Un"bluff,, ben riuscito di Concetto Pettinato

Un"bluff,, ben riuscito Che cosa sono questi inglesi ? Un"bluff,, ben riuscito In quelle Lettere di Junius che tanto scalpore levarono nel mondo politico inglese ai tempi di Giorgio III, sir Philip Francis, giudice avveduto delle cose e degli uomini del suo paese, scriveva: a Per raffinata che sia, l'astuzia negli affari pubblici non può condurre a nulla di buono. Simile a falsa moneta, potrà aver corso per un certo tempo ma non tarderà a cadere in discredito. Impossibile, in ogni caso, ch'e9sa si accordi con uno spirito liberale (Lett., XLI) ». Junius non credeva nell'astuzia perchè credeva nel liberalismo. Oliviero Goldsmith, suo contemporaneo, credeva assai meno nel liberalismo che non nell'arte di Ulisse. «Ho conosciuto ai miei tempi — faceva egli dire al suo celebre Vicario — molti di questi pretesi campioni della libertà : per quanto ricordi, non uno di loro che in fondo al cuore e in seno alla propria famiglia non fosse un tiranno (Vicar of Wakefield, c. XIX)». Aggiungiamo: in seno alla propria nazione, e la testimonianza avrà il nostro consenso. L'apologia delle libertà inglesi è stata fatta le mille volte. Siamo invece sempre ad attendere una critica realistica di queste libertà. L'Ottocento, secolo del liberalismo, fu detto 6ecolo inglese. Sino a qual punto il liberalismo fosse un'impostura nessuno, infatti, lo seppe meglio del popolo che lo inventò, lo codificò e lo insegnò agli altri, dopo esser stato per molto tempo il solo a praticarlo. La vanagloria di atteggiarsi a campione della libertà e l'astuzia di farsi creder tale vanno indubbiamente annoverate fra le maggiori cause del suo successo mondiale. Questo popolo non fu comunque mai, in realtà, molto più libero degli altri, e l'immensa letteratura accumulata sul suo presunto record non costituisce se non un a bluff » ben riuscito. La fama delle libertà d'oltre Manica venne portata alle stelle principalmente dagli immigrati politici. Il Baretti era d'opinione che a un forestiero dabbene il quale voglia sfuggire d'essere bistrattato da quo' tanti tirannelli che formicolano in ciascheduna contrada d'Europa » non avesse se non a ritirarsi a in questa Inghilterra e in questa immensa Londra specialmente » per menarvi « vita dolce e tranquilla ». A prescindere da « que' tanti furfanti » e da i tutti gli affanni » ond'ebbe a soffrire durante la sua dimora nell'isola nonché dai dolori del processo intentatogli, l'autore della Frusta corse pericolo, nel giro di pochi anni, d'esservi bastonato dai diplomatici, trucidato dai malandrini e <r bistrattato » dagli stessi rappresentanti della giustizia. In un quarto d'ora di abbandono la sua penna tagliente si lasciò sfuggire una confessione che riduce a poca cosa il valore dell'elogio di cui sopra, a Oh, vantate leggi d'Inghilterra, esclamai nel cuor mio, dove siete voi? Ecco che qui come altrove i pesci grossi mangiano i piccini, checche i signori Inglesi si dicano. Quando e' si mettono a cinguettare delle loro leggi, pare che gli Inglesi parlino del solo e vero antidoto d'ogni male : — Oh in Inghilterra non c'è oppressio ne ! Oh, la legge in Inghilterra è uno scudo adamantino che copre tutta l'isola e la difende dalla soverchieria e dalla prepotenza!... — Affé, Inglesi miei, che fareste meglio a non gracchiar tanto della costituzione politica del vostro regno e della prevalente bontà delle leggi vostre, che tutto il mondo è paese, come dice il proverbio nostro, e ci vuol altro che il vostro sapere per fabbricar leggi che difendano il povero dal ricco, il debole dal forte ! (Lettere familiari, IV) ». Ma l'entusiasmo ufficiale del Baretti faceva parte d'una tradizione filosofico-sentimentale che dall'Algarotti ad Alessandro Verri e dall'Alfieri al Foscolo, dopo esser passata per l'Enciclopedia, ebbe anche fra noi, a dispetto di molti disinganni, i suoi don