Le guerriere sudafricane al Cairo hanno gran paura dei topi
Le guerriere sudafricane al Cairo hanno gran paura dei topi Le guerriere sudafricane al Cairo hanno gran paura dei topi Per il resto fanno bene il soldato: portano la divisa, vivo no sotto la tenda, frequentano i cabarets e bevono whisky SOFIA, ottobre. / viaggiatori e i giornali die dall'Egitto arrivano in Turchia rivelano fatti e particolari di vivo interesse. Una, volta tanto non occupiamoci dell'Egitto dal punto di vista politico, diamo uno sguardo invece all'Egitto per così dire mondano dopo un anno di guerra ai confini. Innanzi tutto è da osservare che se il fellah, cioè il popolo egiziano, è affamato, strangolato soprattutto dall'affaristico comportamento degli inglesi nella questione del cotone {l'Inghilterra quest'anno comprerà soltanto la metà della produzione egiziana e a prezzi iugulatori inferiori a quelli del cotone americano che pur è di qualità meno pregiata; il Governo egiziano quindi si è visto costretto ad acquistare ed immagazzinare l'altra metà, dato che la vita economica e sociale dell'Egitto si impernia sulla produzione e vendita del cotone; ma per acquistare la metà dell'annata cotoniera il Governo egiziano ha dovuto ricorrere ad un prestito interno di 17.500.000 lire egiziane), i bottegai ebrei greci e siriani, i commer danti, gli albergatori, i baristi e soprattutto i proprietari di dancing o di cabaret fanno affari d'oro. L'esercito più pagato del mondo, l'esercito imperiale britannico vive e spende in Egitto, e spende moltissimo Gli ufficiali e i soldati inglesi e dei Dominions spendono tutto, non inviano un soldo a casa perchè a mantenere la famiglia — dicono — pensa il Governo. Spendono principalmente in bere. Si bevono addirittura lo stipendioPer questo al Cairo e ad Alessandria si sono moltiplicati i bar, le birrerie, i ristoranti, i luoghi dove si balla e ci si diverte alla maniera anglosassone. Facciamo il conto. Ora il Cairo ha dieci cinematografi di prima visione, tredici cabarets e ristoranti notturni di lusso, nove clubs. Alessandria ha dodici luoghi notturni è undici clubsI clubs sorti ultimamente, destinati ad accogliere i soldati ingles e imperiali, hanno nomi adeguatìAcome per esempio «The Empire », United Forces Club », « Britannica Club », « Army Indiati Force Club», <t.Fleet Club», « British Services Club », «Tipperary Club», « New Zealand Club ». Sembra che l'Egitto sia diventato un club inglese. Ma la novità del Cairo è costituita dai soldati-donna sudafricani. Sì, in Egitto accanto alle varie centinaia di migliaia di soldati della Gran Bretagna, del Sudafrica, dell'India, dell'Australia e della Nuova Zelanda, in Egitto c'è anche un reggimento di sudafricane, non crocerossine infermiere o assistenti, ma veri soldati. Son splendide ragazze sudafricane (se non sono belle non vengono arruolate) che si son poste ai servizi dell'esercito per una ferma di uno, due, quattro anni. Sono le W.A.A.S. (pronuncia le Uazi), cioè le appartenenti al « Womcn's Auxiliary Army Service ». Età dai 21 ai 45 anni. Seguono le forze combattenti come segretarie tclefoniste dattilografe telcgrafiste e conduttrici di camion. Hanno già avuto il battesimo del fuoco durante le operazioni in Africa Orientale. Hanno di paga, quelle col grado di semplice soldato, 4 scellìni e 3 peuce al giorno, cioèun po' meno del soldato-uomo, ma è da considerare che il sudafricano è il soldato più pagato del mondo. Una volta, entrate nei servizio possono far carriera e diventare caporali, sergenti e ufficiali. Comandante al Cairo è il maggiore signora Hannan che porta il