Ritorno in volo da Smolensk di Giorgio Sansa

Ritorno in volo da Smolensk Ritorno in volo da Smolensk Ad ovest della città conquistata non c'è più tracciai del nemico - La ripresa del traffico ferroviario - L'avia-\ zione russa non tenta più di violare le linee tedesche ; (Da uno dei nostri Inviati) Dal cielo di Russia, 14 agosto. | seguendo a bassa quota la linea del Dnieper e quella dell'autostrada Mosca-Minsk. Accomodati alla meglio su delle panche longitudinali sono con me cinque altri gior- mimi, un italiano, due spagnoli,\un bulgaro e un romeno; c'è poi\un fot,orafo tedesco chea ff5 . Scrivo queste note a bordo del- I l'apparecchio della Luftwaffe che mi porta da Smolensk r che adei 1 so ha iniziato il volo di ritorno1\ lcaso di attacco dall'alto, fare un aiterragqio di fortuna. Sotto difeo^KMffi ^il pericolo della caccia nemica so-ì tri passato. Quindi potremo alzar-\ri. E' una pianura questa itine- Imsk ha. preso conti) aia di istantanee e infine due funzionari del Ministero della Propaganda e il marconista. Ho per sedile il sacco dello posta militare zeppo di lettere di soldati. L'ombra dell'autostrada Si vola anche stavolta a bassa quola per la ragione già detta che in tal modo si sfugge meglio alla osservazione nemica e si può, in dibìlmente ruota e desolata. Fai la eccezione dell'autostrada, non è tagliata se non dalle linee lunghe rhe segnano il cambio delle fortificazioni. Anche per quel che riguarda la vita, se non ci fosse l'autoslrada questa regione sarebbe deserta.. Non si vede un essere untano, non un carro, non un paio di buoi. Sull'autostrada si svolge abbastanza intenso il traffico di guerra germanico. Gli autoveicoli, militari, del colore dell'asfalto, quasi non si distinguono, ora che non c'è il sole e manca il gioco delle luci e delle ombre. Il traffico di guerra si svolge rapido ina non quanto sarebbe lecito aspettarsi su una via di comunicazione moderna. La spiegazione è semplice. Non si tratta di un'autostrada propriamente detta. I russi l'hanno chiamala cosi, ma una via asfaltata di terz'ordine nel resto | dell'Europa la batte in larghezza j^ih levigatezza. I costruttóri boi-j scevichi l'hanno levigata male. I Siccome è venuta giù la pioggia, [ti/Ite le buche che punteggiano Il'asfalto sono colme d'acqua e si [vcdnno. Si noia anche rome gli \autocarri tedeschi rallentino ai- «anzi a- queste buche, il che, sii/ni-'fica che sono piuttosto profónde\c che gli autisti vogliono prcscr- 1uare lé molle. Tutto è un po' cosi nella Russia soiiieficn: nomi altisonanti, ma realtà meschina. I bolscevichi hanno fatto finalmente una strada sulla quale le auto possono passare, quando siano guidate con prudenza e arrivare a destinazione, non completamente sfasciate, e l'hanno battezzata subito con grandissima solennità si trova sul Dnieper come Smo lensk e segna il punto in cui il fiume forma un gomito e si bolge a sud dopo avere avuto un corso da est a ovest. E' il momento di aguzzare gli occhi. Orscia si trova infatti a. mezza strada fra Vitebsk e Moghilcf e nelle sue vicinanze deve essere quindi visibile qualche tratto della linea Stalin che proprio in questo settore è. siala forzata dalle truppe germaniche un mese fa. Tutti noi abbiamo il naso schiacciato contro i vetri e gli sguardi fissi sul paesaggio sottostante. Quelle che i russi chiamano stra de sono delle misere piste coperteda