LA PAROLA DEL DUCE ALLE DONNE ITALIANE

LA PAROLA DEL DUCE ALLE DONNE ITALIANE LA PAROLA DEL DUCE ALLE DONNE ITALIANE Fermissima volontà di vittoria un unico cuore d'acciaio,, "Bisogna essere La fervida adu¬ nata a Palazzo Venezia nella Giornata della Fede Roma, 18 dicembre. Oggi sesto annuale della « Giornata della Fede » il Duce ha ricevuto a palazzo Venezia la Consulta centrale dei Fasci femminili e una rappresentanza di vlsitatrici Fasciste e di Infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana. Nell'occasione, il Duce ha consegnato alle ispettrici nazionali dei Fasci femminili e della Gii, alle fiduciarie provinciali dei Fasci femmini li, alle ispettrici federali della Gii e alle dirìgenti della C.R.I. distili- tlvi di benemerenza conferiti alle Donne fasciste che abbiano rico-|»perto attivamente, per almeno 10! anni consecutivi, incarichi gerar-,chici nelle organizzazioni ferrimi- nlli del Partito e nella C.R.I. Nella Sala Regia Il ricevimento ha avuto luogo nella sala regia. Sul lato sinistro erano schierate le fiduciarie dei Fasci femminili e le Visitatrici fa sciste, sul lato destro le Inferirne-1 re volontarie della Croce Rossa. Decorate al valore militare, fra le quali la contessa Edda Ciano. L'annunzio dell'arrivo del Duce è dato da tre squilli di attenti suonati da un Balilla. Il Duce, che ha fatto il Suo ingresso nella sala accompagnato dal Ministro Segretario del Partito, è stato accolto da una lunga, calorosissima manifestazione. L'Eccellenza Serena appena placatasi un po' l'intensità delle acclamazioni, ordina il saluto al. Duce, cui echeggia un ardente! A Noi », mentre il nome del Duceiviene invocato a gran voce. Subito dopo, il Segretario del Par-, tito presenta la Forza al Duce: I consulta centrale dei Fasci femmi- "i!1; ,32 "d.ucia';i® ?ei FaSr fu' minili; 37 ispettrici federali della LGIL; 203 visitatrici Fasciste; 209 infermiere volontarie della Crocei Rossa Italiana. Quindi il Duce passa lentamente in rassegna il due fronti dello schieramento, feCiwe&L° SemPre C0" inesaust0 Placatasi, infine, la manifesta- zione, il Duce fa avvicinare al po-|dio l'isptttrice dei Fasci femmini-i li Laura Marani Ariani, la quale ipronuncia un fervidissimo indirizzo al Duce così concludendo: 1 <s Queste camerate e tutte le! donne d'Italia, presenti in spirito., Vi dicono, Duce, che ben serrate sono le-loro file in questa grande! ora di cui vogliono essere sempre ( piti degne. Vi dicono che salda è nel loro cuore la certezza della, vittoria, per la quale affrontano j con piena consapevolezza priva-!zioni e disagi e alla quale offro-ino con orgoglio il coraggio ed ili s.tn^tie dei proprii figli. Ad ogni j prova esse sono pronte «per con-'cludere nella vittoria-il sacrificio »!*r?£fàuìoa^i£™-\;tr\ placare con la vittoria gli spiritiche la vollero e la prepararono ».j Parla Mnccnlini rana mussolini |Vivi applausi accolgono la fine; .dell'indirizzo dell'ispettrice Mara- \tnATÒ' interessato* Ineandola di frequente, con cenni di consenso. Quindi, fatto segno ad luna nuova travolgente manifesta- ^Tbu^e-prlm^d. ave^vo"iluto, con deliberato proposito, che'la riunione odierna si svolgesse!nel sesto annuale della Giornata!della fede — dice come fosse, quel-1na, una giornata unica, che non si'ricorda senza essere pervasi da pluna profonda emozione. Tutte le:i donne' d'Italia furono unite: dalla:\ Regina all'ultima contadina e fu in un duplice significato Giornata ! della fede; in primo luogo perchè le Italiane offersero i loro anelli I nuziali, in secondo luogo perchè | riaffermarono la fiera decisione della lotta contro i ladroni dell'universo, che l'Italia aveva di fron- ,te ieri, come li ha di fronte oggi. Quindi, il Duce elogia, anzitutto l'opera svolta dalle Infermiere volontarie della Croce Rossa; effettivamente — come ha detto la camerata che Lo ha preceduto — Egli ha visto con i Suoi occhi non solo in questa guerra, ma anche nelle altre, che cosa hanno fatto le infermiere volontarie della Cro ce Rossa. Esse sono state mirabili per dedizione al dovere, per spiri to di sacrificio. Egli le ha viste in Albania nelle sezioni chirurgiche, quasi sulle