L'utopia federale e il discorso di Chamberlain

L'utopia federale e il discorso di Chamberlain L'utopia federale e il discorso di Chamberlain Parigi, 10 gennaio. Uno dei passi del discorso di chamberlain che ha destato mag-giori e più entusiastici echi a Pa-rigi come ?i,l£teva prevedere, è feoin «, ™ — ^[an CoHabora!ione franco-inglese realizzata nel campo militare° po- litico, economico e finanziario perl& durata della guerra si prolun-simili erano state annunziate mpancia perfino da Daladier e ildesiderio acquista dunque carat-S^Sì°t tere di programma ufficiale, per quanto vago e indefinito esso deb-ba. essere in questa sua fase di germinazione. Fi»HM-»7Ìnne in rulla r cUcrdilUIie III lUlld Un giornalista commenta ogg dicendo che se la collal totale fra i due alleati è « mezzi » per fare la gu. ricostruzione europea, di collaborazióneè uno dei guerra e laropea, di cui l'at-tuale prima prova di federazione e solo l'embrione, dovrà essere scopo » della guerra; e 1 ufficioseTemps rileva che iattgurio di Chamberlain è la più nobile csaggia delle speranze ». Ma esistegià una federazione franco-bri- annica? In guerra gli alleati aolo sempre necessariamente, fino a un «J^KP&Li Tm a dubbio 1 Governi di Parigi e di Londm han"° VO,Ut° volta gli inconvenienti che nella guerra" passata erano stati cau¬ ati dall'azione indipendente del due Paesi, specie quello economico sui mercati esteri e gli inconvenient' derivanti dal doppio co¬ mando. E' tuttavia difficile affer- m,are che ¥li a£c°ldi £°"c>usl fin° afl oggl fra Gran Brettagna e Francia consentano di parlare delia creazione di un organismo federale. Si è lanciata, è vero, la dea dell'abolizione dei dazi e si è ventilato 11 progetto di creare un rancobollo unico, il quale sarebbc' se non altr0' un simbolo e:0l'j™tc dell'unione. Ma perfino quest'ultima inno- «»*c proposta, partita dalla Fran- eia e precisamente dal Commissario delle informazioni Giraudoux, na lasciato piuttosto freddi ijjritanni. Senonchè, "" 3arebbe stata raggiunto qualcosa di veramente notevole nella coordinazione delle ndustrie belliche e de;;]! approvvigionamenti, coordinazione che è ncominciata dall'accordo valutario, il quale presuppone, per non esseie privo di significato, una identica politica dei prezzi; è chiaro infatti che il mantenimento del cambio franco-sterlina a un livello fisso non potrebbe essere garantito se la politica dei prezzi fosse diversa nei due mercati interni alleati. Di guisa che, in un certo senso, il mercato diventa effettivamente unico e il risultato me¬ t'ita menzione. Ora tale azione importanza. Essa è" anzi — si dicniara nei circo!i economici — im portantissima, se si pensa che Pa- rigi e Londra debbono tener con- tordella possibilità numero 1 che la Germania e la Russia facciano causa comune nel campo dell'economia, realizzando una grande unione dei due sistemi produttori che si integrano a vicenda e della possibilità numero 2 che la guerra appunto per questo, duri parecchi anni. Ingranare l'Impero britannico con l'Impero francese costituisce dunque la replica alla prima eventualità e sarebbe una replica efficace -- sempre a detta degli esperti franco-Inglesi — per chè „„ aUoaii (li (-irridente nnsss iuC sli alleati di Occidente possa no gettare sulla bilanciala supe riorità comDlessiva dello sviluppo indiir. riale. che è quella che in de finitiva determina, dal punto di vi- sta dei rifornimenti, l'esito dei ; conflitti. Ma l'ingranamento dei ;'"'e Imperi equivale inoltre — si =«>U°»nea ~ a una '' razionala- zazione » della produzione: si crea ci0£ un sistema complessivo, gra- |ZÌe a] quale il costo della guerra ,— in particolar modo se la guerra 'cleve durare vari anni e il siste ma si sviluppa — potrà essere diminuito:Jn altre parole,Ja fede ra-'Aone franco-inglese servirebbe a ,liminuire n costo della guerra. H cavallo e H Cavaliere Dprchè auesto desiderio ma- nifeTuto c?n tanto entusiasmo dai portavoce ufficiaU deUe due capi. tali per una unione duratura dcl l'Inghilterra e della. Vanno tenute presenti Francia ? come ben naturale, le