Cinque modi di combattere insieme alla Russia di Giorgio Sansa

Cinque modi di combattere insieme alla Russia Per ì lettori del «« Daily Express » Cinque modi di combattere insieme alla Russia Le singolari confessioni di un giornalista inglese Berlino, 27 agosto. I giornalisti esteri residenti a Berlino hanno potuto vedere oggi la copia fotografica di un articolo comparso nella pagina di mezzo del Daihi Express di Londra il 5 del corrente agosto e intitolato: «Cinque modi di combattere insieme alla Russia ». L'articolo, scritto da Charles Foley. capo dei servizi esteri del giornale di lord Beaverbrook, è accompagnato da una cartina in cui sono tracciate alcune grosse frecce nere, destinate a far comprendere ai due milioni e mezzo di lettori del diffusissimo organo londinese per quali vie può essere effettuato il congiungimento materiale tra le forze annate britanniche e le forze armate sovietiche. Una di queste frecce parte dall'Inghilterra e abbraccia a nord la penisola scandinava per arrivare al porto russo di Arcangelo; altre fanno il giro del mondo per entrare in Russia dalla porta di dietro, Vladivostok; quella che attualmente è la più significativa e più importante si stacca dall'Egitto e punta sul Caucaso attraversando la penisola anatolica in una zona che non si ca- Pisce bene se sia la Turchia o Iran. E tale ultima freccia, come si comprende, è estremamente interessante dati gli avvenimenti di questi giorni. L'assurdo pretesto Nei circoli competenti della capitale del Reich si rileva che l'articolo di Charles Foley (il quale deve essere bene informato trovandosi alia testa dei servìzi esteri di un organo appartenente a uno fra i più attivi collaboratori di Churchill nella condotta della guerra, dato che Beaverbrook è l'uomo trattante cogli Stati Uniti in merito agli aiuti materiali da far pervenire alla Gran Bretagna e agli altri nemici dell'Asse) costituisce una confessione. Tale confessione, si dice, è particolarmente grave in quanto è stata fatta già tre settimane fa, ossia prima dell'incontro oceanico fra Churchill e Roosevelt, e in gsdptodpcaacotiptuispmtruuInDsvtrforadicil'astgI apticolasiquanto, dopo avvenuto quell'in-! dcontro, il piano militare abbozzato grossolanamente nel giornale di Londra ha avuto la sua esecuzione materiale. La dissertazione del Dorila Expresa, in altre parole, tracuscer l'intenzione di lunga data degli inglesi di aprirsi un corridoio verso la Russia attraverso il territorio iranico e di impadronirsi allo stesso tempo (due piccioni a una fava) del bacino petrolifero. Un altro fatto che emerge dalla pubblicazione del giornale della Fleet Street è poi che gl'inglesi hanno dovuto attendere il conve- fno Churchill-Roosevelt a bordo ella corazzata per tradurre in atto questo piano di aggressione non provocata. Qui a Berlino si è infatti convinti che la decisione fu presa a bordo della Prìnce oj Wales, dove il Presidente degli Stati Uniti avrebbe promesso al Primo Ministro britannico di reggergli il lume durante l'operazione iranica; e si è allo stesso tempo convinti che nel convegno si escogitò pure il pretesto per l'invasione (pretesto oggi assurto nella stamp?. anglo-americana all'altezza di principio di politica estera) : la presenza cioè nell'Iran di cittadini tedeschi liberi. Questo principio proclamato dai giornali di Londra e riaffermato dai giornali di New York, che nessun patse possa essere considerato neutrale dagli inglesi se in esso ci sono dei tedeschi a piede libero, offre stasera lo spunto alla stampa del Reich per attacchi polemici comprensibilmente violenti. Proclamare una siffatta tesi equivale a dichiarare — si osserva nei giornali di Berlino — che solo Churchill, il suo compagno Stalin e il suo compare Roosevelt possono decidere se un paese sia neutrale o meno, e che per loro neutralità significa inimicizia contro la Germania. Naturalmente, fra la teoria e la pratica c'è un mare di differenza Ma la teoria è stata, sia pure con disprezzo assoluto per qualsiasi principio di diritto internazionale, ( formulata e sbandierata, e laddove la situazione geografico-militare lo permetterà, Londra e Mosca non senza l'appoggio di Washington cercheranno indubbiamente di applicarla. E' poco probabile che tentino di farlo nei riguardi della. Svezia e della Svizzera — che si trovano fuori del loro immediato Taggio d'azione — ma non è escluso, ad esempio, che fin da ora la -diplomazia inglese, quella sovietica e quella americana stiano lavorando sul governo di Ankara.; ed è sintomatico, si osserva a questo riguardo, che appena saputo in base a quali pretesti le truppe inglesi e sovietiche hanno invaso l'Iran il Governo di Vichy si sia affrettato ad avvertire che nell'Africa Occidentale francese non vi è traccia di tedeschi. La nuova teoria, essenzialmente antigiuridica ( e bisogna chiamarla così perchè sono in essa mescolati contro ogni logica e quindi contro ogni diritto il concetto di neutralità e la richiesta di espellere 0 arrestare i tedeschi, un'azione che della neutralità sarebbe l'esatto opposto se non si arrestassero contemporaneamente anche gl'inglesi), non ha, secondo l'opinione berlinese, il solo scopo di servire a far pressioni sui paesi del Vicino Oriente. Lo scopo americano Questo è lo scopo più particolarmente britannico; ma vi deve, essere anche quello americano. Ora, l'intento americano, come suggerisce ad esempio l'accennata spontanea presa di posizione di Vichy riferentesi a regioni della costa atlantica dell'Africa, è senza dubbio di preparare la scusante diplomatica per eventuali azioni che mirerebbero ad aumentare il numero dei punti d'appoggio strategici di cui Roosevelt si è messo da qualche tempo a far collezione. Inoltre la nuova teoria deve servire agli Stati Uniti, si dice qui, per agire diplomaticamente sulle Repubbliche dell' America latina dove le colonie di cittadini tede seni (formanti secondo l'ardita ma Insostenibile tesi anglosassone una immensa pericolosa « quinta colonna > antibritannica) sono folte e compatte. Nel caso presente dell'Iran, 1 intento pratico è chiaro: l'Inghilterra e la Russia hanno voluto con- « Tgcateinmpsamfgzhqlcndcmgdstcsttirnscsf giungersi militarmente e aprire la strada ai soccorsi materiali che debbono raggiungere la Russia al più presto, se si vuole che l'esercito sovietico non crolli già prima dell' inverno. In questi ambienti politici si suggerisce in proposito che Roosevelt e Churchill si siano accordati sul piano di immediata aggressione contro l'Iran in base a considerazioni di opportunità politica, avendo cioè ritenuto che sia più conveniente nel momento attuale violentare un piccolo popolo isolato del Vicino Oriente che non provocare il Giappone nel Pacifico mandando gli aiuti alla Russia attraverso Vladivostok. Giorgio Sansa I uuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiuiiiiniiiHiiiHiiiiiiiiiiiiiiiHiiiM