DALLA PALLA DE GOMMA ALLA CASA DI BAMBOLA di Antonio Antonucci

DALLA PALLA DE GOMMA ALLA CASA DI BAMBOLA I GIOCATTOLI E LA GUERRA DALLA PALLA DE GOMMA ALLA CASA DI BAMBOLA Un giocattolo colpito in pienoIitiilln guerra è la palla, torse uìpiù antico Ira i giocattoli, se si eccettua il bastone che può imi-itare il guerriero, e che, messo tra\ le gambe la cosi bene il cavallo anche per cascare magari. Fiatone approvava il gioco della palla perchè rende il corpo più allegro » e Kant lo conside- rava u uno dei migliori », sempre per il suo valore ginnastico, ma bisogna andar cauti a frugare tra i filosofi, perchè difficilmente si accordano. Infatti Leibnitz, in fatto di giochi, propende per il solitario e gli scacchi, incitanti entrambi all'invenzione mentre Rousseuu voleva date ai bambincome giocattoli upessi di pane duro o dei biscotti, simili al pane di Piemonte, i quali, in quel paese si chiamano grissini ». Giocattoli italiani La prima palla fu certamentedi neve, poi di terra, poi di legnopoi di stoffa, infine di cuoio e dgomma. Le necessità della guerraincidono sul cuoio sulla gomma esulla stoffa onde la pinta si e fatta umile, di cuoio non se neparla più, la gomma è nera e tradisce te briciole da cui deriva, (astoffa ricorre, quasi sempre, acascami e rifiuti. IJerò anche in tempi di abbondanza, i bambini poveri le pallese le facevano da soli, con grande gioia di Locke, u quale, vissuto in un'epoca (1632-1704) durante la quale i commercianti non era no federati, sosteneva che » nessun giocattolo va comperato nQuelle palle avevano l'anima astracci e un rivestimento esterno di cimosa (strisciatine che 1 sartbuttano via) e i più bravi ne confezionavano con arie, sì che rimoalzavuno bene e magari ci si poteca giocare a tamburello. Ma i Isignor Locke — con tutta l'ap-isìparenza di avere vigione — e,ra\ d in Iorio; n. per non avergli bada-' rilo, nel 191*1, l'industria germani-]b\ cu dei giocattoli era la terza in\ tmportanza nel Reich, \bDicono 1 Cinesi che il « gover- Ipno 'ideale Sarebbe quello dei filo-\ mso/i ne non mescolassero la teo ria in tulle le cose » ma essi pos sono affacciarsi iti incognito nella nrepubtdica dei giocattoli e conicbuoni risultali. Parlando con deiìgpradutlori, i fratelli Garetta, cheìglanciano i loro giocattoli «fin sol-\btanlo stille ali del commercio ma \ esu quelle della poesia, li sentili tdire: „ Diamo ai nostri bambini\Lgiocattoli graziosi perchè si ani-Utuino al bello, e diamogliene ita- liani perchè pensino che quel bcl-|>lo è in Italia „. E' il concello del-', st. autarchia, espresso in termini [sscelti. Storie di bambole I/autarchia ha fatto molto nel campo dei metalli e dell'automa dpplismo considerato anello ni 11 au > usino, consiaeraio queiio pia ai}- fioile, ma le resta da fare ìnolli».-quello più faci^delle^cui importanza e a a si n il ti Simo in bambole, la smisurata. La bambola è un giocattolo universale e credo sia vietata soltanto agli Abissini, 1 quali, avendo assorbito la religione cristiana da Bisanzio ai tempi dell'iconoclastia, rifuggono da tutto ciò che sia modellato o scolpito nella materia. Le tombe preistoriche ci rivelano bambole, naturalmente preistoriche. Gli antichi egiziani ne avevano di ogni specie, però bruttissime, perchè soltanto il Faraone e la famigliola avevano diritto di essere belli. Forse c'era pure deile bambole tra i feticci che Rachele figlia di Lattano portò via a suo padre, né sarebbe meraviglia ove si pensi che iu.ll oggi in Giappone 'e bambole si tramandano ai generazione in generazione — ognuna la, sua — come un albero a famiglia, e vengono esposte tra lampade e fiori al 3 di marzo, nella festa chiamata Hinamat-|sm2' \Per non ingombrare la casa, le \ donne romane offrivano invece,le proprie bambole, prima di spo tarsi, ad Afrodite o Artemide 1 ai Lari o ai fenati, cerimonia che non sempre garantiva l'au- isterità, ditto che moltissime, dir\ dispetto del matrimonio, continua.! l' rimo come prima ad essere leì]burnitole di se stesse. \ \ Il Medioevo trascurò le bam-\ \bole e ne fu severamente punito] Iperchè costretto alle più assurde ì\ malinconie e a servire d'esempio onte tempo deprecabile. j Furoreggiò la bambola nel Ri-, nascimento e anche dopo, tatitaìiche il cardinale di Kichelien re-, ìgalò alla signora duchessa di Un- ìghien una piccola camera con seiì\bambole quasi al naturale che \ erano svestite e messe a letto int- i te le sere. e. rivestite 1 inaomani. \La sua padrona le faceta man-.Urlare, faceva prendere loro delle [ medicine se avevano cattiva cera;\|><»« vòlta volle pure che faees-1 ', sera il bagno, e furono salvate «: [stento da persone serie. Si narrai di bambole pagate ad altissimo presso ma ciò non deve stupirci',perchè, prima dell'industria, %, giochi erano sovente carissimi. Nei conti dei Sovrani del ma- > Dante, in data 14 maggio 1379 si ' ..... . „„:„' „ fl„„,„„ .