forza capitolare. Le questioni più grosse saranno mense da parte e il tempo che è galantuomo levigherà gli spigoli di tanto che serva a non fare molto male quando quelle questioni verranno Tiprese e trattate; ma intanto ci si accorgerà che a non litigare ci si guadagna un pò" tutti e specialmente chi ha avuto e ha molti litigi. La Romania appunto richiama l'attenzione dei circoli jugoslavi perchè ha in mano le chiavi dell'accordo danubiano e balcanico. Non che gli jugoslavi consiglino al Paese amico e alleato volontarie quanto non desiderate mutilazioni; ma è certo che non vedrebbero di malocchio una mitigazione della sua intransigenza, che spesso appare esagerata anche agli stessi amici. Il contegno magiaro, secondo questi circoli, condurrebbe all'accordo nel migliore dei modi, tanto più che l'Italia apparirebbe disposta a fare alla Romania alcune proposte, inducendo nello stesso stempo gli amici magiari a limitare le proprie richieste. E' chiaro — dicono a Belgrado — che l'amicizia italo-magiara, che è ormai un dogma della politica fasci1 sta, è diretta essenzialmente verso la pace e la collaborazione; tanto è vero che questa amicizia ha giuocato una parte importante nelle relazioni ungaro-jugoslave, che sono fortemente migliorate e che aspettano ora la logica conclusione di un patto scritto. A Venezia il Conte Ciano e il Conte Csaky non hanno firmato nulla, perchè non v'era nulla da firmare; ma i due uomini di Stato hanno certamente parlato d'un pericolo che è vivo e presente nell'animo dei popoli balcanici e che è il bolscevismo. Quando la Russia cercasse di sommergere questa parte di Europa, non v'è dubbio -— affermano unanimemente i circoli jugoslavi — che l'Italia interverrebbe energicamente; ma perchè il pericolo non si infiltri fra le rotte maglie del disaccordo, è necessario almeno la provvisoria eliminazione delle controversie fra quei Paesi che potrebbero essere presi di mira Il Vreme ha scritto precisamente che, secondo il punto di vista italiano, la pace e la difesa dei Balcani sarebbero assicurate se gli Stati interessati mettessero in soffitta, almeno fino al termine di questa guerra, tutte le questioni litigiose, le quali avvelenerebbero ancor più la tanto avvelenata at mosfera europea; si tratterebbe quindi di differire per un certo periodo di tempo la liquidazione del conflitto ungaro-romeno tper il quale intanto si studierebbe una soluzione. Questo tema è largamente svolto dai circoli politici jugoslavi, tanto più che le notizie romene sono confortevoli. I romeni non mancherebbero di ringraziare e di essere grati a chi trovasse la formula più adatta per l'accordo con i magiari. E' dal convegno di Venezia che questa formula è scaturita ? A sentire gli jugoslavi, sembra che si; e gli stessi jugoslavi annoverano fra gli avvenimenti più probabili un viaggio in Italia del Ministro degli Esteri romeno Gafencu e anche del Presidente del Consiglio Tatarescu e qualcuno va ancora più in alto, indicando il Re di Romania visitatore di Roma Alfio Russo LutaaMcnsGsrgtefgcrgCtdtdplatftssrtsnlniNdslèocga