Cronache della Radio

Cronache della Radio Cronache della Radio Una legge per le canzoni * E' giunta l'ora di smet* ierla con le svenevolezze e i miagolii ■ Il ritiro delle canzoni giudicate indegne j La Commissione della Cultura Popolare alla Camera dei Fasci e; delle Corporazioni ha approvato un ■ disegno ili legge, di iniziativa go-; vernativa, per la disciplina e losviluppo della musica varia. Si tratta di una legge che hai per scopo il miglioramento qualitativo della nostra canzone popòilare, da tempo, da troppo lungo ,tempo! massacrata nello spirito e , nella forma da mestieranti di tutte le risme che l'hanno deturpata :e prostituita con ritmi movenze jsdilinquimenti acrobazie capricci ! sberleffi accattati nelle taverne jmalfamate del mondo anglosassone e dintorni, dove la «sbronza* idi whisky o d'altro è tale stato naturale e permanente da stabilire un clima e un costume. Che in Italia, paese del sole e dell'armonia, abbia potuto attecchire e raan- gerato Paul Bekker ha voglia di dire e di credere che col meccanicismo si riesce a tutto. Egli non s'accorge che fino a tanto che il giocatore sceglie le mosse e doIrnina la scacchiera obbedisce alla 'volontà di uno spirito pensante; ifino a tanto che il musicista scevera preferisce giudica, obbedisce all'intelligenza al giusto alla sensibilità al sentimento, o crea e rìci finisce la bellezza; fino a tanto (che la musica sarà un'arte, l'artista non riuscirà a ritrarre mai le cose come sono ma come egli le vede e le sente, e coi mezzi di espressione che egli inventa volta 'per volta. Non c'è meccanicismo che tenga, e qualunque tipo di ' espressione sarà sempre creato dallo spirito, che ha sempre trovato e troverà la forma adatta e conveniente, perchè idea e forma sono concreate dallo spirito, e pensare a un procedimento di sottomissione, o peggio di inversione, è follia schietta. I Lo sviluppo e la conoscenza tecnica dei mezzi d'espressione è un |altro affare. E' esperienza ed è cultura. E non c'è proprio ragioIne di rinnegare nessuno degli elementi proporzionalmente idonei ad esprimere'una sensazione, un .sentimento, uno stato d'animo, che la 'stessa natura — diceva Amiel — ,è uno stato d'animo, e si esprime ; perciò in forma soggettiva. Ora e chiaro che il meccanicismo porta ■ alla uniformità; il soggettivismo, ise cosi possiamo chiamarlo, convince alla diversità, alla multanime diversità, per cui una stessa sensazione, uno stesso sentimento possono essere espressi in mille ! maniere differenti. Non c'è arte dove non c'è personalità, un'anima cioè. Ma quando un'anima c'è, con qualunque forma si esprima, 'finisce col farsi intendere, si chiami B-ich o Strawinsky, Beethoven p Debussy. Bellini o Wagner. Tant'è, molti hanno creduto al meccanicismo. Più di tutti ci doveva i credere e ci ha creduto chi codesto meccanicismo ha sviluppato materialmente e consacrato spiritualmente: l'America. Ed è nato il jazz, prodotto schiettamente plutocratico e democratico di una moltitudine che ha perduto il sen'so del divino e affida al fenomeno, senza possibilità di trascendere, le ragioni stesse della vita, e perciò dei l'arte. Non per nulla è stato i detto che bisognava « sdivinizzaire » la musica. Che fatica, però, a farlo! Poiché non è stato possi! bile vincere la tendenza naturale del suono, della musica, alla trascendenza, spingi e spingi per ricercare il segnò certo, per ritrovare soto altra forma e veste quel divino che si voleva uccidere, si è ; giunti alla allucinazione, alla folj 1 ia.. frenetica o malinconica, ma I sempre follia. Aggiungi il morbido sensualismo negroide che vi si è innestato come nel suo humus ; naturale: richiamo della foresta. Il jazz è l'espressione più genuina di questa situazione materiale e spirituale: ha creato un clima; stabilisce una tradizione, la tradijzione tipica e caratteristica di un Ipopolo e di un costume, assoluitamente estranea al nostro spirito e alla nostra natura. Come si spiega, la simpatia italiana per codesto genere di musica? Pi ima di tutto la novità, che suscita sempre, specialmente se stravagante, la curiosità; poi la sorpresa (oh, guaidà che sentimento hanno questi negri! Cui l'avrebbe mai creduto?); quindi la piacevolezza; poi ancora lo ! snob, che è un altro dei prodotti d'esportazione anglosassoni di mijglior successo; e infine gl'interes'si creati, l'affare, impiantato, alimentato, potenziato con critcrii prettamente industriali. Ma chi ha aderito e partecipato in