PRANZO AL CREMLINO di Giovanni Artieri

PRANZO AL CREMLINO PRANZO AL CREMLINO Fu il 9 dicembre 1939 - Alti ufficiali estoni stettero otto ore a tavola ad ascoltare i discorsi di Voroscilof - Treni di armi che fingevano di partire per l'oriente e tornavano poi verso Pietroburgo (Da uno dei nostri Inviati) iTallinn, 17 settembre. J Cliiticchierundo esenta conferì- ir alcuna ini portanza a ciò che di- cava, il colonnello Guglielmo Snar-\ *eH »"' f"rr sapete ili aver punì- zitto con Stalin al Or'mimo non ~" 1 " •■»"• tl'HilM ti l Ut i-wii/iu timi molto tempo fa, esattamente la pera del 9 diceinlne 19.19 durante '" guerra invernale russo-finnica.i„]'fll.'ouJ 7' ula'lUnnl,''- '" /'"" '/ mattino; assiste- vano Molato}, Voroscilof, l'attuate ,..;,.; 1..1,.. 1.. r ministro delia propaganda Lozow*/';";. "j'1*'"?!'1"1':.?1'. itali era no il gene-rute Laidumi-, capti dell'esercito e ministro de;,,, ,„„',-- dell'esercito e ministro della giter- ru di Estonia, il già detto colon-) nello Saarsen e un'altra persona, nominatami dal mio interlocutore, ma di cui non trovo traccia sul, taccuino, Del resto Saarsen non at.tribui.ice gran peso nè ull'unonì-ì"1" testimone, nè a se slesso ei,,r"l"ne al generale Laidoner in r/i/W/(i circostanza. Essi non par- 7^T T" """J r lanino quasi mai, stavano fi di- nunzi alla tavola, ai piatti e alle esclusivamente per «- bottiglie, scollare. Si capisce con quanta ut- tensione perchè quell'« invito >> a\zMosca doveva assicurarli sulla sorte, non ancora decisa, del loro piccolo e sventurato paese. Nè, per In- verità, si sentivano sicuri di uscire berne da quel viaggio. Laidoner al momento delle ri- chieste russe armi espresso chia- rumente al presidente dell'Estonia e a quelli degli altri due paesi bal- liei l'opinione'che èra di'risponde-re con la forza armata. Voleva riu-esB''cj"'' « ™- po e lenitile una resistenza dispc.- rata al modo dei finlandesi. L'olii-..... . ...mismo politico dei tre governi gìi dette torto e si subì In pinna « in- fusione » vinifica. Tuttavia Lai- doner da LJ natriol,, aveva oià doner, da buon patriota aveva già indotto il presidi-lite Piits a man- dare iti Inghilterra e in A melica il tesoro nazionale estone, circo- stanza noia ai bolscevichi e non adatta a metterlo in luce molto favorevole. Inoltre, avventila l'oc cupazione delle basi baltiche, Lai- doner, invitato una prima volta e unti seconda a Mosca, rispose •Wf'°'"'u "Monca, rispose pie- che. preparandosi a partire per l'estero. Scoppiata la guerra con la Finlandia, l'invito venne ripetu- to. Non so quali precìse cìrcostan-ze indussero Laidoner ad accet- tarlo: è certo pero che la sera del o.9 dicembre, accampar/nato dal r.o-\Abr [tonnetto Saarsen, capo dell'ufficio lomdi]di informazioni dell'esercito, e riu.dall'altro persona agio, egli si Irò- tra-\vava a bere «sniipp> e mangiare, nu-\aringhe del Baltico faccia a faccia cona (con Stalin. gu- -• Noi pure S -L tavola oip -\ mandante, ili -i t p ■ , -\t' , , „ ,,if, , .sii/ari e aiif ì i'zióni. I bicchieri erano levali più -1i,m,,\ti di un dorato vino -i,',,., ir, ..io',. 1 „n„ «imàw» tctle maà\"eì"^ %<%^A?