PAROLE E FATTI

PAROLE E FATTI U RIORGANIZZAZIONE DELL'IPPICA PAROLE E FATTI Le Società dì Corse - Gli Enti direttivi - Sport e burocrazia lza-v. Guido Bianchetti, Begrc-i lInno della Società torinese delle\nvone, fa semino alla sua prece- «dente lettera con questo nuovo is«critto Bull interessante argomento vdella riforma degli ordinamenti I sippici. UAbbiamo spiegato come fattore i..^ ,i !Jn J- • cunico animatore della produzione,'del cavallo e dell'esercizio deila8scuderia da corsa sia costituito dal t«sentimento, sportivo ». ad esci,,-: ««ione di ogni intento di lucro. [«Non diversamente accade per lr' s«ocietà di corse, che, sotto la loro bresponsabilità finanziaria indicono [sle prove di selezione a base di,npremi. Se le scuderie e gli allevato piangono sui loro bilanci annuali,' le società ridono verde. Non scio-,pfi i i[r,ri\priniamo al sole cenci di famiglia quando ricordiamo fatti recentissimi. Un'ondata nuova salita ai centri rsfsri! controllo (Sportivi, meno rotta sall'ufficio voci, ha voluto spingere vla propria azione finn al controllo ddiretto non soltanto dei bilanci, mal pur anche dei libri contabili. IqLe Società, the da nasconderei sderebbero soltanto le loro riccheìdmiserìe. non hanno opposto diffl-lzro/fri alcuna ed i professori di ra-\ mnioncria mobilitati alla bisogna., mhanno potuto constatare presso . stutte le società (non una esclusai che ai Dirìgenti v'era una iosa sola da fare: togliersi tanto di cappello. Non è celio di stile novecento la psicologìa di ehi affronta la re epcqsespónsabiliià di milioni senza riser-\ avaisene un pizzico sotto forma ni-\umeno di... medaglie di presensa,\iper costituirsi un fondo a contro- ppartita di un'alea eventuale: non\pè cerio la mentalità dell'uomo &ol-\mlaro qm 'a di chi dispensa opera frtempo, Urna cervello ed anima, af- aironia rischi di danaro od anche zsoltanto del suo nome e della pei-[tserialità propria, per un semplice-r« sentiménto »: quello che accanili- s«ri 1 attivitu sua a quella degli al- ^blei-atort e dei propnetaii di acu-\rsgideria, il « sentimento sportivo » Se questo e snobismo, dobbiamo convenire che la bruita parola erotica può definire una bella virtù nostrana. Vero è che a dare parvenza di corpo ai fantasmi era sopravvenuto un fatto dissueto nella vita sportiva ippica. In questi ultimi tempi le società di corse, che in passato erano formate da « comitati », sia per la mole degli impegni da fronteggiare, sia per il fatto che la legge allora codificata non riconosceva la figura giuridica deijcomitati sportivi (riconosciuta oraìsoltanto dal nuovo coatee) si era-\ no a poco a poco trasformate, pressoché tutte, in società anonime. Erano i tempi famigerati delle anonime a gioco di mattoni. La mentalità sportiva che ha un so-j vrano punto di forza nella tradì-<none, mal si adattava a questa.forma di attività sociale che na scende nell'anonimo la responso Irilità personale. In realtà lo scopo' giuridico del trapasso non era quel- '"ilo di un gioco a rimpiattino, rna\anello onèsto, anche sotto il punto] di vista sportivo (perchè tra one-\ sta sportiva ed onestà giuridica vii è la stessa differenza che esiste fra' onestà giuridica e onestà religio- sa) di passare da una responsabi- lità illimitata fra un ristretto nu-\ mero di persone, ad una responsa- |bìlità limitata, ma estesa ad un maggior numero di persone (azionisti). Parallelamente alle società sportive, però, si erano costituite a fiancheggiarne l'opera e ad sicurar; eietd ferì cu spo no, uapanneue, miranon, Agna-nno) In ultima analisi queste Società iimmobiliari fiunchengiatrici delle,Società sportive costituiscono, per la sensibilità sportiva dei loro e/e- menti direttivi e costitutivi, i veri]«porta dolori » delle societàdi cor- se. come è accaduto fra l'altro alla Mirafiori quando, con ilvoto una-«ime dei 1,(10 azionisti, essa si e accollato il passivo della Torinese, la quale in due soli esercizi avevaperduto un milioncino tondo fon do. Come si vede il sentimento sportivo non si vaporizza in patetici sospiri, ma si materia in sacrificio di danaro sonante. Sacrificio che è il comune denominatore di allevatori, di proprietari e di so-cietà. uniti tutti nel santo snobismodel cavallo da corsa, del cavallomiolioratore della razza. Questi vanai/loriosi esibitori dise stessi si chiamano: npr i^H allevatori e nronrletari- anelatoli e piopneiaii.Vittorio Emanuele II. il quale ira le cure che lo dovevano portarealla costituzione dell'unità dellaPatria, ebbe lucida la visione del-l'importanza che la