I "partigiani,, nella guerra russa

I "partigiani,, nella guerra russa I "partigiani,, nella guerra russa ,franchi tiratori un'organizzazione in piena regola ordinata da StalmSono Come dovrebbe funzionare e come invece non ha quasi funzionato - Un grappodi questi irregolari combattenti liquidato in poche battute da nostre trupp (Da uno dei nostri Inviati) Fronte del Doncz, novembre. Lungo uno di quei fratturi di melma che in Russia si chiamano strade, un reparto della « Celere » sta avanzando verso Rikovo. Avanza con difficoltà causa il fango e nello stesso tempo con cautelata prudenza. Su questa piatta, rotta sulla sinistra dai caotici impianti di una miniera e sulla destra da una boscaglia di aceri e di acacie, ieri la battaglia infuriò fino a notte. Il nemico venne ricacciato, sospinto in su, con psr «Me gravi in uomini e materiale. d\f„",ano chc *J sale a >wrd> falti, il terreno viene mostrando le tracce della sua rotta: caschi, maschere antigas, fucili comuni c \tutfj automalici, alla rinfusa, sul \trattnro, fra la melma, ai bordi del \trntUir0, nei camp, fra le stoppie irfi grano. E mitragliatrici Maxim Irovesciate con le rotelline all'insù. ìf'""'("''c eannone coricato • fianco o infossato fino all'assale, e dei cadaveri. Donne e sbandati Ora la lotta si e spostata a nord, Rikovo e Gortovka. e da nord l^'^^"^/»,^ gnalali gruppi di sbandati che sorgono all'improvviso dalla boscaglia o dalle anfrattuosita del terreno per sparare sui fianchi delle colonne e molestare i rifornimenti. i// reparto della « Celere » camini na da oltre un'ora nella zona critica, senza essere stato fatto segno ad alcun attacco. Ma la boscaglia si distende ancora sulla destra'per cinquecento metri dalla strada e pare vada infittendosi. La prudenza, quindi, non è eccessiva. Ad un tratto un gruppo di donne esce dalla boscaglia. Infagottate nei pesanti abiti invernali, camminano curve sotto il peso di piccoli sacchi che pendono dalle spalle a tracolla. L'ufficiale che comanda il reparto, le guarda dapjorima con occhio distratto. Contadine che vanno a qualche molino sfuggito alla distruzione dei ! bolscevichi per macinare un voco\1,. . ^ . idi grano, oppure povere donne che' i o -jS;,ia jn me, -; processioni e e a i tornano alle loro case dopo una emigrazione forzata? Per chilometri e chilometri le strade russe sono costeggiate da\queste lente e dolorose proccssio-' ni di donne che tornano a casa, ma soprattutto da processioni senza fine di uomini, prigionieri ucraini liberati, o contadini diventati per forza operai e che ora vogliono ritornare contadini. Sono tanto laceri, costoro, e sporchi, hanno la barba così incolta, le gote e gli occhi infossali, e la pianura è tanto immensa e l'orizzonte vuoto, chc sembrano venire da distanze infinite. Come documenti non portano che un lasciapassare rilasciato da qualche Comando tedesco con i dati personali, il giorno, di partenza e la località da raggiungere. Sembra che vadano alla ventura. Eppure sono controllati. Non esistono, è vero, posti di controllo fissi. Ma il controllo viene esercitato da pattuglie volanti, che fermano questi viandanti, li interrogano e li perquisiscono. E' facile che fra di essi possa insinuarsi una spia, ugualmente lacera, ugualmente sporca. Il comando supremo sovietico non ha infatti suggerito chc il « travestimento migliore per un agente è quello di un comune contadino, eon barba incolta, capelli lunghi c aspetto timido? Riesce però difficile trovare una zo a queste dolorose processioni. A volte, nondimeno, basta un gesto o uno sguardo, basta l'occliio intelligente o il linguaggio