maggior | misura alla contaminazione che 's'è fatta del nostro spirito nazionale, sopraffacendolo di prepotenza con l'imposizione di questa smargiassa furbesca dinoccolata 'tirannia americana? Gli intellet• tuali puri, no — essi, se mai, si sono interessati al fenomeno; lo hanno esaminato valutato e scontato; — il popolo, no, che la far perdere a! popolo la sua istintiva solare miracolosa sanità ce ne vuole, e non sa] ranno simili mattane a fargli perdere la tramontana; la borghesia, sì. Specialmente quella , piccola borghesia, che non si sa [dove cominci e dove finisca, portata per sua natura all'imitazione, :e quindi all'esagerazione, e su cui è facile, per lo stesso desiderio i che ha essa stessa di parere agigiornata. di esercitare una qualsiasi pressione spirituale, specialI mente se di carattere snobistico. 'Tutti sanno che gli abbonati della iRadio appartengono in maggioranza alla borghesia e alla piccoo la borghesia. Si spiega quindi pcr' rettamente che si sia tentato, e ci si è messo un impegno proprio eccezionale, di contentare la clientela il meglio possibile. E' logico e i conseguente che il referendum, e mezzo elettoralistico di consultaa jzione che nel campo dell'educazio- ■ ne e dell'arte non ha ragione di -1 esistere, — e noi, a suo tempo, lo e | sconsigliammo, — abbia dato la -'preferenza a codesto genere di d1 musiche, canzoni e danze. Cosi il o ■ baccanale è durato anni e anni. -'senza misura, spesso senza gusto, o ; talvolta persino con evidente ofl fesa al buon senso e al senso coe mime. Ed è venuta fuori quella cao 1 terva di canzoni, la piccola indu-j stria di quelle canzonettucce e n canzonettacce scritte dalle stesse -!persone, ma che figuravano scrit, I te da persone diverse: la moglie e Idei tale maestro, la barista del tanile bar amica del tal altro maestro e ' i l'inchiesta fatta a suo tempo dal- la Società degli Autori, ne scopri - di carine!), e pseudonimi e nomi -1inventati e pasticci, e tutto, tutto a tiovava suo libero sfogo ai microiifoni dell'EIAR con una petulanza -j e una ostinazione che ci apparvediro tanto irragionevoli e insensate i da costringerci a mettere in guara Idia pubblicamente la direzione ni dell'EIAR. E un primo abuso fu a 1 tolto. Ma l'uso è rimasto. Perchè e ] non s'è voluta intendere appieno - la funzione della radio, che è prei Iminentemente educativa, anche - quando deve divertire, soprattutto -! quando deve divertire, perchè proù j prio allora essa si rivolge a un o I maggior numero di ascoltatori i o quali, volontariamente o involon- tarir.mente, assorbono pensieri e a ; musiche che. poco a poco, diven-|tano familiari, divengono caratte- s e , a i à o l a i n a n ie costume clima Non vogliamo imbottiture di crani, perchè il popolo italiano è abbastanza intelligente per capire e per discernere; ma se a furia di imbottitura di crani son riusciti a viziare l'anima di tanta parte della Nazione fino a farle accettare e preferire lo spirito e il costume straniero, codesto genere jazzistico che è patrimonio del nemico che combattiamo e che ci combatte, allora è meglio imbottire i crani di roba nostra, specificatamente nostra, caratteristicamente nostra. Anche perchè la roba nostra è bella, bellissimi; pure quella moderna (ci sono die- tenersi uno stato d'animo incline alla curiosità, alla piacevolezza, alla soddisfazione, alla imprescindibilità per quel tipo di musica non è difficile spiegare, Gli intellettuali, e le sottospecie, erano attratti dalla pseudo-dottrina del Bekker tendente ad invertire il processò creativo e ad attribuire alla « ragion fisica il diritto di determinali! il fenomeno artistico, ni punto che si ritenne fosse possibile alla forma di creare il sentimento. La musica, considerata un organismo di suoni in pura funzione di suono, veniva paragonata a una scacchiera, e il musicista a un giocatore di scacchi. Così si voleva battere in breccia il romanticismo e nessuno si accorse, ne ci pare si sia ancora accorto, che il Bekker aveva preso a prestito proprio a un grande romantico persino l'immagine della scacchiera. Ai suoi tpmpi Schumann non aveva scritto: - accade nella musica conio nel gioco degli scacchi: la regina l melodia) ha il massimo potere, ma il colpo decisivo dipende dal re (armonia) »? Soltanto che Schumann era nell'ordine naturale delle cose, e Bekker no. Perchè il fami-

Persone citate: Amiel, Beethoven, Debussy, Paul Bekker, Schumann, Strawinsky

Luoghi citati: America, Italia