Pietoso documento da clinica psichiatrica di Giuseppe Piazza

Pietoso documento da clinica psichiatrica Pietoso documento da clinica psichiatrica i Berlino, 28 ottobre. La stampa tedesca è costretta ad occuparsi un'altra volta del signor Roosevelt. Essa lo fa sempre malvolentieri, ma tanto più a malincuore lo fa oggi che tanti e ben altri argomenti richiamano e trattengono la sua attenzione: dai fasti crescenti dell'evidente convulsione agonica del bolscevismo militarmente battuto alle sempre nuove e ripetute manifestazioni di solidarietà e di combattività dell'Asse, che, mentre; il bolscevismo si liquida sui campi di battaglia, hanno avuto luogo in questi ultimi giorni fra Roma e Berlino, e hanno luogo ancor oggi, sul simbolico torno dei tempi dell'avvenimento fondamentale, rinnovatore d'Europa: la Marcia su Roma. Stolide accuse Ma il signor Roosevelt è esigente, non vuole assolutamente essere dimenticato, e chiama in ballo direttamente nelle sue stolide fantasticherie, la Germania, costringendo la sua stampa a badare a lui. Veramente le stolidezze questa volta sono tali che svalutano l'altezza stessa rappresentativa della cattedra da cui provengono, mettendo il punto interrogativo sulla capacità e sanità mentale e degnità stessa della persona che la occupa. Ma che farci? Si tratta — nota tutta la stampa — di documento da vera e propria clinica psichiatrica; ed è proprio questo, forse,'soltanto questo, che vale la pena, anzi è necessario davanti al mondo di constatare. Le nuove accuse lanciate dal signor Roosevelt alla Germania nel suo ultimo discorso, sono due: una, di volere spegnere nel mondo tutte le religioni, sostituendole con quella nazionalsocialista, e l'altra di voler nientemeno che rimaneggiare a sua volta la carta geografica del mondo, ma più precisamente quella dell'America del Sud che tanto direttamente interessa il signor Roosevelt. Già la sola enunciazione delle due accuse esime la stampa tedesca dalla necessità di difendersene, dappoiché la difesa costituirebbe assolutamente una gratuita offesa alla facoltà stessa di raziocinio, o semplicemente di buon senso e di senso comune del popolo americano come di qualsiasi altra opinione del mondo. Se poi Roosevelt sostiene di possedere nientemeno che le prove di tali accuse, in precisi documenti, non si può a meno di rispondergli in Germania che troppe volte egli stesso ha dato prova di falsificazione documentaria tale in atti (vedi caso Bt.raonte, caso Greer, ecc.) perchè dovunque ne) mondo lo si possa ancora credere sulla parola. Del resto — si conclude su questo punto — si sa an- che troppo bene da quale fonte questi documenti, se mai, deri vano: essi sentono un miglio lon. tano di torchio e di fucina giudaica e rassomigliano come due gocce d'acqua a quelli già smascherati, come prodotto delle circolari giudaiche londinesi, di cui già pretesero di dar notizia al pubblico tedesco, al principio della guerra, i britannici, nei loro foglietti volanti in cui era consacrata senza possibilità di dubbio l'origine giudaica di queste sospette e sudice difese del cristianesimo. Infine, decisiva e istruttiva più di tutte, è, per la stampa tedesca, l'osservazione che le due accuse vengono per l'appunto ad incidere sui due punti più delicati e più discussi della politica rooseveltiana, davanti al proprio pubblico ed all'intiero mondo delle Americhe: quello cioè dell'aiuto dato ai sen:za Dio di Mosca e quello delle à o l e e a e o ) e - oscure mire rooseveltìane sul Sud America, diffidente ed in guardia. La trasparente manovra di diversione e di ritorsione intesa al fine di rafforzare moralmente, in qualche modo, la pressione bellicistica, sul disgraziato popolo americano, non potrebbe essere meglio smascherata. Sta a vedere però se realmente questo popolo americano sia davvero così semplice da non capire quello che è chiaro a tutto il mondo appena intelligente. In complesso, manifestaaiorii di questo genere non possono essere e non sono di fatto, altro che il portato spontaneo, più schietto e più intrattenibile della coscienza della cattiva causa e soprattutto della causa ormai perduta, che sempre più invade la mente avversaria, negandole ormai ogni giusto e lecito terreno di convincente ragione, e confinandola definitivamente negli estremi e residui angoli bui della menzogna, della falsificazione, o addirittura della tenebra mentale. Questa coscienza della perdizione ormai virtualmente consumata della propria causa, è impossibile che alla luce degli ultimi avvenimenti non si sia fatta o non si sia fatta strada all'opinione avversaria, e non vi abbia già i suoi effetti Smarrimento e perversione Se tutta la costruzione politica interna come esterna del signor Roosevelt — cosi ragiona giustamente un giornale, la Deutsche Allgemeine Zeitung — si era fondata sull'aizzamento del popolo americano alla guerra, contro la Germania e l'Asse, che esso non vuole, si può ben oggi misurare a dovere tutto lo smarrimento e la perversione vera e propria di ogni retto giudizio che deve invadere la coscienza americana davanti al . crollo di tutto, che è rappresen-,tato dalla disfatta definitiva del]bolscevismo, che per l'America si-jgnifica una cosa pura e semplice : ìla constatazione della impossibili-ltà assoluta e preventiva per essa!di vincere ormai la Germania, nè'militarmente nè economicamente.« Se malgrado ciò — cosi conclude perspicamente l'autorevole giornale che abbiamo or ora citato — il signor Roosevelt continua tuttavia la sua politica di guerra, egli deve avere i suoi fini privati », che in altro non possono consistere se non nel rilievo dell'eredità della battuta potenza britannica. Davanti a tale quadro di menzogna, di falsificazione, di intima scissione e di vacillamento morale e mentale, come militare e politico, del mondo avversario, la stampa tutta del Reich può fieramente rilevare oggi il superbo spettacolo di solidarietà e di saldezza spirituale e mentale, com,battivo e politico, di cui dà invee ce pr0va ed esempio il mondo del . a e , o , a e ù a, e e ù ad : l'Asse, nel colmo della sua lotta contro i nemici d'Europa, e già ormai nell'atmosfera della vittoria. Gli echi delle manifestazioni di questo spettacolo comune di saldezza e di compattezza, che non si sono ancora spenti sui giornali tedeschi, dopo le recenti visite di Funka Roma e di Ciano al Quartiere Generale del Fuhrer, vi si riaccendono oggi, in occasione della celebrazione della Marcia su Roma, di cui tutta la stampa reca ampia notizia da tutte le parti d'Italia; e si riassumono nel grido di Mussolini, dall'Ambasciatore Alfieri, con tutta la stampa tedesca, riecheggiato nella manifestazione berlinese di ieri sera: «Due Popoli, una guerra*: una guerra cioè e anche, per il bene e per la sicurezza dell' Europa di n:|domani. « «"^ » PMe- „. e[ Giuseppe Piazza

Persone citate: Alfieri, Ciano, Mussolini, Roosevelt