Chisciotte e i suoi Pantaloni. L'Algarotti additava l'età dell'oro in un mondo che accoppiasse a con leggi inglesi attico cielo ». L'Alfieri battezzava l'Inghilterra « fortunato e libero paese ». Gli apologisti dell'epoca ignoravano, per dirne una, come nello spazio di appena tre dici anni, fra il 1771 e il 1783, la sola Londra fosse stata teatro di ben quattrocentosette esecuzioni capitali e di un numero incalcolabile di pubbliche fustigazioni di cittadini d'ambo i sessi. Dopo aver lodato l'accorgimento bri tannico d'aver messo da parte il diritto romano, sembrandogli giusto che i come ogni uomo ha i suoi vestiti così ogni nazione aver debba le sue proprie leggi », Alessandro Verri andava in estasi, nelle sue lettere ai familiari, per la celerità della procedura delle Law Courts. Che avrebbe egli detto se avesse potuto prevedere quel che doveva scrivere in proposito, di lì a un'ottantina d'anni. Carlo Dickens? «E' la Gran Cancelleria: quella che lereini qnstdcoastsizie incstsgqaHtldzdsnftsfgdgvcttavlacspzatsagpmnNsd e sue case cadenti e i suoi tereni abbandonati, quella che ha n tutti i manicomi i suoi pazzi e suoi morti .in tutti i cimiteri, uella che ha i suoi clienti roviati, ridotti a implorare un pretito o una limosina alla porta ell'uno e dell'altro, quella che onferisce al denaro il potere di annullare il diritto a forza di tancarlo, quella che mortifica iffattamente la borsa, la paienza, il coraggio, la speranza, e turba a tal segno la ragione, e nfrange in tal modo il cuore, che non uno solo dei suoi ministri, se avesse un briciolo di coscienza, tralascerebbe di consigliarvi : Rassegnatevi a qualunque torto piuttosto che venir qui a domandare giustizia : BleukHouse, I, 1) «Lorenzo Da Ponte, meglio istruito del conte mianese, imprecava sin dalla fine del Settecento: <t Iniqui, artifi ziosi e crudeli avvocati di Londra! », < infernali invenzioni di simil razza ! (Memorie, I, pagi lecNlsltgna 268)». sdzdsstLa parzialità degli Italiani ini favore dell'Inghilterra fu lo scotto generosamente pagato per l'asilo ricevutovi da quei patrioti fuggiaschi che durante il Risorgimeuto, valga per tutti il nome di Mazzini, ripensarono al consiglio del Baretti o credettero ravvisare nei ministri della monarchia vittoriana dei patroni disin tercssati della causa unitaria. In tempi meno candidi imparammo a conoscere quanto quello prevenzioni fossero discutibili. Allora come oggi, l'Inghilterra non accoglieva i fuorusciti se non perchè il suo programma egemonistico le dettava di scalzar gli imperi rivali alimentando le rivolti zioni sul continente. In quanto all'effettiva bontà delle sue intenzioni nei nostri riguardi, l'assalto sanzionista del 1935 non avrebbe dovuto arrecarci quella gran sorpresa che sappiamo, per poco che avessimo serbata memoria dell'ammiraglio napoletano penzolante per ordine di Nelson dal non ancora scavato a maggior pino » o di Giuseppe Garibaldi accorrente coi Mille in Sicilia per impedire a i almerston di calcarvi prima di lui le orme del duca di Bronte e fare dell'isola una nuova Malta. Vincenzo Monti, il quale qual che volta vedeva giusto, aveva capito l'Inghilterra con più d'un secolo di anticipo sugli àuguri politici della penisola allorché vergava il famoso sonetto : Luce ti nicchi 11 Bole, erba la torra, Malvagia, che dall'alga e dallo scoglio Per le vie de' ladron salisti al soglio E con l'arme di Giuda esci alla guerra Fucina di delitti, in cui si serra Tutto d'Europa il danno ed il cordoglio. Tempo verrà che abbasserai l'orgoglio Se stanco alfin pur Dio non ti (sotterra...Ma nemmeno l'ira del Monti, contingente come sempre e solo mediatamente italiana, risaliva alle cause ; e anch'egli nella perfida Albione malediceva la potenza egemonica, la «tiranna del mare », non la Circe politica, la falsaria impinguata e cresciuta sul millantato credito di un regime almeno tanto fallace quanto