LA MEDAGLIA D'ORO all'ammiraglio Carlo Cattaneo

LA MEDAGLIA D'ORO all'ammiraglio Carlo Cattaneo LA MEDAGLIA D'ORO all'ammiraglio Carlo Cattaneo La massima ricompensa alla memoria di altri tre ufficiali di Marina Roma, 15 dicembre. Sono state concesse le seguenti decorazioni al Valor militare: Medaglia d'oro al Valor militare a disperai: Ammiraglio di divisione Carlo Cattaneo da S. Anastasia (Napoli): « Comandante di ima «{{visione navale che egli aveva istruita, allenata e forgiata con alto intejletio, con paziente amore e con appassionata costanza, alla battaglia di Punta Stilo, essendo in testa alla formazione, con pronta iniziativa e con audace spirito aggressivo affrontava gli incrociatori nemici e con brillante mano vra rendeva vani i numerosi attacchi degli aereo-siluranti. La notte sul 'ss marzo, nel tentativo di sottrarre all'offesa nemica un incrociatore colpito da siluro, assalito improvvisamente da forze navali soverchianti. le affrontava con impavida serenità e con con aapevole audacia. Nel breve, durissimo combattimento, mentre egli profondeva le sue doti di mente e di cuore, e quando la nave ammiraglia, squarciata e incendiata, non aveva più possibilità di offesa ne speranza di salvezza, riuniva a poppa i superstiti per lanciare sui mare e oltre il mare l'ultimo grido di fede: Viva l'Italia! - Viva il Re! - Viva il Duce! Compiuto tutto il suo dovere oltre ogni umana possibilità, egli scompariva in mare con la sua nave e con la sua insegna al vento, sicuro clic il suo gesto sarebbe stato esempio di quelle alte virtù di dedizione e di passione che splendono luminose nel tempo e nella tradizione ». L'ammiraglio di divisione Carlo Cattaneo nacque il 6 ottobre 1S83 a S. Anastasia presso Napoli, ed entrò all'Accademia navale di Livorno nei 1902 dopo di essere stato per qualche anno allievo del Collegio militare di Napoli. Fu nominato guardiamarina nel 1906, sottotenente di vascello nel 1908, tenente di vascello nel 1913; quindi, in breve volgere di anni, in virtù delle sue elette doti militari e professionali, capitano di corvetta, capitano di fregata e capitano di vascello. Lo troviamo contrammiraglio nel 1936 e ammiraglio di divisione nel 1938. Carriera densa di fatti che caratterizzano, in ogni circostanza, sia in pace che in guerra la sua magnifica figura di marinaio? e di soldato. Da sottotenente di vascello imbarcato sulla R. N. « SaintBon », si distinse nell'opera di soccorso ai terremotati di Messina nel 1908. Durante la guerra italoturca si guadagnò una medaglia di bronzo al valore per aver preso parte allo sbarco a Tripoli, ed un'altra di bronzo ed una terza d'argento gli furono conferite durante la guerra 1915-18 per atti di eroismo compiuti. All'inizio dell'attuale conflitto si trovò destinato al comando della III Divisione navale, che tanto si distinse nel combattimento del 9 febbraio 1940, alla Punta Stilo, contro la flotta inglese. Passato al comando della I Divisione diede nuove prove della sua instancabile attività. Durante l'azione navale di Capo Matapan, a cui prese parte, dimostrò fino all'ultimo le sue grandi qualità- di condottiero e di marinaio. Fu dichiarato disperso in seguito all'affondamento della sua unità. Medaglia d'oro al V. M. - Alla memoria: Capitano di vascello Salvatore Toscano, da Imola (Bologna). « Comandante di squadriglia di cacciatorpediniere, consacrava tutte le sue energie fisiche e spirituali al servizio della nobile causa del dovere e dell'ardimento. In un aspro combattimento notturno contro soverchianti forze, sebbine la sua unità fosse stata inizialmente colpita in modo irreparabile dall'offesa nemica, ordinava e dirigeva con le poche armi rimaste efficienti un'audace e violenta reazione contro le navi at- laccanti. Con indomito coraggio, deciso a far pagare cura ai nemico la perdita dell'unità, continuava nell'impari lotta fino ad esaurimento di qualsiasi mezzo offensivo. Nell'impossibilità di ulteriore resistenza, mentre la nave, dilaniata dalle esplosioni e in preda alle jiamme, cominciava ad affondare, ordinato agli ufficiali ed all'equipaggio di porsi in salvo, rifiutava stoicamente l'invito dei suoi uomini