Oggi il Tribunale Speciale pronuncerà la sentenza di Francesco Argenta

Oggi il Tribunale Speciale pronuncerà la sentenza Il processo dei terroristi Oggi il Tribunale Speciale pronuncerà la sentenza ii Trieste, 13 dicembre, processo volge all'epilogo Nella giornata di oggi, con le ar ringhe degli avv. Ciolella, Buda, Pangrazi e Presti, tutti del foro di Trieste, si è chiusa la discussione. Domani il processo sarà ripreso per l'udienza conclusiva e la sentenza sarà pronunciata in giornata. Il presidente, aperta J'udienza, dà la parola all'avv !<juale difende Simone Kos, il giovane che capeggiava il gruppo dei 'terroristi di"Gravoca Serravalle e per il quale è stata richiesta la nnna a\ m^rte il Hi ini fmtpiin : pena ai morie, u ai lui iraceuo Rena m morte. 11 01 1U1 rateile «f^seppe per il quale il P. G., nel l'assenza d prove convincent cirjca la sua partecipazione al tra- isPort° dVar™'' ha prospettata la opportunità di una declaratoria di assoluzione per insufficienza di i prove, e taluni altri degli appar- rinieiia ìi!"'| tenenti al gruppo dei terroristi: |l Zoinik, per il quale pure è stata richiesta la pena di morte, Prezly e Brovc, per i quali sono stati richiesti 30 anni di reclusione. L'avv. Ciolella sostiene che la responsabilità di Simone Kos e dei suoi compagni deve essere riguardata e valutata con riferimento alle insistenze, alle pressioni degli istigatori che agivano da oltre confine. Il Kos e gli altri impu- tati del su0 £ruPP° hanno una coscienza politica crepuscolare; sudi essi gli elementi di oltre confine hanno potuto agire funestamente, mediante una propaganda che si è sviluppata attraverso le più disparate e minacciose pressioni. Responsabili dei fatti, in cui è sfociata l'attività dell'imputato per effetto di dette istigazioni, sono i vari Zelen e Rejec. L'avv. Ciolella considera gli elementi di accusa emersi contro i suoi difesi e quanto allo Zornik rileva che costui |non e stato un parteclpe essenziale nè importante all'attentato compiuto da Ivancic sulla ferrojvia di Tarvisio. Conclude chieden\do una sentenza che lasci per gli imputati ai margini dell'espiazione una luce di redenzione. Il presidente dà la parola all'avvocato Buda, difensore di Bobek, accusato contro il quale si sono scagliati con violenza il P. G. — che ha richiesto per lui la pena di morte. — e i patroni degli altri imputati. pL'avvocato Buda, passando a esaminare l'imputazione massima ai suoi difesi, si dichiara stupito perchè, fra le varie ipotesi di delitti cosiddetti collettivi che potevano essere contestati agli imputati, è stata scelta quella prevista dall'art. 285 del C. P. per il solo fatto che questa è l'unica ipotesi che comporta la pena di morte. Senonchè, l'art. 285. il quale colpisce con la pena suprema i fatti . diretti a portare la devastazio \,^ ia strage e il saccheggio », non , è sDplicabile agli imputati, perchè ! nel loro programma di azione, nel ila. loro concezione politica, non rientrava il proposito di seminare la devastazione e la strage. Sulla base di queste premesse l'oratore esamina la posizione processuale dei suoi difesi, e, dopo avere confutato le argomentazioni addotte dal P. M. per sostenere la accusa contro il Dolenc, il Vatta e il Semec, si sofferma lungamente sulla posizione della Maria Urbancih, la cognata di Bobek per la quale il P. G. ha richiesto la pena di 9 anni. Passando poi a esaminare la posizione processuale di Bobek, l'avv. Buda dichiara che nell'attività di costui non ricorre la specifica ipotesi delittuosa. La chiamata di correo contro il Bobek è stata fatta dal Tornasi, il giorno successivo al suo drammatico tentativo di suicidio. Ma nel far quella chiamata di correo il Tornasi aggiunge anche: Quando vidi che il Bobek cercava di introduri l di Vill Oii recanclo un va-r-10 si nel gruppo di Villa Opicina, capii subito che egli era una spia». La figura di Bobek va vista alla luce della confidenza che egli non lesinava alla polizia. La sua attività va considerata nel quadro delle necessità che con questa attività di confidente si collegava. Del resto, è provato che il Bobek, con estremo pericolo per la sua vita, portò alfa polizia un carico di armi che erano state inviate al di qua del confine dai fuorusciti, e che fra il '32 e il '35 tornò da viaggi oltre frontiera e preziosissimo materiale alla nostra autorità. Bobek — prosegue l'oratore — è stato anche il primo a fare il nome di Sossi; è stato colui che con le sue rivelazioni ha fatto cadere tutto il gruppo separatista; lui è il regista di questo processo. In difesa di Vadnal e di Sluga, due contadini di Villa Slavina appartenenti al gruppo comunista I per il primo di essi è stata rl chiesta la pena di morte, per l'altro 30 anni di reclusione) parla l'avv. Pangrazi. Tanto il Vadnal che lo Sluga sono figure di secondo piano. L'avv. Presti difensore di Ivancic, per il quale è stata chiesta la pena di morte, chiude la discussione. L'Ivancic, come si sa, appartiene al gruppo dei terroristi capitanati da Kaus, e fu autore dell'attentato perpetrato il 5 giugno 1940 sulla linea di Tarvisio. Egli ha peccato, dice l'oratore, e deve pagare, ma non nella misura enorme e sproporzionata proposta dal P. M. L'ipotesi dell'articolo 305 del C. P. non si attaglia a quanto ha compiuto l'Ivancic. Egli infatti ignorava che dietro lo Zelen, dal quale gli era venuto l'incarico, operava una associazione cospirativa. Affamato, incalzato dal bisogno, accettò l'incarico di deporre le capsule di dinamite sulla linea ferroviaria, solo perchè gli fu fatta balenare la possibilità di essere compensato con qualche biglietto da 100. LTvancfc non ha voluto, continua l'oratore, a ragione veduta, portare la devastazione e la strage. Minatore da molti anni, egli conosceva perfettamente la tecnica per il trattamento della dinamite, ma deliberatamente si è astenuto dall'applicarla nel deporre le capsule lungo la linea ferroviaria. L'avv. Presti ricorda che l'Ivancic ha fatto in Africa il suo dovere di soldato; ma in favore dell'imputato sta soprattutto il iisposto della legge: l'articolo 311 del C. P. dice che quando il danno è lieve « la pena di morte deve essere sostituita con quella della reclusione da 24 a 30 anni Francesco Argenta

Luoghi citati: Africa, Serravalle, Tarvisio, Trieste