Sotto il Suo segno

Sotto il Suo segno Sotto il Suo segno Roma, 3 gennaio. IOre 11. Egli appare. La gran- 'de aula del Centro Nazionale di Preparazione politica per i Giovani ha un pubblico d'eccezione: il Segretario del Partito, ministri, gerarchi, generali, ammiragli, accademici. Da un lato della cattedra gli allievi, dall'altro gli insegnanti. Ma è come fosse vuota oppure straripante di una anonima moltitudine di, popolo. Agli occhi d'ognuno non c'è che Lui. Come forse vent'anni fa scrisse un Suo biografo ■—■ che era dall'altra sponda ma subiva, essendo uomo intelligente, il fascino irresistibile del genio — dove appare Mussolini non c'è posto per altri. Egli è l'unico ed è tutti noi. Riassumendoci, ci supera in una sintesi personale prodigiosa e perfetta della Razza. « Nel Suo volto — diceva poco dopo Paolo Orano commentando con noialtri l'avvenimento — io vedo tutti quelli dei grandi imperatori romani », A volte si ha paura delle parole, o siano troppo consunte dall'uso o siano di terribile grandezza: ma veramente chi L'ha visto stamane, solitario fra i molti nella serena maestà di una gloria senza confronti, ha inteso come mal il significato divino ed umano di una paròla che anche Dante pronunciava con religiosa riverenza: Impero. Nè solamente questa odierna pienezza d'italiana potenza balenava nel Suo sguardo aquileo, ma pure la promessa del le conquiste future. I giovani be vevano con gli occhi lo sguardo del Duce che ha sempre ragione. I giovani. Sono meno di quaranta. Sono il fiore della nuova generazione perchè — come ha detto Mezzasoma nella sua bellissima, acuta, documentaria relazione — sono stati prescelti su ben cinquecento (alla lor volta già selezionati) in seguito a severe prove culturali militari sportive, e perchè sono quasi tutti reduci da una guerra, più d'uno da due. Sono coloro che hanno trasferito la mistica dello Squadrismo nella l mistica del combattimento, hanno I rotto i ponti con il costume bor ' ghesuccio del carrierismo seden- tario ed hanno capito che la vita ha tanto più valore quanto più si ha avuto il coraggio di giocarla negli assalti dello Scirè o nelle battaglie dell'Ebro. Cosicché quell'educazione guerriera — che è principio fondamentale del Regime e che nell'« instancabilità » di Mussolini riecheggia l'« incontentabilità » di Vittorio Alfieri — in essi rivive come idea che si fa esperienza, fatto che è tutt'uno con la coscienza morale, imperiosa intransigente regolatrice dei doveri di chi non può sentirsi compiuto cittadino senza essere insieme soldato. Il Partito, che perpetuamente ravviva lo spirito rivoluzionario del Fascismo e che ha il compito fondamentale e primario di immettere nello Stato le fresche e tuttavia già provate energie costruttive della Razza, il Partito Sotto il Suo segno Sotto il Suo segno Roma, 3 gennaio. IOre 11. Egli appare. La gran- 'de aula del Centro Nazionale di Preparazione politica per i Giovani ha un pubblico d'eccezione: il Segretario del Partito, ministri, gerarchi, generali, ammiragli, accademici. Da un lato della cattedra gli allievi, dall'altro gli insegnanti. Ma è come fosse vuota oppure straripante di una anonima moltitudine di, popolo. Agli occhi d'ognuno non c'è che Lui. Come forse vent'anni fa scrisse un Suo biografo ■—■ che era dall'altra sponda ma subiva, essendo uomo intelligente, il fascino irresistibile del genio — dove appare Mussolini non c'è posto per altri. Egli è l'unico ed è tutti noi. Riassumendoci, ci supera in una sintesi personale prodigiosa e perfetta della Razza. « Nel Suo volto — diceva poco dopo Paolo Orano commentando con noialtri l'avvenimento — io vedo tutti quelli dei grandi imperatori romani », A volte si ha paura delle parole, o siano troppo consunte dall'uso o siano di terribile grandezza: ma veramente chi L'ha visto stamane, solitario fra i molti nella serena maestà di una gloria senza confronti, ha inteso come mal il significato divino ed umano di una paròla che anche Dante pronunciava con religiosa riverenza: Impero. Nè solamente questa odierna pienezza d'italiana potenza balenava nel Suo sguardo aquileo, ma pure la promessa del le conquiste future. I giovani be vevano con gli occhi lo sguardo del Duce che ha sempre ragione. I giovani. Sono meno di quaranta. Sono il fiore della nuova generazione perchè — come ha detto Mezzasoma nella sua bellissima, acuta, documentaria relazione — sono stati prescelti su ben cinquecento (alla lor volta già selezionati) in seguito a severe prove culturali militari sportive, e perchè sono quasi tutti reduci da una guerra, più d'uno da due. Sono coloro che hanno trasferito la mistica dello Squadrismo nella l mistica del combattimento, hanno I rotto i ponti con il costume bor ' ghesuccio del carrierismo seden- tario ed hanno capito che la vita ha tanto più valore quanto più si ha avuto il coraggio di giocarla negli assalti dello Scirè o nelle battaglie dell'Ebro. Cosicché quell'educazione guerriera — che è principio fondamentale del Regime e che nell'« instancabilità » di Mussolini riecheggia l'« incontentabilità » di Vittorio Alfieri — in essi rivive come idea che si fa esperienza, fatto che è tutt'uno con la coscienza morale, imperiosa intransigente regolatrice dei doveri di chi non può sentirsi compiuto cittadino senza essere insieme soldato. Il Partito, che perpetuamente ravviva lo spirito rivoluzionario del Fascismo e che ha il compito fondamentale e primario di immettere nello Stato le fresche e tuttavia già provate energie costruttive della Razza, il Partito

Persone citate: Duce, Iore, Mezzasoma, Mussolini, Paolo Orano, Scirè, Vittorio Alfieri

Luoghi citati: Roma