LA "SACCA DELLE STREGHE,, SUL TETEREW

LA "SACCA DELLE STREGHE,, SUL TETEREW Episodi' dell'immane battaglia LA "SACCA DELLE STREGHE,, SUL TETEREW Berlino, 11 agosto, piIl fiume Teterew scorre a nord- cest di Kiew tra le paludi del Pri- ilnet e il Dniepr. E' un corso d'ac- aqua non più largo di quaranta-1 gcinquanta metri e questo non sa- lorebbe davvero un ostacolo per i] bgenieri germanici. Ma il letto del fiume si allarga in una zona paludosa di circa un chilometro e mezzo, folta di canneti, costellata di acquitrini e cosparsa di erbacce che celano un terribile nemico: le sabbie mobili. In questa zo- stcfo.ana le forze germaniche avevano;vcreato una delle tante sacche do-jcve trova a poco a poco la fine ilimpoderoso esercito sovietico. Una.gsacca piccolissima, quale può es-|nsere quella creata da un reggi-\umento di fanteria, ma alla quale i soldati hanno dato un nome significativo, la « sacca delle streghe ». Quello che stiamo per narrare è un semplice episodio nel quadro della gigantesca battaglia che infuria ai confini orientali dell'Europa. « Ma questo episodio — come scrive la Morgen Post che Io pubblica — è stato scritto col sangue di uomini tedeschi. E' un incom- smrtcndcppccparatale eroico canto del valore jtgermanico che sfida la morte, ed e nello stesso tempo un inno allo spirito di cameratismo fra i soldati tedeschi, a quello spirito che nasce dal rischio comune, dalla necessità e dalla morte ». Il Teterew ogni tanto divide il proprio corso limaccioso in quattro o cinque rami divisi da lunghe strisele di fango nero e attaccaticcio. Rappresenta un ostacolo assolutamente insuperabile, non solo per i carri armati, ma anche per gli autocarri e per la cavalleria. Tuttavia i fanti tedeschi debbono passarlo. Il Comando divisionale ha dato le sue disposizioni e poi le altre compagnie hanno già creato una testa di ponte fra le linee nemiche, e la seconda compagnia non vuol essere da meno delle altre. Una compagnia di eroi dgtlfgnczmttrcbulpvlvsdgcpcbGià il giorno prima questo reparto aveva condotto a termine una bellissima impresa. Era riuscito a trovare un guado e aveva sorpreso nel bosco i bolscevichi I puccidendone parecchi e facendo 44' prigionieri senza perdere un solo uomo. Questo colpo di mano aveva però destato l'attenzione del va nel fango fino alla cintola, ogni tanto qualcuno spariva sotto il velo d'acqua stagnante e alle voi -lte non si*faceva~neppure in tem- po a tirarlo fuori. Le sabbie moe1 bili sono una prigione più orri-!bile ,della morte che segue. In sei ore la compagnia supero due chi- asnenulla. jmpagnia ha dovuto gettarsi a.nuoto ma sem- -pre davanti a tutti e nmasto il a !c°manf5,". nemico appiattato nel bosco in ivfortificazioni campali e nei bun-|rkers di cemento e di acciaio. Ora'dl'ordine del comando era di occu-ltpare il villaggio di K. oltre il fiu--tme, protetto da una parte dalleitpaludi, da un'altra dal bosco e dal-itla terza dal pigro corso di quat- 'tro rami d'acqua. Nel corso della lnotte, camminando nel fango e tra i canneti la seconda compa-'gnia iniziò una manovra aggifah-Pte addentrandosi nella « sacca del-j le streehe » Un'azione frontale sarebbe sta-^ta una na77ia Ma anrhp cn-jì il rischio era ti«mende* Si affonda- ao. tal attonda-|un vecchio soldato - ?a*mXK i*-medaglia d oro oa\arese al ia- lor militare. ni | Ora la marcia è compiuta, la a:seconda compagnia si trova sul a- fianco del nemico che vuole spaz izar via la testa di ponte germani- el ■ca P,er aPri,'.si un va"°;* b?ls„c^ vichi non si sono ancora accorti ecco cominciano le rt di^ullà7Mà n-| fucilate. Bisogna fare attenzione a- perchè i rossi sono nascosti da i ìper tutto fra i canneti, nel bosco a i e nelle trincee di fango. Ora spa- si JX^^^SS^ iSrt alL„ s,-an movimento simile al brun- Hahlo di un alveare. La faccenda a d o' diventa pericolosa perchè le for ze nemiche sono almeno cinque volte più numerose, Ma l'artiglieria tedesca comincia a sparare e tira con magnifica precisione proprio sulle teste del nemico. Ma d 11 russi non sembrano preoccuparo sene, anzi il loro fuoco aumenta •!'intensità. Co-iinciano ad entra- oi-fazione le|ria rta t„Ue ie parti. Ed e; I perchè co una saltano brutta sorpresa, fuori dal bosco pina dozzina di carri armati. « Qui ci lasciamo tutti la pelle! », dice il comandante. E un sottufficiale assicura che questa e una venta 1 garantita. Ma non c e un solda lo che pensi di cedere terreno ai ] bolscevichi, Rabbiosa reazione nemica Le avanguardie che erano già state lanciate in avanti sono