considerazioni politi che. E la principale e questa: che siccome è Consigliabile punta,.e sulla possibiiità di smembra re la Germania pur vincendola in guerra — dato che i neutrali a vranno la loro parola da dire alla conclusione della pace — e non essendo p^ibU^arrertare 11 mo tenze che fra le due guerre si sono grandemente affermate in Europa, l'Inghilterra e la Francia, stanche del conflitto, non sarebbero più ca- paci, Isolatamente, di salvaguar, dare la loro posizione egemonica. , Ecco perciò sergere il pensiero 'della federazione franco-britanni!ca come permanente nucleo accen; tratore d'una federazione europea, j Enunciare questo proposito e credere alla sua realizzazione sono tuttavia due cose b«n diverse. Non 1 bisogna dimenticare che in una federazione come, in un alleanza , Ce il cavallo e Ce il cavaliere. 'Chi sarebbe il cavallo? e chi il cavaliere? Il problema da risoì' vere è infatti quello del comando, : non fuori, bensì dentro :a federa; zione franco-britannica. Si pcssojno pereto scontare per il mornen to con un certo scetticismo questi progetti: senza dimenticare allo ! stesso tempo che essi esistono già iallo stato teorico e che molte teo rie anche fantastiche acquistano ! forza quando le circostanze divenltano favorevoli, ; Gli altri due punti del discorso lc'i Chamberlain che vengono posti 'in rilievo a Parigi sono quello del |SJfnfe i^ne^a" le garanzie e quello degli scopi di guerra. Il fatto che Chamberlain riscuota applausi sulle rive della Senna per avere negato che gli alleati cerchino di distruggere la Germania significa probabilmente che al riguardo l'opinione ufficiale francese si è adeguata a quella britannica; ma poiché il Primo Mi- Irò il pericolo che il Reich quando fosse vinto ritentasse entro qualiche decennio di dominare l'EuroIP.a- se ne deve trarre la dedu|^^S°A?^mS tatori Parigini tutto ciò serve per ! additare la perfetta identità di veid4e u gU alLeat1, lclentlta d' '' idute ch.e corrobora, si dice, le di vespe- Giorgio Sansa ^X":" |Dnunmu , L'utopia federale e il discorso di Chamberlain L'utopia federale e il discorso di Chamberlain Parigi, 10 gennaio. Uno dei passi del discorso di chamberlain che ha destato mag-giori e più entusiastici echi a Pa-rigi come ?i,l£teva prevedere, è feoin «, ™ — ^[an CoHabora!ione franco-inglese realizzata nel campo militare° po- litico, economico e finanziario perl& durata della guerra si prolun-simili erano state annunziate mpancia perfino da Daladier e ildesiderio acquista dunque carat-S^Sì°t tere di programma ufficiale, per quanto vago e indefinito esso deb-ba. essere in questa sua fase di germinazione. Fi»HM-»7Ìnne in rulla r cUcrdilUIie III lUlld Un giornalista commenta ogg dicendo che se la collal totale fra i due alleati è « mezzi » per fare la gu. ricostruzione europea, di collaborazióneè uno dei guerra e laropea, di cui l'at-tuale prima prova di federazione e solo l'embrione, dovrà essere scopo » della guerra; e 1 ufficioseTemps rileva che iattgurio di Chamberlain è la più nobile csaggia delle speranze ». Ma esistegià una federazione franco-bri- annica? In guerra gli alleati aolo sempre necessariamente, fino a un «J^KP&Li Tm a dubbio 1 Governi di Parigi e di Londm han"° VO,Ut° volta gli inconvenienti che nella guerra" passata erano stati cau¬ ati dall'azione indipendente del due Paesi, specie quello economico sui mercati esteri e gli inconvenient' derivanti dal doppio co¬ mando. E' tuttavia difficile affer- m,are che ¥li a£c°ldi £°"c>usl fin° afl oggl fra Gran Brettagna e Francia consentano di parlare delia creazione di un organismo federale. Si è lanciata, è vero, la dea dell'abolizione dei dazi e si è ventilato 11 progetto di creare un rancobollo unico, il quale sarebbc' se non altr0' un simbolo e:0l'j™tc dell'unione. Ma perfino quest'ultima inno- «»*c proposta, partita dalla Fran- eia e precisamente dal Commissario delle informazioni Giraudoux, na lasciato piuttosto freddi ijjritanni. Senonchè, "" 3arebbe stata raggiunto qualcosa di veramente notevole nella coordinazione delle ndustrie belliche e