-l>ovano iscntt, „ 4 peters 2.fiorini e^J^ montoni■» • < > o a e e i e a , e a , Monseigneur et Madame » pe comperare un gioco di carte. Un vanto di Torino Le bambole che da noi lasciano'a desiderare sono quelle comuni. ancora troppo care, non ancora in un piano di concorrenza Inter- :nazionale.. Restiamo invece msu-<pereti sulla bambola di lusso -\, ,. „. , vanto precipuo di Tonno — die r. ' , ,, , ne irradiava in ulto 1, mondo, ne, paesi ad alo tenore industria-le e negli tntri Berlino Fungi Londra New York Calcutta 8eiun-gai Tokio, l Africa, l'America uà- una, la Russia dei Soviet e la Patagonia accoglievano con lieu- lieo entusiasmo (salvo afumatu-re) la bambola nostra, gioia deibimbi, ornamento dei salotti, fé- lìcita degli innamorati. La sua fama era tale che, durante le san-zioni, i cannoni della Home Fleet—• unendo la stupidità alla catti- veria — erano puntati con ugualeburbeiità contro la Fiat e contro te bambole Lenci. Eia un soffio-|rfi buon gusto, di primavera, di \coiilialità che bisognava strango-e \ lare perchè non triade in Eriglarid e,e nemmeno in United States. E\hi quel periodo, quanti bambinipoveri 0 malati, non ebbero il lororegalo, ai quattro angoli della ter- ra, pei che spesso bastava scrive- 1 a u- re e, còme ai tempi delie late, daì'Italia partiva un -sorriso. (Gratìs, dato che non siamo estremamente fenati in questioni d'inte- resse) E adesso? Come stanno le bam- bóle di lusso hi tempo di guerra* Affacciamoci nella loro casa, e nei loro segreti. La bambola classica sembra quasi imbronciala e si direbbe che pensi. Gli uomini si uccidono, si odiano, distinguono civiltà e ricchesse mentre lei correbbe soltanto sorridere o indirne a sorrìdere. Hi sente fuori tempo, " brusio di seicento macchine '1" cucire non forma più l'allegra cansonedinna volta, percorso com'e ,,a brividi duri perche molle lavorano per la guerra. Non tulti ■''" sfilano fiori, accomodan- -° corolle e pistilli con pa zienza d'anacoieti, non tutte le dUa WW'dsianO riccioli, frange e colon. La guerra ha invaso pure Casti, di Bambola, è giunta fino a lei con il suo soffio gelido. « Via, ria! — ha gridato — via quei ve¬ ' '"' ~ ', ' ,— ' sii di feltro e di organdis» * ■ sacrificati acce,- ,awdo u canapa e la seta artifi- calle, rhc non si poliebbe chiama re cosi per legge ma che la sua grazia fa sembrare seta del tutto. Diamole questo rettalo, povera Piccola! La guerra le ha già fatto "" "llro m"le: sfawa »«" entrare "l cinematografo — non già sotto £» "'«' ?art°m ~ "ul 1'1 <f viva, non indurita aenf an*ma> co™\ Biancaneve nel colloquio con il bri cavaliere (ve ■ , , » , -, u ■ _ ne ricordate?). ma con il brio me- (Wer,,llW0 che'vibìll dovunque, se , ser„fejo delVintelliqenza. Qulaeuno - Vo, co cattivo, quelU) ^ ,„„taMa. _ ,a minaccia jm) j. veètìm e vendcrla a £ ^ e sarebbe ,a .,„.„ finc% rr>n danno inrrlìc.r,h,bilc per quelUesportazione d'italianità che deve starci a cuore. Ma Zei non ,,e ne prcocrHpa o trema in silenzio; sa che ucciderla sarebbe un delitto e, intanto, vuol vivere da par sua in visione dell'oggi. Vuol vivere e vincere, vuol partecipare alla guerra. In avanguardia, ha già lanciato minuscou bambolotti — i suoi figli _ come balocchi portafortuna, e Napoleone sceglieva i qenerali tra gM ufficiali fortunati.' Non si sai nMÌ. Centinaia di donne li curano g u vestono con la passione di tutta l'anima, quella slessa — alla \ massima tensione — che si covi \ piaceva prima, intorno al giocat tato bello, soltanto perchè bello e perchè la fatica si accostava all'aite Noi ignoriamo che cosa sia la fortuna, ma certo si è che quei balocchi portano soffii di teneiez-\ za, palpiti accelerali di cuoreA (mamme, sorelle, spose/, onde l'augurio, cucito — diremo così — nella stoffa- non può disperdersi e giunge a- deslinazione. Ma non basta. Prima della guerra. Bambola nasceva dalla testa dei suoi genitori belle pronta come Minerva dalla, testa, di Giove e, per imitarla del tutto, vuole uscirne armata. Armata cioè deli suo fascino proteso in una dire-1 .rione sola onde la bambola tipo bersagliere, tipo alpino, tipo marinaio, tipo aviatore... E' seria impetuosa amazzone, senza perdere la sua civetteria di donna. La guerra la modifica ma non la deforma... I ìiccioli sottostanno a una disciplina severa, le vesti sono sobrie ma rimane la sua aria inconfondibile, quella stessa che l'acclimata in ogni dove, per cui è sempre lei, sia biricchina perchè piccola, sia impettita perchè brava massaia, sia orgogliosa perchè in piume e pelliccia, sia umile perchè suora: la bambola italiana. Antonio Antonucci i a o . pltsdgtsfi Bambole torinesi di stoffa. (Foto Lenci) ' i , l \ l \ ì Vecchio giocattolo al sole d'inverno. ( Foto Antonucci)

Persone citate: Foto Antonucci, Foto Lenci, Iorio, Kant, Lenci, Locke, Minerva