che lo supplicavano di salvarsi, e, rimasto in piedi sulla plancia, in una suprema sfida al nemico, condivideva fieramente il destino della sua nave, che si inabissava ». Capitano di fregata Pietro De Cristofaro, da Napoli : < Ufficiale superiore di altissimo vaiare, comandante di silurante in servizio di scorta a un importante convoglio in acque insidiate dal nemico, prendeva tutte le disposizioni atte a garantire la sicurezza del convoglio affidatogli. Assaliti la scorta ed il convoglio improimisamente da soverchianti forze navali nemiche, la notte sul 16 aprile 1941, con serena e consapevole audacia conduoeva immediatamente all'attacco la nave al suo comando. Crivellata la sua nave da colpi nemici, coZpifo e.oZi stesso da una granata che gli asportava una gamba, rifiutava di essere trasportato in luogo più ridossato e solo concedeva che gli venisse legato il troncone dell'arto non per vivere ma per continuare a com battere. Cosi egli rimaneva fino all'ultimo, fermo al suo posto di dovere e di onore, e nella notte buia, illuminata a tratti dalle vampe delle granate e degli incen di, i suoi occhi che si spegnevano avevano ancora la visione di una unità nemica che sprofondava nel mare colpita dall'offesa della sua nave. E con questa egli volle ina bissarsi, mentre i superstiti, riuniti a poppa, lanciavano al nemico il loro grido purissimo di fede. Esempio sublime di indomito spirito guerriero, di coraggio eroico, di virtù di capo, di dedizione alla Patria oltre ogni ostacolo e oltre la vita ». Capitano .G. N. Giorgio Modugno da Genova: < Imbarcato in qualità di capo servizio del Genio Navale su squadrìglia cacciatorpediniere, durante imo scontro navale contro forze soverchianti che infliggevano duri colpi alla sua unità, con ammirevole serenità dirigeva tut te le operazioni per fronteggiare i danni provocati dal tiro nemico, eseguendo prontamente e perso nalmente, in sostituzione dei pròpri dipendenti uccisi o feriti, importanti manovre atte a mantenere fino all'ultimo l'integrità combattiva della nave, vialgrado gli incendi, gli scoppi delle riservette delle munizioni ed il dilaniare del vapore. Dopo l'affondamento del cacciatorpediniere raggiungeva a nuoto una zattera ricolma, di naufraghi, e pur essendo ferito e stremato di forze, rinunciava a prendervi posto e si prodigava con la parola e con l'esem- poi per disciplinare l'essistenza ai feriti più gravi ed ai più deboli. In questo nobile intento impegnava, con eroico spirito di sacrificio e incomparabile fermezza d'animo, tutte le sue residue forze fisiche finché, esausto per le ferite riportate e per il lungo sforzo, scompariva tra i flutti coronando degnamente la sua carriera di ufficiale colto, valente, appassionato, tutto dedicato al bene del servizio ed al ferreo compimento del dovere ». Medaglia d'argento - Alla memoria: Capitano di corvetta Giuseppe Arnaud, da Torino. Medaglie d'argento al Valore A dispèrsi: Tenente di vascello Mauro Miliotti, da Prato; capitano G. N. Luca Balsofiore, da Forio (Napoli); guardiamarina Arnaldo Arioli, da Milano. Medaglie d'argento al Valore A viventi'. Capitano di corvetta Enrico Marano, da Cittaducale (Rieti); capitano di corvetta Giulio Chialamberto, da Terracina; capitano di corvetta Athos Fraternale, da Ancona; tenente di vascello Giovanni Pianigiani, da Roma; tenente di vascello Antonio De Giacomo, da Siena; capitano G. N. Malvino Sigon, da Trieste; sottotenente di vascello Ettore Bisagno, da Genova; sottotenente di vascello Domenico Balla, da Genova; sottotenente di vascello Guglielmo Succi, da Moltern (Fiume); capo meo canico 2» classe Domenico Bertuz zi, da Domodossola (Novara); secondo capo mecc. Carlo Micheluzzi, da Pordenone (Udine); secondo capo furiere Vincenzo Petriccione, da Casa. Guove (Napoli); ufficiale 2» ci. vigile del fuoco Pietro Aja valasit, da Palermo; ufficiale dei vigili del fuoco Carmelo De Meso, da Messina; vigile del fuoco volontario Francesco Guglielmo, da Messina; sergente furiere Mario Aspromonti, da Poggio Mitteto Ammiraglio Carlo Cattaneo. Cap. di vaso. Salvatore Toscano. Capitano G. N. Giorgio Modugno Capitano di fregata Pietro De Cristoforo.