de;;]! approvvigionamenti, coordinazione che è ncominciata dall'accordo valutario, il quale presuppone, per non esseie privo di significato, una identica politica dei prezzi; è chiaro infatti che il mantenimento del cambio franco-sterlina a un livello fisso non potrebbe essere garantito se la politica dei prezzi fosse diversa nei due mercati interni alleati. Di guisa che, in un certo senso, il mercato diventa effettivamente unico e il risultato me¬ t'ita menzione. Ora tale azione importanza. Essa è" anzi — si dicniara nei circo!i economici — im portantissima, se si pensa che Pa- rigi e Londra debbono tener con- tordella possibilità numero 1 che la Germania e la Russia facciano causa comune nel campo dell'economia, realizzando una grande unione dei due sistemi produttori che si integrano a vicenda e della possibilità numero 2 che la guerra appunto per questo, duri parecchi anni. Ingranare l'Impero britannico con l'Impero francese costituisce dunque la replica alla prima eventualità e sarebbe una replica efficace -- sempre a detta degli esperti franco-Inglesi — per chè „„ aUoaii (li (-irridente nnsss iuC sli alleati di Occidente possa no gettare sulla bilanciala supe riorità comDlessiva dello sviluppo indiir. riale. che è quella che in de finitiva determina, dal punto di vi- sta dei rifornimenti, l'esito dei ; conflitti. Ma l'ingranamento dei ;'"'e Imperi equivale inoltre — si =«>U°»nea ~ a una '' razionala- zazione » della produzione: si crea ci0£ un sistema complessivo, gra- |ZÌe a] quale il costo della guerra ,— in particolar modo se la guerra 'cleve durare vari anni e il siste ma si sviluppa — potrà essere diminuito:Jn altre parole,Ja fede ra-'Aone franco-inglese servirebbe a ,liminuire n costo della guerra. H cavallo e H Cavaliere Dprchè auesto desiderio ma- nifeTuto c?n tanto entusiasmo dai portavoce ufficiaU deUe due capi. tali per una unione duratura dcl l'Inghilterra e della. Vanno tenute presenti Francia ? come ben naturale, le considerazioni politi che. E la principale e questa: che siccome è Consigliabile punta,.e sulla possibiiità di smembra re la Germania pur vincendola in guerra — dato che i neutrali a vranno la loro parola da dire alla conclusione della pace — e non essendo p^ibU^arrertare 11 mo tenze che fra le due guerre si sono grandemente affermate in Europa, l'Inghilterra e la Francia, stanche del conflitto, non sarebbero più ca- paci, Isolatamente, di salvaguar, dare la loro posizione egemonica. , Ecco perciò sergere il pensiero 'della federazione franco-britanni!ca come permanente nucleo accen; tratore d'una federazione europea, j Enunciare questo proposito e credere alla sua realizzazione sono tuttavia due cose b«n diverse. Non 1 bisogna dimenticare che in una federazione come, in un alleanza , Ce il cavallo e Ce il cavaliere. 'Chi sarebbe il cavallo? e chi il cavaliere? Il problema da risoì' vere è infatti quello del comando, : non fuori, bensì dentro :a federa; zione franco-britannica. Si pcssojno pereto scontare per il mornen to con un certo scetticismo questi progetti: senza dimenticare allo ! stesso tempo che essi esistono già iallo stato teorico e che molte teo rie anche fantastiche acquistano ! forza quando le circostanze divenltano favorevoli, ; Gli altri due punti del discorso lc'i Chamberlain che vengono posti 'in rilievo a Parigi sono quello del |SJfnfe i^ne^a" le garanzie e quello degli scopi di guerra. Il fatto che Chamberlain riscuota applausi sulle rive della Senna per avere negato che gli alleati cerchino di distruggere la Germania significa probabilmente che al riguardo l'opinione ufficiale francese si è adeguata a quella britannica; ma poiché il Primo Mi- Irò il pericolo che il Reich quando fosse vinto ritentasse entro qualiche decennio di dominare l'EuroIP.a- se ne deve trarre la dedu|^^S°A?^mS tatori Parigini tutto ciò serve per ! additare la perfetta identità di veid4e u gU alLeat1, lclentlta d' '' idute ch.e corrobora, si dice, le di vespe- Giorgio Sansa ^X":" |Dnunmu ,

Persone citate: Chamberlain, Daladier, Giorgio Sansa, Giraudoux, Parigini