Il nuovo attentato di Roosevelt al diritto costituzionale americano di Leo Rea

Il nuovo attentato di Roosevelt al diritto costituzionale americano Bancarotta m orale Il nuovo attentato di Roosevelt al diritto costituzionale americano (DAL NOSTRO INVIATO) New York, 16 agosto. A ventiquattro ore di distanta dall'annuncio dell'incontro Roosevelt-Churchill le reazioni americane si sono abbastanza chiaramente delineate anche se molti degli uomini politici preferiscono attendere che il Presidente, il cui ritorno a Washington c annunciato per og rlafiureslesggi, sabato, dica qualche cosa di 'dpiù. Gli ottimisti sperano che gite- Hsto qualche cosa di più venga at-\ ptraverso una dichiarazione per lardstampa e per la radio che il Presi dente consegnerà al momento in cui sbarcherà dal panfilo Poto mdmac. Quanti ricordano quello che ilRoosevelt ha detto alla sua confe rema-stampa immediatamente dopo la proclamazione della emergenza nazionale del 27 maggio, che cioè disse pochissimo e quel poco che disse fu detto per attutire le preoccupazioni del pubblico, quanti ricordano tale precedente non possono essere fra gli ottimisti. Dichiarazione-paravento Fra le opinioni che si sono più rapidamente stabilizzate e che hanno credito, per opposte considerazioni e per opposti ragionamenti, tanto fra i rooseveltiani quanto fra i loro avversari, vi è questa: che durante i colloqui svoltisi a bordo della corazzata britannica Prince of Wales e dell'incrociatore americano Augusta, si è parlato e probabilmente concluso qualche cosa, o molle cose, di più di quanto si dice nel comunicato. Più di un giornale dice che sarebbe aspettarsi troppo dalla credulità americana; e un membro del Congresso parla del comunicato e della dichiarazione come di un « paravento che nasconde impegni vitali ». Questa constatazione viene tanto dagli esaltatori quanto dai critici dell'ultima azione rooseveltiana. 1 primi — seguendo la musica che viene da Londra — dicono con una franchezza piuttosto brutale che « Churchill, invitato espressamente da Roosevelt al colloquio, non si sarebbe scomodato ad attraversare l'Atlantico sempli cernente per concordare una serie di princìpi quali quelli che sono lecncdpinclìauclacconrecitiBstati annunciati ». Abbinino citato |tquello che scrive il corrispondente 'Sdei New York Times da Londra|fsull'argomento, e tutto il tono della corrispondenza i)isiste su questo, che — citiamo un altro brano — « Il fatto che i due si sono incontrati, è considerato a Londra tqaccome molto più importante delle cparole contenute nel comunicato » ATot comprendiamo perfettamente che Londra abbia tutto l'interesse, ai fini della propaganda interna e esterna, di esagerare sulla portata delle decisioni prese e perciò prendiamo quello che scrive il New York Times con tonnellate di sale. Tuttavia queste voci da Londra e degli amici di Londra vanno tenute tqrcnrscspresenti se non altro perche ti /af-,cto propagandistico di esse può vol-\\freisi in «boomerang». Infatti df:|gcevamo che anche gli oppositori \ rdella politica estera roosevclltana denunciano, e con parole forti, la probabilità di esistenza di accordi segreti. Leggiamo in un breve articolo scritto dal deputato della Camera dei rappresentanti Tinkham, membro della commissione per gli affari esteri, pubblicato sulla prima pagina del Journal American: «// comunicato di ieri contiene molte parole ma nessuna informazione e nessuna idea. Esso è null'altro che un paravento inteso a nascondere impegni vitali. I pretesi scopi di guerra sembrano mirare a disseppellire la defunta Società delle Nazioni, la cui creazione ha con lpUsctacmsrdcnpsCsignifica soltanto la perpetnazione\„del dominio britannico dei morii*aggiunto al dominio americano dei Imori», e, dopo aver parlato della c« bancaròtta1 morale l dei firmaitari alleati della «assassina Rus-i1}aia sovietica», il deputato acri-tyve che indubbiamente d,(r«»fr|^i colloqui si e parlato di un corpo\sdi spedizione americano in Europa] e conclude: «Il signor Churchill]™prenda nota tuttavia che il voto! dato dalla Camera dei rappreseti- vtanti tre giorni or sono sul prolun-] La critica più severa all'iniziativa del Presidente è fatta sul terreno costituzionale. Il senatore Walsh, uomo politico che si può classificare fra i più moderati oppositóri della politica di Roosevelt, ha detto che la dichiarazione Churchill-Roosevelt, coinvolge impegni «: presi passando sopra ai limiti dei poteri che il Presidente ha per costituzione e che nessun Presidente nella storia degli Stati Uni ,„,,.,l,«a„„,,v,,™Vo».f; , gamento della ferma, impedirà pcr]smotti mesi un tale tradimento con- \ mtro la gioventù americana ». Parole vuote ti ha mai sia pure presunto di sor- passare. Il pe'/gio e, ha continuato]i' . ' ,;W, , , _ -T , I il senatore Walsh, che il popolo americano non ha avuto possibi lità di esprimere la sua opinione — il Congresso ed il principio di governo per rappresentanza sono stati messi da parte — che il Presidente, solo, e di sua sola iniziativa, ha impegnato il governo, la nazione e le vite di 130 milioni di uomini e donne e quelle delle future generazioni ». Pepper e i senatori superinterventisti hanno chiamato la dichiarazione «documento magnifico, grandioso, eccetera ». Non citiamo tali opinioni non perchè sono favorevoli all' Inghilterra, ma perchè sono piene di parole vuote: agi/ettivi, superlativi che non dicono nulla. Si deve insistere per contro sul fatto che gli ambienti parlamentari dimostrano, attraverso le prime reazioni, una certa mi aura di ribellione contro la violazione dei loro privilegi. Il senatore George, per esempio, insieme a molti altri della maggioranza, ha rifiutato di lodare Roosevelt pala sua ultima impresa e questo rifiuto ha una importanza notevole. Si sa che Roosevelt ha compiuto un altro passo e si sa in quale direzione, anche se non si sa quanto esso sia lungo. Non si può ancora sapere con precisione quali siano le controreazioni. Una prima misura di esse si avrà fra qualche giorno quando^ come tutti prevc- dono, il governò chiederà altri mi Hardt (si dice tra sette e dicci) per finanziare il funzionamento della legge presta ed affitta. Non si può mancare infine di mettere in cronaca il rilievo fatto da alcuni giornali, segnatamente il Daily News di New York, il qua- le nel suo editoriale critica la di-\ chiarazione Roosevelt-Churchill e] ne accusa la insincerità rilevando] che mentre i due parlano di libertà' d'ogni genere hanno omesso di\ parlare della libertà, di religione,: in omaggio, dice il giornale, al so-j ciò Stalin in casa del quale la relìgione non è ammessa Quanto alla Russia le radio americane danno all'ultima ora un'altra informazione, meglio una conferma, ad una voce già circolante, che cioè Roosevelt e Churchill hanno inviato a Stalin unaì comunicazione firmata da ambedue! nella quale, secondo la radio, sa-ì rebbero contenute assicurazioni circa l'aiuto che Inghilterra e Stati Uniti intendono dare ai Soviet. Leo Rea