Nella "Tre Valli Varesine,, di Giuseppe Ambrosini

Nella "Tre Valli Varesine,, Nella "Tre Valli Varesine,, l'eterno duello fra arrampicatori e velocisti può essere deciso sulla soglia del traguardo Altra quindicina laboriosa per i corridori professionisti su strada: domani, Circuito delle Tre Valli Varesine, a Varese; fra otto giorni, Coppa Mariti, a Pavia. In entrambi i campi schieramento completo di «omini e di marche, perciò successo preventivo assicurato. Gli sportivi, quindi, avrebbero di che fregarsi le inani dalla contentezza se... C'è un « se », un prudente, un ragionato, un noioso «se»: se non si avesse il timore di rimanere delusi dopo le larghe promesse che ci fa l'elenco dei partecipanti, ricco dei più bei nomi del nostro ciclismo. So che questo dubbio non ha chi si è dichiarato pienamente soddisfatto, per esempio, di una Gorizia-Lubiana, bella velia sua prima metà e poi naufragata in una marcia turistica e in una volata fra tutti gli arriva nereVperiCmseBriFse5 zireinsaCdetaggntati. fatto che non credo si sia mai .reverificato in una grande corsa in\t>linea in Italia o all'estero. Ma, se vogliama proprio curare e guarire i mali del nostro ciclismo bisogne larà essere un po' più esigenti con „chi, oltre a fare t propri interessi. ha anche il dovere di offrirci, almeno ogni tanto, una corsa che valga la pena di essere ricordata, Discorso ai bisLicocelesti E, per toccare un argomento che avevo promesso, nel commentare la Gorizia-Lubiana, di trattare a fondo, mi rivolgo agli uomini in biancoceleste. Prego, come premessa, i comm-. Tornasela e Zambrini e l'ottimo Lattuada di prendere quanto dirò come espressione schietta e amichevole di un'idea tecnica che mi è maturata insistendo tenacemente a ricercare le cause che menomano e compromettono il contenuto sportivo e agonistico delle nostre corse, di quelle, ad esser più precisi, in cui, per la natura non montagnosa del percorso, l'iniziativa indivuale — fattore nel quale difettano, in genere, i nostri corridori e indispensabile, invece, per vincere in campo internazionale — deve supplire alle difficoltà altimetriche. Stabiliamo dei fatti. Primo: la «Bianchi» ha a sua disposizione una squadra in cui prevalgono gli nomini agili e veloci, clic sono quelli sui quali essa basa quasi esclusivamente le sue aspirazioni di vittoria. Secondo: il piano di gara di questa squadre — salvo rare... divagazioni di Vicini, Ma- OgcavdaPlemdhnnslamcm2trdtgSczpe/ni F. e Deste fanis — è sempre lè solo quello di difendersi dagli aarrampicatori in salita, di vigilare in piano, di arrivare a disputare freschi la volata. Vediamo le conseguenze. Prima: i biancocelcsti sono in corsa elementi passivi, cioè non dònno alcun contributo alla bellezza della gara se non come contrappeso all'iniziativa altrui; contrappcso difensivo e, in definitiva, soffocatore. Seconda: gli 'iomini della « Legnano *, prevalentemente arrampicatori, cercano di sfuggire a questo soffocamento, quando e dove il p-rcorso lo suggerisce, in salita (vedi, ad esempio, In Gorizia-Lubìana) ; ma, se la salita è lontana dal traguardo, difficilmente vi riescono e allora, fallito il colpo, tutto il resto della corsa si tcttcmaavsdsqnove decimi iniziali della gara Conclusioni. Prima: i ' rossoverdi fanno ' la corsa in salita: ma. siccome la tendenza federale è verso la limitazione di difficoltà, il loro campo d'azione si è ristretto e le loro probabilità di successo sono diminuite. Seconda: i bianco-celesti, che, logicamente c pcr