I soldati di tutte le guerre nella parola esaltatrice di Angelo Manaresi

I soldati di tutte le guerre nella parola esaltatrice di Angelo Manaresi Istituto di Cultura Fascista I soldati di tutte le guerre nella parola esaltatrice di Angelo Manaresi II commento di Vincenzo Pennino sulla si- Inazione politico-militare Le ardenti ac-clamazioni al Duce dell'imponente folla Al Tentio Balbo si susseguono roti crescente affluenza di pubblico e di fervore patriottico le adunate di guerra organizzate dalla Sezione torinese dell'Istituto nazionale di cultura fascista.. Quella di ieri mattina, che era la 53\ è assurta ad un'alta manifestazione di esaltazione del nostro glorioso Esercito, per virtù della parola di Angelo Manaresi che ha rievocalo i soldati italiani di tutti 1 tempi e di tutte le guerre nella luce di valore e di eroismo che gli stfssi nemici — se anche i falsi amici cercavano di gettare su di essi le loro velenose denigrazioni — hanno sempre dovuto riconoscere. Teatro, dunque, superbo. Erano presenti o rappresentate tutte le Autorità cittadine, che sono state ricevute dal reggente dell'Istituto cons. naz. Alessandro Orsi. Con i rappresentanti dell'eccellenza il Prefetto e. del Federale, si notavario il cons. naz. Vezzani, preside della Provincia, il vice Podestà Mastrogi.momo per il Podestà, il vice-Questore comm. Finucci per il Questore, il R. Provveditore agli studi prof. Lagomaggiore, l'avv. Bardanzellu. segretario dell'Unione professionisti e artisti, il gr. uff. Cima per il Sindacato giornalisti, l'Ispettrice dei Fasci femminili signora Giordano, il sen. Burgo, i rappresentanti del Tribunale e della Corte d'Appello, e molte altre personalità. L'adunata si è aperta con un commento sulla situazione politico-militare fatto dal collega Vincenzo Guglielmo Pennino, redattore-capo della Gazzella del Popolo. V. G. Pennino inizia il suo commento alla situazione politico-militare rivolgendo il pensiero al campo di battaglia della Marmarica, dove la grande offensiva inglese, preparata con un enorme spiegamento di forze, si è frantumata contro il valore dei nostri soldati, che lottano in fraternità d'armi con le truppe del Keieh. Dopo aver accennato alle spavalde anticipazioni di Churchill, l'oratore rileva il ben diverso tono del suo ultimo discorso, nel quale non promette più al popolo inglese la conquista della Libia e la Waterloo dell'Asse, bensì dure prospettive di privazioni, di lacrime e di sangue. Passando poi ad esaminare la situazione del fronte orientale. V. G. Pennino pone in evidenza gli ultimi successi finnici al nord e quelli tedeschi al centro, dove le potenti opere fortificate erette dai rossi a difésa della capitale non riusciranno ad impedite che Mo. sca subisca la sua sorte. In quanto poi al settore meridionale, do ve Stalin sta facendo distruggere tutte le sue riserve in un pazzesco tentativo di fermare l'avanzata germanica, l'oratore afferma che ciò non potrà trattenere le forze dell'Asse nella loro marcia verso i petroli del Caucaso. V. G. Pennino conclude che i popoli europei cominciano a rendersi conto del pericolo costituito ddll'imperialismo rooseveltiano e finiranno per stringersi tutti in un blocco solo intorno alle Potenze dell'Asse, facendo svanire le stolte illusioni inglesi ed americane. E' quindi salito alla tribuna l'eccellenza Manaresi, che ha esordito' dicendosi lieto di parlare a Torino perchè sapeva eli parlare al cuore di piemontesi dalla lunga tradizione (fi guerre e di vittorie, guidati da principi saggi e da grandi generali; città che ha espresso eroici soldati in ogni epoca. Ha poi elevato un inno al po¬ polo italiano impegnato in una epica lotta per il conseguimento della più fulgida vittoria, e dopo avere accennato ai rurali che al pari delle maestranze operaie a questa lotta partecipano con i combattenti lavorando silenziosamente nei campi, ha riaffermato la continuità del valore italiano che discende dalle Legioni romane, le quali sino da venti secoli fa portavano la civiltà nelle più lontane terre di Europa e d'Asia. Più tardi quella tradizione rifulgeva specialmente in Piemonte ad opera di principi Sabaudi saggi cosi in pace, come audaci in guerra, e attingeva vertici altissimi nelle guerre del Risorgimento. L'oratore £ successivamente ve-| mito a dire delle prime guerre co-1 loniali. gloriose ■ anch'esse per] quanto sfortunate per l'inettitudine di governanti che non seppero appoggiare l'azione delle armi. Tuttavl- l'Italia si riprese prima con la guerra libica poi con quella europea del 1914-18, a proposito della quale ha fatto rilevare il nostro tempestivo intervento a fianco degli alleati d'allora, mentre questi sono accorsi in Italia quando già noi avevamo fermato le armate austriache ai Piave. Ricordata in ultimo la guerra di Spagna, e quella per la conquista dell'Impero, e dato ardente rilievo alla odierna crociata antiplutocratica, Angelo Manaresi ha inviato ai combattenti italiani di tutti i fronti un commosso saluto racchiudente l'ammirazione per essi di tutto il nostro popolo, il quale li sostiene con disciplina e con la fiducia nell'esito finale della lotta. Il cons. naz. Manaresi ha concluso cavando il pensiero devoto a Mussolini, uno dei due grandi Condotti eli di questa guerra, che ron è solo fra l'Asse e la Gran Bretagna, ma fra la civiltà e la barbarle. Un'entusiastica ovazione al Duce ha coronato l'efficacissimo c acclamato discorso. La mattinata ha avuto termine con la consueta proiezione dell'ultimo documentano di guerra. tscFcnmGgaGg

Luoghi citati: Asia, Europa, Gran Bretagna, Italia, Libia, Piemonte, Spagna, Torino