mezzo metro di polvere colirmpo .serro e impraticabili a cali- sa «VI fango dopo la pioggia. Ora ci avviciniamo a Orscia che La linea dei « bunker » Purtroppo la linea Stalin non si v,ede. I russi l'avevano mascherata per sottrarsi agli attacchi degli Stukas e dal nòstro apparecchio i fronti durante la guerra mon diale. Tali trincee non sono continue. Vi è un segmento qui, un altro lì. Probabilmente tra i vari segmenti debbono essere situali i bunker che, come ci hanno narrato i corrispondenti delle Compagnie di propaganda, erano spesso nascosti sotto un fienile, o costruiti dentro la macchia. Si scorgono effettivamente delle capanne isolate col tetto di paglia bunker? Viaggiare in aeroplano non è tuttavia il modo migliore per fare un'ispezione di questa storica linea difensiva che ha saputo opporre una assai breve resistenza all'assalto tedesco e che. cedendo, ha aperto all'Esercito di Hitler la via di Smolensk. Quello che forse tutti ci domandiamo stasera è come gli aliatoli tedeschi siano riusciti a identificare la linea per bombardarla. E'logico pensare che ai bombardierisia stato possibile ciò solo durati-te l'attivila delle artiglierie so vie-lidie, i .u momenti cioè in cui que-ste ulti .e fradinaMo col loro fno-co e, il loro fumo le. posizioni fortificale. In altre parole è da ritenere che gli aviatori del Reich abbiano potuto agire contro la linea soltanto in collaborazione con le divisioni corazzale e le fanterie, perchè non prima dell'arrivo di queste le armi russe si sono fatte sentire. Prima dell'apertura del fuoco sovietico non può essere stato possibile identificare il nemico interrato nel suolo. I bunker più solidi e meglio armati si trovavano a quanto pare sulla sinistra del Dnieper. Noi noliamo qualche cosa. Erano stati?°"°.„!ostruifl in modo da dominare fadestra e il corso dell'acqua,pe tedesche fosseroprese nel falco convergente deiKm appena fossero apparse•riva onde, le fosse sulla sponda opposta liutaio di attraversare il fiume I russi si illudevano così di occupare posizioni inespugnabili, diessere capaci di resistere, con quel fosso d'acqua dinanzi, per mesi e mesi se non addirittura per semine JlJri era appunto un'illusioneI riunioni tedeschi, appena i bunker si sono fatti vivi, li hanno coni iti con una tempesta d'acciaiol',io dopo l'altro i nidi sovieticsono stati ridotti al silenzio e oliando il fuoco nemico è cessatomissine il fiume era un'impresa .dativamente facile. La zona rastrellata E' da credere che dietro la fila dei fortilizi o fra le loro linee — no» sappiamo quante ce ne fossero e. quante distanziate — la linea Stalin non sia stata altro che uno schieramento di masse. Lo suggeriscono le perdite enormi subitdal nemico. Perdute le posizioni dcemento armato, il comando so l'ietico ha opposto ai tedeschi ttnaltmitraglia di petti em%F'Z T^^nUnLZ" ".hu,(ìf "Pfrpu'liatc si 2 '■'»" "W 1 • "" «ijv.jìj ni ualle spalle, non si /dee- mlìare \ rifornimenti .sen-,n Pe'' V"jlc''% leml>°: * °"est" 30"?, dì 'e,r"to"0 che ora passa mV'dament.e sotto agli occhi non \ U0'" ■''"'">"■ Lr- colonne d'avan-] vguardia erano giunte a centinaia'rdi chilometri di distanza, ma die- gtro a loro rimanevano in piena cf-\ dficienza unità sovietiche che osta- ccalavano l'avanzata delle fanterie re c/te quando anche erano sbara- znasconde-\ttendevano ag-\ tguati. In quell'epoca non era ìe-i