La manovra di accerchiamento di Kiev in pieno e vittorioso svolgimento di Guido Tonella

La manovra di accerchiamento di Kiev in pieno e vittorioso svolgimento La manovra di accerchiamento di Kiev in pieno e vittorioso svolgimento Le truppe tedesche occupano sulla riva sinistra del Dnieper la città di Kremenchug e dilagano nella steppa di Nogal verso l'istmo di Crimea L'accanimento della battaglia nella regione delle fortificazioni di Pietroburgo Berlino, 15 settembre. Le forse antiboliceviche del settore sud, superato il Dnieper e travolte le difese di Budienny, marciano iti direzione del Marc d'Azof attraverso la pianura stopposa del Noyai. Questa formidabile impresa rientra nel gruppo delle, « grandi operazioni offensive » di citi i dite bollettini di ieri e di oggi annunziano il vittorioso svolgimento ed è la jìrima su cui sono state fornite da parte tedesca precise indicazioni topografiche. Esse sono contenute in una breve cronaca della P. K. che ci perviene stasera dal fronte sud. « Il Dnieper è stato passato in parecchi punti — annunzia il corrispondente di guerra Hellmut Boerner — già da diversi giorni. In aspri combattimenti le nostre] formazioni miste si sono spinte in piofonditn nella steppa del Negai. In questa squallida distesa dove quando piove, come per l'appunto si è verificato a- più riprese in questi ultimi tempi, non c'è assolutamente modo di avanzare sulle dannale strade e piste russe, i nostri soldati hanno coìnpiuto cose miracolose. « A sostegno delle operazioni svolte dalle forze terrestri la Luft■waffe è stata ed è continuamente all'attacco... Dovunque la resistenza nemica si manifesta con caratteri di particolare accanimento, intervengono gli Stukas e gli Zerstoerer. Le formazioni da bombardamento dell'arma azzurra si addentrano nel territorio ancora occupato dal nemico, lanciano il loro carico micidiale in mezzo alle colonne sovietiche e sulle vie della loto ritirata, su nodi ferroviari, interrompendo sistematicamente le strade feriate che dalla, regione del Nogai portano nella Crimea. «Gli attacchi sì susseguono a catena. Dalle nostre tutore basi aeree partono continuamente degli apparecchi da combattimento per annientare le formazioni sovietiche che cercano di contrastare la avanzata delle forse antibolsceviche e per tagliare alle loro spalle ogni linea di collegamento. La caccia sovietica sembra qui essere ridotta ai minimi termini; di regola sono apparecchi isolati che ò'i tengono prudentemente in margine alla linea di volo seguita dai nostri bombardieri. L'azione aerea sulla Crimea <; La nostra ricognizione non tralascia, tuttavia, di individuarne l'aeropoi In; altri apparecchi tedeschi da combattimento sono continuamente all'opera per attaccare le basi aeree del nemico e per annientarne le poche macchine che ancora vi si possono scorgere. «L'azione della. Luftwaffe si è spinta anche al di là della steppa del Nogai, fino in Crimea. Tutte le lince e. tutti i nodi ferroviari della penisola, specialmente nella sua parte noid sono stati bombardati a fondo. Là sullo stretto lembo di terra che unisce la Crimea al continente i bolscevichi hanno concentrato una possente attrezzatura difensiva c sbatramenti di ogni genere, nella vana speiunza di arrestare la nostra avanzata e impedire la conquista della penisola ». Cast termina per ogi/i questa pi ima concitata descrizione delle nuove grandiose imprese che sono in corso sul fronte sud. Non crediamo che sia- il caso di aggiungere una parola di più se non per invitare il lettore a prendere stavolta in mano la carta: la descrizione del P. K. manti, Hellmut Boerner, appare, infatti, di una assoluta precisione topografica, non solo per i tre o quattro nomi che vi sono citati (steppa di Nogai, istmo, penisola di Crimea) ma per tutte le altre indicazioni riguardanti le ferrovie e le linee di collegamento e i centri nemici contro cui si appunta la vittoriosa, irresistibile pressione tedesca. Ed è dal raffronto con la carta che si litrac nello stesso tempo la impressionante visione di quella che è già la profondità della nuova folgorante avanzata di von Knndstcdt, di ciucile che sono fin d'ora le grandiose prospettive di sviluppo del suo piano operativo, sia in direzione della Crimea e dei porti del Mar d'Azof, sia verso il cuore dell'intera Ucraina occidentale. «In lotta sulla porta di irruzione del bacino del Donctz » così intitola la sua corrispondenza dal fronte sud un altro cronista della P. K. Vi si legge degli asperrimi combattimenti sostenuti per cinque giorni dalla Flak nella difesa di una prima testa di ponte creata oltre il Dnieper a monte di Kherson. Vana irruenza nemica Il nemico ha aperto un terribile, micidiale tiro di artiglieria con cuoi mi masse di fuoco; ha impegnato le sue riserve di caccia per tentare di mitragliare a volo radente i serventi delle batterie tedesche; ha buttuto innanzi carri armati su carri armati; ha sferrato tentativi disperati coti fanterie d'assalto. Tutto è stato vano... La Flak ha tenuto duro. Attorno ai pezzi della Flak gli uomini si muovevano come automi, irriconoscibili, col viso nero di fumo, la