L'AZIONE DEI TRE AEROSILURANTI CONTRO L'INCROCIATORE NEMICO

L'AZIONE DEI TRE AEROSILURANTI CONTRO L'INCROCIATORE NEMICO nisimImMs acque ueimImA. mjlrmarica L'AZIONE DEI TRE AEROSILURANTI CONTRO L'INCROCIATORE NEMICO Roma. 8 dicembre. Un» degli inviati speciali della Agenzia Stefani ha telegrafato dal fronte delle operazioni: Sull'azione svolta da tre nostri aerosiluranti contro incrociatori nemici si hanno i seguenti particolari. Nella giornata di ieri l'altro, un ricognitore germanico avvistava fra Tobruk e Ras Azzaz una formazione navale inglese. In base a questo avvistamento tre nostri apparecchi aerosiluranti, a brevi intervalli di tempo uno dall'altro, sono partiti da un nostro campo di aviazione subito dopo il sorgere della luna e sì sono diretti verso il settore segnalato. H primo apparecchio giunto sulla zona delle navi nemiche è stato quello pilotato dal tenente Guglielmo Ranieri. Appena esso si è avvicinato, le artiglierie di bordo e le mitragliere avversarie hanno aperto un fuoco violento e preci- so. Il nostro aerosilurante, nono stante la intensa reazione controaerea, ha eseguito con perfetta calma le manovre necessarie ed ha sganciato il siluro da una distanza di circa seicento metri contro l'ultimo incrociatore della formazione. Mentre il velivolo si allontanava per rientrare alla base, dalle navi nemiche continuavano a partire colpi di artiglierie e raf- fiche di mitraglia. Tutto l'equi-1 paggio del nostro apparecchio hajperò potuto notare l'esplosione [provocata dall'ordigno ed un sus-lseguente incendio sulla nave. L'apparecchio pilotato dal Bot-Itotenente Pulzetti è arrivato qualche minuto dopo. Anche contro di esso la formazione navale nemica ha sviluppato un infernale e rabbioso fuoco di artiglieria e di mitragliere. Nello stesso tempo le unità avversarie si sparpagliavano in ogni direzione per rendere difficile l'avvistamento e il tiro dell'aereo. La cattiva visibilità, aggravata anche dalla ingannevolezza dei riflessi lunari, ha ostacolato i primi tentativi di attacco dell'aerosilurante. Finalmente, dopo varie evoluzioni, il nostro velivolo ha trovato la posizione favorevole ed ha sganciato il siluro che ha prodotto una vasta esplosione sulla fiancata dì un incrociatore. Durante successivi giri fatti sulla formazione avversaria è stata no tata una nave che non sparava più e che stava affondando. L'apparecchio pilotato dal capitano Massimo Erasi, per quanto partito primo dal campo di aviazione, è stato l'ultimo a giungere in vista delle navi inglesi, ma esso ha subito numerose traversie prima di poter arrivare sulla zona dell'azione. Appena partito dal campo esso si è visto inseguito da un aerto nernico, ed ha cambiato rotta dirigendosi verso Tobruk. Due fasci di luce.emessi da riflettori della P.,ftzà*fo?t? 10 hanno allora inye stito in pieno ed indicato a due altri apparecchi nemici che si so no gettati a dargli la caccia. Esso invertita ancora una volta la rotta virando prima verso ovest e poi nuovamente verso est. Non si crederebbe; anche questa volta si scontrava con un altro velivolo ne mico. Altro cambiamento di rotta finalmente dopo tutte queste peripezie poteva riprendere la rotta giusta. Verso le ore 22 circa, esso avvistava una nave ferma, un incrociatore leggero che emetteva segnali luminosi intermittenti. Molto probabilmente si trattava di una delle due navi già colpite dagli altri due apparecchi. Il nostro aerosilurante ha potuto abbassarsi senza Incontrare alcuna reazione. Avvicinatosi alla distanza di circa ottocento metri ha sganciato il siluro che è esploso nella parte prodiera della nave. Le difficili condizioni di visibilità non hanno permesso di accertare gli effetti di questo ultimo sgancio, ma è da ritenere che questa unità, in seguito al nuovo colpo ricevuto, sia andata a raggiungere il fondo degli abissi marini.

Persone citate: Guglielmo Ranieri, Pulzetti

Luoghi citati: Roma, Tobruk