Letture d'arte di Marziano Bernardi

Letture d'arte Letture d'arte Tanzio da Varallo nella pittura piemontese Moderni - Modernissimi Inariditasi nella seconda metà del Cinquecento la sottil vena sorgiva che con delicati fremiti, cori gentilezze estreme e quasi accorate nostalgie d'uno stile altrove ormai conchiuso, era zampillata dallo Spanzotli a Defendente Ferrai-i, il panorama pittorico pie montese sulla fine del secolo XVI ed il principio del XVII si fa scialbo e monotono. Aveva conservato, quella vena, i deliziosi riflessi d'un goticismo anacronistico, e se pure a modi più dichiaratamente rinascimentali avevano ambito Macrino d'Alba e Gandolfino da Roreto, l'innata rusticità provinciale s'era difesa, nei pittori subalpini — tolto Gaudenzio Ferrari e il suo seguace Bernardino Lani- bardi, tolto il Sodoma, presto straniato dall'arte locale malgrado l'Insegnamento spanzottiano — dal linguaggio aulico della trionfante, classicità italiana. Qualcosa di primitivo, d'acerbo, di intatto aleggia, anche in tempi di gusto scaltrito e maturo, sui cent'anni di pittura piemontese! no soggiogati dai contatti lom-l che corrono dalla nascita di Mar-,tino Spanzotti a quella di Gugliel- mo Caccia: un che di primaverile, ì una fioritura fresca di pensieri lartistici che olezza pur sul mondo)un po' rozzo dei Jacobino Longo e dei Pascale Oddone e sulla ver-:ginale prima maniera di Gerola-' mo Giovenone, e che non si rin- novera in Piemonte, con altri spi- riti e in altro clima culturale, se non col vigoroso esempio di Fi- hppo .Invarrà. Per tale suggestione di fragran- te spontaneità, argutamente feri* se il Berenson a proposito di pun opera di Defendente: « Ricordo Run gran trittico dalla sontuosa Tdoratura, con una canopia gottea sleggiadramente bulinata; e nel mezzo la Vergine dal rassegnato,tipo flummingo, che amorosamen- te abbraccia il Bambino, e sem- bra navigare nello spazio, ai pie- di una falce di luna. E confesso, che avrei voglia di rivedere cote- sto dipinto più che rivederne tanti altri, più ambiziosi ed eletti ». Cir- e per sempre come ha notato ca un secolo: poi quella fioritura incantevole e fragile si dissolve, probabilmente anche al vento del-lla tempesta politica culminata! con la morte solitaria e misera diICarlo il Buono nel 1552; e quan-ldo Guglielmo Caccia detto il Mon-1 calvo termina nel 1625 la opero-Isissima. vita, «chiude veramente — la vita stessa della pit-j l'antico Piemonte». alla Boschini) segna assai piO assonnate lagune che non alacri isole, giova fissar l'attenzione sul le poche figure degne di rilievo. il Viale tura dell'i.... Appunto perchè in Piemonte. Iall'inizio del Seicento, la « carta Vdei navegar pitoresco » (per dirla! E' quanto ha fatto con molta diligenza Laura Tioli, credo per unaI tesi di laurea, studiando la perso nalilà e l'opera, finora assai pocol note, di Antonio D'Enrico detto| Trucio da Varallo INovara, Cattaneo ed., estratto dal Bollettino1 della sezione di Novara della R. Deputazione Subalpina di Sto- ria Patria). Scarsissimi i dati per un tentativo di ricostruzione bio- grafica di questo artista dell'ai- pestre Alagna: a cominciare dalpiccolo mistero del bizzarro nomi- Rnolo, a proposito del quale laTioli avanza prudenti ipotesi (for-l se, poich'egli era figlio di un Gio : vanni, si venne, per il duro dialet-iio tedesco d'Alagna, a un «d'Ans* ! poi tramutatosi in * Tanz » e|Tanzio : realtà tore, scrittrice crede rli poter