Nuove proteste di Tokio a Washington e a Mosca di Leo Rea

Nuove proteste di Tokio a Washington e a Mosca I rifornimenti americani via Vladivostok Nuove proteste di Tokio a Washington e a Mosca In Giappone si pensa a istituire una " zona di sicurezza,, inviolabile intorno alle acque nipponiche (Dal nostro inviato) New York, 2 settembre. Il breve discorso tenuto ieri alla radio dal presidente Roosevelt ha avuto immediate risonanze, vicine e lontane, favorevoli e sfavorevoli: fra quelle lontane citiamo soltanto le favorevoli, cioè quelle di Londra fperchè i lettori pia conoscono quelle italiane e tedesche, con una certa ampiezza riportate dai giornali di qui). Orbene, le reazioni inglesi, quali sono riferite dai, giornali di qui, indicano che (jli ambienti inglesi sono perfetta' mente soddisfatti dell'ultimo di scorso Roosevelt: questa soddisfo siane può essere brevemente coni montata col vecchio proverbio « chi si contenta qode ». Fra le risonanze favorevoli vi cine vanno registrate quelle che accettano il discorso di Rooseveìt\mnìr. il ti tiii/ nclltrnKn s, ri, tutti » come il «più bellicoso» di tutti i pronunciamenti fatti dal Presidente, Questo giudizio va esaminato per confronti: può darsi che in senso assoluto il discorso di ieri sia sfato il più bellicoso; però, confrontato con quelli precedenti, esso dimostra che la curva del bellicismo presidenziale non è cresciuta fra il marzo e il settembre di quest'anno nella stessa misura in cui era cresciuta nei mesi trascorsi fra l'inverno e il marzo di quest'anno. Questa non è opinione soltanto nostra: nel Sun rfi sfosserà, nel primo editoriale si legge fra l'altro che «gli interventisti più ar denti devono essere restati delusi dal discorso di ieri. Roosevelt, un'altra volta ha lasciato passare un'altra occasione favorevole per fare delle dichiarazioni precise circa i propri piani per l'immediato futuro». C'è poi un altro commento: quello fatto stamane dal radio commentatore della Columbia Broadcasting Company Godwin, il quale, parlando da Washington, Am ha detto fra l'altro di aver appreso « meno di quarantoH'ore addietro» da una personalità molto vicina al governo che il governo stesso non è ancora riuscito a convincere il popolo all'idea dell'intervento. E Godwin ha detto questo dopo aver registrato, alla maniera dei conformisti, che negli ambienti di Washington il discorso tenuto ieri da Roosevelt e il più. bellicoso di lutti quelli tenuti dal Presidente prima d'ora. Fra le reazioni più immediate e più. violente al discorso di ieri va messa iti cronaca quella di Wheeler. Il senatore per il Motitana ha attaccato il Presidente su diversi punti: fra questi, è notevole la ritorsione alla drammatica frase con la quale Roosevelt ha dichiarato ieri che i pacifisti volevano che egli facesse la parte dì. Bendict Ar'nn^ (il generaU cho> J. ' pagato dagli inglesi, stava, per consegnare agli stessi una fortezza durante la guerra di indipendenza). Il senatore per il Montana ha risposto in questi termini: «Parlare di Bendici Arnold! Parlare di traditori! Parlare di quinti co* lonnisti! Quei leaders laburisti di* sposti ad inviare ì lavoratori ad u:\a guerra sanguinosa sono più colpevoli di tutti i Giuda Iscariota di tutti i tempi ». Un altro punto che, dice il Journal American, ha sollevato un coro di approvazioni da parte degli ascoltatori, « qi.ello laddove il senatore per il Montana ha detto che i lavoratori degli Stati Uniti doerebbero invece impegnarsi in una guerra contro la miseria, contro la disoccupazione, contro ì monopoli, contro le malattie. Ma il discorso Roosevelt è più di ogni altra cosa commentato per una cosa che non ha detto: nemmeno una parola circa il Giappone, circa la tensione nell'Estremo Oriente, circa i tentativi di distensione. A questo proposito va rilevato che una corrispondenza da Washington al New York Herald Tribune nota che « almeno una volta l'Ambasciatore Namura si è incontrato con Hall dopo la visita fatta giovedì dal primo alla Casa Bianca per consegnare al Presidente un messaggio personale del principe Konoe ». II giornale dice che il mancato annuncio della conversazione HullNamura starebbe ad indicare che qualche, difficoltà deve essere sorta. Non ci sorprenderemmo affatto se difficoltà sono sorte o sorgeranno; quanto alla entità e al carattere di quella che sarebbe stata discussa nella non annunciata conversazione fra l'Ambasciatore nipponico e il segretario di Stato si possono fare delle ipotesi latissime: la difficoltà può essere nata da questioni inerenti alla risposta che Roosevelt darà a Konoe. Ma può essere nata anche da. altri fatti. Intanto i giornali della sera segnalano che Tokio ha. evidentemente preso l'iniziativa su uno dei punti più delicati dei rapporti nippo-americani: anzitutto, Tokio ha annunciato oggi di aver presentato ai governi di Washington e Mosca nuove rimostranze in quanto che le risposte avute circa le rimostranze precedenti (concernenti l'invio di petroliere americane a Vladivostok) sono state ritenute non completamente soddisfacenti (si ricordi a questo proposito che Washington non ha. ammesso di aver ricevuto la prima rimostranza nipponica). Ma laddove il Giappone sembra, aver preso un'iniziativa diplomaticamente e militarmente molto interessante, è attraverso l'intenzione di stabilire una. « zona di sicurezza oceanica» intorno alle acque nipponiche. Non si hanno molti particolari circa questa intenzione che per ora, stando ai dispacci da Tokio, ha l'aspetto di progetto; però balza evidente agli occhi la. straordinaria importanza di tale idea —■ idea che risponderebbe in modo adeguato alla idea americana della, libertà dei mari, idea che potrebbe essere facilmente difesa, sul terreno diplomatico, dai giapponesi ricordando agli Stati Uniti che essi in modo molto unilaterale hanno, da tempo, stabilito una cintura di sicurezza sull'Atlantico, e tale per cui le acque americane si estendono fino a S0U miglia dalle spiagge del nuovo continente. Quanto ai quarantasette lussi arrivati domenica a Nome coi due idrovolanti, nessuna notizia. Leo Rea

Persone citate: Roosevelt, Wheeler