Anche la Finlandia allineata con le Potenze del Patto anti-Comintern

Anche la Finlandia allineata con le Potenze del Patto anti-Comintern IL FRONTE ANTIBOLSCEVICO Anche la Finlandia allineata con le Potenze del Patto anti-Comintern Berlino, 24 novembre. |sLa capitale tedesca vive da ventiquattro ore, con l'arrivo solenne di festeRciatissime delegazioni di Stati esteri, che si susseguono ininterrottamente l'una alraltra, un'altra delle sue grandi ore europee, anzi mondiali, a cui ormai la guerra ci ha abituati e che stanno a dimostrare all'opinione, così propria come universale, che mentre i soldati tedeschi e' dell'Asse sono schierati ai vari fronti, intenti all'opera di picconamento e di demolizione del vecchio mondo, che cede visibilmente sotto i loro colpi, vi è già alle loro spalle 11 mondo nuovo che sorge e prende forma senza perder tempo sospinto dalla invisibile ma intrattenibile forza creatrice della loro vittoria. E' cioè l'opera quotidiana della diplomazia, la quale non aspetta minimamente cne quella delle armi si sia compiuta, ma contemporaneamente ad essa si affretta a prendere atto dei risul tati già incontestabili e definitivi della vittoria, e costruisce senz'altro tappa per tappa la nuova Europa, gettando insieme le basi di assetto della società internazionale di domani. Un Patto anticipatore Una di queste grandi ore storiche europee e mondiali, la primissima forse per quanto riguarda l'ordine di tempo, scoccò esattamente, come oggi, cinque anni or sono, quando nella capitale tedesca fu concluso e firmato quel Patto anti-Comintern, che il tempo doveva ben presto rivelare a tal punto anticipatore del corso degli eventi presenti e che era evidentemente destinato a essere il vero padre spirituale, anche se per allora non putativo, di quel fondamentale statuto avvenire delle Nazioni, che doveva, ugualmente a Berlino, essere firmato circa tre anni dopo, e cioè il Patto Tripartito. E nominando il Patto Tripartito in un solo flato di voce col Patto anti-Comintern, noi abbiamo inteso di nominare al completo i nomi dei loro autori e compartecipi, la Germania, cioè, l'Italia e il Giappone, sebbene per quanto riguarda l'Italia la sua firma mancasse ancora, per ragioni storiche contingenti nella cerimonia precisa dì cinque anni or sono e. vi fosse aggiunto solo alcuni mesi dopo, ma — come fu allora fatto espressamente rilevare e come occorre oggi ricordare — con decorrenza e titolo di fondatrice. Come avrebbe infatti potuto essere diversamente, trattandosi di un paese come l'Italia, a cui, nel segno della primissima vittoria fascista e della antesignana intuizione mussoliniana, spettava così chiaro e autentico diritto di primogenitura nel blasone della salvazione e redenzione mondiale della peste bolscevica? Ora tutte queste cose si vedono chiare, nella loro connessione, successione e filiazione necessarie e innegabili che sfuggivano magari 11 per lì, ai più almeno, nel momento dell'improvvisazione storica e geniale. Ora, cioè, dopo che an che quell'altro Patto e fondameli tale fattore di storia, stretto ugualmente a Berlino, e cioè il Patto di acciaio, ha già potuto dare i suoi frutti, e dopo che, infine, la suprema determinazione del Fuhrer del 22 giugno ha coraggiosamente riconosciuto la realtà delle posizioni e delle opposizioni internazionali, ora, diciamo, è possibile finalmente, ritornando dopo il lungo giro alle origini, guardare bene in faccia il giuoco'stesso delle forze di allora, ravvisare la ferrea logica degli eventi e giudicare per intero la virtù anticipatrice di quel Patto anti-Comintern, che cinque anni or sono la consueta sufficienza sapientona delle democrazie occidentali accolse come qualche cosa di superfluo o di platonico nel mondo internazionale, ma che oggi, dopo un quinquennio di lotte e di realizzazioni, ]?>. diplomazia dell'Asse può un'altra volta richiamare all'attualità del mondo intero. Patto anti-Comintern, Patto di Acciaio e Patto Tripartito, quest'ultimo con tutte le successive adesioni di cui nel frattempo si è accresciuto da parte di altri paesi europei che hanno creduto di dividere con gli originari firmatari le sorti della lotta c le responsabilità del futuro assetto mondiale: ecco, così, tre tappe fondamentali della nuova EumBlzmCrnmsGvAvGfir stl o l , l à i o o a , e i , à o e l a e sei Stati finora aderenti, come attcsta il fatto dell'arrivo a Berlino, oltre alle delegazioni dell'Italia e della Spagna, di delegazioni della Finlandia, della Danimarca, della Bulgaria e della Croazia — tutte rappresentate dai rispettivi Ministri degli esteri — nonché delle delegazioni della Romania e della Slovacchia rappresentate dai due rispettivi Capi di Governo: anche la Cina nazionale vi partecipa rappresentata dal suo Ambasciatore a Berlino, come avviene anche naturalmente del Giappone e del Manciuquò finora firmatari del Patto. Una così allargata cerchia di interventi al di là del numero dei precedenti firmatari, trova naturalmente piena spiegazione nel fatto dell'allargata coscienza di difesa contro il pericolo bolscevico che nel frattempo, al lume degli insegnamenti e delle scoperte della guerra, ogni giorno di più ha guadagnato l'anime di sempre nuovi popoli di Europa e del mondo, dove ormai