COME DEI FORZATI saldati l'uno all'altro dalla miseria

COME DEI FORZATI saldati l'uno all'altro dalla miseria COME DEI FORZATI saldati l'uno all'altro dalla miseria La vita dei contadini ucraini diventati operai 13 ore di lavoro al giorno: 8 pagate e 5... regalate a Stalin - Il pane un giorno sì e un giorno no l | : siti e vagliati dulie autorità ger--maniche, e che mi hanno parlato aff^ Tl^llKoSatft dò- -[mando quanto erano le ore di laa : foro giornaliere in quel comples I80 dl industrie e di miniere,, poi , . ,,contadini diventati opera» Uii che ora vogliono diventare con-\ladini », fermi davanti al Coman-](Da uno dei nostri Inviati) Ucraina occidentale, 22 sett. Ai /ermi davanti ai Loman- do-lappa di ... per essere cen-crisiJegli alloggi nella re- . ,. mone della moderna Russia - vl,nlo m regime, bolscevico aggiun- re quii e — Otto" O nove:' — go, tanto per esagerare. — Dodici — mi rispondono. — a\Qwtlche volta tredici. -! _ Ma _ osservo — ciò capi \tava in questi ultimi tempi, cau- M 1(1 Uuclra n l'urgenza delle for ni(w.e ocuichc? . — Capitava anche prima. I — Da quando, esattamente? —.D" molti I Ed uno, un uomo sui quaran- U'anni, dal volto ci fica : | — -D"-? '35-'36. ■pu.ntuto, spe- La Scommessa di StakhanOV \Dunque, ancora una conferma \ ili quanto mi venne riferito nel '37 da evasi dal paradiso sovìe-[tico. Come Ilo accennato nella ' precedente corrispnnrlcnui, con ìpcrché che il l'inizio del piano quinquennale, l'attività di ogni ramo industriale, di ogni officina, sezione o reparto, e, di conseguenza, di ogni operaio, era regolata e fissata scientifica me ni e in antecedenza. tutto funzionasse e, per- piano fosse attuato nel tempo stabilito, era quindi ne-'cessano che oqni operaio raf/- coiala sii sette ore di lavoro quo- Itidiuno e su cinque giorni lavo- ralivi settimanali, la settimana \giungesse la (piota di lavorazione assegnatagli. Questa era cal- j„ Russia dal 1932 essendo di soli [sei giorni. I giorni di riposo erano Pei'tutti il 6,' il 12, il 18, iZ 24, il 30. Dunque, sessanta, giorni festivi \aÌl'anno, invece dì cinquantadue.tJVei calcoli e, sulla carta, vero, perchè, da quando incominciò il movimento stakhanovista... ,, , Questo movimento sorse ap- !j„(„,0 nci ln3ri Per m„tivi imri e, soprattutto, perchè non si 'p?'''''''"- esìgere ti contadini da trenta diventali milioni ■■" "' ■*. opemi per I \requUi~ione governativa l'attua-U i,vione pratica di grafici, di som- me e calcoli stabiliti con rigore scientifico sull'operaio perfetto, ìli piano era in ritardo, la proau- -U;one non raggiungeva le quote ìfissate, I «grandi responsabili» -l"0»- intravvedevano altra solu-Hrfone chc aumentare le ore lavo- u> trovarono "che /arsi' offrire]spontaneamente darjli operai ore]^PP'ementan di lavoro sarebbeiratine. Ma, aumentando ufficiai- .mente le ore di lavoro, il regime Isovietico non avrebbe corso il ri-[UoMo di « perdere la faccia» da-\vllllli UI,H operai di tutto il mon-ìHnt ni,'i cerea trova, dice un prò-\E i « grandi respomabi-ìiittiifi agli operai di tutto il mon-\ do-? chl cerca trova, dice un prò- verbÌ0t E i « qrandi respomabi- s^p)enienta'n V1i"l:oro'"^eb^istata la soluzione ideale. E inuen- iarono lo stakhanovismo, vale adire crearono lo spirito di emula- zione e la rivalila fra gli operai. é'wjS'ròno Egregiamente istruito, l'ape- raio udernik Stukhanov delle miniere del Dones, un giorno, .•■commise di fare saltare in sette ore di lavoro cento tonnellate di carbone. Vinse la scommessa In. coro, i giornali dell'U.B.S.S la prodezza. Una set- ti ma na battuto che ne fece saltare lóO. Stakha noi' rilevò il gnaulo e raggiunse le 150 e poi le 225. Ma il minatore Miikta Ozutov superò lutti con 250. Di riflesso, la rivalità nacque subito fra miniera e miniera e dopo,'il primato venne da Savccnko di Enukicv'1»°» tardò a comunicarsi agli, al tri rami di produzione. Ogni direttore dì miniera, officina, canlicrc o azienda volle realizzare prima del termine la propria miola (globale o, per lo meno, superare il collega dell'azienda incinti. Ovunque, perciò, non passava mese senza che fosse convocato il soviet sindacale, invitato il rappresentante del soviet locale, e, volato all'unanimità, non fosse mandato a Stalin un ordi- ne del qiomo poco su poco q\ii , compilato così: ■< Gli operai del- le officine di Petrowski, o delle officine Zerninski, o dell'Elettro-, zavod, o della miniera Molitov offrono al compagno Giuseppe ìVissariànovic Stalin il loro tem- ; po di riposo, lavorando per ore x\ supplementari e, se necessario, . anche il giorno festivo.. - Queste' ore supplementari, per lo meno, venivano pagate? No. per il semplice fatto che erano, offerte... spontaneamente 1 .sa' lari restavano, perciò, quelli che, erano