*^t^?Ano* T poSiiarsen ed io, si. era trìti lei ncneèale co- Mtterritorio militare e- maaìuntt ai liauori ai cnnpìt sciolte SI < or à " L, n rnion„,gi„ Saarsen ricordai - • ni \-i,-rnit,t»-,t che durante, •"•«oa j :} „,!,?,, li „/ Cremlino si levava il ' "n-■ bicchiere, ma né lui. nè il generale }".'n o - e russe. Gran brullo pranzo e mal to lungo: « Una lunga tortura, ci lne.se. fatta di cortesie conviviali », - \ ■ rfj„'.,e, con \mpareqqiabVe defi- r ■ ■ k Mi sarebbe forse sfuggita n > _g. sernnre' l'occasione, di racco- -^jjg;/H'llt ' testimonianza di p'ri Laidoner, nè Coltro ini itào Mie-\t^ro animo di brindare alle vittone\stpepudeni -1 missnna mano su un - „ttraente e misterioso come un l¬ finio così "°» ■■ ut cust. .. tirepranzo politico nel C,emhno.'\d Cinesi a Saarsen, per favore, di\ non distrarsi e di raccontarmi, au-\ „jtorìzzando,ni a scriverne, tutto (nò a a nea e a-I curiose non ve ne sono: è impor g-'tante però quanto mi si dice, per o-! ripetere una frase del mio Inter c-Uocutore, *per capire quanto inge «l»««. e sottile, grossolana e inaffi- nis,. ,. .ur"heJ\ leS? 8 V *52?„**, qu 1 T| radei 9 dicembre 1939, in una sala ,,pdell appartamento privato di Vo-ip%roscitof. E il colonnello acconsm-tf^li. Questo che segue è presso a ,(npoco il racconto, sfrondato dei\r/mparticolan imitili, nella sua sche-V^mahetta di documento. L autorità pme la serietà del militare da cui de¬ reava me ne furono prima garanzia i n!S'intende che non ne avrei fat-\atto materia per una cronaca gv>r-]BÌnahstica se qnano in esso è dello-donon possedesse il marchio dell ou-i ,/„,tenticità, pruno lievito di ogni xn-\,)wteresse. Circostanze singolari o\mncoe an ao, Durante ja giornata dell'arrivo. -. LaidoBcr, Suaisen e feltro venne-. ■ r accompagnati in diversi lmqM\^t-[notevoli di Mosca: al mausoleo ^n. detta Piazza Rossa, coni e di.| stehaStprnata sia stata la condotta poli- s(,tica russa, alla vigilia dell'attuale maguerra». \riato pa, , . , e. f!,"6"'.y é, prammatica (pare che la mnm-\ \ginaf^1^^^'^%^^^studi militari, all'istituto Lenin\a per la storiografia della rivolli- an :ione. ecc. Alle 1, del pomeriggio n L,lcrarono nel teatro Meierhold, per assistere alla rappresentazio-\br™tl iif tifi ilylt nim.il a T.Ultima btltttl-i ""''.A ì'E% iV,,n-r.[te' " m,M snrnere\»n! ,]JfJ",;,i \Disoldiiti appartenenti alla difesa]co .. costiera, si trovano circondati dui cu -nemico Soverchiarne HI nemico è dere I anonimo). Sulla scena, con per- f rei-.fetti artifizi tuonano i colpi dug,ti ine del dramma « L'ultima baita-,u-j/Z/w»^^ ^ . ^ ysevtìtm, vish. \ pae-| ,10Trombi dei proiettiti. Nella sa o- > la del teatro questo pandemonio a|di//o«de presto nuvole di fumo e e o ir ri acuto odore di polvere nera. Finalmente i ventisette eroi devo- elI /etra regìa realistica. In platèa e hej„fij loggioni, durante la scena dele- t'assalto, numerose donne spedas- Uzzate in grida e in pianti isterici v- ripetono un vecchio trucco della u-! tragedia greca Le loro urla, i ioteÌZ^^A^T^imti o-\a%TatroTnZm^ a-! rre un profondo turbamento vulospcodadataunstrempuil a mdia- ; nell'uditorio* D'improvviso tulto\a e.] tace. L'ultimo dei "ventisette vie-\l'eÙIM '«^.^^t*,)*r- ^^nà fi '^^^ ìsenzà IZ^^roufVX^ i 162.000.000 (popolazione dei so\ vieti) meno 27 uguale 161.999.973. Poi un altro taaspP Aritmetica politica a- mm0i berretto è"'cappoiione\, si SQ aalla piatea, grida con roee!'° il stentorea rivolto alle-supplici del\"°le [loggione: «Perchè pilingeteT LeyK"on [lacrime ci intralciano la strada ».\ala Si volge al pubblico: << Chi di ,-oi! ™c- «^tiene «Mto ^^WAta ™™in°\a Morsone in uniforme. SE c.è ujm p£J,(Sai Altro appello:-puui kqì,ì di voi appartiene alla riser-Wtgò j ». Moltissimi sono alVìmpìedì.i-!Poi ancora: «.Chi vuole difendere^aa-1 l'Unione sovietica f » Tutti sor- eza|^„^J^v.