richiamate e la seconda compagnia forma un unico blocco. Intanto la .artiglieria tedesca ha potuto indi;viduare lo schieramento e batte jcon meravigliosa precisione il neimico. « Gott, che bravi ragazzi! » .grida un soldato. Ma poi tace e |non parlerà più. E' morto mentre \u su0 sangue pulsava d'entusia e e smo. Metro per metro lo sbarramento d'artiglieria guadagna terreno e il primo tentativo di contrattacco russo fallisce perchè nè carri armati nè fanterie riescono ad avvicinarsi alla linea tedesca. Ma la storia è appena cominciata perchè i carri armati scompaiono fra gli alberi e i fanti si precipitano nelle fortificazioni campali. Vanno avanti i tedeschi con in testa il tenente G., arma jto di pistola mitragliatrice. Ma l e o n e o a a a dopo pochi istanti due pallottole gli rendono inservibile l'arma automatica. Allora afferra un fucile e subito un'altra pallottola gli fa saltare il calcio in mille schegge. Il fuoco del nemico si mantiene nutritissimo, micidiale. Parecchi uomini cadono. Allora il tenente dice: «Ragazzi, questo è l'inferno, dunque siamo già morti! ». Ma questa battuta di spirito non risolve la situazione ormai disperata: bisogna ritirarsi. E' impossibile che una compagnia immersa nel fango, battuta dal fuoco incrociato di una selva d'armi possa assolvere la missione affidatale. Nessuno può aiutare i numerosi feriti, ne va la vita di tutti. Passo a passo la compagnia germanica si ritira verso il fiume. In linea retta questa volta. I russi saltano fuori dalle fortificazioni, ma le armi germaniche hanno ancora qualche cosa da dire. Il terreno è coperto di cadaveri nemici, ma an che la seconda compagnia ha subito gravi perdite: « Dormite in e a i I pace, "camerati ! » 4' o l Faticoso ritorno Ora i germanici sono sulla ri- pcsgrdiscivlubsi uapmtmttnthcnfailtrtlsAudChsmmElni il i moin iva del fiume. I migliori nuotato-|ri si spogliano perchè l'ordine è, a'di portare in salvo i feriti. Si get-l-ltano a nuoto e faticosamente por- --tano in sa'vo i camerati. Poi ri-|eitornano e ripartono. Otto volte ii,-itenente G. compie il pericoloso:- 'tragitto fra una tempesta di pai- a lettole. «Il camerata ferito si era!e aggrappato ai miei capelli e il |-'ranE° teneva incatenati i mieiIh-P{ed\ Ho proprio creduto fosse -j g™nta la fine». Il duro compito continua a svolgersi. Il radiotele- a-^rafista vuol portare in salvo il,il suo apparecchio e si precipita neli- flume co> grave peso.^Tutti lo se-!a-|g.uono coU= sgua-rclo Ce ]a fa? Ora è nel bel mezzo del corso Id'acqua, per Dio, ma che cosa'accade, va sotto, è preso da un. risucchio. Non c'è nulla da fare! iII suo aiutante vuol salvare l'ap-i parecchio di fortuna. Ma il nemico preme ed egli parte con la sua scatola-radio e un ferito. Anch'egli finisce nel risucchio, scompare, il ferito va alla deriva agitandosi debolmente. Ma sotto l'acqua il secondo radiotelegrafista riesce a liberarsi dell'apparecchio, ricompare alla superficie, riafferra il camerata ferito e lo porta a riva. Il maresciallo lo accoglie urlando: «Imbecille, non avrei dato un soldo per la tua pelle », ma gli batte affettuosamente la mano sulla schiena. Intanto la battaglia continua e i russi benché tanto superiori in uomini e in mezzi non riescono ad annientare la seconda compagnia. « Certamente è fallita la nostra missione di costituire una nuova testa di ponte nel fianco del nemico — conclude il corrispondente di guerra Oswald Zunkner autore di questa emozionante pagina di guerra — ma in guerra non tutto va liscio. Del resto i russi hanno pagato un caro prezzo perchè hanno perso moltissimi uomini e si sono scoperti su un altro fronte lungo il quale i nostri sono avanzati ». Tutta la compagnia ha passato il fiume con le armi e i feriti. Solo il comandante è ancora sull'altra riva e guarda se c'è altri feriti da salvare. Poi si getta a nuoto. Centinaia di spruzzi animano la sua strada liquida. Ora nuota sott'acqua e finalmente arriva. Appena sulla terraferma afferra un fucile e pum pum pum, uno dopo l'altro colpisce sette nemici. Che mira il tenente G.! I russi hanno piazzato le mitragliatrici e sparano, sparano. « Noi credevamo già, signor tenente, che foste morto » gii diranno poi i soldati. E il vecchio ufficiale che conosce la guerra meglio di noi giovani risponderà: «Non avrei dato un centesimo per la mia vita! ». Questo è il racconto del corrispondente di guerra Zunkner. Noi non vi abbiamo aggiunto una sola parola. Felice Bellotti

Persone citate: Felice Bellotti, Gott

Luoghi citati: Berlino, Europa, Kiew