barba, lunga di una settimana, le mani abbruciacchiate dal contatto con le canne roventi; pure hanno saputo resistere, hanno saputo moltiplicare le loro forze per riempire i vuoti lasciati dai compagni caduti, hanno saputo fare l'impossibile per contenere l'impeto dei sovietici e far si die alle loro spalle i pionieren portassero a termine la costruzione del ponte attraverso il Dnieper. Lanciato il ponte, venne finalmente, se pure ancora relativa, la sicurezza, vennero oltre il Dnieper nuove colonne con le munizioni, nuove armi, vennero i panzer, vennero le fanterie. La battaglia era perduta per i sovietici, ma la posta era troppo importante perchè il nemico si desse per vinto. Di nuovo gli nomini della Flak dovettero balzare dai loro buchi, mettere l'elmo, puntare i cannoni contro i carri armati sovietici, dei colossi da SS e più tonnellate, che riuscirono a poi tarsi minacciosamente fino all'entrata del ponte. Così ha combattuto la Flak tedesca sul Dnieper, così essa figura oggi in testa nella citazione delle specialità che con gloriosi sacrifici di sangue hanno dato il loro contributo per la realizzazione di questa nuova luminosa vittoria. Sul fronte di Pietroburgo le formazioni d'assalto tedesche sono in continua, inarrestabile progressio ne. Il nemico ha cercato di turarci le brecce aperte nella cintura dijcemento armato della piazzaforte] facendo uscire dall'agglomerato] forti masse corazzate. Questi con-\ t rat tacchi sono stati sistematica-] mente infranti e il cerchio è stato] vieppiù stretto. Si calcola stasera, in base a ] informazioni fornite da fonte militare competente, che lo spazio su cui è ridotto il nemico corrisponde all'incirca a quello racchiuso entro la cosidetta Autoring berlinese, l'autostrada di circonvallazione di Berlino; cioè a un migliaio di chilometri quadrati al màssimo, il che, tenuto conto della presumìbile cifra di 5 milioni di persone comprese entro l'anello di assedio, lascia agevolmente capire quale debba essere ormai la terribile situazione esistente a Pietroburgo. Il riferimento dimensionale allo spazio compreso entro l'anello periferico della capitale tedesca permette di farsi una idea abbastanza chiara della situazione esistente sul fronte di Pietroburgo, dove la lotta è attualmente in corso; se non nell'agglomerato della capitale propriamente detto, nella zona dei suoi numerosi sobborghi sparsi particolarmente sui due lati sud-ovest e sud di Pietroburgo. E' in questo settore che la difesa sovietica si appoggia a formidabili installazioni di cemento armato: blocchi di due metri di spessore contro i quali sono vittoriosamente all'opera gli stosspionieren con l'ausìlio della loro insuperabile perizia c delle loro meravigliose armi speciali: lanciafiamme, cariche di dinamite ecc. ^Questa cinftoa fortificata che stata costruita dai sovietici i parte fin dal tempo di pace e ini parte improvvisata in questi ulti-] mi tempi, è, lo ripetiamo, rotta su diversi punti. Formidabili fortificazioni Secondo altri dati fornitici stasera da parte ufficiale, per arrivare fino alla difesa frontale di Pietroburgo le forze tedesche hanno dovuto superare da Luga in poi tutta una successione di linee fortificate. Sui ÌSO chilometri fra Luga e Pietroburgo il Comando sovietico aveva approntato una organizzazione difensiva articolata' in profondità. Nel primo tratto i tedeschi hanno, cosi, dovuto superare una serie di sbarramenti consistenti in profondi scavi con fossati anticarro di due metri di profondità e tre metri di larghezza, e un terrapieno elevato, rinforzato con barricate di tronchi d'albero e coronate da reticolati. Questa prima parte della lìnea difensiva di Pic- i troburgo è stata realizzata con il jìnroro dc/((i popolazione civile, ] comprese le donne e i fanciulli. ] \ ] ] ] Segue un sistema intricatissimo di reticolati con palizzate di tronchi di abete infissi profondamente nel terreno. Anche questa parte è stata superata in modo relativamente agevole dalle colonne tedesche. Negli ultimi SO chilometri cominciavano le fortificazioni in cemento armato vere e proprie. Accanto ai bunkers, datanti da epoca prebellica, il Comando sovietico, come si e detto, aveva fatto costruire con l'impiego di maestranze operaie in grandi masse numerosi fortini. E' in questo tratto fortificato che è intervenuta a sostegno delle fotze terrestri la Luftwaffe, che ha dato il suo valido contributo, particolarmente con l'impiego degli Stukas, nella rimozione delle massicce costruzioni in cemento armato. Anche l'artiglieria pesante ha battuto in breccia con grandissima efficacia la cintura difensiva frontale di Pietroburgo, entro la quale sono ormai impegnate in profondità le formazioni d'assalto tedesche. Di grande importanza per la rottura delle difese frontali di Pietroburgo sembra che sia stata la conquista effettuata tre giorni or sono da una Divisione ai fanteria di un'altura fortificata del fronte di Pietroburgo. Su questa altura i sovietici avevano costruito ben SO bunkers, di cui una decina di tipo modernissimo con cupole corazzate girevoli. Guido Tonella ]

Persone citate: Boerner, Cast, Luft