collocare fra il 1574 e il 1581 Giovanissimo egli scende a Va- tramutatosi in «Tanz» e|nzio*?). Ma più importa lai tà umana ed artistica del pit-;, la cui nascita la giovanel rallo, e probabilmente dal fratello^ Melchiorre apprende i primi ele-lmenti della pittura (un altro suo| maggior fratello, Giovanni, fu scultore e plasmatore abile); quindi, sempre con Melchiorre,! sul principio del 1600 si reca a| Roma dove — la sua pittura lol indica chiaramente — conosce e<H ammira il Caravaggio che g-ià^ammira u Caravaggio, cne g^' j aveva dipinto la Vocazione ed il t Martirio di S. Matteo in San Lui- s Igi de' Francesi. Per circa un quin. j d Vicennio tutto si ignora di lui. ma|M! nel 1616 lo ritroviamo a Varallo.: soccupato negli affreschi della gXXVII cappella del Sacro Monte, gFu a Milano prima di questo la-jtvoro? La Tioli lo suppone. Intor- no al 1617 affresca la XXXIV cap-|«pella del Santuario, nel 1627 di- mpinge nel San Gaudenzio-di No- vvara, affresca ancora l'anno se- 5guente la XXVIII cappella ,|el | dI l | 1 >;""'" "-- «oiuae su ui mi. un ujii— documento del 16 aprile 1635 si u apprende che a quella data <'™ 3 già morto. HJ*ggjl.iSWSl-Cl£S^SlJtoS 2 ben definita "e dal iato stiltótico ne dal ato niogiatico », aitermr, l la Bnzio giudicando » Tanzio ': « »« manierista legato alla tradì- ifjone lombarda, non esente da in-; !fl.UKS1. caravaggeschi, e dotato di |vigona nei taglio^ largo^di torme 's|vigoria nei ragno largo ai rorme ■i robuste e nel modo fermo di ìllu- ;mlnarle »i ma. secondo il parerH:ldc.1 Longhi riferito dal Lahó. -r il ;più dotato talento della Scuola Milanese di quel tempo*. Anche' la Tioli scorge nel Tanzio influen- ^, ~ Caravaggio, del Morazzone, al™5' Cerano, dei manieristi lomoar-, |dl ,e bolognesi; ma gli rivendicai "n originalità che sePPe r'eJabo- >are in modo autonomo schemi e ! caratteri dominanti nel suo ara | ^'f,.? "-ì'JL"0 ,^m^iotQ l Neil insieme, un artista certo; H ™LdLÌmlKl^L.™ ; ^ante anche nelle sue asprezze: e, 'io si vecie nella singolare imposta- -alone del Martino dei Francescani'li Nagasaki ora. a Brera, e nel fer- rnissimo disegno del Davide della pinacoteca di Varallo. Di più si rinnova nel Tanzio il destino dei pittori piemontesi che vollero, dai Macrino a Gaudenzio, fuor dalla' terra subalpina cercare ispirazio- ni e motivi: un inevitabile soggia-'cere a più complesse culture e a più raffinate civiltà pittoriche, mainello stesso tempo un'intima fe- j deità a certa nativa rudezza e,i fatta eccezione del Sodoma, ad un incoercibile gusto paesano. Con-'dotta, come s'è detto, con attenta ricerca, ancora un poco ingenua nell'analisi critica e fin troppo ti mida nel giudizio personale, laj monografia della Tioli meritereb be d'essere ripresa e rielaborata, e ripubblicata con un ampio corredo di belle illustrazioni. * * | i A soli quattro anni dalla sua . morte Piero Marussig, per molti | critici e numerosi collezionisti, I prende nel clima della pittura ita-:liana contemporanea un rilievo e un carattere che sembrano superare la caducità di gusti effimeri per inserirsi direttamente nel ne- cessario compiersi dei cicli arti-1 stici. Tra questi critici vediamo | schierarsi Attilio Podestà, con ;una impegnativa analisi del pitto- jre triestino a sèguito d'un testo]Urie» di Raffaele Carrieri in una nitida monografia molto bene illu- strata da 166 tavole fPiero Ma-\russig, Galleria d'Arte « Genova ». 