Due colloqui Ciano-Csaky a Venezia di Guido Baroni

Due colloqui Ciano-Csaky a Venezia Due colloqui Ciano-Csaky a Venezia L'intima collaborazione dei due Paesi per la difesa dell9ordine e della pace messa in rilievo dal Ministro italiano degli Esteri Valore dell' incontro (Dal nostro Inviato) Venezia, 6 gennaio. ^Nell'atmosfera di guerra che •Ave oggi l'Europa, questo incóntro a Venezia tra il Ministro degli Esteri d'Italia e quello di Ungheria assume un particolare valore costruttivo che si deve riconnettere alla provata amicizia fra i due Paesi, alla loro identità di vedute, d'interessi, e quel che più conta alla loro perr-fetta uguaglianza di sentimenti. Che il mondo e l'Europa in particolare non siano convinti della necessità, della tempestività di questa guerra lo provano ormai diversi fatti incontrovertibili, fra i quali primeggia l'immobilità assoluta sui fronti di guerra delle armate contrapposte dei più grossi paesi belligeranti. Oltre a ciò, l'interesse verso qualsiasi gesto, atto o parola che provenga da Roma dimostra ancora con quale cura il mondo Begua la sana politica italiana che si dimostra la più rettilinea, condotta innanzi con j'a massima avvedutezza, con una conti' nuità perfetta, attestando l'alto senso di responsabilità del Governo Fascista. L'Italia che non si è adagiata su una conveniente neutralità, ma che dinanzi al conflitto che serpeggia al nord dell'Europa resta armata e pronta in .una posizione di attesa vigilante, persegue la sua linea di condotta su un piano che oltre a rispondere ai suoi particolari interessi, s'identifica con quelli dei paesi amici. I nostri buoni rapporti con le Nazioni dell'immediato Oriente europeo dove l'Italia è presente con l'Albania e coi suoi interessi su tutto il bacino danubiano, hanno fatto sì che il conflitto che attanaglia oggi l'Europa non si sia generalizzato. Il Mediterraneo rimane ancora, e proprio a opera nostra, un settore di pace intorno a cui si polarizza l'interesse di tutti gli Stati desiderosi di salvaguardare, con i loro interessi, la pace del mondo. E' in questa atmosfera di sentimenti che bisogna valutare le odierne consultazioni tra Galeazzo Ciano e il conte Csaky, ed è proprio per questo che si spiega l'interesse dei circoli internazionali per il viaggio del Ministro magiaro. E' verissimo che nei Balcani varie questioni rimangono aperte, ma resta a vedere se sia oggi conveniente porle sul tappeto. In un clima arroventato dal tiro delle artiglierie, dalla guerra marina e aerea, dalle battaglie che infieriscono nell'estremo Settentrione dell'Europa, della snervante attesa di milioni di uomini accantonati lungo le due linee fortificate del Reno, un nonnulla potrebbe essere la causa per dare alla guerra un altro corso certamente più tra; gico e a tutto svantaggio di quei paesi non ancora presi nella ruota del conflitto. Quindi se ancora non si è trovata la soluzione per quelle questioni che ■tengono ancora distanti i punti ■ di vista di alcuni di quei Governi, ciò non deve voler dire che il rimedio debba proprio ora ritenersi urgente e opportuno. Occcorre valutare ogni problema non secondo un concetto particolaristico, che sarebbe errato, ma tenendo conto di tutti i fattori e degli avvenimenti che gravitano minacciosi sulla situazione internazionale, con una visione europea, onde non dar vita a nuove e pericolose correnti. Non va dimenticato soprattutto che la Russia è ai Carpazi divenuti oggi baluardo della civiltà d'occidente. La posizione dei paesi danubiani è per questo fatto radicalmente mutata. Il colosso russo, sia pure coi piedi d'argilla, va considerato, a Budapest come a Bucarest, a Sofia come a Belgrado, in tutti i suoi aspetti distruttivi. Il pericolo di questa vicinanza, che è pericolo comune, deve essere oggi la ragione per collaborazioni più vaste e più profonde tra le quattro capitali anche se, per il momento, qualche aspirazione debba per ragioni di forza maggiore restare insoddisfatta. I rapporti tra l'Ungheria e la Jugoslavia, da tempo in via di sostanziale miglioramento, e a cui l'Italia non ha mancato di dare la sua opera per il loro sviluppo, possono rappresentare l'inizio e l'esempio di una più larga intesa. Ciano e Csaky, durante i due colloqui avuti per quattro ore, hanno, passato in accurata rassegna tutti questi problemi che con altri interessano direttamente ì due Paesi. L'identità di vedute riscontrata dai due uomin\ P°Iitici. la piena riconferma della cordialità esistente tra Itala e Ungheria, la comunione di sentimenti che anima i due popoli contro ogni forza sovvertitrice dei valori della nostra civiltà, ci dà ancora una prova della proficua collaborazione italo-magiara, che trae la sua ragione d'essere dall'amicizia e dalla completa solidarietà che ci uniscono e che può essere fonte di benessere per tutta l'Europa. Guido Baroni I due Ministri a colloquio. Due