^0^^JfflsL-Y™reuta~ì/rida infine: - ■ a v rappyese„t„z{one è finita. Lft\geaè, fo, io .U[prideIdiIn quelle otto ore al Cremlino,[l'Esecondo il colonnello Saarsen, siìGcontinuazione al fronte». E si va a pranzo. * * l" ! discusse in un modo speciale. Bruii i-\pluttoato „n interrogatorio in for-\sun-,m(t estremamente corretta, ìmpo-.nsto agli invitati. Dovettero dire le'ploro impressioni su ciò che aveva- teno risto nella giornata e, pnrfico-1Glidi on nlo m- ra, il va ei, e dire, ra a, o, a- tarmenfe «I Laidoner, venne chiesto cosa mai pensasse dell'esercito russo, Laidoner la sapeva assai lunga sui inissi e disse che effettivamente lo stato bolscevico aveva compiuto una grande opera. Stalin nulla obiettò, ma approvò col capo. Chi parlava più di tutti era Voroscilof, anche nella machofiqsosotrmsua qualità di anfitrione Il soggetto principale della sua conversazione apparve subito, alinomio interlocutore, leggermente seforzato. Si parlava del Giappone, [geDalla guerra del 1905 e sino alle \cosoqlie di questa con la Germania, [coin Russia si è parlato di una guer- - soma Va contro il Giappone. Nè Lni-[dire\doner. né gli altri due invitati, trto « meravigìiarono troppo che il uto|„ewftl-0 nemico comparisse, anche .sito nndi mi in quel pranzo. S'intende che i termini del discorso, le scrollatine di capo, i torri-netti, le mute approvazioni dei padreterni sovietici commentavano soltanto a- detta frasi per nulla aggressive o bo"1'?''6 \ftanamente esplicite. „, iW>< Voroscilof simbarcava in m- ,„„ Hwime esposizioni delta ria-Umzwne dell'Estremo Oriente ai crt)l dati di fatto abbastanza elon- quenti. o. I « Dal 1931 — diceva egli — 11 fa coiidisioni russe laggiù hanno no [attirato la nostra attenzione. Noi re ^^^^J^ [sare l'occupizione di Karbin e | detta ferrovìa cinese orientale ? AGALGM Abbl-imo steso altri 14 mila chiometri di binario sulla Transiberiunì per assicurare il doppio ransito. Otcz .Stalin vii ha ordinulo di fortificare Vladivostok con muri di acciaio, ho messo guani e più batterie costiere ho maro,. E i Ire estoni si «metteva no ove volesse parure un late di potuto, e 150 mila uomini stazia- . permanentemente ira la Mtmcmna e la Corea, Abbiamo mandalo persino dei sottomarini cnn '" erroma pur ai assicurarci tranguytim e difendere la pa- or ni Oriente ». Mofolof approvava, Stalin fu- "•«orso. "■ D'ali ronde, soggiunse, ad "n (:erl° >""l,n Molai of, perche, il }".'^r0. desiderio di pace con i vi t^f^0fttr^A nt stra j>.//,0 ^ ,,,„„.„„,„,: ,„„, pensa tu, Laidoner, ac la, Russia può accontentarsi di un decimo dell'offerta.: ini ree ti' 200 milioni dì rubli orti, 50 milioni di gru "° Wmone ut ni ti tir r.r\R curili. Il generale non espresse alcntna chiese se tale, stato di cose non conducesse diretto alla guerra. Fu unii- doman- d H>intP.„%, assai circospetta e. lu M , ,ò , ;è ntPrrr. „jo„„ ai..n., ■ ,. r „ o. .„„;,. <*•• nisse Stalin: « La. Russia non si urina, che per la pace ». Frase, sia dello, con tutto il ri,,peffo abbastanza stupida, anche p%.oM mPlUre ,-oniva pronunciatf^ m ( gelata della. Fin,(nulm nadevano! decine di mir/mia d< vomM appunto per queV^ « „,/rp „ ,n cui tante volte si pm f(lltr) H Mn „e.,SMno 0,,0 replicare. Voroscilof andò avall¬ n! (( Ne, !rbb,aio del 19,1!, Otez atrlUn j(llln promiì,rinr>, da BÌ„(her un disewso che ricordorai •,->. Ma. Laidoner non ricor,/„,,■„ questo famoso discorso. «La ,)werra .,„ „rievtf, scatenò le armnte sovietiche che demolirono con i loro colpi le fondamenta ■ ^'^^/^.f*"Jf^^M ^rf, r?e te mKe VfiwoL- 'f,__?