Il trono di Damasco offerto a quattro principi

Il trono di Damasco offerto a quattro principi GLI INTRIGHI INGLESI TRA GLI ARABI] Il trono di Damasco offerto a quattro principi ILe notizie provenienti dai vicino Oriente informano che Abdallah, il grasso Emiro di Transgiordania venduto agli inglesi anima e corpo, sta facendo il commesso viaggiatore per conto degli stessi tra il Nilo e il Tigri. E' eviden. te che l'Inghilterra, vedendo la guerra avvicinarsi alle sue posizioni imperiali e capitali del Medio Oriente, sta facendo fuoco e fiamme per creare una nuova vittima, l'arabo. L'Inghilterra vorrebbe che l'arabo, nelle contingenze che seguiranno nei prossimi mesi, combattesse, anche lui come tanti altri popoli, per l'Inghilterra, e per l'Inghilterra morisse. Ma l'arabo è furbo, specialmente l'arabo del Levante, e la guerra per conto dell'Inghilterra non la farà. Forse qualche principe o qualche Ministro, traditore della causa araba per sete di oro e di potere, potrà andare con gli inglesi, non tanto per difenderli quanto per difendere se stesso, ma la guerra per conto dell'Inghilterra l'arabo non la fa. rà, anche se per convenienza può averla promessa. Del resto tante promesse ha fatto l'Inghilterra agli arabi e mai le ha mantenute. Sarebbe giustificato quindi se gli arabi volessero rispondere con 10 stesso pane. Ma a parte qualche possìbile si e no promessa, l'arabo non si batterà per gli inglesi 11 patriotta arabo, caso mai, si batterà contro. Questo è certo 11 trono di Damasco promesso a quattro principi Lo stesso anglofilo Reggente dell'Irai;, Abdul Ilah, ha dichiarato nei giorni scorsi, alla riapertura del parlamento, che la guerra va rapidamente avvicinandosi al mondo arabo, e naturalmen te da buon amico servo dell'Ambasciatore Cornwallis e da sleale nemico del grande patriotta Ra shid Ali, se ne è mostrato alquan to preoccupato. Abdul Ilah tiene pronto l'aeroplano regalatogli dall'Inghilterra, per scappare. E naturalmente con lui scapperà anche il suo Ministro Nurl es Said che dopo avere intrigato al Cairo, nei mesi scorsi, come Ambasciatore arabo agli ordini non tanto del Regno dell'Irak quanto di Sir Oliver Lyttleton, ha dovuto riguadagnare in fretta Bagdad per formare un Gabinetto di in significanti uomini politici, in seguito alla dimostrata insostenibi lità del Governo di Gemil el Madfai. Alla riapertura del parlamento irakeno si trovavano presenti l'Emiro Abdallah di Transgiordania e suo fratello Zaid, il (i sacrificato » della famiglia nascimita. Vi fu quindi un vero congresso hascimita a Bagdad, tenuto conto che Abdul Ilah è il Reggente del più giovane dei Principi regnanti hasclmiti, il bambino Faisal II, erede di Re Gazi perito nel misterioso incidente automobilistico del 4 apri le 1939, dal quale non era assen te lo zampino del Secret Service e nipote perciò del famoso Re Faisal, fratello appunto dell'Emiro Abdallah. Secondo notizie via Istanbul, nella riunirne della fa miglia hascimita si sarebbe U: scussa principalmente la questione della candidatura al trono di Damasco. Sembra che gli Inglesi lo abbiano promesso a tutti i tre Principi discendenti di Hussein, ad Abdallah, a Zaid, a Faisal n. Ma, quel che è più grave, sembra che gli inglesi lo abbiano promesso contemporaneamente all'Emiro Faisal secondo genito di Re Ibn Saud e Ministro degli Esteri della .Saudia. L'Emiro saudita Faisal è un a'to e bellissimo uomo. Ogni qualvolta andava a Londra, faceva sussultare di desiderio i petti delle caste la dies. Era l'Arab Prince per eccellenza. E, differentemente dull'au stero padre e dal fratello primo genito Saud, Faisal si compiace va dei modi occidentali. Nulla di strano quindi se gli inglesi hanno posto gli occhi si d>. lui come candidato al Regno di Siria. In tal modo gli inglesi si riprometterebbero di rimuovere l'ostacolo maggiore, che è la volontà, araba al mille per cento, di Abdel Aziz Ibn Saud. Altre volte s'è detto che il Sovrano wahabita non avrebbe mai permesso che la dinastia degli hascimiti si estendesse al trono di Damasco. Ora, non potendovi insediare un hascimita, gli inglesi cercherebbero di insediarvi un saudita, quello che ritengono il meno intransigente dei sauditi? Oppure, per non scontentare gli uni e gli altri, penserebbero ad insediare un terzo, per esempio un erede di Abdel Rader? Il grosso emiro Abdallah commesso viaggiatore Naturalmente non è dato di conoscere nei particolari gli intrighi che l'Arab Office sta in questo momento tessendo nel mondo arabo. Certo è che l'Arab Office non ha mai lavorato tanto come in questo momento nel quale gli inglesi vedono avvicinarsi la guerra a quel loro delicato e vitalissimo settore imperiale. E certo è pure che uno degli uomini d'I cui maggiormente si servono gl'intriganti inglesi è l'Emiro Abdallah di Transgiordania che. dopo essersi abboccato con elementi sauditi (si dice che si sia già incontrato con il Principe Faisal, si dice che andrà a Rlad per incontrarsi col Sovrano saudita in