5 alpinisti senza guida nella tormenta sul Monte Rosa

5 alpinisti senza guida nella tormenta sul Monte Rosa 5 alpinisti senza guida nella tormenta sul Monte Rosa Una signorina morta assiderata Cervinia, 20 agosto. Cinque villeggianti di Valtornenza, il prof. Giovanni Francia, di 35 anni, di Torino, le sorelle milanesi Graziella e Pia Adamoli, rispettivamente di 18 e 21 anni, e due ventenni torinesi, i fratelli Piero e Mario Manenti, partivano nella mattinata di lunedi con una giornata magnifica per compiere senza guida la traversata del Monte Rosa, dal Pian Rosa alle capanne Sella e Gnifetti, con la scalata del Castore. Data anche la bella mattinata, la comitiva teneva un passo lento, raggiungendo solo nel tardo pomeriggio la sommità del Castore. Qui improvvisamente le condizioni atmosferiche mutavano e una fitta nuvolaglia avvolgeva la zona, precludendo ogni visuale. Essendo senza guida, e forse non pratici, i cinque alpinisti non riuscivano a scendere dalla sommità del Castore e' venivano sorpresi dalla notte tra l'infuriare e lo sventagliare della tormenta sul colle di Felick, alquanto pericoloso e situato a circa 4200 metri di altitudine. Il freddo intenso ebbe presto ragione delle forze delle due sorelle, che ebbero verso le quattro del mattino di martedì i primi sintomi di assideramento per cui i due Manenti decidevano di andare a cercare soccorsi: si portavano sulla vetta del Castore, scendevano al passo di Verrà e per il tribolato ghiacciaio sottostante, con tremende fatiche, paurosi capitomboli lungo i canaloni ghiacciati, riuscivano a raggiungere, dopo oltre venti ore di lotta, le morene del piano superiore di Verrà, ove si accasciavano al riparo di un sasso, l'uno ferito a un piede e l'altro fortunatamente incolume, trascorrendo un'altra notte all'addiaccio. Intanto, per i tre rimasti, la situazione diveniva sempre più penosa. Verso le 8 del mattino la Pia Adamoli, la maggiore delle sorelle, soccombeva per assideramento e la sorella andava peggiorando gradatamente. Fortuna volle che uno squarcio della nuvolaglia permettesse al prof. Francia di scorgere in distanza la capanna Sella, dove subito si dirigeva, raggiungendola verso le 11. Dalla capanna subito partivano il custode Preveyaz, la guida Frachey e altri, che, raggiunto il colle di Felick, ricuperavano quasi morente la Graziella Adamoli, che si trovava accanto alla sorella morta, trasportandola al rifugio, dove potevano farla rinvenire c rimetterla in buone condizioni, che nel pomeriggio miglioravano. Dalla capanna veniva poi portata a Gressoney, di dove era inoltrata a Valtornenza, e a Cervinia nella tarda serata. Stamane, nelle prime luci del giorno, partivano da Cervinia quattro cordate -l'alpini, con un ufficiale della Scuola centrale di alpinismo di Aosta, mentre pattuglie di militi confinari e guide partivano pure dal Pian Rosa, da Valtornenza, da Champoluc e da Gressoney. Ma soltanto questa sera poteva essere trasmessa la notizia che i fratelli Manenti erano stati ritrovati. Infatti, stamane, mentre il Piero, ferito, rimaneva al piano di Verrà, l'altro, sebbene sfinito, aveva raggiunto San Giacomo d'Aias per chiedere soccorsi, e così anche il primo poteva essere ricuperato. Ambedue in serata sono stati trasportati a Torino, mentre la Graziella Adamoli, rimessasi alquanto, veniva trasportata a Champoluc questa sera.

Persone citate: Adamoli, Frachey, Giovanni Francia, Graziella Adamoli, Manenti, Mario Manenti

Luoghi citati: Aosta, Francia, Torino