«Il viaggiatore solitario» di Renato Lelli all'Alfieri

«Il viaggiatore solitario» di Renato Lelli all'Alfieri Teatri e Concerti «Il viaggiatore solitario» di Renato Lelli all'Alfieri In questi tre atti l'autore tratteggia una figura, un personaggio; gli altri esistono essenzialmente per far più cupa, con un po' di luce, l'ombra sua. Crucciato, arido; indispettito, Stefano è nemico ai suol, alla moglie, ai figli, e forse più ancora è nemico a se stesso. Nella torbidezza amara della sua natura, pare impastato di rancore e di odio; e invece un sentimento, una tenerezza, un affetto, egli assevera, e dimostra poi nella solitudine dell'ultimo atto con tremori e lagrime, sono nel suo cuore. Ma non riesce a esprimerli, non riesce a toglierai da quello stato curioso e inspiegabi16 che lo paralizza, che gli impedisce un sia pur lieve sfogo di bontà, di amore. Come sia giunto a tanto, ispido e chiuso, cinico nei modi e feroce, egli cerca di narrare all'atto secondo, dicendo che sposatosi, e ancor desioso di vita libera, di donne, la moglie, la famiglia gli divennero un pesantissimo legame, di cui, tuttavia, mai seppe liberarsi. Ma la sua condizione psicologica è misteriosa. Gli muore un figlio, aviatore, e non batte ciglio, ed anzi ostenta freddezza e indifferenza, mentre il cuore gli sanguina; gli muore la moglie, ed è lo stesso contegno. Perchè? E pur v'era intorno a lui tanto fervore di giovinezza, di vita, di lieto umore, tanta offerta di devozione. Come quella benedizione in casa non riuscì a toccare le sue fibre segrete, che pur non chiedono che ristoro, conforto e pace ? come potè resistere al dolore con tanto spregio? Pareva che ogni aspetto della vita, felicità o sciagura, lo rendesse sempre più stretto in sè, sempre più gelido; e la sua tirannide diveniva paurosa. A poco a poco il vuoto gli si fa intorno; la morte, le vicende della vita, un bisogno nei figli di liberazione, di respiro, l'allontanarsi di tutti, fanno si ch'egli rimane Infine solo. Ed allora come duro ed aspro è il suo patire; come quel contrasto antico, immedicabile, gli appare mostruoso, gli strappa gemiti e gridi. Ritornano i cari fantasmi, dei defunti, del vivi, quelli ch'egli non volle, che non seppe amare; e il vecchio, il povero vecchio parla, dice loro quello che non aveva mai saputo, mai voluto dire. Solo ora gli pare di riconoscerli, di ritrovarli, interi, e che potrebbe finalmente stringerli a sè, in quel deserto tristissimo del suo declino. Certamente il Lelli ha modellato il suo personaggio con vigore e sobrietà, con senso drammatico; ma ci pare che lo abbia lasciato un po' troppo nel gratuito della situazione. Per segreta che possa essere, una motivazione a si strano carattere, la si deve se non trovare, almeno presentire. O forse è una dì quelle Immotivate condizioni umane, in cui si compiace cosi spesso la psicologia della letteratura d'oggi? Ma allora si sarebbe desiderato, senza tentativi di spiegazione, una più approfondita segretezza, un senso anche più intricato e subdolo ed evasivo, e, insomma, più arcano, di quello strano soffrire. Malattia, fors'anche; ma, a fare il dramma, la tragedia, sacra malattia, con il segno fosco e allucinante del destino. All'ultimo atto, dopo il gagliardo tratteggio degli altri due, toni più delicati e penetranti, e, scartata ormai la situazione psicologica per se stessa, il ben sofferto dolore che n'è nato, conferiscono alle scene affettuosa malinconia. Che del resto, in un senso familiare, e di offesa soavità, circola per tutta la commedia. Al1 ultimo atto anche Marcello Giorda, sicuro interprete, ha trovato accenti di particolare, ingenua istintiva commozione. Ricordati altri attori, l'Ortolani, il Martelli il Tassarli, il Cazzola, Isa Ouerio Lilya Krystyna, Lina Bacci, la Bertoncello, aggiungeremo che la commedia ha interessato, ed è stata applaudita ad ogni atto, con calore e cordialità. f. b. * * Il viaggiatore solitario si repli^ oggi, nello spettacolo diurno delle 15,30; stasera, alle 21 ripresa di un'interessante commedia di Vittoriano Sardou: Dora o le spie. .AL CHIARELLA, oggi, alle 15.30, ripresa, di «Chl-Oi-IA» di Lombardo t Ramante-, n questa «era, alle 21, « Boi; eaecio » <li Siipiié.

Persone citate: Bertoncello, Cazzola, Isa Ouerio, Lelli, Lina Bacci, Malattia, Marcello Giorda, Renato Lelli, Vittoriano Sardou