grado sulle spalline proprio come un ufficiale dell'esercito. Il maggiore signora Hannan tiene a rilevare che il W.A.A.S. è un'organizzazione militare in tutto e per tutto sottomessa ad una rigida disciplina e ad un serio addestramento, e le WAAS sono pronte a compiere il dovere sino al supremo sacrificio. Del resto le WAAS portano l'uniforme militare dell'esercito sudafricano, adattata naturalmente alle esigenze della civetteria femminile. Nelle camerate dove abitano o sotto la tenda non mancano sui tavolini i barattoli di crema per la pelle, le ciprie e i rossetti. Mentre una parte di esse è alloggiata in un immobile del centro del Cairo, un'altra parte fa la vita del campo sotto le tende nel deserto di Eliopois. Queste che vivono al campo non si lagnano della tenda, del soe e della sabbia, si lagnano invece preoccupatissime di certi topi grossi come gatti. E % soldati-uomini alla notte devono venir in aiuto alle colleghe nella lotta contro i topi i quali fanno spavento al reggimento di sudafricane più della guerra. Alla sera le ragazze-soldato si fanno belle ed escono in libera uscita. Due volte alla settimana esse devono rientrare alle ore dieci. Due volte alle dieci e mezzo, altre due sere esse possono star fuori sino all'una. Il lunedì sera invece rimangono tutte al campo, forse per rifarsi delle due notti precedenti troppo faticose di ballo e di whisky. Infatti frequentano i locali pubblici notturni, bevono ballano e si divertono un mondo insieme ai camerati uomini. Un produttore cinematografico s'è accorto che una di queste ragazze aveva un viso alla Myrna ^oy. Essa ora fa la parte della diva in un film che si sta girando Iproprio al Cairo, tra quale invidia.delle camerate è facile indovinare, Ed è veramente un piacere — con-elude la gente che viene dall'Egit- to — incontrare sì belle rugazze, iTKumrure si oeue '«ff"-.e,bionde e brune, per le vie del Ca ro tra il disappunto delle signore locali che si vedono retrocesse al secondo posto dell'ammirazione mascolina. Ma per le vie del Cairo si trovano anche, a centinaia a migliaia, i profughi, quelli che sono fuggiti da Alessandria, da Porto Said, da Ismailia. da Suez per sottrarsi ai terribili bombardamenti di quelle basi navali militari ed aeree inglesi da parte dell'aviazione dell'Asse. Scene bibliche di migrazione vengono alla mente a chi vede questi improvvisati campi di profughi. Gli arabi abbandonano le case portandosi dietro le poche masserizie, l'asino e le pecore. Si vedono le stazioni trasformate in bivacchi, nell'attesa del treno merci che porti via al sicuro i poveri arabi con le loro robe. Si vedono,dove non c'è il treno* file intermi-mibiii di indigenti, file di arabi innalabia cheti traicinano d:etrogaiaoia, che si trascinano a.etro lotti pentolini cesti materassi bimbi e bestis, soprattutto con cu-rà le bestie, unica e ultima ric-chezza. Molte sono le provvidenze del Governo, delle municipalità «delle società di licenza perve$mre in aiuto agli indigenti, matanti sono i profughi che è mate-riaimente impossibite soccorrerli tutti. Altri profughi, i ricchi, che hanlasciato Alessandria su auto lus-'«ose o in pullman, vìvono nei grandi alberghi e nei ricchi appai- tamenti dslla capitale, ma vivono con l'angoscia in gola perchè è diffusa la convinzione in Egitto che giorni assai neri arriveranno anche dn nnelle mirti I ricchi ebrei anche da quelle pam. l ticchieotei tremano a tal pensiero, ma molti tra gli egiziani, invece, sorridonoamsiosi ne/i'aspetfativa. Antonio Lovato
Persone citate: Antonio Lovato, Hannan
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