dell'interrogato, basta una frase qualsiasi per suscitare il sospetto. Ed allora le pattuglie volanti non hanno scrupoli: prendono l'individuo sospetto e 1 avviano verso il più vicino campo I di concenti-amento per la quaran-]tcna. A volte — c «li affretto subito ri specificare: mollo di rado — le pattuglie volanti trovano addosso a pseudo-contadini e a. pseudoprigionieri liberati delle armi, fucili ridotti, vale a dire fucili comuni con la canna tagliata di due terzi ed il calcio raccorciato, in modo da poter essere nascosti sotto la giubba, giù nei pantaloni e anche nelle maniche. Sì tratta di « partigiani » clic, giunto il momento opportuno, si radunano in bande per attaccare colonne, depositi o parchi, per far saltare ponti o tagliare lince telegrafiche o telefoniche. Attaccano ufficiali e soldati isolati e. dato il fucile ridotto, li attaccano da cinquanta metri il massimo. Per concertarsi si ladunano di preferenza nei boschi. L'agguato Ed d per questo che il comandante del reparto della « Celere » Si mette sul «chi va là » non appena vede uscire dalla boscaglia, dopo le donne, un gruppo di uomini. Costoro Sono racchiusi in abbondanti pastrani borghesi e portano berretti di pelo. Camminano a quindici-venti metri dalle donne con passo indifferente. Parecchi mordicchiano semi di girasole; i quali semi stanno ai russi come la pasticca di gomma sta agli americani. Ad un tratto le dònne, che sono giunte a. cinquanta metri sulla strada, vengono superate dalla colonna, degli uomini. Questi avernano diritto anco)a un poco, poi obliciuano e finiscono per scomparire entro una specie di fossato. L'ufficiale italiano non li ha perduti d'occhio un momento. Cautamente ha dato l'allarme ai suoi. ed è pronto ad ogni sorpresa. E infatti, quando dal fossato parte la prima scarica, gli uomini della «Celere» sono già disseminali sul bordo del fratturo, le armi in 'gsppugno. Dalla testa c. dalla coda\della colonna anzi, due pattuglie] si sono staccate di corsa e per i, \ca"lm ?tanno raggiungendo il fas- isaio. La «maggior distanza di ' \*partigiani» si arrendono ' fuoco » dei nostri fucili (fucili norI mali contro fucili ridotti) ha ben presto il sopravvento. Presi di infilata, dopo una breve resistenza, i Verranno passati per le armi In quattro mesi di campagna e questa la prima- azione di un certo rilievo da parte dei « partigiani» sul fronte tenuto dal Corpo di spedizione italiano in Russia. L'ho ricordata, e descritta nei particolari per mettere maggiormente in rilievo il falliménto della guerra dei «partigiani » voluta da Stalin. Sulle direttive del « grande capo dei popoli compagno Stalin » il membro del Consiglio supremo di guerra compagno qcncrale Schukow, incaricato di organizzare e condurre avanti simile guerra, emanava infatti, fin drillo scorso agosto, le seguenti disposizioni : « Il movimento dei i partigiani » destinati ad agire alle spalle del nemico è un movimento nazionale. 1) Si debbono creare reparli di <■' partigiani », a cavallo ed a piedi, nonché gruppi di diversione per lottare ovunque contro le linee di comunicazione, far saltare ponti e strade, distruggere linee telefoniche e telegrafiche, bruciare foreste, depositi e mezzi di trasporto. Nei territori occupati si debbono creare condizioni impossibili di vita per il nemico e i suoi adepti. 