LE TRE GRANDI SACCHE (Azov Brjansk Vjasma) si stringono di ora in ora di Giorgio Sansa

LE TRE GRANDI SACCHE (Azov Brjansk Vjasma) si stringono di ora in ora LE TRE GRANDI SACCHE (Azov Brjansk Vjasma) si stringono di ora in ora Berlino, 10 ottobre. Lo sviluppo della grande offensiva tedesca in Russia è caratterizzato oggi da due aspetti che lasciano intravvedere la rapidissima regolarità con cui procedono le operazioni in omàggio al principio classico che non si debba perdere un minuto di tempo nello sfruttamento dei successi. I bolscevichi sono rinchiusi in tre sacche — nella regione di Vjasma, in quella di Briansk e sulla costa del Mar d'Azof — e mentre le sacche si restringono inesorabilmente, anzi, si frantumano in sacchette più piccole — come se ogni generale bolscevico volesse morire nella sua — l'attacco e la avanzata germanica continuano ancora al di là di questi centri di annientamento. La fanteria subentra ai «panzer» Secondo l'agenzia D.A.D. che1svoloe le considerazioni ora rife-irite, l'esercito attaccante ha rat-ìto'Vargine ed, ora dilaga, irresisti. , burnente nei. territori che le unità ' corazzate di avanguardia avei'ano rastrellato. « Anche stavolta — dice l'agenzia — si ripete il procedimento cui abbiamo assistito in Occidente e in Oriente: la fanteria prende possesso degli spazi conquistati dai carri corazzati e dalle truppe celeri; essa espugna gli ultimi nidi di resistenza, stabilisce il collegamento con le avanguardie e crea in tal modo la premessa, per un'altra immediata fase dell'offensiva». Nei circoli militari e politici berlinesi si commentano queste constatazioni facendo i due seguenti paralleli: 1) La situazione in Russia assomiglia a quella che si nolo in Francia Vanno scorso, dopo la rottura del fronte dcll'Aisne. L'urto verso sud dei carri tedeschi e delle truppe celeri aveva frantumato lo schieramento francese fra Parigi e la Linea Maginot e i tedeschi erano potuti penetrare in profondità. Come adesso in Oriente, anche in Occidente quel successo decìse la campagna. 2) Il carattere decisivo della breccia aperta dai tedeschi in Russia negli ultimi giorni non significa la fine delle ostilità. Per trovare un'analogia bisogna risalire alla guerra franco-prussiana. Allora la decisione avvenne a Sedati, nel settembre del '10, ma le ostilità si protrassero in un più, vasto spazio anche se con minore intensità fino alla primavera del "ti e cioè fino alla rottura dei- l'ultima resistenza francese. Così oggi, nonostante che il fronte soviètico sia stato infranto, il Comando germanico persegue l'intento di distruggere anche le ultime divisioni bolsceviche che cercano disperatamente di resìstere al di fuori delle sacche. Il 12 Uhr Blatt rilevava stama-\ni a tale riguardo che « lo scopo dell'azione, come sempre, è l'an nìcntamento dell'avversario ». Ma accanto a questo risultato, diceva, se ne otterrà un altro. « Il risultato della grande battaglia non sarà unicamente la vittoria completa sulle truppe die il bolscevismo ammassò contro l'Europa, bensì anche il possesso di quei territori dai quali il bolscevismo traeva e trae le materie prime per la sua industria bellica e nei quali risiede o risiedeva la maggior parte degli stabilimenti bellici. Infatti — dice il giornale — una cosa è ormai sicura: entro poche cgtclscsc\1settimane, prima cioè dell'inveri>>0, le tre più importanti zone in-1ìdustnatt dei Someti saranno tri1 mano tedesca. E allora la potenza sovietica non sarà, più, in grado di rialzarsi in piedi ». L'organo berlinese soggiungeva: « ìn futuro, nell'Oriente europeo, non comanderà la volontà di Stalin, bensì la volontà del Fiihrer ». Situazione senza speranze Sull'andamento delle operazioni la stampa, pone in risalto, come fa stasera la, Deutsche Allgemeine Zeitung, che la profondità della penetrazione tedesca risulta, dal fatto che già il 3 ottobre, secondo giorno della battaglia, Orel potè essere conquistata; e che oggi la breccia ha un'apertura di S00 chilometri. D'altro canto si sottolinea che jla posizione delle truppe di Voro-'scilof, accerchiate e assediate a|Pietroburgo, è, come dice la «Boer-Usen Zeitung», senza speranza. IIn proposito il foglio berlinese\scrive: !«Quello che le truppe sovieti- che hanno tentalo il 5 ottobre e nella notte del 1, per aiutare fcarmate rinchiuse a Pietroburgo eper spezzale il cerchio rf> ferro èfinito con la sconfitta del nemico sh filtra, la, linea. Quei tentativi si sono contraddistinti per il loro carattere disperato e per la mancanza di una qualsiasi preparazione. I tentativi di sbarco sono stati respinti dal fuoco tedesco prima che prendessero sviluppa. Anche i bolscevichi debbono essersi convinti in questa occasione \rhè il frutto non cada spontanea e che la sorte di Pietroburgo è segnata. Non è più possibile apportare nessun aiuto alla città. La condotta tedesca nei riguardi della metropoli risponderà- al principio che bisogna ottenere il mas-Isìmo risultato col minimo di sa-ìcrijici, e che sì può attendere fin-'menle dall'albero». UTeodoro Seibert, nel Voelki-1setter Bcobachter, scrive che « Timoscenko ha ripetuto l'errore cardinale della strategia sovietica, mettendo a repentaglio le riserve che avrebbe ancora potuto utilizzare ». Si vede da ciò che, secondo l'opinione germanica, t russi avrebbero dimostrato maggiore saggezza militare se inve¬ ce di impegnarsi in combattimeli''ti fossero sfuggiti alla, morsa hitleriana. Ciò può essere detto ora. che l'esercito russo è da considerarsi spacciato e che, come precisa la D.A..Z,, « la battaglia \di Mosca si svolge a soli 210 chi- -1 lometri. dalla, capitale sovietica ». A Mosca stessa, secondo la Frankfurter Zeitung, regna un grande disordine: la protezione contraerea è così male organizzata che la stampa se ne lamenta, e i tribunali di guerra processavo r condannano a. morte innu-' niercvoli responsabili di negligenza. « In tutta la Russia europea — scrive il giornale — si sentono le conseguenze disastrose della sconfitta militare e della perdita delje province occidentali. Gli approvvigionamenti disorganizzati, l'afflusso di profughi, i tentativi disperati di ristabilire una parvenza di ordine pubblico approfondiscono la sensazione di caos che si prova nella capitale». Un maggiore bolscevico fatto Iprigioniero"dui tedeschi ha'proìnuncinto, morendo, le seguenti 'sintomatiche e desolate parole. che l'Agenzia. D.A.Z. riporta sta Ueru: «Il sole d.i Stalin è al tra- 1monto. Non possiamo far nulla enti la nostra, disorganizzazione, contro la perfetta, organizzazione germanica. Pur avendo istallate in tempo le nostre fabbriche di aeroplani e munizioni nella regione degli Urali, una quantità di macchine importanti sono state distrutte a Leningrado ed a Mosca dalle bombe tedesche e per- |dd le fabbriche degli Urali, che dipendevano dalle altre, non possono funzionare in pieno. Noi tutti temiamo, ahimè, che sul nostro Krerrtlìno sventolerà la bandiera con la croce gammata ». Giorgio Sansa o

Persone citate: Blatt, Orel, Seibert, Stalin