Cinquant'anni di canzoni

Cinquant'anni di canzoni NEL SALONE DE LA STAMPA Cinquant'anni di canzoni s'accresce l'interesse per ogni programma, e cosi s'intensificano gli applausi agli artisti. S'ingrossano questi cinquantanni di canzoni, e quel che doveva essere un profilo viene ad esser un volumone che, a seguir gli ascoltatori, dovrebbe aumentare paurosamente di proporzioni. In verità molti elementi di vario e nuovo interesse offriva la riunione di ieri. Per incominciare, il ritorno di E. A. Mario, presentatore ognor più prezioso d\>gni canzone; gli ascoltatori l'hanno rivisto e riascoltato con molto e vivo compiac'mento e l'hanno accolto e accompagnato con la più cordiale e costante simpatia. E poi la conoscenza di una squisita artista, la soprano lirica Pina Esca — la voce di Napoli, ha detto Mario —; di Giorgio Schottler, il cantante delle più impensate sfumature sentimentali — il cuore di Napoli, ha detto Mario —; di Gennarino di Napoli, comico di razza, dicitore impeccabile, cesellatore di tipi insuperabile — la maschera di Napoli, ha detto ancora Mario. E poi ancora il « quartetto mandolinistico Bertolè », che Mario ha definito « l'antologia canora del sentimento napoletano ». Non c'è pagina di canzone, infatti, che non sia nota a questi virtuosi del plettro; così non abbisognano di leggìi, per squadernare sveltamente quanto Napoli ha dato in quel decennio — 1900-1910 — nel quale la canzone era in piena per virtù di nuove reclute degne di succedere ai veterani; e quanta parte del successo di ieri essi abbian preso per sè, chi li ha ascoltati, e ne ha ammirata l'eccezionale bravura tecnica e stilistica, ha pur potuto constatare. La riunione di ieri si è aperta Grandioso successo della seconda tornata Questi cinquantanni di cantoni che ci eravamo proposti di presen- tspntare in un rapido profilo ai nostri amici, s'ingrossano per via, e cosi con cinque canzoni di poeti" che'a quel tempo erano « giovani promesse >; ecco i poeti, in ordine alfabetico: Libero Bovio, Rocco Galdieri, E. A. Mario, Ernesto Murolo, Edoardo Nicolardi. Un fuggevole ritorno del veterano Salvatore di Giacomo, e poi, tra le più gaie del Gambardella, le più significative del decennio, da Ammore 'e femmena a Voce 'e notte, da Tarantclluccia a Torna a Surriento. Tina Esca, dalla voce calda, penetrante, gradevolissima — quanto delicata la sua Mamma mia che vo' sape — (e pur fu applaudita in pagine di « Cavalleria rusticana» e di «Adriana Lecouvreur» intonate nell'intermezzo), s'alternò allo Schottler e al Di Napoli, prodighi nell'offrir ogni loro bravura; tutti quanti, con il maestro Cardona che sedeva al pianoforte, accomunati nell'incessante ap- lauso della folla che gremiva il alone del Giornale. * * La raccolta di canzoni 19001910 sarà integralmente rìpresentata oggi alle ore 16,30 da E. A. Mario, da Pina Esca e dagli altri loro compagni. Il Salone s'aprirà alle ore 15,30 e si chiuderà alle 16,30 precise.

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