persona) si è recato a Bagdad, mentre una sua visita è preannunciata al Cairo. Povero Abdallah, cosi grassoccio, cosi sedentario, quanti viaggi gli fanno fare i suoi padroni Inglesi. L'ultima volta che vidi l'Emiro Abdallah, due anni e mezzo fa fu a Zerka in Transgiordania, dove il colonnello Peake, creatore e comandante dell'Arab Legion, aveva organizzato le corse dei puro sangue dell'Hegiaz. C'era an- e E à s l o d o l i l e e a i i i a o e i e n o a z o che l'altro capo delle spie britanniche, 11 famoso maggiore Glubb, quello dalla vasta cicatrice sul mento. Abdallah m'è apparso, tra i suoi poliziotti dal casco a chiodo, ingrassato e inflaccidlto. Vestiva alla beduina e il kafieh e Yhagal ornavano la sua testa. Ma sotto all'ampio e serico caftan color caffè, che in drappeggio morbido ed elegante gli scendeva dalle spalle sino quasi a terra, sotto al caftan non spuntavano gli stivaloni, ma due borghesissime scarpe con l'elastico. Ciò mi aveva fatto molta impressione. « Segno che è diventato vecchio » continuavo a dirmi. Infatti Abdallah, come mi è capitato di vederlo altra volta, ci teneva a portare gli stivaloni, sia pur sotto la veste araba. Ci teneva per salvare le apparenze, per ragioni di prestigio, essendo Emiro di tribù di cavalieri e guerrieri del deserto. Abdallah ci teneva a figurare con gli stivali e lo scudiscio in mano, anche se tutti sapevano che male cavalcava sul suo cavallo bianco. Ci teneva anche per dignità familiare, essendo «gli il fratello di tre principi guerrieri e cavalieri, Faisal, Ali e Zaid i primi due morti, l'ultimo ancora vivente e suo concorrente alla candidatura al trono di Damasco. Che figura ci ha fatto Abdallah, Emiro dei beduini cavalieri e guerrieri di Transgiordania, con le scarpe con gli elastici, scarpe dei sedentari e dei vecchi, quella volta là a Zerka, tra Peake e Glubb. Povero Abdallah. Non è guerriero lui. Ha paura delle armi per natura. Suo padre stesso, il grande Hussein Sceriffo della Mecca, lo aveva indirizzato alla letteratura e alla diplomazia, non alle armi. Fu Abdallah infatti prescel-, to tra i quattro figli per condurre le prime trattative con Sir Reginalds Storrs e Mac-Mahon, al Cairo, per la rivolta araba contro l'Impero ottomano. E a ciò gli ha giovato saper giocare gli scacchi, di cui è campione. Anche Storrs giocava bene agli scacchi. Diplomatico, non guerriero quindi, l'Emiro Abdallah. E come potrebbe fare il guerriero dal momento che, a differenza dei fratelli magrissimi, egli è grasso, ama la vita sedentaria, i piaceri prolungati del desco, le disquisizioni letterarie, le poesie lepide, il buon ridere e le sterline? Ama a tal punto le sterline che i propri sudditi, i fieri beduini d'oltre Giordano, osano chiamarlo, anche al cospetto dello straniero, coll'ignomlnioso attributo di « i£»t ci kaìb », cioè « figlio d'un cane ». E cosi è capitato di udire anche a me. Ibn el kaìb. Povero Emiro disprezzato, agente degli -agenti inglesi. Gli arabi non si lasciano smuovere Ora lo fanno viaggiare e parlare. Va di qua, va di là — lui cosi sedentario — ad abboccarsi con questo con quello dei principi, degli esponenti, dei traditori del SEaFcrirrtbfdRmondo"arabo. Gli inglesi gli fan-jno fare la grande parte. Ma egli stesso non è sicuro del compenso promessogli, e trova difficoltà persino in famiglia. E sì perchè — a quanto si sa — il fratello Emiro Zaid che dei quattro figli di ~ di timo al mondo, l'Emiro Zaid, di|sangue hascimita tanto come Ab-ij„„„. _ . , TT i j ... m dai ah e Faisal II, ha detto: <:Tu;frateilo Abdallah hai un trono. eitu nipotino Faisal hai il tuo. Quello di Damasco perciò, trono!vacante, ventare fare, come ho fatto finora, il ministro, l'ambasciatore e lo spostato ». Tali sono le notizie che via Istanbul provengono ora da 3ag- dad. Come si saranno messi d'ac-.cordo in famiglia? Ancora non Isappiamo. E' presumibile che Ab-!dallah, pur di far piacere al pa-| drone inglese, sia pronto a sacri-Ifìcare anche le sue ambizioni per-!sonali. Quello che è certo è che Hussein ha avuto "la sfortuna jvenire, non per colpa sua, u]-lspetta a me. Voglio di-'Re, perchè son stufo di'gli inglesi fanno ora fuoco e fiamme per portare il mondo arabo dalla loro, e promettono e promettono, ma inutilmente. Gli ara- e bi hanno esperimentato sanguino-j samente a loro spese cosa valgo-1 no le promesse inglesi. E neanche a farlo apposta, a ricordare agli arabi quanta fede si possa q6ii mauj 4ucn.i.=. i™ ». i"00" prestare al a parola .mglese stan^no proprio li in Palestina gli odia- ti ebrei che già allungano le ma- ni sul Libano e sulla Siria. | rtcssltssnsCome potrebbero gli arabi aver fiducia negli inglesi, come potrebbero andare dalla loro? Le manovre e gli intrighi di qualche principotto o di qualche ministro, al soldo di Londra, non intaccano né intaccheranno i fieri sentimenti dei popoli arabi i quali sanno che oltre duecento milioni di musulmani vivono in servitù sotto il piede degli sfruttatori inglesi. Antonio Lovato