cito mandare una colonna auto- acarrata senza sufficiente difesa ni ofianchi e alle vano viagg, za accompagnamento di carri «i'-|bmali o artiglieria automontata, sOggi la zona è delle più calme. Questo è l'effetto dell'annientamento di Smolensk e del rastrellamento seguito a quella vittoria. Si può affermare senza tema di smentita che ormai non c'è più J™PP° «pnico dietro la fe" di terniorm in cui . com- ^P^a^T^X 'boi >■,,<, na »' . - se ospitare qualche singolo scenico randagio che si nutre di di sciviqghia, ma nessui organica ed efficiente è sopravvissuta all'opera di pulizia tutta dai tedeschi. Adesso si vedono dei villaggi Ira un bosco e l'altro. Sono raduni di casette di legno grigio, coperte di tetti di p-g'ia anch'essi grigi. Questi villaggi sembrano disabitati. Non un filo di fumo esce dai comignoli, non un uomo commina per i sentieri. Qualche villaggio è stato distrutto dall'incendio e si può immaginare, anche senza, che la cosa sia descritta, quello che è rimasto di esso che era fatto di legno e di paglia: uno strato di cenere. Il paesaggio è a grandi chiazze: ci sono quelle verde cupo dei boschi, c'è il verde chiaro dti prati e il gìal tdavs«Lsgnncrzscs.ilo delle stoppie Ma è un W^ì^infinatamente tri-te ora che ; ^sole si.è celalo d>e io le nuvole. Lr/ tristezza pero gli dava dulia ^mancanza assoluta di vita umana. \La vittoria sulla distruzione ^ '■"">■« «»'«* »«■■"»-! Fra poco giungeremo sopra |lMinsk, altra grande città distrutta un po' dalia battnglia e un po' dal sabotaggio dei russi. Ci accorgiamo di èssere prossimi a Minsk perchè tre linee ferroviarie con- avcrqono. Sulle linee già corrono ndi nuovo i treni dopo che i tede- scili hanno adequato lo scarta- mento dei binari a quello europeo e possono usare ti proprio mate- rwfe rotabile. Ogni treno che pas- treno tonnellate di benzin-i perchè ha la capacità di ■ ^ht^lalme no "«ta autocarri Le fumate bianche che escono dalle ciminiere delle locomotive sono dunque bandiere di vittoria : In littorio della tecnica applica «a hi velocità sn"o stupido tentativo i.eiocim anno a.npiuu Kmw la tecnica costruttiva mila dislm-'"iJnéche lui rese\ inservìbili tut,i,.. i russo di rendere inaccessibile il ! paese costruendo ferrovie diverse \da quelle europee,'la vittoria del-ftVriflo'm-%'',i/^^ sc\a!e dai soviet ici mtr^tor%\occupato Minsk passa sotto di noi. Dall'alto del cielo in quest'ora crepuscolare non siamo però in grado di vedere se sia stata distrutta più o meno di Smolensk. Notiamo soltanto che la città ha una ragguardevole estensione e che i campanili sono in piedi. Ora la prua dell'apparecchio si notte. Io mi adagio sul sacco del\la posta e me l'abbraccio per dor\mire. Chissà quante lettere d'amo\re mi fanno da giaciglio. Ecco au che qui un'avventura che non è di [tutti i qiorni: dormii \fernSsodi lettere d'amore STarnVmri prima d«!apprmmu u» •L-l- j.i I dormire su un i»«-ì'T'éerio "'dormirò profondamente ìcamente teorico. Nessun bombar-.diere e nessun caccia nemico >»-i v„;„„ i,n«iii(ir.!*te!S!"' h0"ib("-i fatneVn' uSofe V%^^gettare dei pacchi di un giornale tedesca^ intitolato pomposamente^« ì^a venia». La venta vera ejperochelaiw-l~'0"e bolscevica non fa jjìù pniira [ti di rado e quindi deve essere prò pria decimata. Giorgio Sansa nessuno perchè si vede troppo I....j |

Persone citate: Stalin

Luoghi citati: Europa, Minsk, Russia