L'Australia non ha fiducia nella difesa inglese di Giuseppe Piazza

L'Australia non ha fiducia nella difesa inglese LA CRISI DI UN "DOMINION,, L'Australia non ha fiducia nella difesa inglese Il Primo Ministro Curtin, saltando a pie pari la Metropoli dell'Impero, chiede direttamente a Roosevelt protezione dall'incombente minaccia nipponica c?no £er mascherare la colpevoe Insufficienza di armamento e di rovvedimenti difensivi nel teatro stremo orientale, è stato già in ermania come in Italia opportuamente rilevato come una contesl?ne .a denti stretti della, grave tuazione obbligata in cui la di lomazia e la strategia del Triparto hanno insieme posto l'improvida direzione, britannica, cioè il g. Churchill stesso; e insieme come la implicita, autorevole conferma della preziosa funzione eserciata dalla resistenza italo-tedesca „ Cirenaica sull'economia geneale della guerra del Tripartito, ale a dire in particolare sulle streitose vittorie con cui il Giappone a potuto subito cosi validamente tabilire, in tutti i punti del nuovo eatro di guerra, le sue posizioni i attacco, ... ., La OlSCia e il Ciarlatano Berlino, 29 dicembre. Il dilemma pseudo-glustiflcatoo <; Libia o Pacifico » da Churhili posto dinanzi al Senato ame- dicMa la temerità e la disinvoltura on cui il giocoliere politico ha reduto di sfidare la dabbenaggie del suo uditorio, saltando o fingendo di saltare a pie pari l'Inevitabile obbiezione di una cosi colpevole impreparazione quando si "untava a tutto vapore una polilca di allargamento del conflitto e.dl implicita sfida a sempre nuo- vi nemici, questa temerità e queta disinvoltura —- 31 nota — so10 state immediatamente e esemp ?'òm^"„f,P""m La punizione si ravvisa a Berll- — r.r .,— ,. —t. . . ^^0^"°- Etralfa -°che 2ES2ff\E Ì^SKSS tr,«fm. eagendo alla constatata insufficienza difensiva della Madre Paria, ha costituito uno dei primi sintomi spontanei e diretti, e perciò dei più gravi, cui sia stato dato finora di assistere, di sussulto e di schianto interno dell'impero n forza della guerra. Si accenna on ciò al telegramma del Primo Ministro australiano Curtin òr ora diretto al presidente Roosevelt, in cui gli si chiede, in sostanza, protezione contro il pericolo giapponese data l'evidente manchevoezza della difesa dell'Inghilterra nel sistema della Malacca e a Singapore, pur ritenuto finora, secondo anche recenti ingannevoli assicurazioni che Churchill stesso aveva dato, il ben munito centro di difesa di tutto il sistema asiatico orientale britannico. Il telegramma costituisce per 'opinione tedesca un fatto del tut to nuovo nella storia interimperia e britannica, perchè è la prima voita che 11 rappresentante del governo ai un Dominion si pone in diretto contatto con un capo di stato estero e, quel che più conta, ciò fa per esercitar critiche al governo della madrepatria e svalutarne la capacità protettrice delle aue parti integranti, Ma non meno importante il teiegramma appare anche per il fatto che esso esercita la stessa cri tica e investe della stessa responsabilità nella forma della situazione presente, lo stesso sig. Roosevelt a cui si rivolge. Impreparazione colpevole Il documento infatti mostra un'Australia che, indipendentemente dalla problematica difesa britannica del settore di Singapore, si dice ugualmente allarmata anche per quanto riguarda la sfera stessa americana davanti alle occupazioni giapponesi che, seni pre p^ù' sì string°no attorno al suo cerchio strategico soprattutto do ti i progressi che l'occupazione giapponese sta facendo nelle Filippine in cui Curtin stesso indica una delle più lampanti prove della debolezza di tutta la preparazione interalleata. E si deve aggiungere che il rimprovero è stato dal Presidente australiano stesso ripetuto in un suo articolo contemporaneamente pubblicato dalla Melbourne Herald, in cui si arriva alla esplicita e significativa tesi costituzionale che la difesa dell'Australia è senz'altro un a/fare in primo luogo australiano-amerioano. Oltre che come segnalazione di una situazione strategica degna senza dubbio del più vivo interesse per quanto riguarda i futuri sviluppi della guerra del Pacifico, l'episodio è, come dicevamo, rilevato in Germania soprattutto come un sintomo di un improvviso rilassamento grave, anzi di una vera e propria strappatura del tessuti connettivi interni dell'impero che la disinvoltura dialettica del dilemma « Libia o Pacifico » delsignor Churchill non è valsa e non a a a e o e a a può davvero valere a ricucire Agli occhi dei Dominions dell'impero, come l'Australia e la Nuova Zelanda a cui è stato finora chiesto il più grave contributo di sangue per la guerra del Mediterraneo, dalla Cirenaica a Creta, il cinico spirito apologetico di quel dilemma non può che suonare come un sarcasmo offensivo adatto semmai a lacerare ancora di più, fino forse alla insanabilità, la ferita intestina. A Londra, dove l'attitudine e la situazione dell'Australia hanno ad un tratto gettato nel centro dell'attenzione e della discussione pubblica le preoccupazioni circa i Dominions, sembra se ne abbia in questo momento una esatta sensazione e i giornali subissano l'Australia di consolazioni, di ragionamenti suaslvi e di più o meno amorevoli precidozzi e consigli che si fanno anche forti di quel tanto di minaccia che è insito nella situazione stessa e che non è poco. Processo di disgregazione A Berlino non si è mancato nei giorni scorsi di rilevare la centrale attività svolta attorno alle trattative di Washington dall'inviato australiano; e si esprime oggi la impressione che nella teatralità della regìa politica spiegata in questi giorni dal sig. Churchill tra la Casa Bianca e il Senato americano, egli abbia avuto da coprire, volente o nolente, un altro grosso passo dello sviluppo storico da ti do airmgniiterra ì suoi Domi nions. Il processo è incominciato, come tutti sanno, dal Canada con le sue convenzioni politico-economiche con gli Stati Uniti, ma è cominciato almeno come un fatto accettabile in ragione di una attiva e positiva toletta di guerra; l'attuale moto australiano invece, appare, se possibile, psicologicamente e politicamente più grave perchè si determina in funzione reattiva alla madre patria e sul campo del mancamento di una delle principalissime fra le funzioni della sovranità statale: quel! la della difesa. Infine, più importante ancora e più significativa di ogni altra cosa appare la constatazione che anche presso vaste, influenti e forse decisive zone dell'Impero, è ormai individuata e deplorata la leggerezza e l'assenza di scrupoli di una politica statale — capace di degradare una classe dirigente stretta Infatti soltanto da nascoste fila extra-nazionali e antinazionali — che correva e corre il mondo alla impazzata provocando per salvarsi sempre nuove estensioni del conflitto e sfidando sempre nuovi nemici senza nemmeno quel minimum- di cautela che la metta in grado di garantire, anche solo daprimi e più immediati rischi, i popoli affidati alle proprie cure. Giuseppe Piazza roso aeiio sviluppo sconco aaempo già iniziato, che sta costar;-lo all'Inghilterra ì suoi Domi-