2) La forza di ogni reparto può raggruppare dai 15 ai 150 uomini. Organicamente si formino 2-3 compagnie su 2-3 plotoni 3) Oltre i «partigiani* si formino reparti di diversione (30-40 uomini) organizzati in 5-6 gruppi, di 3-8-10 uomini, costituiti in mo ]do però che gli adepti dì un grup- po non conoscano gli adepti elei-i l'altro. I compiti di questi gruppi;sono: distrarre l'attenzione del dnemico con piccoli attacchi con-;cdotti contemporaneamente, in di-'cversi punti; catturare documenti; uccidere o polverizzare ufficiali e csoldati; propalare notizie atte a.tsuscitare il pànico fra le truppe d'nemiche; per esempio annunciare ul'arrivo di reparti rossi alle spai--dle di truppe corazzate o autotras-: Sportate. j A tali disposizioni di carattere norganizzativo seguono istruzioni rdì' carattere pratico. ip<; Fondamentale, per l'azione dei Svpartigiani, è l'imboscata, l'attnc-ì pco improvviso e breve, sull'obiet- tivo. Si agirà solo di notte, o pri-lcma dell'alba, quando la vitrilanza'sdcgli elementi nemici di sicurezza vè minore. Si possono attaccare di'Fgiorno colonne isolate, ma di sor-,Lpresa, e valendosi di tutti i mezzi, aSe l'obiettivo è sorvegliato, biso- gna cercare di eliminare la guar- dia, rapidamente e senza rumore. servendosi di arma bianca. Per evitare l'inseguimento, bisognaidapprima seguire una falsa dire-szione. Se il nemico insiste, bisogna formare un nucleo di resistenza disposto a sacrificarsi per salvare i compagni. I «partigiani» debbono sfruttare al massimo i mezzi locali per la loro azione di distruzione. Distruggere rotaie svitando bulloni, distruggere linee telefoniche o telegrafiche segando pali. Per incendiare serbatoi di benzina o carri corazzati, preparare semplici bottiglie (le bottiglie di «Cocktail Molotof s-?), riempirle di benzina, legare al fondo di esse della stoppa* imbevuta di liquido infiammabile. Si gettino quindi, le bottiglie nei serbatoi e negli automezzi ». Le speranze e la realtà Purtroppo — <: purtroppo » per Stalin r per Scliukqu! — sul ler- \reno pratico la realtà non ha cor] risposto alle speranze. Tutto l'im- i, - i n i e o . a a e e i r i ti oi i o o 0 i, mcnso territorio occupato dalle truppe germaniche ed alleate è tranquillo. Le colonne avanzano normalmente, e se incontrano delle difficoltà, queste sono dovute unicamente al cattivo stato delle strade. Le ferrovie medesime, rimesse in attività a tempo di primato, funzionano con regolarità. Attacchi di « partigiani » di mwi certa importanza vennero per qualche tempo segnalati nel settore centrale, specialmente Innqo la ferrovia da Minsk a Smolcnsk, Qui agivano « partigiani » a cavallo. Dove la ferrovia fendeva la boscaglia, questi e. partigiani » dopo avere messo ostacoli sui binari, tentarono parecchie volle di assaltare i treni. Vennero ogni volta respinti con perdile sanguinose, ed alla fine totalmente eliminati. Sul fronte sud, in Ucraina, il fallimento è stato assoluto. I casi di sabotaggio si contano sulle dita e gli assalti alle colonne pure. Affinchè un movimento dì «partigiani» possa avere una probabilità di successo occorre la partecipazione diretta e indiretta di tutta la popolazione della rei/ione occupata. In Russia, questa è mancata completamente. In Ucraina, come nella Russia bianca e jicWa Gtniidc Russia, non sì e mai esercitata quella intensa attività di franchi-tiratori che caratterizzò l'occupazione del Belgio nel l'MIr'lH, quando migliaia di belgi accorsero a arruolarsi in quei reparti e nel servizio segreto A riconoscere, d'altronde, il fallimento della guerra dei c partigiani» voluta dal compagno Sta Un non siamo noi soli. Lo riconosce lo stesso compagno Schukow in una circolare segreta del 2J/ ottobre N. 000.',SS~.. ritrovata addos-so a un capo di «partigiani ». Paolo Zappa

Persone citate: Maxim Irovesciate, Paolo Zappa, Stalin

Luoghi citati: Belgio, Minsk, Russia, Smolcnsk, Ucraina