GUERRA DELL'INDIPENDENZA

GUERRA DELL'INDIPENDENZA Imst *mm ar eia su Mosca GUERRA DELL'INDIPENDENZA Mentre sul ..fronte orientale,c n°n e mutue sorrermarci sul ca-1 rattere della nostra guerra. De-Ifinire il carattere di una guerra,: significa esser certi del valore i dei grandiosi successi militari, s n°n e inutile soffermarci sul ca-1ignifica esser certi del valore J spirituale della vittoria. Il ne-, mico parla di una illusoria I guerra di libertà e ci gratificai del nome di « barbari ». Noi'siamo fermamente convinti di combattere per le supreme chia-j rificazioni della civiltà. Qualcuno ha anche cercato di stabilire la misura della partecipazione dello spirito a questa guerra che, per noi, è la guerra dell' intelligenza europea contro l'oscurantismo demo-plutocratico. Se si approfondiscono i termini del presente conflitto, si vede chiaro come la vittoria spetti all'intelligenza e alla cultura dei popoli. L'Italia e la Germania difendono, in realtà, le più nobili tradizioni della civiltà europea, che è stata sempre una civiltà dello spirito, una civiltà dell' intelligenza creatrice. Il crollo militare sovietico muta la faccia dell' Europa e del mondo. La più grave insidia che abbia minacciato da secoli la nostra civiltà, viene elimi nata dalla vittoria degli eserciti ed alleati sul fronte orientale. La Marcia su Mosca, anunziata storicamente dal Duce, si realizza per virtù dei popoli giovani dell'Asse. Anche l'eroismo è in sostanza una prova dell'intelligenza dei popoli. La Rivoluzione Fascista aveva , posto, venti anni or sono, al-rEuropa n problema del comu^ • 1 h iene rjsoito i0. "^mo ciie oggi viene risolto io guarnente con le armi. Ed e al ! tamente significativo che la marcia su Mosca venga realizzata dai due grandi popoli guerrieri iniziatori della rivoluzione nazionale europea. La mummia di Lenin sgombera dal grottesco mausoleo della Piazza Rossa. Con essa scompare l'incubo I delle Nazioni civili. Per questo 1 sinistro simbolo della lotta di classe, l'Europa si è dissanguata ed ha dovuto conoscere di nuovo gli eroismi e le angoscie ,di una lunga guerra di libera | zione_ Nell'alternativa Fascismo a o bolscevismo, jl mondo ha dovuto riconoscere la sola via di salvezza possibile. Fra le Nazioni che si gloriavano di essere all'avanguardia del progresso e di ripudiare nello stesso tempo il bolscevismo, solo l'America ha tradito la causa della comune civiltà. Le forze del Tripartito sono in linea per fronteggiare questa diserzione unica nella Storia. La democrazia americana subisce moralmente le prime conseguenze della disfatta sovietica. Se non vi fossero altre ragioni valide per attribuire alla nostra guerra il carattere di « guerra dell'intelligenza », basterebbero le chiare mète antiplutocratiche del conflitto. L'intelligenza europea, composta da elementi qualitativi, non è conciliabile col gretto materialismo o a a l i a e n i o o l o a e a a a n l e, i a e e il o mnaue a i. edj n o a adi a a li della civiltà plutocratica. L'in-jtelligenza • riassume la forzaSspirituale, la cultura, l'arte, la mscienza, le più nobili tradizioni dpi nnnnli T n nlntnera7ia nord-\ì^^t^SrTA^rie bolscevica per ciò che concerne la negazione dei -fattori spirituali della civiltà. Nessuna considerazione materialistica avrebbe dovuto prevalere quando Hitler e Mussolini reccolsero le migliori energie dell'Europa per sventare la minaccia bolscevica. La plutocrazia, invece, ha voluto seguire il sinistro calcolo dei conservatori inglesi: far dissanguare l'Europa per consolidare l'egemonia anglo-americana. Ora che il colosso sovietico vacilla sulle sue basi d'argilla l'America compie ulteriori passi verso l'intervento. Questa volta, non si tratta più di salvare il bolscevismo, ma di correre ai ripari per proteggere il Caucaso e la via delle Indie. Fra le rovine della City e a Wall Street si piange più per l'immediato pericolo che incombe sui pozzi di petrolio che per le misere sorti dell'esercito sovietico in fuga. Forse, fidandosi di questo calcolo dei conservatori inglesi, Stalin ha creduto più sicuro rifugio il Caucaso anziché quello senza scampo degli Urali. Nel corso della guerra vittoriosa dell'Asse, si sono visti spettacoli di eroismo sublime, ma anche delle tragicommedie. La fuga del despota del Cremlino conferma, sia pure ancora in tono minore, la morale della Storia. H georgiano ripren de, per un tragica nèmesi, la