LA SITUAZIONE

LA SITUAZIONE LA SITUAZIONE • Le vittorie giapponesi si susseguono clamorose e decisive con un crescendo impressionante. Hong Kong è stata occupata dopo brevi e intensi combattimenti. Si sgonfia cosi tutto il bluff propagandistico sulle armate di Ciang Kai Scek ammassate per rioccupare Canton e sbloccare Hong Kong. Anche se l'importanza militare e strategica dell'isolotto si è notevolmente ridotta nell'ultimo decennio, la sua caduta costituisce la più grave umiliazione del prestigio britannico verso centinaia di milioni di cinesi. Nelle Filippine li marcia concentrica delle varie colonne ha condotto all'annientamento del grosso delle forze nordamericane; senza possibilità di ricevere rinforzi il gen. Mac Arthur vede la sua situazione disperata a dieci giorni appena dallo scoppio del conflitto. Se sarà confermata la notizia dello sbarco nipponico nella Nuova Guinea olandese si avrà la più convincente dimestrazione del pieno controllo delle navi giapponesi non solo nel mezzo del Pacifico ma anche nei pericolosi meandri degli arcipelaghi equatoriali. • Sul fronte della Malacca i giapponesi hanno realizzato un successo della massima importanza. Col possesso della provincia di Wellesley l'isola di Pe- nang~separ'a"u da un bre'vVbrac- do di mare si è venuta a trova-re in condizioni così critiche che, malgrado la sua attrezza-tura di superbe fortificazioni. le autorità inglesi hanno deciso di evacuare militarmente Gcorgetown. Il principale baluardo all'ingresso dell'Oceano Indianonello Stretto di Malacca ènelle mani giapponesi; non è azzardato prevedere che la marina del Mikado vi faccia Som1^ portati per via terrestre: comunque basteranno le squadriglie aeree a rendere molto difficile l'invio diretto di soccorsi a Singapore. • Come reagiscono gli anglosassoni a tanti tremendi colpi e ai loro sviluppi ? Negli Stati Uniti la paralisi completa delle sconquassate forze navali vorrebbe essere compensata colPannunzio di piani mirabolanti di future costruzioni. Gli inglesi cercano di raccogliere le forze locali, principalmente australiane, olandesi e indiane, puntando sempre sur un ipotetico successo decisivo nel Mediterraneo che dovrebbe permetter loro di dislocare poi le grandi squadre navali adunate per la lotta contro l'Italia. Perciò l'offensiva in Cirenaica viene continuata con enorme dispendio di forze sia terrestri che aeree e navali. Churchill sa che il tempo è contato, che forse è già troppo tardi rispetto alle conquiste nipponiche; ma si illude che la mèta sia vicina. Ed invece essa è inafferrabile. • Il logorìo delle forze britanniche nei fronti italiani è spaventoso. I Bollettini dell'Asse danno cinque incrociatori colpiti da siluri aerei e un incrociatore di 7 mila tonn. affondato da un sottomarino. E' un ritmo di perdite e di danni a cui la pur numerosa flotta inglese non può resistere a lungo. E in vista di quali obiettivi risolutivi? Nessuno. • In una pubblicazione di inspirazione ufficiale inglese si elencano otto punti-chiave per- ì?hè &u anglosassoni coi loro al|leatl bolscevichi possano conse ! Sulre la vittoria. Al terzo pun|to 31 enumerano le basi indi ! spensabih ; fra queste sono ì possedimenti in Africa della Francia e della Spagna. a. s.

Persone citate: Churchill, Ciang, Mac Arthur