I soldatini di piombo operano in ordine sparso

I soldatini di piombo operano in ordine sparso I GIOCATTOLI E LA GUERRA I soldatini di piombo operano in ordine sparso i o à {Dal nostro inviato) PADOVA, novembre. Per rimanere nel campo della meccanica, la guerra moderna ha portato qualche modificazione anche nei soldatini di piombo. Abbiamo già detto della loro essenza verticale, eccettuata la cavalleria che in piena carica si sbilancia, come vediamo nei monumenti. Fino alle guerre per la nostra indipendenza, le formazioni compatte attendevano il nemico a pie fermo, al massimo si mettevano in ginocchio per permettere la mira alle file retrostanti. La guerra moderna non può più concedersi simili bissi, ond'ecco nascere il soldatino di piombo sdraiato, tanto da sembrar morto, perchè il piombo è pesante. Non è ancora mimetizzato con frasche e verdure mentre lo sono gli autocarri che provvedono al suo rifornimento. Abbiamo anche i muli di piombo con relativo conducente tutto proteso nello sforzo di tirarli, una piccola ingiustizia, se vogliamo, perchè il mulo, qualche volta, è di buona volontà. Non ha l'animo battaglielo e non si rende conto delle necessità logistiche: se il c.irico è troppo e scarsa l'avena, fa lo sciopero bianco e magari si impunta. Ma, completato da un uomo che lo capisca e ne rispetti la dignità, è, come tutti sanno, animale utilissimo. cndsnSqNdpise , a a e e a e o e l e a I pompieri a Roma La guerra ha pure aumentato il corpo dei pompieri. Dove prima serviva nei rari incendi cittadini, ed era amato dai piccoli per l'elmo luccicante e per il suo eroismo, oggi è diventato una di fesa essenziale nella guerra unti aerea. Vediamo quindi attrezza ture di giocattoli, dalle scale interminabili e dai lunghi tubi, un servizio che quasi quasi potrebbe bastare ai bisogni della famiglia. Se i giocattoli servissero tuttora, come in altri tempi, all'istruzione dei piccoli, si potrebbe ricordare che i Romani non ebbero pompieri fino ad Augusto, onde l'incubo del fuoco turbava i sonni dei giusti e degli ingiusti. Esclamava Giovenale: « Ahimè! Quando potrò vivere da qualche parte dove non ci siano incendi, dove le notti siano senza allarme! ». Si racconta pure che, nell'ultimo secolo della Repubblica, il plutocrate Crasso accorreva rapidissimo sui luoghi degli incendi, non già per domarli, ma per accostarsi al proprietario in lagrime ed offrirgli di comperare il suo terreno a titolo di conforto, e naturalmente al minimo prezzo. Immediatamente dopo, squadre di muratori alle sue dipendenze ci costruivano una nuova insula il cui affitto moltiplicava ben presto il capitale sborsato. Ma i giocattoli oggi non servono più ad istruire, o se lo tentano, esagerano. Esistono giuochi di domande e risposte, basati su contatti elettrici: s'infila la spina nella domanda e subito si accende la risposta relativa. I piccoli si divertono molto allo scherzo ma non guardano nè le domande nè le risposte, percliè fastidiose. Se lo facessero, apprenderebbero quanto dista il sole dal pianeta Nettuno, da Marte, dalla Duna, dalla Terra e dagli altri suoi dipendenti; di che natura è la luminosità della luna; che cosa significa la parola Zodiaco e qual'è il diametro del nostro globo, tutte cose che noi grandi, se presi alla sprovvista, ignoriamo. Giochetti del genere avrebbero costituito la felicità di Quinto Sulpicio Massimo, il quale mori a 11 anni dopo avere riportato il primo premio di poesia greca su 52 concorrenti nel 9/f d. C. e di Stuart Mill che incominciò lo stridio del greco a tre anni e, a otto, aveva già letto le Storie di Erodoto e i Detti Memorabili di Senofonte. / giocattoli di guerra non trascurano la marina, e abbiamo navi d'ogni specie, dalle torpedi rqddnpfmscznmpniere alle corazzate che, caricate,a dovere, solcano l'acqua senza \li o n e paura dei sottomarini non ancora inventati. Esse puntano verso l'orizzonte magnifici chiodi più o meno lunghi, che han tutta l'aria di cannoni micidialissimi sotto le torrette invulnerabili. Un armamentario così completo rende difficili i giochi di guerra, se