via tradizionale della deportazione, oggi fra le aspre rupi dove nacque il mito di Prometeo, domani forse verso le steppe. H sangue dei Romanoff grida vendetta. La plutocrazia anglo-sassone accumula l'oro fra le rovine. Non importa che sulla terra, nei cieli e sui mari continui a divampare la lotta immane; l'es-senziale è che l'oligarchia finanziaria si consolidi. Ma la vit¬ toria militare dell'Asse è ormai una realtà che dovrebbe far riflettere i popoli non ancora toccati dal conflitto. Se l'America non fosse una civiltà illusoria, senza basi culturali e priva di una vera elesse dirigente, èssa si arresterebbe sull'orlo dell'abisso. Se vi fossero nella cosidetta libera America degli autentici uomini di Stato, forniti del necessario equilibrio spirituale, la disfatta militare sovietica avrebbe potuto essere l'ultimo episodio dell'ingerenza americana nel conflitto. Dopo la Polonia, dopo la Francia, dopo la Grecia, dopo la Jugoslavial'esperienza russa avrebbe dovuto costituire l'estrema posta del bellicismo americano. Inve ce, sembra che le vittorie * dei ceti responsabili degli Sta- li Uniti. La democrazia non si dà per vinta e ripete per boc- ca dei suoi guerrafondai, che ili stunoto inverso nella psicologia dei celi responsabili degli Sta- ca dei suoi guerrafondài, che il nemico da distruggere resta sempre il Nazismo. Essa ignora lo stato d'animo dei popoli europei stretti intorno ai due Con dottieri dell'Asse. Essa prescin de dalle ineluttabili necessità - ™ SSP LB ' P^f' zo del loro sangue, vogliono >aprirsi il varco verso le fonti del benessere e delle materie prime. Del resto, la complicità fra democrazia e bolscevismo non è del tutto causale. Le navi da guerra sovietiche che agonizzano nella baia di Kronstadt si chiamano « Marat » e «Rivoluzione d'Ottobre». Esse evocano la complicità storica di due rivoluzioni che condussero ai più funesti eccessi il genere umano. Il terrorismo giacobino dà la mano al terrorismo bolscevico. Dopo un secolo e mezzo, la Rivoluzione Francese completa la sua parabola storica discendente nella rivoluzione russa. E i medesimi istinti di intolleranza affiorano nel tragico isolamento politico e diplomatico del regime sovietico, durante il ventennio della dittatura. Per questo, il Fasci- smo e andato al di là della ri-1 voluzione egualitaria e si cimenta in una guerra che è destinata a sopprimere la causa prima di tutte le rivoluzioni eu- ropee: la disparita e 1 ingiusti-Uzia nel destino economico dei'popoli. La Marcia su Mosca degli 1 eserciti dell'Asse ci riporta al periodo eroico del Fascismo, all'epoca in cui Mussolini annunziava per primo all'Europa la necessità di distruggere il moto eversore del comunismo. Ma coloro che salutarono il Fascismo come una semplice re- staurazione dell'ordine, non si avvidero che la rivoluzione interna italiana portava con sè il germe fecondo della rivoluzione europea. 11 moto della nuova *SSK*W.A8?to La ":""*' laL«^ja'1- ,,,a-t;ura: • • • , ProIezla .ai ^laz?lm S1 svolgeva in una pie"^:rl^"^zl°n? ?l ^P.1!'ltLdLP0 fenìa faticosa fatale mal ',„„„' * "r°sa' m poli liberi, per i quali la vera libertà si identificava con l'affrancarsi dalle egemonie tradizionali. Quella comunità europea che oggi si delinea, fra le pause delle battaglia vittorio se, nel pensiero politico di Mus solini e di Hitler, viveva allora nen'ansia deUe generazioni r "oluSrtó Dopo un ventennio di lotte generose condotte sul piano europeo, la rivoluzione trova il suo glorioso epilogo storico nella Marcia su Mosca. Quando il bolscevismo sarà scacciato dagli ultimi ripari, siano essi nel Caucaso o negli Urali, l'Europa potrà respirare e sarà questa, non una mèta, ma la prima tappa della creazione di un nuovo ordine europeo.' Si può dire anzi che l'intelligenza dei popoli dovrà dare, nel periodo della ricostruzione, maggiori prove di quelle date nel periodo della conquista e della vittoria. La guerra dell intelligenza deve tradursi in uno sforzo su-premo di civiltà e in una rapi-da realizzazione del più alto livello sociale. Romanità e ger- manesimo dovranno affrontare trasformare la vittoria in una concordi l'arduo compito di 1 vasta convivenza di popoli mo- ralmente ed economicamente solidali. Il trionfo sul bolsce- vismo segna intanto la prima U-eale conquista del Fascismo 'eUropeo 1 Giuneppe Mastromattei

Persone citate: Duce, Hitler, Lenin, Mussolini, Romanoff, Stalin