compenso, dovrebbero fare la corsa in pianura, se ne astengono perchè pensano che per vincere busta un volo di 200 metri sul traguardo. Terza: l'iniziativa dei primi è stroncata dal timore che essa finisca per andare a favore dei secondi. Quarta, ultima e principale: le nostre corse lasciano molto, ma molto a desiderare in quanto a interesse e bellezza. A questo esame si contrappone, lo so, una semplicistica considerazione: quello che conta è vincere, e ognuno è padrone di cercare di vincere come vuole e come può. Confesso che non saprei come demolire praticamente di colpo questa obbiezione sovranamente egoistica in un rampo in cui dominano interessi di industriali che vogliono vendere biciclette a base di pubblicità sulla vittoria e di uomini che ceti loro lavc/ro vogliono guadagnarsi esCcsnmmzaIFd,ln ,™,.(,™ H,:intt,> 1,,' rfm„,m<.-i ,/i da vtvere. Uo fatto W diagnosi aiUtuia situazione, non ho cercato e tanto meno trovato il rimedio, Ma, se non mi sono sbinliato, è 1«viti qualcosa. Forse la buona cu- 1 ra potrà essere fatta con una po- ' stane in citi entri un tanto per cento di quel vero spirito sportivo, agonistico sul serio, che deve essere caratteristica del tempo; un lenito di intelligenza e di nerbo dei direttori sportivi; un gnarci alla cronicità del male. Un percorso ideale Eppure a ogni corsa non so accettare questa rassegnazione e spero in una sia pur lenta autoguarigione. Come oggi, alla vigilia dì questa « Tre Valli », i bravi organizzatori della t Binda * h'tnno scelto un percorso di cui nessuno dovrebbe lagnarsi: di salile ce ne sono, ma non riservate ai grandi specialisti. C'è il Brinzio, dalla parte più dura, dopo 93 Km.; c'è S. Fermo, dopo 147; c'è quella di Viggiù, dopo 176; c'è il Marchirolo, dopo 199, e, infine, la rampi del Smso di Gavira'c a 5 Km. dall'arrivo. Questa villa c'è il pericolo che sia grigia la prima parte della gara. Ad 'evitarlo la F.C.I. fa affidamento, olire che sui soliti elementi liberi c irrequieti, e sui numerosi premi di traguardo, sulla pattuglia di dilettanti scelti ammessi per una recente deliberazione sulla quale mi pennetto di dissentile pcr ragioni che superano il problcmat'ico contributo di combatt!'-ità che tali elementi possono dare alle corse professionistiche, c che ìiepiardano specialmente il i/iadualé e razionale allevamento dei nuovi prodotti di cui non ablondiamo e di cui abbiamo, ■nvecr. tanto bisogno. »/i,,e SÌÒMoma suWaa- Comunquc, dubbiosa sia ag aressività delle maggiori squadrenei primi 150 Km, eredo che la (liiardia che esse faranno sarà Sufficiente ver impedire sorprese fino a Cowo. La corsa sarà fatta negli ultimi 100 Km. dai soliti Cirenei, si capisce: Coppi, Bartaii, Volpi. Mollo, che faranno di tutto per liberarsi, più che dei non pericolosissimi De Stcfanis. Vicini, Cottur, Grippa, Canavesi, della minaccia bianco-celeste rappresentata da Bizzi, duelli, Leoni e Bini. Per questa liberazione non ritengo saranno sufficienti nè San Fermo, nè Vie/giù; potrebbe esserlo U Marchìrolo coi suoi quasi 5 Km. dal 4 al 7 %, specie se l'azione d'attacco non dovesse subire soste nella zona precedente, e, in extremis, come altre volte, la salita del Sasso di Gavirnte. Qui Coppi dovrebbe offrirci la misura del suo pieno rendimento e Bartali la prova che ancora non è giunta fora di cedere al compagno lo scettro di « re della montagna». Adii altri il compito di .resistere alla rabbiosa offensiva \t>>"'^ .<to'.QX<?- Pcr Sfinire a far la parte del leone sul traguardo. Giuseppe Ambrosini