il cauto delle sirene che attira e perde i naviganti. Ora proprio in questa impostura interna prima che internazionale stava la vera macchia dell'Inghilterra. Di liberale aveva essa davvero avuto mai molto più che il nome? In tempi meno tardi dei nostri e perciò meno inclini a prendere abbaglio, la Rivoluzione del 1688, sulla quale riposava, e in parte ancora riposa, il credito di cui sopra e della quale s'è voluto fare l'archetipo della Rivoluzione Francese e l'ava della moderna democraziaispirò a un liberale autorevoleil Burke, un giudizio abbastanza reticente: «Le rivoluzioni inglese e francese, opinava costui in un discorso del 1791 alla Camera dei Comuni, sono in realtà l'una l'opposto dell'altra così nel- e circostanze che le distinguono iccome nel loro indirizzo generale...jlNel 1688 noi non distruggemmo I pla Monarchia: al contrario, non'nsarebbe difficile dimostrare che.dla sua potenza rimase accrescili- ta. La nazione serbò la stessa'sgerarchia, gli stessi privilegi, le sstesse franchigie, le stesse norme di proprietà, le stesse subordinazioni, lo stesso sistema di leggi, di entrate, di magistrature, gli stessi fonte, gli stessi Comuni, le stesse corporazioni, gli stessi elettori... ». Superfluo aggiungere che l'oratore non pensava punto a dolersi della prova di prudenza conservatrice data con ciò al mondo dalla nazione britannica, e che ancor meno di lui ci pensavano i deputati liberali che gli siedevaiio allato. Per l'uno come per gli altri, il liberalismo era una eccellente bandiera, semprechc non si pretendesse piantarla più in là della facciata. Alle sue pure fonti, la dottrina dei whigs inalberava volentieri la libertà e i sacrosanti diritti del cittadino : i in pratica, però, la sua unica preoccupazione stava nel con6er vare a una piccola casta di gran signori la facoltà esclusiva di governare il paese, sfruttarlo e farsene mantenere. «Noi, confessa va l'uomo di fiducia dei whigs, riceviamo, possediamo e trasmettiamo il nostro governo e i nostri privilegi non altrimenti di come riceviamo, possediamo e trasmettiamo le nostre proprietà e la nostra vita (Burke, Reflexions on the Revolution in Frutice, p. 64) ». Sotto tale aspetto, il partito ha potuto, col tempo, mutar nome o magari cessare affatto di dcd s o store: la preoccupazione che ispirava non ò venuta meno per questo. Usuo posto sulla scena politica è stalo preso dal credo e da! personale laburista, ma o spirito e il meccanismo della società inglese sono rimasti pressappoco quelli di prima. Un duca di Bedforrl può ancor oggi, perchè duca di Bedford, sfidare impunemente i rigori delle leggi e l biasimo dell'opinione rifiutandosi ad alzare mi dito in difesa della patria belligerante come ai tempi del secondo Pitt un Carlo Fox, perchè figlio di un lord Holland, poteva impunemente abbandonarsi in pubblico a manifestazioni di gioia all'annunzio d'ogni nuovo scacco delle armi o della politica nazionali. E, dopo un paio di secoli di vantato parlamentarismo, vediamo anco ra, in pieno 1941, un Gilbert Murray, un sir Richard Gregory, una lady Cinthia Colville raccoglier firme in favore d'una ri forma elettorale che. a guerra finita, «faccia della Camera dei Comuni ['espressione genuina dell'opinione del paese e, all'infuori d'ogni considerazione di partito, permetta che al maneggio della cosa pubblica abbiano adito i più competenti e i più degni (Times del 6 novembre) »: il che equivale a sottintendere che un paio di secoli di parlamentarismo non sono bastati per fare un Parlamento ! Tutti i partiti, tutte le dottrine politiche hanno comune il destino di degenerare. Ma non sarebbe interamente paradossale pretendere che il liberalismo inglese fu degenere dalla culla, j All'ora delle pure fedi e dei| pcpspnsudccd j he una stampa | talora offrirsi il generosi fervori, esso tradiva già le stimmate dello scetticismo che accompagna la decrepitici- ne. Quando