produzione ip-pica deve avere nell'economia ge-nerale della Nazione, e fu primoin Italia a costituire un grande al-levamento di puro sangue: quello di «La Mandria»; si chiamano Calderoni, Canevaro, di Sambuy, Scheibler. Tcsio, Cliantre, Bocconi. Corsini, De Montel, Crespi, Dall'Acqwi; per le società di corse: 8. A. B. il Principe Amedeo, Ferrerò di La Marmont, di Sambuy, Turati. Durini, Canevaro. Di Gropelln. Dall'Acqua, Corsini, Della Gherardesca, Scheibler, Theodoli... Infine, questo snobismo ha portato all'economia zootecnica della Nazione un giro di danaro di qualche miliardo, senza attingere alle casse dello Stato, ma fornendo milioni al pubblico Erario! Una bazzecola! Questi tre fattori operativi e volontari del sacrificio (società, proprietari, allevatori) hanno in passato compiuto volontariamente unaltro sacrificio: quello della rispet-Uva libertà. Hanno sentito il bi-sogno di una disciplina comune alcomune scopo che si erano prefisso, e si sono volontariamente sotto,posti all'autorità di un ente c/ifessi stessi hanno costituito, ed al quale hanno deferito il compito dì segnare l'indirizzo della produzione mediante le norme regolatricdelle prove di selezione. Questo regolamento non era una improvvisata Minerva saltata fuordal cervello di un Giove anonimo: era il frutto della più volte centenaria esperienza formatasi attraverso la tradizione sportiva che aveva dato origine, conservato e tutelato la purità di sangue della razza. Detto regolamento con norme agili e seniplici è rimasto intatto ed operoso dal JSS/ al 79ei: dopo è incominciato il periodo di ept- ur1pmlessiti. Gli orqani direttivi, Ente nazionale corse in piano, Ente na«tonale corse ad ostacoli, con costante collaborazione prima e con varia armonia poi hanno retto le, sorti dell'ippica come enti sovrani isUno a che un decreto, ad officiata riniziativa del Ministero dell'Agri- ?Pcoltura non li ha nnsti mtm'Lhi • H'0''''''1' no" 'l ,,'i.1'.' F 0 ? m8""0 1 e"'aa «e« Unire. La strut- *tura organica che regola l'attività■\r«porti,-* ippica non è piò adunque™;d«Quella del passato» bensì una si ruttino nuova che avendo per tbase l'allevamento le scuderie e le Jsocietà di corse, è retta tecnica- iniente dai due ritmi direttivi cor-lE rome, coi fattori operanti in puro disinteresse sportivo, còllabo- iii'.tnt uni ((/te lumi uiiiiiivi tur-, rispondenti all' Encip e all'Eneo :mpèr fare capo all'Unire. ;m-, ' ' ... tIratio fattori operanti per profeti sione, o per mestiere (allenatori, fantini, artieri ippici) cosi la vita sportiva ippica aderisce e si intiesta nel sistema corporativa attraverso ai Sinducati ed alle Con foderazioni. Noi non vediamo come e perché questa organica struttura che ri-. spetta insieme le ragioni basilari !adello sport e. le necessità di prete- ;rzione dei fattori d'ordine econo-Ssmica-poli lieo, debba e possa esserciémodificata. Forse non piace gite- rsin parallelismo fra enti sporti vi gsFBed ènti sindacali t Ma è questo ap- dpunto lo scopo a cui tendono le mie Lconsiderazioni : dimostrare come sqnaìsiasi eventuale riforma rfr//<(!zstruttura dell'organismo dell'ippi-.Rea debba avere come presupposto hassoluto e necessario l'esistenza di Sun ori/anismo sportivo che legiferi siecnicumente con la sola preoccu- Bpalone delle esigenze sportive'?perchè la vita del cavalla da cor- m, la vita cioè del cavallo mijy/io-'dratare, è indissolubilmente legata <Walla vita dello sport. Ora buròcratzia e sport N0,w due cose antile.'stiche, perché spori è, sentimento, gr„iarlria che „ v„ite mò a„c7,B zsconfinare nello squilibrio, mentre gburocrazia è ragionamento freddo, sru,ido dovere, equilibrata iespon sabilità positiva, nemica per costituitone dì ogni alea. Per quanto abbia tentato di argomentare in sintesi, la necessità di porre chiare e precise le busi alle conclusioni che se ne dovranno ritrarre, mi ha portalo a rimandare ad altro articolo l'esame delle esigenze dei cicli di produzione, l'esame della necessità di una continuità di indirizzo, continuità che porta di conseguenza alla necessità dir la regolamentazione ippica abbia un carattere as nn'ncrstsoluto di stabilità, anzi che so/- fifrire j; ballo di S. Vito, perchè il'M regolamento costituisce la base da Fn/i traggono norma tanto gli al- plevatovi per la produzione, q»anfol Ale scuderie per l'acquisto dei soc;-ldgetti da presentare nelle prove diiFselezione. PL'importanza dell'argomento mi' n<fnrà perdonare l'abuso di ospita-ìJ.M(l ' kAvv. Guido Bianchetti

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