colloqui Ciano-Csaky a Venezia Due colloqui Ciano-Csaky a Venezia L'intima collaborazione dei due Paesi per la difesa dell9ordine e della pace messa in rilievo dal Ministro italiano degli Esteri Valore dell' incontro (Dal nostro Inviato) Venezia, 6 gennaio. ^Nell'atmosfera di guerra che •Ave oggi l'Europa, questo incóntro a Venezia tra il Ministro degli Esteri d'Italia e quello di Ungheria assume un particolare valore costruttivo che si deve riconnettere alla provata amicizia fra i due Paesi, alla loro identità di vedute, d'interessi, e quel che più conta alla loro perr-fetta uguaglianza di sentimenti. Che il mondo e l'Europa in particolare non siano convinti della necessità, della tempestività di questa guerra lo provano ormai diversi fatti incontrovertibili, fra i quali primeggia l'immobilità assoluta sui fronti di guerra delle armate contrapposte dei più grossi paesi belligeranti. Oltre a ciò, l'interesse verso qualsiasi gesto, atto o parola che provenga da Roma dimostra ancora con quale cura il mondo Begua la sana politica italiana che si dimostra la più rettilinea, condotta innanzi con j'a massima avvedutezza, con una conti' nuità perfetta, attestando l'alto senso di responsabilità del Governo Fascista. L'Italia che non si è adagiata su una conveniente neutralità, ma che dinanzi al conflitto che serpeggia al nord dell'Europa resta armata e pronta in .una posizione di attesa vigilante, persegue la sua linea di condotta su un piano che oltre a rispondere ai suoi particolari interessi, s'identifica con quelli dei paesi amici. I nostri buoni rapporti con le Nazioni dell'immediato Oriente europeo dove l'Italia è presente con l'Albania e coi suoi interessi su tutto il bacino danubiano, hanno fatto sì che il conflitto che attanaglia oggi l'Europa non si sia generalizzato. Il Mediterraneo rimane ancora, e proprio a opera nostra, un settore di pace intorno a cui si polarizza l'interesse di tutti gli Stati desiderosi di salvaguardare, con i loro interessi, la pace del mondo. E' in questa atmosfera di sentimenti che bisogna valutare le odierne consultazioni tra Galeazzo Ciano e il conte Csaky, ed è proprio per questo che si spiega l'interesse dei circoli internazionali per il viaggio del Ministro magiaro. E' verissimo che nei Balcani varie questioni rimangono aperte, ma resta a vedere se sia oggi conveniente porle sul tappeto. In un clima arroventato dal tiro delle artiglierie, dalla guerra marina e aerea, dalle battaglie che infieriscono nell'estremo Settentrione dell'Europa, della snervante attesa di milioni di uomini accantonati lungo le due linee fortificate del Reno, un nonnulla potrebbe essere la causa per dare alla guerra un altro corso certamente più tra; gico e a tutto svantaggio di quei paesi non ancora presi nella ruota del conflitto. Quindi se ancora non si è trovata la soluzione per quelle questioni che ■tengono ancora distanti i punti ■ di vista di alcuni di quei Governi, ciò non deve voler dire che il rimedio debba proprio ora ritenersi urgente e opportuno. Occcorre valutare ogni problema non secondo un concetto particolaristico, che sarebbe errato, ma tenendo conto di tutti i fattori e degli avvenimenti che gravitano minacciosi sulla situazione internazionale, con una visione europea, onde non dar vita a nuove e pericolose correnti. Non va dimenticato soprattutto che la Russia è ai Carpazi divenuti oggi baluardo della civiltà d'occidente. La posizione dei paesi danubiani è per questo fatto radicalmente mutata. Il colosso russo, sia pure coi piedi d'argilla, va considerato, a Budapest come a Bucarest, a Sofia come a Belgrado, in tutti i suoi aspetti distruttivi. Il pericolo di questa vicinanza, che è pericolo comune, deve essere oggi la ragione per collaborazioni più vaste e più profonde tra le quattro capitali anche se, per il momento, qualche aspirazione debba per ragioni di forza maggiore restare insoddisfatta. I rapporti tra l'Ungheria e la Jugoslavia, da tempo in via di sostanziale miglioramento, e a cui l'Italia non ha mancato di dare la sua opera per il loro sviluppo, possono rappresentare l'inizio e l'esempio di una più larga intesa. Ciano e Csaky, durante i due colloqui avuti per quattro ore, hanno, passato in accurata rassegna tutti questi problemi che con altri interessano direttamente ì due Paesi. L'identità di vedute riscontrata dai due uomin\ P°Iitici. la piena riconferma della cordialità esistente tra Itala e Ungheria, la comunione di sentimenti che anima i due popoli contro ogni forza sovvertitrice dei valori della nostra civiltà, ci dà ancora una prova della proficua collaborazione italo-magiara, che trae la sua ragione d'essere dall'amicizia e dalla completa solidarietà che ci uniscono e che può essere fonte di benessere per tutta l'Europa. Guido Baroni I due Ministri a colloquio.

Persone citate: Ciano, Ciano-csaky, Csaky, Galeazzo Ciano