Voltaire veniva a re- spirare nei club* di Pali Mail ama romana e repubblicana che doveva permettergli di comporre le sue Lettre* sur lei Atiglaii, Samuele Johnson, da un caffo fu- moso dello Strand, esalava il prò- pno disgusto della politica locale con lo scrivere: «Da troppo tem- pogli uomini s'mebbriano di que sto grande all'are che si chiama politica, considerandolo fruito di loti superiori negate alle nrrso-i ne ordinarie. Confesso ili non essermi mai imbattuto sin qui ini un solo alto politico che richiedesse capacità eccezionali e clic; non si poi esse compiere mercè lai menzogna e l'impudenza, senza soccorso d'ali re doti. Pronunciarsi all'incontro delle proprie1 convinzioni, promettere quello che non si potrà mantenete, lusingare l'ambizione con speranze di avanzamento e la miseria coniiprotterte daino, pacar loreo-',• . ' !" ., ». i giro con una simulata soltonus- sione e l'ostilità con carezze e doni: tutto rumiti «»" «..„,.„ Iquesto non fuorché un'anima totalmente già ai che non arrossisce di nulla e un cuore privo di sentimento (The riiinbler, LXXIX) ». Più brevemente, nel preambolo alla raccolta delle Lettere menzionate in principio, Junius ricordava lettori, pel caso che le sue inve tive sembrassero loro smodate: nd'anche l'ul d un e!1(nai.propri interessi, un v,so|* Ii«Quand anche 1 ultima sessione Parlamento settennale ve-msse spesa nel corteggiare il po-polo, pensate che i vostri rappre-sentantl dispongono d. sei anniLper offenderlo e d uno solo per espiare!». Per.un parlamentari- smo ancora alla luna di miele, riconosciamo che una chiarovcg-„.„,, .im:i„ ,,„„ ,„.,„.., fl; -.i.6 genza cimile non manca ai sale. Gli è che dei fasti della liberti,»'ol,V>„™ =;„ rlollNr,;,;^ a„„i,„ ;Jsebbero sin dall inizio anche mInghilterra più che altro le ap parenze, il vento, il rumore. S'eb-a quale poteva lusso di pren- dorè in burla o di insultare pla-| tonicamente gli attori della coni „ierlia politica; e non era impos-j sibilo ,-be i giurati di un tribu naie assolvessero, a dispetto dell giudice, l'autore d'un libello insolente ovvero che un branco di ragazzacci più o meno prezzolati! schiamazzassero dietro la vettura! d'un pezzo grosso. Ma le famose! libertà del popolo finivano li, e un William Cobbett si buscava come niente due anni di carcere per aver denunziato sul proprio! giornale uno scandalo militare, t- i- . ,. . . Eguaglianza e giustizia rimasero spesso una lustra anche nella migliore epoca liberale, salvo che agli occhi di Ippolito Taine, il quale non esitava a dire degli Inglesi; «Hanno un bell'essere ineguali: non lo sono se non in virtù d'un reciproco accordo. Il contadino è padrone nel suo tugurio, eoi suo pane di segala e i suoi nove scellini la settimana, uè più uè meno di come il duca di Marlborough lo e a Blenheim /-* i nn -i . i- Casi le con le sue 90 mila slerline .. la le sue di reddito l'anno (f/ist.. ile //«. antjlrme, III, p. 291) » l*na critica di meno facile con-| tentatura poteva insegnarci che; rantenato |,ei Par,am^nti |egife. rava nel mero interesse d'una! oligarchia dominante e che il solo giudizio meritato dalla mag-j gioranza dei gran signori «libe-j rali» era quello espresso da lord Chesterfield sul conto di quel primo lord Holland che, in omag- «io alla libertà, consentiva ai |glilloli di fare a zi n suf) oro. lo*io: ,,Non av(£a |a menoma id=a di Hberta e rll gillstizia> di. zava com(J Sfio6cchi ed • L&ti chiunque sembrasse credere nell'utia o nell'altra e visse come Bruto morl: chiamando la NriPdspsndvirtù!<v rl°'ne, Va?° "' t ,. , 't Il secolo del liberalismo, det- p , . , ,,, , ' . to secolo in crip<m> a 11 ecrv Aa] lo ein : p.o secolo inglese all'eco delle cui R ,u;^° °ff?,' ! L ° ff i. ° 1 «ultlme strofe fu allevata la mia l generazione, ebbe nascita in que-jcsto equivoco precoce, carico di in-is• ,* ,. r . ' oquietanti presagi. Concetto Pettinato ai |