e, cioè, bassi, o meglio non proporzionati al costo della vita. dei salari per g li operai andava dà Un minimo di ottanta, ad un mas simo di ti ecento rubli mensili. La media, però, di un operaio non \I salari e il mercato libero Al principio del '37, la- mediai udernik non superava mai i duecento rubli. I salari erano al lordo. Dedotte le tasse, diminuivano del 27 per cento. Si pagavano le Hasse per tutto: per il salario in sè stesso, per il piano quinquen ] Ne e]ioli del dieci eine e .naie, per le cooperative e le ope--d Ire sociali, per i sindacali e la dif-\c[fusione della cultura popolale, perle\l' abbonamento obbliqutorio al, ìqiornali ufficiali e la sottoscrìsio-ì\ne altrettanto obbligatoria delììpresUto di Stato permanente. \\giornali ufficiali «e altrettanto obbligatoria prestito di Stato utnmanente. f'tór'Sr^OT'^i^V^o 'nel "v, valeva dieci' - copekl, al principio del >,18, ne vaa\leva, novanta. S'unite sbalzo par - dovuto ad un ardito e geniale #e-;\sto di Stalin. Fino al 'SS, con1■- \ quello che gli rimaneva del sàul- je , e rio e con la tessera del pane, l'operaio poteva fare i propri! acquisii solo nelle cooperai ice, distributori o magazzini della, propria categoria. Ma, causa la tessera. \le varie categorie e i diversi tipi di bottega, le complicazioni erano con un [tante che, appunto nel „ 'colpo di penna, Stalin sacrificò 1lutto: cooperative. distHbntoii e magazzini. Vìa i viveri ragionati,]la tessera del pane, i magazzini ]pane, di categoria! Mercato libero, botteghe libere, entrata e vendita libere. Questo colpo di penna venne proclamato il trionfo del piano quinquennale. In realtà, diventate libere le botteghe, anche i pressi diventarono Uberi: il pane, nero, come ho detto, passò da cinquanta a novanta copeki, il ri-, so da quattro a sette rubli, lo zucchero da quindici a venticinque, la carne da cinque a dodici, il burro da dodici a veni otto. gPerchè tornano ai campi Secondo quanto contadini diventati mi dicono «iioperai e che ■ , vuniumm uwwhiki nma k vnvi ora vogliono ridiventale contadi- ni » nel '89 vi fu un nuovo ai(-l, mento dei salari in ragione del' dieci per cento, conseguente o con- ìseguensa di un nuovo sbalzo del ; ; prezzi. Nel '!,l. si registrò un mio- \vo .e forte sbalzo dei prezzi. ma .nessun aumento dei salari. Scop- fi»,,,;-piata la guerra, i viveri continua- rono ad aumentale di prezzo e co minciaiono a diminuii e di qnan , tità. Lo zucchero mancò compl'e-'iamente e così il grasso, rfelle ultime settimane, il pane era di-|stabilito un giorno sì e uno no, in ragione dì 215 grammi per per-'sona. Prima dell'arrivo dei lede- sdii, a Krivoi Rog. per esempio, il pane non era distribuito da tré \,.iJ.,„i m^^i.ì,. „„„«,.„ Ii di'»ni, ad Alexandria da quattro. — Si soffriva la. fame... — sclama un ex contadino. E un altro commenta: — Ma, alla fame ci si era un poco abituati. Non v'è ironia, nè sarcasmo e nemmeno rampogna in tali parole. Costoro mi raccontano le loro vicende — e cioè che nel NiproKombinat si lavorava molto, si dormiva male e si mangiava peg-i qio — semplicemente perchè io li\ ho interrogati e soprattutto perchè, attraverso l'interprete, ho insistito nell'ìnterrogarli. E le rac-\ contano senza scatti, senza poro-I le grosse, senza fronzoli. La loro voce è pacata e tranquilla, con- ! serva la. sua cantilena e il suo tono rotondo e dolce. E gli occhi restano sempre svagati e lontani. In certi momenti, mi sembrano degli automi privi di volontà e. di anima. Ed automi, difatti, lo fu-]rono per anni. Inquadrilo, con- trollato, preso nell'ingranaggio ile: pumi quinquennali, ognuno di in.r, nimre il ,ii «i n - '"" " 'leimpostogli, dorelle eseguire ., e movimenti prescritti. Sul gran-[de quotilo tiene,ale, egli non eia chc un piccolo segno matematico e, sui diagrammi ossimi, il sii"\ la varo, come il suo cibo ed i suoi {vestiti apparivano come aure mi- nitscole. Automi erano*ed anche dei forzati, salitali l'Uno all'altro » « 'lp' E. se adesso voaUmo rUornare; •"••"••-«"«' '» ^Y;™,;': 1"" quello ->.. » ■• • catena E. se adesso voqliono Htornarei vecchi campi,' non è perchè peiano di. incont,tue migliori■condizioni di vita e di lavoro. San-che li attende: un la- j r.?™y.!r°.*?!™b« Hl™"1^!.?.*: "° magari, ancora, la fame. Sannoche nelle isbà la vita non è como-ila, specie d'inverno. Ma tornanoperchè, nelle grandi città indù-striali, sono rimasti quelli che craAnella tundra, nella steppa enei campi, perchè nessuno comeil contadino ucraino ama la terra., , , „ e il lavoro della terra nessun, oome lui e attaccato alla- terr ]* "hiueci a tutto quanto non si ]ferisce alla terra Paolo Zappa ., .,, f. #

Persone citate: Coman, Dones, Hasse, Paolo Zappa, Stalin

Luoghi citati: Alexandria, Russia, Ucraina