immediate linee del fuoco, calme, sicure di sè, senza ansie. Il Duce afferma, quindi, di essere convinto che i feriti abbiano, e sentano profondamente, gra- .,.' _,. _ „ . , „ . . . „ «tudine per la loro assistenza che non e soltanto di carattere mate|»riale, ma è soprattutto morale. I ! combattenti, i feriti meritano il ,|0ro interessamento, la loro opero sa simpatia. Le Visitatici fasciste integrano quest'opera. E' tutto il mondo femminile Italiano, nella sua migliore espressione e nella sua vera e profonda aristocrazia che adempie, in questo modo, il suo dovere verso la nazione in 1 guerra. . ! A tutte le donne Italiane il Duce rivolge il Suo elogio, perchè tutte ne sono degne. Proseguendo, il Duce dice che la resistenza del fronte interno deve essere opera loro, della loro tenacia e della loro sensibilità, loro il compito di correggere talune storture, loro il compito di ricordare, talvolta, che questa è una guerra dura e lunga perchè non è una guerra come tutte le altre. Questa è una guerra che f'si destini del genere umano e in.ella aual.e s™° coinvolti in modo , I diretto e indiretto due miliardi di uomini. E come è l'ultimo battaglione che decide la battaglia, così è l'ultima battaglia che decide la vittoria. Quindi il Duce rileva Lu_ ,„ „„:„„,;„„; j„m, „,.»._ •_ che,le Prn/az.on della guerra im i Poste al Popolo Italiano sono sop portate dal Popolo Itauai.o con l magnifica disciplina, Il Popolo Italiano sente la guer ra, il Popolo Italiano sente che per <luant° 9ravi siano le sue Pr'va-||z|oni e i sacrifici del fronte inter-]i no, essi sono, sempre, infinitamen-1 ite minori di quelli che il nostro s 1 ! , ! mento spirituale verso il nemico, ( il Duce afferma che esso deve es sere di netta, profonda, irriduci, bile ostilità. Non si può combatte j re se non g, odia „ nem| h g| !,,, , . , , ina di fronte. In tempo di guerra, i alcuni dettami di una morale che j in tempi normali vanno profonda'mente rispettati appaiono super!flui e qualche volta dannosi. \ guerra esige un clima e degli uomini durissimi: bisogna esj sere un unico cuore di acciaio. 11 Duce afferma, infine, che fa- |ce>ndo questa guerra seguito ad a|. ; tre due, solo un popolo veramente forte e grande come M Popo|0 |ta. Pf reggere ad uno sforzo cos> prolungato, quasi ininterrotto dal 1935-36. Dice di avere un'assoluta, inicro.labile, dogmatica fiducia nel. ''a capacità di resistenza del Po!polo Italiano e nella sua fermis! sima volontà di vittoria, 1 e conclude — sicuro di inter'pretare il sentimento di tutto il popolo italiano — esprimendo la : Sua gratitudine per quello che le :cionne italiane hanno fatto, fanno soldato affronta sia nelle steppe'desolate della Russia, sia nelle du- !no sabbiose dell'Africa. |Accennando, poi, all'atteggia-j,e faranno. La premiazione . o — e Ogni frase del discorso del Duce è interrotta da applausi e da acclamazioni. Alla fine erompe dalla massa una acclamazione immens'i mentre la parola « Duce » viene scandita con intenso fervo-ie. La manifestazione si protraelungamente mentre il Duce rispon-de a tanta passione levando più epiù volte il braccio nel saluto ro-mano. Segue la premiazione. Le carne- rate prescelte, che rappresentano quasi tutte le città d'Italia sfila- ;• ino dinanzi al Duce che, soniden- te, consegna ad ognuna il distili- ), consistente in una medaglia|sulla quale spicca la lettera « M ».j Ed ogni camerata è fatta segno a vivi applausi. ! A premiazione ultimata, il no-\me « Duce » risuona altissimo nel- la grande sala. E Mussolini sale sul podio per rispondere alle ac-iitiere clanìazionied alle" invocazioni che non hanno sosta. Quindi, mentre l'Ecc. Serena, porta il saluto al Duce, si avvia all'uscita; nel lasciare la sala, accarezza paternamente il piccolo Balilla trombet¬ marzialmene irrigidito sul-]] l'« attenti ». Ma le manifestazioni i si rinnovano con sempre più ac-1 ! ceso entusiasmo mentre si levano |le note del fatidico inno della Ri- voluzione. Il Duce è quindi co- stretto a ritornare ancora due voi- te per rispondere a tanto fervore 1 ili passione e di dedizione. \

Luoghi citati: Africa, Albania, Italia, Roma, Russia, Venezia