_WÌ™!fa?L.Qi™PM- stesse del capitalismo ». Questo ha dello Olez Stalin per bocca, di Studier. Ora noi siamo pronti a proteggere la patria dietro le no- s(,-e ire linee dì difesa: esercito e marina, forze territoriali, proleta.riato armalo. Dillo, dillo che tut¬ to il popolo russo è pronto ». Stalin nulla aggiunse a queste parole di Voroscilof, che il cnlon- gini, le divagazioni sarebbe stato affare di lunghissime panine. Sta¬ ^ ^lla giunse, soltanto citò a *«° Maresciallo lodandolo, e. an^Sio d!rfT2* stVo^i ',!',.,",.' '•; „7L?,!'!.;, ; ,-m!' P ^T^^Sat hadSta br™° , so'c« 1°™;C™{ jZprima ' 1 . e± . ,. ' , Ao» vogliamo la onta e pc- tutta ì'Eu rapa. Col tuo paese, che è una terra di genie colta, la Russia, madre di coltura, desidera conti- »nare * ■"'0' rapporti, amichevoli. Dillo a tutti gli estoni che i messi no mai. la guerra al all'occidente. ... sen mi rac- contava questo fatto (benché una curiosità artistica mi nunoesse e desiderassi chiedergli come fosse restilo Stalin e come era parala. g, tavola-, e in quale delle canine asione pace per _ l'Estonia e pe- tutta vuto e altri spiccioli utili alla coloritura) una- domanda mi uscì spontanea: « Però della. Germania cosa dissero? ». Ingenua domanda; Sa-a-rsen sorrise. E' un vecchio uomo Saarsen, dalla faccia rossa e secca di militare, le labbra diritte e invisibili; un uomo dall'aria energica, e triste, non abituato a scherzare; pure, sorrìse, k Della Germania-, eoli mi rispose, nrm fu. fatta parola ». «Ma. nel dicembre 1939 c'era pure la guerra in occidente». « Aon se ne parlò; ma tutto il discorso di Voroscilof tendeva a qualche fine. E ce ne accorgemmo il giorno dopo quando, a ribadire le asserzioni, ci condussero a veder partire alla stazione del- l'est dei lunghissimi treni carichi * »»»fe<«rf e dì carri armati. ^8^^ ^ ' ' ta»dio ». assodammo che prendevano, appena fuori Mosca, i binari per Pietroburgo e il fronte della Fin- , Insommji un. espediente, n co '°»'|p"° Saarsen non mi riferì se "°P° ouel pranzo al Cremlino il yK"o finto di informatore lo conaitcesse sulle tracce di negozia ™>» segrete tra l antosewtor* Af^g^^^bitóSi Sovietica e gli inglesi i quali propuò in quell'epoca minacciavano Wtoco e fulmini per l'aggressione Finlandia. Mi confermò sol^anto come Laidoner non credet e un acca delle parole di Vorofflró TreSerM ™a!t™Z'°» . ,. . gentUmente Julia G.P.U. In de¬ .Unitiva a che cosa mirava quel pranzo? A convincere gli estoni deile buone, pacifiche intenzioni di padre Stalin nei confronti deil'Estonia e dell'occidente (vedi Germuniu) in generale. Indurre i tre militari del piccolo Paese, \su cui si profilava, già l'invasio.ne totale, a riferire in sede op- 'porlnna (leggi Berlino) dell'in tensione russa di attaccare il 1Giappone. Addormentare, adular- mentore il nemico. II nemico era. all'occidente, non all'oriente: si chiamava Germania. Chi avrebbe, osalo dirlo? Si erano scritti e firmati i putti di Mosca. La missione estone rientrò per quella rolla: Laidoner poi, fu preso e deportato negli Urtili, a Tenso, ove, se non è morto — dere trovarsi: Saarsen non attese molto tempo e si stabilì a Berli- ino, da dove è ritornato vestito da, semplice soldato con le truppe [germaniche. « Tutto sommato — conclude — quel pranzo servi poco; fu troppo lungo, troppo noio so e, per quanto noi nordici si sin disposti a credere alle parole al triti, non nusci a farci credere a una guerra imminente tra Rassia e Giappone ». Giovanni Artieri