1941). Nel gruppo del « Novecento », osserva il Podestà, « Marussig non ebbe mai una posizione di rilievo: tuttavia fu quello che ne portò a realizzazione concreta e cosciente le aspirazioni più giustificabili, in senso strettamente pittorico ». Ma anche fuor dal famoso movimento milanese che doveva tosto degenerare in nuova retorica, ebbe mai il Marussig una posizione * di rilievo » ? L'ha egli tuttora se pur talune sue opere paiono attingere una purezza e una compostezza che, nella loro limitazione poetica, partecipano di quei valori che volentieri si diCO-no classici ? Alle origini della pit- tura del Marussig stanno esempi stranieri: Klimt a. Vienna, il co:a detto « gustoidi' M""'^?; Munch e J'Espressionismo tedeEdward sco, Van Gogh e Cézanne a Parigì (e Somare parlò ancne di_Gaugufai e Matisse). Ciò non ha ìmportanza se il suo equilibro mmnle artistico, la sua paziente f,,«a in un &rad.lla,e„,P.el/";;""(,.mento de! propri! mezzi espressivi, lo restituirono a poco a poco 5 un senso pittprica più .individuale. Tuttavia, anche là dove la —r----' ----- — - n_ni._ malinconia un aura di «lente mani coma 3"f'/L°m* Mf«ndo in fondo al Hawrirn 'volle invece muovere da 2SS^rfS^SSS«?^rStn» B azzaidatSi come, per leecere un libro COmin- '.TP^Ilii^fSe cianoo oaua nn * * Mft perchè nove su dieci, gli scrittori di testi sui modernissimi ;;critlor*i di te<.ti suj modernissimi p}ttorl e scultori si divertono a minarci dgi critt0grammi da decifrare con fatica pari al tedio? Sarebbe pur tanto proficuo porre nnt„nige'nza critica "a servizio del,a lim,ir,a comprensione, da parte ae, letto:e #m autore. Macché E- ,lna „ara „ cni mef,Ko ne na „crirllie Ia ,.ea]ta artistica sotto il velame del più rigoroso ermetisnl0. Cosi neUa monografia su Rnwln Birolli edita da * Corrente » (Milano 1941), alla prima pa ?ina c'imbattiamo in questo passo 1,1 Sandr° Ei,li: " Identltà d.' ch' tura premessa ala composizione di un online che ritrova i suoi pUnu di coerenza interna, nell'eaperta disciplina dell'opera. — cesi, la tecnica di un processo — sull'immediata canacità di resa, in interesse di documento, di osmi valore scoperto: di doc--' "-fo anche polemico, ma nel perno rie quisito, intimo, della difesa dei contatti ideali legittimati dplla facoltà, nei riguardi della tradizione. della generazione e del gusto, di ridurre i concetti morali sul piano prospettico di un solo ragio namento. e di questo l'equivalente dialettico in immagine riflessa di personale esnerienza ». Scoraggiati rinunziamo a proseguire, per sfogliare le illustrazioni. Che ci danno, in psrte. la misura di quel pittore spiritualmente tormentato e coloristicamente sensibilissimo, indagatore inquieto di ritmi plastici da adatta-e a un'idea letteraria, ch'è il Birolli. Artista che ancora si cerca e quasi dolorosa- mente si foggia, con rinunzie aspre, ojrgi. di quanto aveva ten tato ieri: ma ch'è senza dubbio uno dei più interessanti esponenti della giovane pittura italiana Corne lo è il romantico Aligi Sasstt ivedere la monografia per lui curata da Giampiero Giani con testo di Luciano Anceschi) non già per la Morte di Ccsaie che vedemmo esposta quest'anno a Milano, ma piuttosto per quel nar rativo Grande Caffé del 1935-39, che ci riporta agli Impressionisti francesi e soprattutto a Rrnoir. E' in lui, dice l'Anceschi, « una ara biziosa asoirazione ad una frran- de pittura della vita moderna i Tutti l'attendiamo questa pittura della vita moderna. Verrà? Marziano Bernardi