Sono stato a Gondar

Sono stato a Gondar MANER LUALDI RACCONTA Sono stato a Gondar Il nostro redattore ha pilotato un apparecchio volando per 40 ore di seguito e percorrendo diecimila chilometri in cielo nemico per portare medicinali e posta ai nostri eroici soldati e per salvare l'equipaggio di un apparecchio della Croce Rossa che lo aveva preceduto nell'impresa ed era stato vilmente abbattuto dai piloti della Raf II nostro I.unlili — non vogliamo aggiungere n sfrutti vi o quelito «no. Siro» clip ci è tanto caro r che vuol ilirc l'allctto e l'ammirazioni' '•he .-potiamo pei lui — ha rompiti- 10 un'altra impresa clic testimonia 11 .-no sereno coraggio p la. sua torte bontà: ini volato, volontario, eoo un apparecchio inrrnir, dall'Italia a tiondar per portare medicinali r posta al nostro presidio e ppr soccorrere — come aveva promesso — l'equipaggio di un altro aereo e".e lo aveva preceduto p che la caccia nemica aveva abbattuto e incendia-, to nella Somalia francese II rat- ! conto che segue la onore all'Arma Azzurra e al giornalismo italiano.' I lettori comprenderanno come la , nervosa stesura dei brani più emozionanti sia rapida e conelsa: l'in ! vinto è qui protagonista, non spet-j latore, il primo protagonista di miai impresa magnilica, un'impresa be' ! la, eroica e fortunata, un'impresa ; elle aveva . nove probabilità su die-1 ci di fallire, Siamo lieti e orgogliosi che questo documento d'eccpzio ! tip sia un servizio esclusivo de * I.a j Stampa ». Un mattino, all'aeroporto X. Sullo scivolo un aeroplano bianco, ornato, sulle ali e sulla fusoliera, dalla grande croce di carminio. Pochi bagagli ammucchiati accanto all'aereo; bagagli che denuncierebbero un viaggio di poche ore, tanto appaiono di proporzioni modeste. Meccanici s'aggirano attorno alla macchina quieta; ora l'opera, loro si limita all'osservazione; essi sanno leggere anche l'umore e rinfrancare l'animo di queste centrali volanti. «Se ci succedesse qualcosa, venite a prenderci!)? Aspettiamo Peroli e Galloni: con altri due specialisti di valore grandissimo Boero e Cairara i due piloti debbono, tia poco, decollare diretti a Gondar a rccaie, agli Eroi, medicinali e parole di conforto e di ammirazione racchiuse in busta leggera. Non è la prima volta che questo equipaggio, particolarmente attrezzato professionalmente e versato nelle imprese temerarie, tenta il lunghissimo viaggio, volgendo la prua dell'aereo e il proprio destino al Sud. Ecco Peroli, che si tiene stretto al braccio Galloni. Sono due tipi particolari: hanno lo sguardo lagunare che denota la grande assoluta tranquillità dello spirito. Conoscono l'Africa alla perfezione perchè la loro attività aviatoria, in tempo di pace, si è svolta quasi esclusivamente tra l'Africa Settentrionale e l'Africa Orientale. I deserti, le immense zone senza rilievo e senza fantasia, si rivelano, con sfumature, giochi di luce e particolari, apparentemente, insignificanti, al loro sguardo. Molti ricordi, molta amicizia e molta comune passione mi legano a Peroli. Dieci anni or sono volteggiavamo insieme, alla scuola di pilotaggio, soffrendo le pene molteplici, indimenticabili, dei pinguini dell'aria. La trasvolata del Tevere funico pilota a bordo dell'A S 1 o dello SVA! ci sembrava, allora, lei meta più agognata, la solazione fortunata di un grande sogno temerario. E le prove di brevetto effet- tuate al cospetto di una schieia disciplinata di nasi all'insù? Quante notti agitate, quanti accoramenti, quante felicità prò- cura l'inizio alla pratica del cielo I Con Peroli e Orlandini, ami- co intimissimo di Peroli e che con me aveva voluto salutare l'equipaggio partente per il volo difficile e rischioso, ricordavamo tulio questo. Ma di tante cose, ormai lontane, parlavamo, anche pei che la partenza, nel mattino livido, dell'aereo carico di santità verso una mèta ancor più santa, è un episodio che commuove anche chi è del mestiere; ma que- sta benedetta commozione non è autorizzata, per mutuo uccor- do, perchè non eccessivamente consona allo spirito bellico, mentre, in fondo, risolverebbe tanti stati d'animo e renderebbe gli uomini più veri e più umani. Dopo un'incursione della Raf su Gondar. Nostri ufficiali sull'orlo d'una voragine aperta da una bomba di osso calibro, (Foto R(x. Luce - Colonnello De Sivo)

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