non si tratta di figli di militari, i cui antenati si distinsero alla battaglia dell'Assietta, all'assedio di Torino e — via vìa — in ogni battaglia uittoriosa. Essi gustano le manovre, il movimento dei vari corpi, le sottigliezze del mimetismo ed avvolgendo i giocattoli di parole tecniche li rendono vivi, se li fanno amici. Il bambino ordinario si contenta di molto meno. Se le orecchie dei vicini lo permettessero, non si stancherebbero di far gracidare l'antenata della mitragliatrice, la raganella, conosciuta dagli antichi Greci sotto il nome di platagai e co.si importante per essi da averci persino trasmesso il nome deiinventore che fu un certo Archita. Sempre apprezzato è il meccano, la scatola di pezzi metallici inventata dal signor Homby (sotto il nome di Meccano) per divertire un figliolo malato, povero come lui, e che finì per arricchirlo. La sapiente distribuzione di buchi ed incastri permette — come tutti sanno — di costruire case edifici grattacieli e meglio, interessando al gioco anche i grandi che non sempre se la cavano meglio dei piccoli. Niente di nuovo nelle ferrovie (nemmeno l'oscuramento) che però si allungano sempre, superano gallerie, strapiombi, dislivelli e, alla stazione — sempre più bella — ii capo dà il via con la paletta che è un amore a vederla. Le automobili, pur conservando gli antichi tipi, si sono aggiornate con l'attrezzatura a metano, raggiungendo una estetica che quelle vere sono dal vantare. Da un anno all'altro, per via del lavoro manuale obbligatorio ancora lontanei" nelle scuole medie, sono molto in [voga i giocattoli che danno le [prime nozioni del lavoro nel tra- | foro e nella falegnameria. Ritor- ; ' m'amo così al gioco istruttivo che sarebbe la sua vera origine perchè il gioco è la prima manifesta zione dell'intelligenza; il vernici -non gioca. I pesci nemmeno, o in incognito. Giocano i ragni, le formiche, le scimmie. Anche l'ippopotamo gioca. Anche la foca, eschiso il padre troppo preoccupato dal mantenimento della famigliola. E gli scacchi? Tutto sommato, la guerra non ha influito gran che su i giocattoli e nemmeno sarebbe facile.1 dato che i bambini tenderanno-sempre a divertirsi all'antica. A.\^ X . ai j a ». ?,: fM,d"fldo A!hertoi Rwhter e. *?'«'"* *«»»«•. ?f Ti ue una incisione su rame deli 1K28, concernente il gioco infan-1e i i l i i i e file dei secoli passati: « Sul davanti, noi vediamo una ragazzina che gioca con quattro bambole, mentre un'altra rifa i letti nel carrettino che sta vicino. Più in là un bambino sul cavalluccio di legno. Delle altre ragazze rappresentate, una è guidata alla corda come un cavallino da un ragazzo armato di frusta, mentre alcune altre sono occupate a giocare a mosca cieca. Finalrrrente.una bambina marcia con un pic-colo seguito di ragazzi armati aispiedi di legno e preceduti da imitamburino. Di altri giochi si ve-dono sulla figura la trottola, iicerchio, la palla, il capitombolo, i trampoli, i birilli. Alcuni ragazzi si divertono a far volare l'aquilone, altri mettono in moto ven-tarole; uno ha in mano un violino. Un ragazzo piega la schiena elascia che un altro lo salti, due si divertono a gonfiare una vescica. Tutti gli altri poi sembrano provare il maggior gusto a far solo baccano e corrono intorno con alcuni cani ». Ma, negli antichi tempi, diven- \tava ' ben prgsto mdifpènsabile apprendere il gioco degli scacchi. Il padre dr Jolanda non impone mica una stravaganza al paggio Fernando. Forse esagera nel chiedere la testa di lui se uscirà perdente ma Olaiis Magnus, nella « Storia dei popoli settentrionali » ci dice che i genitori, per provare il carattere di coloro che volevano sposare le loro figlie, li obbligavano a giocare interminabili partite di scacchi, non sempre con le figlie stesse ma con estranei. La guerr-a dovrebbe riportare in onore gli scacchi che la sintetizzano, a dispetto delle innoua.?iont moderne. ì,ia non se ne vedono i sintomi... Antonio Antonucci [ ! ; ! zjt[i,!|Ii'|c

Persone citate: Antonio Antonucci, Greci, Homby, Quinto Sulpicio, Stuart Mill

Luoghi citati: Padova, Roma, Torino