isole o, sia pure, <•< conti- nenti natanti » di complicità con l'attentato anticivile bolscevico ri-mangono soltanto le cosiddette grandi democrazie occidentali, e iloro succubi necessari. La guerra guerreggiata ha non soltanto dato al mondo il brivido della scopertadi quel che era in realtà e di dove era arrivato l'effettivo pericolo dell'aggressione dal bolscevismo preparata contro l'Europa, ma ha già anche nel frattempo — non bisogna dimenticarlo — costituito di fatto un fronte di popoli combattenti per la difesa della civiltà, fronte militante che vale di per sè e già sconta e anticipa ogni atto diplomatico, e che oltre tutto non ammette di là e di qua dalla propria linea se non sono transfuga della causa militi o comune, Per tale riguardo il multiplo in. contro diplomatico di Berlino non Ma vi è infine un terzo elemen-to che determina e illumina la na-farà effettivamente se non riassumere visibilmente le realizzazioni e le affermazioni stesse della guerra, proclamando cioè non soltanto la necessità, ma qualche cosa di più, diremmo, che la necessità stessa, la realtà cioè del fronte anti-bolscevico, nella coscienza di tutti i popoli che ancora hanno a cuore le sorti della civiltà umana. Alleanza disperata tura e la necessità dell'incontro di domani: ed è quello degli atteggiamenti e reazioni del mondo avversario. Per questi ultimi, a mano a mano che la guerra ha proceduto, demolendo col suo piccone le posizioni anti-Asse, e riducendó fra l'altro agli estremi la potenza militare del bolscevismo, essa ha pTÓvocatoUCcome^còns^enzT unsempre più accentuato stringersi sempre più auceiuuauo allineerà» delle fila nemiche che è andato fi-no alla identificazione, ormai ^può dire completa, del bolscevismo^f«aS«ftek,?i<.«l» prova più ev dente — come non mancavamo di accennare in unadelle nostre ultime note — nellariunione dell altro giorno a Lon-(Ira, in cui mentre si annunciavala costituzione di una « società de-gli amici dell'Unione sovietica » ilmimstro degli esteri della GranBretagna signor Eden proclamavaancora una volta l'assegnazionedell Europa come sfera d influenzadel bolscevismo, e da parte sual'ambasciatore sovietico risponde.va altamente affermando davantialla società politica della vecchia,troppo vecchia, Inghilterra la ne-cessità della disgregazione internaderli Stati di Europa come armaprimaria e necessaria del bolscevi-smo in guerra, oltre alle armi del-la guerra guerreggiata. Ciò tende l'arco al massimo espinge al suo punto decisivo la ne-cessità della reazione e della dife-sa interna delle nazioni minaccia-te. E' tutto ciò che ha richiamatoal primo piano dell'attualità delmondo il Patto anti-Comintern àicinque armi or sono. E' ciò che harichiamato e riconvocato un'altravolta a Berlino i rappresentantide! fior fiore delle nazioni volonte-rose di vivere e decise perciò avincere e a difendersi e a difen-dere in se stesse il patrimonio del-la civiltà comune: primo fra éssiil rappresentante delia nazione an-tesignana, il quale vi reca \&« vecchia bandiera » di MussoliniGiuseppe Piazza pe fondamenti dropa in formazione e in atto mentre dura ancora il fragore delle armi, tre tappe che — si osserva anche — possono oggi essere nominate e rammemorate tutte insieme in uno stesso fiato di voce, ma di cui tuttavia ciascuna non manca di conservare il suo carattere e la sua specifica funzione distintiva, motrice e matrice degli eventi. Che cosa sarà e in che cosa consister i ora il nuovo grande «■. atto di Stato » internazionale che si compirà domattina a Berlino, a integrazione di queste grandi tappe precedenti, e chfc chiama e convoca nella capitale del R.eich otto ministri degli esteri di paesi amici e alleati, due capì di governo, oltre ai rappresentanti diplomatici stabili di altre potenze anch'esse direttamente in causa? A questa domanda soltanto i fatti, che non è nostro compito di anticipare, ma soltanto di riferire, risponderanno fra poche ore appena, illuminando in pieno nell'opinione di tutto il mondo il valore di un incontro internazionale, la cui attività si protrarrà per parecchi giorni e la cui importanza si annuncia una delle pietre miliari e fondamentali della costruzione politica del mondo preparato dalla vittoria. Una pietra miliare Quel che è il carattere dell'incontro per altro risulta effettivamente chiaro da tre elementi di fatto, i quali sono: in primo luogo l'occasione in cui esso avviene, in secondo luogo il numero e la qualità degli intervenuti, e in terzo luogo, infine, gli atteggiamenti e le reazioni del mondo avversario nel momento stesso in cui l'avvenimento si compie e mette radici. L'occasione è data, come si annuncia, dal fatto che il patto antiComintern veniva cinque anni or sono concluso, come tutti ricordano, per un periodo limitate a un solo quinquennio, scaduto il quale, dunque, proprio oggi, si deve procedere naturalmente al suo rinnovamento. Come si sa il Patto comprende finora, oltre alle tre Potenze originariamente firmatarie di fatto e di diritto, la Germania, cioè, il Giappone e l'Italia, anche l'Ungheria la Spagna e il Manciuquò che vi aderirono poi; ma l'atto internazionale di domani sarà tuttavia caratterizzato dall'intervento di una cerchia di Stati che andrà oltre il numero di que-